1.
LA PROBLEMATICA: A volte, le
cose ci vanno male in qualche aspetto della nostra vita, nel lavoro, in
famiglia, nei rapporti sociali e così via. Allora la tendenza potrebbe essere di
defilarci dagli impegni ecclesiali, per dedicarci a ristabilire tali
cose, che ci creano un problema e ci fanno soffrire al momento. Magari, secondo
i casi, incominciamo anche a generare meccanismi della carne, come ad
esempio: auto-commiserarci, chiuderci in noi stessi, interrompere i contatti con
i credenti, rifiutare i consigli, cercare presunti colpevoli dei nostri mali,
eccetera. Quando siamo irritati nella carne, prendiamo di traverso ogni
parola, che ci viene rivolta, anche da parte di coloro, che sappiamo che ci
vogliono bene e tengono a noi, al nostro sviluppo positivo, al nostro progresso
e al nostro servizio per il Signore. Da dove sorge questa malsana tendenza a
gettare la spugna proprio nelle cose del Signore? Perché pensiamo che,
avendo così più tempo, saremo veramente capaci di appianare e risolvere
le cose, che non vanno?
2. AMBITI ESISTENZIALI: O dovuto
pensare ai seguenti ambiti, in cui possono sorgere tali problematiche, e alle
seguenti raccomandazioni del Signore mediante la sua Parola.
■ Famiglia: «Se l’Eterno non edifica la casa,
invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non guarda la città, invano
vegliano le guardie» (Salmo 127,1). È con la saggezza nel tempo che
si edifica una casa, non con le decisioni drastiche di un momento. «La casa
si edifica con la sapienza e si rende stabile con l’intendimento»
(Proverbi 24,3; cfr. Pr 14,1).
■ Lavoro:
«Questo libro dell’istruzione [ebr. torah] non si diparta mai dalla tua
bocca, ma meditalo giorno e notte, avendo cura di mettere in pratica
tutto ciò che v’è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue
imprese, allora prospererai» (Giosuè 1,8). Allora si potrà
riconoscere che «l’Eterno, il tuo Dio, ti ha benedetto in tutta
l’opera delle tue mani» (Deuteronomio 2,7; 16,15; cfr. 24,19; 28,12; Gb
1,10).
■ Relazioni
sociali: Dio fa trovare grazia agli occhi degli altri, da cui si
dipende (Rut 2,2.10.13; Ester 2,17; 5,8; 7,3; 8,5). Egli è pronto a innalzare
coloro, che lo temono (cfr. Giuseppe, Davide). Leggiamo addirittura: «Quando
l’Eterno gradisce le vie d’un uomo, riconcilia con lui anche i nemici»
(Proverbi 16,7).
■ Riuscita
nella vita: Ciò dipende da una scelta fondamentale rispetto a Dio. «Clemenza
e verità non ti abbandonino; lègatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo
cuore; troverai così grazia e buon senno agli occhi di Dio e degli
uomini. Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo
discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i
tuoi sentieri» (Proverbi 3,3-6). A volte, bisogna pazientarsi dinanzi a Dio,
prima che venga una svolta decisiva, ma essa è la via vincente. «Prima della
rovina, il cuore dell’uomo s’innalza, ma l’umiltà precede la gloria»
(Proverbi 18,12; cfr. Isaia 2,12ss).
■ Avversari: Essi creano ansia, affanno e
preoccupazioni (Salmo 13,2). I superbi
aspettano solo che il piede del giusto vacilli, per innalzarsi contro di
lui (Salmo 38,17). Dio è colui che innalza e
che abbassa (Salmo 75,7). L’Eterno stesso, a tempo debito, si erge contro i
furori degli empi, nemici del credente, e a favore di quest’ultimo (Salmo
7,6). Egli è capace di domare ogni orgoglio e di innalzare i suoi
eletti (Salmo 89,9.19). «Aspetta l’Eterno e osserva la sua via;
egli t’innalzerà perché tu erediti la terra; e quando gli empi saranno
sterminati, tu lo vedrai» (Salmo 37,34).
■ I bisogni di base: Dio innalza il
misero, traendolo dalla sua indigenza (Salmo 107,41). Dio trasforma
le maledizioni degli empi orgogliosi in benedizioni (Salmo 109,28). «Egli
ha sparso, ha dato ai bisognosi, la sua giustizia dimora in perpetuo, la
sua potenza s’innalzerà gloriosa. L’empio lo vedrà e ne avrà dispetto,
digrignerà i denti e si struggerà; il desiderio degli empi perirà»
(Salmo 112,9s).
3. DECISIONI
FONDAMENTALI: Che fare quindi, quando avvengono problemi in uno di tali ambiti? Conviene gettare la
spugna proprio nelle cose del Signore, rinunciando agli impegni presi nella
sua opera o nella chiesa locale?
In tali casi,
consiglio a tale credente di rasserenarsi in tale situazione, senza
affrettare decisioni, di cui poi ci si può pentire. Infatti, le decisioni,
prese, quando siamo in un problema, non sono quelle giuste né quelle efficaci.
Uno pensa che
rinunciando agli impegni per il Signore, avrà più tempo per le cose, che
al momento costituiscono il suo problema. Egli rifletta sul fatto che non ha
garanzia che riuscirai meglio in tale ambito, se viene meno agli impegni
presi nel servizio per il Signore e negli incarichi di chiesa.
Come ho già
mostrato sopra, la benedizione non sta in ciò, che pensiamo noi di fare,
ma in ciò che facciamo in sintonia con la volontà di Dio. Quindi, in una
situazione del genere, il credente fa bene a chiedere al Signore il daffare
secondo la sua volontà e ad aspettare in silenzio la sua risposta
e il suo intervento (Salmo 37,7; Lamentazioni 3,26.28).
I pensieri
di Dio non sono i nostri, e le nostre vie non sono necessariamente le
sue (Isaia 55,8). A doverci adeguare, per essere efficaci, siamo noi. Gesù sfidò
i suoi seguaci a cercare prima il regno e la giustizia di Dio (Matteo
6,33), ossia ad aspettare che il Messia-Re iniziasse a regnare in terra. Anche
noi veniamo sfidati ad aspettare il suo ritorno col suo regno e ad
adeguare già ora la nostra vita alla sua Signoria, anticipando così, già
qui e ora, tale sua supremazia nella nostra vita. Questa non è un’attività
per i tempi migliori, ma una decisione di base e una sfida del Signore
fondamentale per ognuno di noi oggi.
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Gettare la spugna nel servizio? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/A1-Getta_spugna_OiG.htm
26-09-2012; Aggiornamento: 02-10-2012 |