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1. {Aurora Di Bella}
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Nota redazionale:
Sulla sua bacheca avevo visto il seguente pensiero, che lei aveva importato, e
vi avevo messo il link dell’articolo sopra citato.
«Se sono
felice, se guardo la vita con pensieri positivi, non è colpa mia. A volte
l’insoddisfazione personale ci rende la vita difficile... ci creiamo dei dubbi,
che poi difficilmente riusciremo a far scivolare via. Prendi la vita con più
armonia e punta le ali su Dio. Scusate la mia infinita banalità» (Paolo Amato;
L’amore per il mare).
■ Contributo: Allora, caro fratello, la risposta al mio dilemma potrebbe essere
senz’altro un pensare positivamente, così anche la vita cambierebbe, senza la
famosa filosofia, che a dir del vero non è che mi piaccia tanto, in quanto
la ritengo molto furbesca. {25-05-2011}
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Risposta (Nicola
Martella): Pensare positivamente per un cristiano biblico, significa
orientarsi alle promesse di Dio, quali siano anche le circostanze e il
proprio umore. {25-05-2011}
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Replica (Aurora
Di Bella): Amen e amen. Dio ti benedica,
fratello. {25-05-2011}
2. {Leonardo Fidanza}
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■ Contributo: Cosa dire Sig. Martella! Ogni qual volta Lei, interviene con qualcuna
della Sue, per me sono delle «pillole di saggezza», o forse semplicemente di
conoscenza! Quanto poi, all’atteggiamento di Gesù verso «il pensiero positivo»,
da Lei raccontato, francamente rimango con qualche piccolo dubbio!
{25-05-2011}
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Risposta 1
(Nicola Martella): Come ho detto già sopra, pensare positivamente per un
cristiano biblico significa orientarsi alle promesse di Dio, quali siano
anche le circostanze e il proprio umore. Così faceva Gesù verso il Padre
celeste e così insegnava ai suoi discepoli. Valga ciò anche per noi! Chi
ha fede nel Dio vivente, rivelato da Gesù, è immune alle ideologie degli
uomini, anche a quella del cosiddetto «pensiero positivo», che non è altro che
buddismo umanista (o New Age).
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Replica (Leonardo
Fidanza): Sig. Martella, mi scusi, ma non Le
sembra un po’ arduo accostare il New Age al buddismo umanista?
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): No, hanno la stessa radice, anzi la dottrina della New
Age è la commistione di ideologie religiose ed esoteriche orientali con
contenuti culturali occidentali quali l’umanesimo e il cristianesimo. Per citare
una delle opere, in cui analizzo tale fenomeno, si veda questa opera in due
volumi:
■ Nicola
Martella, La salute fra scienza,
religioni e ideologie,
Malattia e guarigione 1
(Punto°A°Croce, Roma 2003).
■ Nicola
Martella, Dizionario delle medicine
alternative,
Malattia e guarigione 2 (Punto°A°Croce, Roma 2003).
Chiaramente ci sono
persone che, pur simpatizzando col «pensiero positivo», non sanno veramente
di che cosa parlano e quali siano le sue connessioni ideologiche reali, di
cui sono solo generalmente influenzate.
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Replica (Leonardo
Fidanza): Grazie per la perentoria risposta a
un dubbio!
3. {Ursula Illiano}
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La mente del
credente è come un campo di battaglia, in cui le due nature lottano per
averne il controllo. Ciò, che la Parola di Dio ci chiama a fare, è avere una
mente rinnovata, non secondo quello, che qualsiasi pensatore propone, ma
secondo ciò che ci è rivelato direttamente da Dio (Ef 4,23; Rm12,2). Una mente
che si rinnova ai piedi del Maestro, fino a giungere ad avere la sua stessa
mente, è una mente che ha imparato a pensare in modo «positivo», perché ha
fiducia in Colui, che ha nel suo pieno controllo ogni situazione positiva o
negativa; pertanto resta tranquillo e reagisce anche nelle avversità in
modo reale e favorevole. Quello che purtroppo mi sembra che accade, è che tanti
credenti non sanno effettivamente discernere ciò, che è da Dio da ciò,
che non lo è; ciò avviene per mancanza di conoscenza o per scarso esercizio a
usare il discernimento, che Dio stesso ci fornisce. Quello, che sembra, è che
noi usiamo un «sistema» (Facebook), quando in realtà è il sistema che usa noi,
condizionando i pensieri e conformandoli a tutto ciò, che non è coerente con la
Parola di Dio; molti credenti restano intrappolati senza neanche
rendersene conto. {25-05-2011}
4. {Luisa Lauretta}
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Leggendo il tuo
scritto, Nicola, mi ha colpito questa frase: «Tra inguaribili ottimisti e
patologici pessimisti, preferisco esercitarmi a essere irrimediabilmente
realista». Hai perfettamente ragione, la virtù sta sempre nel mezzo. Il vero
cristiano è realista, sa riconoscere quando è tempo di ridere, di
piangere, sa soffrire e sa gioire. Come tu hai ben detto, Gesù stesso ha
provato, dolore, sofferenza, indignazione e angoscia... Gesù non è venuto a
eliminare i contrasti della nostra vita, ma piuttosto a darci un modo nuovo
di far fronte alle tempeste della vita. «Vi lascio pace, vi do la mia
pace. Io non vi do come il mondo vi dà» [Gv 14,27]. Gesù ha mostrato sempre
un atteggiamento adeguato alle circostanze, ed è quello che dobbiamo
avere anche noi. «Ma noi abbiamo la mente di Cristo» [1 Cor 2,16]
e i propositi del suo cuore. Ecco il segreto per avere una vita realizzata.
