Ho
letto, tempo fa la seguente asserzione anonima: «Le donne ricevono un
dono incredibile, quello di poter sentire crescere dentro di sé un’altra vita.
Ed è, in assoluto, l’emozione più grande, che si possa mai provare». Essa era
accompagnata da una simile immagine.
Sono d’accordo
con tale asserzione. Sull’immagine, che conosco da anni, che viene sempre
riproposta di nuovo e di cui qui riporto una mia elaborazione, ho qualche
perplessità. Meno male che è un fotomontaggio, altrimenti ci sarebbe da
preoccuparci per una tale mamma, dalla cui pancia traspare un tale piedino. La
paura, che ogni volta mi prende, è che ella sta per essere sfondata da un
figlio, che dovremmo poi chiamare «snaturato».
L’autore ha
voluto mettere certamente enfasi sul valore della maternità e su quello
della vita, che si sta formando. Come si fa a volersi disfare
prematuramente di una vita mediante l’aborto, visto che tale essere sta
simbolicamente bussando alla porta del mondo, nell’immagine, e che in realtà
vuole nascere ed è fatto per vedere la luce?
Ho dovuto pensare alle parole di Davide, che lodava Dio, descrivendo la
formazione dell’embrione e il suo sviluppo: «Sei tu che hai formato le
mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre...sono stato fatto in modo
meraviglioso, stupendo...Le mie ossa non ti erano nascoste, quando io fui formato
in segreto e intessuto nelle parti più basse della terra. I tuoi occhi videro il
mio embrione, e in un libro erano tutte scritte [le mie ossa]; durante molti
giorni furono formate, allorquando nessuna d’esse c’era ancora» (Sal
139,13-16).
Poiché il tempo della gestazione è sempre a rischio, un salmista scrisse: «Tu
sei stato il mio sostegno fin dal seno materno, sei tu che mi hai tratto
dalle viscere di mia madre; tu sei del continuo l’oggetto della mia lode»
(Sal 71,6).
E anche del tempo dopo la nascita, Davide disse dinanzi a Dio: «Sì, tu
sei quello che mi hai tratto dal seno materno; mi hai fatto riposare
fidente sulle mammelle di mia madre. A te fui affidato fin dalla mia
nascita, tu sei il mio Dio fin dal seno di mia madre» (Sal 22,9s).
Davide paragonò la sua quiete al tempo dello svezzamento: «In
verità ho calmata e quietata l’anima mia com’è quieto il bimbo divezzato sul
seno di sua madre. Quale è il bimbo divezzato, tale è in me l’anima mia»
(Sal 131,2).
Vari personaggi della Bibbia erano convinti di essere stati appartati da
Signore fin dal seno della loro madre, ossia quando erano ancora una vita in
sviluppo: Sansone (Gdc 13,5.7; 16,17), Davide (vedi sopra),
il Messia (Is 49,1; cfr. Sal 22,9s), Geremia (Gr 1,5),
Giovanni Battista (Lc 1,15), Paolo (Gal 1,15). Che sarebbe successo, se le loro
madri avessero deciso di abortire?
I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)
Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.
I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {}
▲
2. {}
▲
3. {}
▲
4. {}
▲
5. {}
▲
6. {}
▲
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari
e medi}
▲
12. {Vari
e brevi}
▲
►
URL: www.diakrisis.altervista.org/_Etic/T1-Vita_prorompe_S&A.htm
29-10-2012; Aggiornamento: |