La questione
Sulla bacheca di un’amica cristiana ho trovato quanto segue: «Pensa
sempre positivo: se hai pensieri di paura, vivi nella paura. Se hai
pensieri malvagi, vivi nell’odio. Se hai pensieri sereni, vivi nella pace. Se
hai pensieri d’amore, vivi nell’amore. Tu sei quello che pensi, poiché pensi
quello che hai nel cuore...!».
In tale asserzione
ci sono aspetti condivisibili. Pensare positivamente, è certamente un bene;
tuttavia, molti non sanno che ciò è qualcosa di differente dal cosiddetto
«pensiero positivo», che è una filosofia umanista, che si orienta alle religioni
orientali.
Il confronto
Ho fatto
presente ciò a tale amica cristiana, sulla cui bacheca ho trovato tale frase,
che ella ha importato da altrove (Vivo
perché ci sei). Le facevo notare anche quanto segue. I Salmi della Bibbia
sono scritti da credenti, che non avevano una vita facile, ma trovavano presso
il Signore rifugio e pace. Ciò vale addirittura per Gesù, ad esempio nel
Getsemani. Ma questa è una cosa differente da tale filosofia cerebrale, detta
«pensiero positivo», che è una specie di droga mentale.
Tale amica
mi ha risposto come segue. Se non si hanno pensieri positivi, si hanno
pensieri negativi, quindi si è preoccupati, depressi, egoisti, ecc., comunque si
è circondati di malumore. Chi pensa positivo, è spensierato, è generoso, è una
persona che dà gioia, se gli stai intorno. Questa
è certamente una persona di fede, si circonda di allegria ed è contagioso,
perché la gioia è attraente; è d’accordo con la Parola e lo Spirito di Dio e se
ne rende conto. Perciò è diverso, è positivo in tutte le sue cose. Non è una
droga mentale, ma è una mente, che è riuscita a pensare come pensa Gesù e,
credimi, non è poco, anzi... {Anna Maria Sansone;
01-01-2011}
Ho capito che
ella non comprende la differenza fra «pensare positivamente» (atteggiamento) e
il «pensiero positivo» (filosofia). Le ho risposto come segue. Tra
inguaribili ottimisti e patologici pessimisti preferisco esercitarmi a essere
irrimediabilmente realista.
Quanto a
Gesù, egli non pensava proprio sempre positivo, ma in conformità con la
volontà del Padre. Per questo fu indignato dell’incredulità
e della grettezza d’animo dei Giudei (Mc 3,5); egli s’indignò anche dei suoi
discepoli (Mc 10,14). Gesù fu preso da un’angoscia mortale, cosa contraria al
cosiddetto «pensiero positivo». Egli confessò: «L’anima mia è oppressa da
tristezza mortale» (Mt 26,38). «Ed essendo in agonia, egli pregava vie
più intensamente; e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che
cadevano in terra» (Lc 22,44). Tutto ciò non corrisponde proprio alla
filosofia del «pensiero positivo», di cui Gesù non era seguace.
Gesù rimproverò non solo scribi e Farisei (Mt 23),
ma anche i suoi discepoli (Mt 8,26; 16,8) e lo stesso Pietro in malo modo (Mt
16,23). Non promise ai suoi seguaci un mondo rosa, ma la croce (Mt 16,24ss).
Ulteriori aspetti
Non ho
ricevuto da lei più alcuna risposta. Ecco quindi altri aspetti.
Torniamo a
tale asserzione. Essa è assoluta e pretende che una persona non solo pensi
positivamente, ma che lo faccia sempre. Ciò potrebbe essere un atteggiamento non
realista e addirittura pericoloso. Ad esempio, se uno ha pensieri di paura,
forse c’è un pericolo reale, che deve tener presente.
Se ha
pensieri sereni, può darsi che il mondo crolla, mentre lui è
menefreghista, gretto d’animo o insensibile verso i problemi intorno a te. Se ha
pensieri d’amore e sopporta, perciò, le ingiustizie, che altri subiscono,
potrebbe essere corresponsabile della malvagità altrui. Un uomo non è solo
quello che pensa, ma anche ciò che fa e come si rapporta con Dio e con gli
uomini intorno a lui.
Oltre ad aver mostrato alcuni atteggiamenti
di Gesù, ne aggiungo anche alcuni di Paolo. Egli era quotidianamente
preso dall’ansietà per i credenti delle chiese (2 Cor 11,28), cosa che si
aggiungeva a tutte le pesanti esperienze di vita (vv. 26s). Che lui fosse
indignato su falsi fratelli e su credenti carnali, traspare da tanti testi (cfr.
p.es. 2 Cor 11,3s.13ss; Gal 1,6-9; 2,11.14; 5,11; 2 Tm 4,14s). In altri testi
traspare la delusione dell’apostolo (Gal 4,11; 2 Tm 1,15; 2 Tm 4,16).
Simili sentimenti si trovano anche negli
altri apostoli (cfr. 3 Gv 1,9s; 2 Pt 3,16) e altri scrittori biblici (cfr.
Gcm 4,8s; 5,1ss; Gd 1,11ss).
Jovanotti
e il «pensiero positivo»
Un esponente
del cosiddetto «pensiero positivo» in Italia è Jovanotti, nome d'arte di
Lorenzo Cherubini. Egli è conosciuto per i suoi temi sempre filosofici e
religiosi, oltre che politici. Egli è vegetariano e seguace di un umanesimo
spiritualista di stampo orientale; su di lui ha avuto una certa influenza Red
Ronnie, nome d’arte di Gabriele Ansaloni (qui).
Nella canzone
«Penso positivo» (1993), Jovanotti ripete continuamente: «Io penso positivo
perché son vivo, perché son vivo». Egli paragona il «pensiero positivo» a
«quest’onda che viene e che va», in modo irrefrenabile, credendo che è «più
forte il bene» del male. Per affermare ciò, relativizza ogni cosa e rende
oggettiva la sua visuale soggettiva. E tutto ciò per affermare poi il suo credo
sincretistico:
«Io credo che a questo mondo
esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara
e
arriva fino a Madre Teresa
passando da Malcom X attraverso
Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia
che va avanti nonostante il Vaticano».
Si tratta
evidentemente della grande religione senza verità, ma in cui ognuno crede ciò
che vuole e come vuole. A lui non interessa tanto la verità, ma «la fantasia»,
ultima parola della sua canzone.
►
Pensa sempre positivo? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/A1-Pensa_positivo_Mds.htm
25-05-2011; Aggiornamento: 27-05-2011 |