Una vita positiva, sì, in Cristo Gesù! Dio ti benedica! {26-05-2011}
5. {Giuseppe Cantarella}
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■ Contributo: Certamente, il pensiero positivo è una pianta, che noi piantiamo nel
giardino di Dio, la quale a suo tempo produrrà il suo frutto, se viene
innaffiata dalla Parola di Dio e concimata dalla preghiera, fatta con efficacia.
È altresì vero che siamo fatti di carne, in base alle circostanze
avverse, che ci possono capitare nella vita (persecuzioni spirituali, malattie e
altro ancora); sono determinanti elementi, che possono abbattere il nostro
spirito interiore, sono venti, tempeste, uragani spirituali. Colui che è
uno col Signore, può vincere tutte queste avversità, senza alcuno
sforzo; e più ci sono queste tempeste, più la pianta si rafforza e scende con le
sue radici più in profondità, consolidando lo spirito. {26-05-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Il «pensiero positivo» è una filosofia New Age, che non
pianterei in nessun giardino, tanto meno in quello di Dio. Pensare
positivamente, in senso biblico, è altra cosa e significa invece orientarsi
alle promesse di Dio, e cioè anche in circostanze e umori avversi! Presumo che
questo lettore intenda proprio questo ottimismo legato alla fiducia nel Creatore
e Redentore.
6. {Paola Francesca Castellese}
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Nota redazionale:
Sulla sua bacheca avevo visto il seguente pensiero, che lei aveva importato, e
vi avevo messo il link dell’articolo sopra citato.
«Invece di sentirti in colpa o cercare scuse per delle
azioni negative compiute in passato, comincia ora ad agire positivamente»
(Polvere Di Stelle).
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Contributo: L’ottimismo è parente della fede, sempre sperar dovrebbe
chi veramente crede! {26-05-2011}
▬ Osservazioni
1
(Matteo Prencipe): Voglio contribuire
anche io a questa discussione. Io credo che pensare positivo, è il primo
passo per affrontare bene la vita. Questo ottimismo si percuote su tutto,
anche sulla religione. Il cristianesimo è gioia, il dono del
cristianesimo è la gioia. «Non si può trovare uno che non voglia essere
felice» (s. Agostino). È dovere di ogni cristiano essere felice e vivere
con gioia tutto quello, che la vita ci dona quotidianamente. {26-05-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Concordo in parte con questi due contributi, poiché il cristianesimo biblico non si cura essenzialmente della propria felicità, ma del
rapporto con il Dio vivente e della realizzazione della volontà divina nella propria vita.
Inoltre, esiste l’ottimismo infondato, perché basato sulle
proprie illusioni; esso è spesso patrigno della fede, poiché la opprime e umilia
in tempi di difficoltà e avversità. Esiste l’ottimismo quale figlio della
fede, poiché si orienta alle promesse di Dio e aspetta fiducioso la
redenzione finale e la gloria, che Cristo darà. Quest’ultimo è senz’altro un «carburante»
anche per l’oggi... anche nelle avversità del momento, poiché si áncora alle
garanzie e alle risorse di Dio, non alle proprie, che sono mutevoli e
incostanti.
▬ Replica
(Paola Francesca Castellese): Credo
nell’ottimismo, che si orienta alle promesse di Dio e aspetta con
fiducia! DTB! {26-05-2011}
▬
Osservazioni
2
(Matteo Prencipe): È vero, sig.
Martella, quello che dice è condivisibile. Ha ampliato la mia idea e spiegato
ancora meglio e nel dettaglio.
7. {Assunta Esposito}
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Nota redazionale:
Sulla sua bacheca avevo visto il seguente pensiero, che lei aveva importato, e
vi avevo messo il link dell’articolo sopra citato.
