■ «Prima
della rovina c’è arroganza, e prima della caduta c’è alterezza di
spirito» (Proverbi 16,18).
■ «Vestitevi
dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di tenera compassione, di benignità,
di umiltà, di dolcezza, di longanimità, sopportandovi gli uni gli altri e
perdonandovi a vicenda, se uno ha una lamentela nei riguardi di altri»
(Colossesi 3,12s). |
1. MEDITA:
■ L’uomo, che sprizza arroganza, non sa che si trova
a un passo dalla voragine; egli s’innalza sprezzante, non sapendo che sta
per inciampare e cadere nel baratro (Pr 16,18). Il superbo cade dalle stelle
alle stalle. Dell’orgoglioso Moab Dio predisse che sarebbe finito nel
fossa dei liquami: «Ed egli [Moab] stenderà le
sue mani in esso, come le distende il nuotatore, per nuotare, ed Egli [Dio]
abbatterà la sua superbia con le trame delle sue mani»
(Is 25,10s). Il contrasto è rimarcato come segue: «Prima della caduta
il cuore dell’uomo si esalta, ma prima della gloria c’è umiltà» (Pr
18,12). L’umiltà non è un valore a sé stante, ma quale alternativa positiva vale
solo per coloro, che entrano nella «scuola di sapienza» mediante il
«timor dell’Eterno» (Pr 15,33). Infatti, umiltà e timore dell’Eterno sono un
binomio inseparabile e, come tale, hanno come frutto il benessere (Pr
22,4).
■ In Colossesi 3,12s troviamo la medicina
all’interno dell’assemblea. Alcuni, invece di dipendere dal Signore e di mettere
tutto nelle sue mani, diventano temerari e si vogliono fare giustizia da
soli. Perciò, si accaniscono contro colui, che essi ritengono abbia
fallito nei loro confronti; si avvelenano sempre di più nel loro spirito
e si inacerbiscono. Invece di chiarire le cose, covano in segreto,
sparlando magari alle spalle di tale altro credente. La loro ossessione
rimane come farla pagare all’altro, come screditarlo, come farlo cadere, per
goderne malignamente. Alla fine, pieni di dissimulato disprezzo, accumulano su
di loro colpa sopra colpa, cosicché la loro vita spirituale diventa
carente, le loro preghiere non trovano risposta e la benedizione di Dio li ha
lasciati. Invece di essere olio nel motore della comunità, diventano sabbia
nell’ingranaggio. Essi diventano credenti disutili e talvolta un
pericolo per l’opera di Dio.
Costoro si sono allontanati dal modello di
essere credenti «eletti di Dio, santi e amati», che hanno sperimentato
l’amore del Signore. Induriti come sono, non sanno più esprimere le virtù
del «frutto dello Spirito»: «amore, gioia, pace,
longanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo»
(Gal 5,22). Poiché non sanno più sopportare e perdonare gli altri credenti,
hanno la bocca sempre piena di lamentele, di negatività e di
querele contro gli altri, certo tutto ammantato da un
falso e ipocrita spiritualismo. Perciò, pieni di zavorra della carne come
sono (cfr. Gal 5,19ss), la loro mongolfiera esistenziale e spirituale vola
terra-terra. Essi sanno poco dell’arte di crocifiggere la carne con
le sue passioni e le sue concupiscenze e di camminare per lo Spirito
quale migliore cura per non essere vanagloriosi, provocatori al male e
invidiosi nei confronti degli altri (Gal 5,24ss).
2. AZIONE: ● Conosci persone arroganti e
altezzose? Sono felici e utili per gli altri? Promuovono l’edificazione e
l’avanzamento del regno di Dio? ● Chi è umile, che cosa cerca e che cosa
ottiene? (Sf 2,3). ● Come serviva Paolo il Signore? (At 20,19). ● Come ci si
comporta in modo degno della vocazione ricevuta? (Ef
4,1ss). ● Qual è la medicina allo spirito di
rivalità e alla vanagloria? (Fil 2,3s). ● Come si mostra uno spirito
veramente umile dinanzi a Dio? (1 Pt 5,5ss).
►
URL: http://diakrisis.altervista.org/_Med/A0710.html
17-08-2015; Aggiornamento: |