«Qualcuno critica l’atteggiamento positivo
perché teme che significhi accettare le ingiustizie, il male, la sopraffazione e
perdonare i peggiori crimini. No, l’atteggiamento positivo vuol solo dire che
metti da parte il rancore, la pigrizia e, invece di lamentarti, di prendertela
con gli altri, ti prendi la responsabilità di decidere e fai delle cose
positive» (Francesco Alberoni).
■ Contributo: Il mio pensiero positivo si chiama Gesù; con Lui affronto serena
ogni giorno difficile e, se non avessi Lui, tutto sarebbe inutile. Lui è la mia
forza, il mio respiro, il mio alito di vita. Gesù è nel mio cuore e Lui riscalda
le mie giornate, mi ama e mi dà coraggio per vivere in un mondo fatte di
apparenze e senza sensibilità, dove ognuno si sente superiore all’altro e non sa
che è il più povero degli altri. Con Gesù siamo dei re e principi, siamo
scolpiti con amore nel palmo della sua mano. Con una mente rinnovata in
Cristo vi è positività. Lui trasforma il lutto in danza, quindi non è un pensare
positivo umano, ma una questione di fede; con Dio tutto è possibile. Dio
ci benedica {26-05-2011}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Non entro nel merito sul pensiero umanista di
Francesco Alberoni, che ha qui aspetti positivi e comunemente umani; a
volte, comunque, non basta «mettere da parte» le cose negative, ma bisogna
risolverle perché non tornino a dominarci. Andando al contributo della lettrice,
faccio
nuovamente
presente che il «pensiero positivo» è una filosofia spiritualista della
New Age, che si basa sulle possibilità dell’uomo, unico «dio» di se stesso.
Chiaramente questa lettrice non intende questo, ma il pensare positivamente,
in senso biblico. Questo «ottimismo delle fede» in Cristo significa invece
orientarsi alle promesse di Dio, e cioè anche in circostante e sensazioni
avverse! Questo ottimismo o atteggiamento positivo si áncora alle garanzie e
alle possibilità dell’Onnipotente e diventa, perciò, nell’attesa della
realizzazione delle promesse divine, anche «forza propulsiva» per l’oggi!
8. {Stefano Frascaro}
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Personalmente
ritengo che solo gli stupidi e gli ipocriti hanno il sorriso perennemente
stampato sul viso. Seppur è vero che Paolo ci ricorda di rallegrarci sempre
e di continuo, Nicola ci ha riportato ottimi spunti per vedere che anche i
servitori, di cui Dio si è usato, fino ad arrivare a Cristo Gesù, hanno avuto
nella loro vita momenti di sconforto. Tale sconforto non deve però mai
arrivare alla disperazione, poiché sappiamo di avere il buon Padre, che ci
accudisce. Il mio pensiero positivo è quello che il Signore mi dice attraverso
Paolo. «Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti
all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non
abbandonati; atterrati ma non uccisi; portiamo sempre nel nostro corpo la
morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo»
(2 Corinzi 4,8-10). Quando vengo o verrò malmenato, non potrò ridere, ma so che
non sono stato abbandonato! {26-05-2011}
9. {Bianca Tandoi}
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Nota redazionale:
Sulla bacheca di Susanna Losappio avevo visto il seguente pensiero, che lei
aveva importato.
«A volte basta
guardarsi intorno e rendersi conto di quanto e meravigliosa la vita. Tutto ha un
aspetto positivo, se si guarda dal verso giusto; è bello vivere giorno dopo
giorno, sapendo di poter sperare in qualcosa di bello, che ci potrà accadere... »
(Baby Angel)
Io vi avevo
messo il link dell’articolo sopra citato. Poi è intervenuta Bianca.
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Contributo (Bianca Tandoi): Non quando tuo
figlio sta morendo... {26-05-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): È sempre
difficile dire alcunché a chi sta in difficoltà o in angoscia. Certo, chi
appartiene al Signore Gesù Cristo e crede che Lui è la risurrezione e la vita,
ha la buona prospettiva di poter riabbracciare il suo pargolo moribondo.
In questi casi, è comunque importante dire dapprima: «Raccontaci, aiutaci a
capire». Io sono pronto ad ascoltarti, anche per e-mail in privato.
▬
Replica 1 (Bianca Tandoi): È il figlio
di una mia amica, che sta morendo, e io con lei vivo parte della sua
angoscia; poi se m’immedesimo, mi sento straziare il cuore, sento il suo
dolore la sua angoscia e capisco il suo venir meno della fede. Lei era
molto credente, ma adesso... {26-05-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Grazie,
Bianca. È sempre difficile parlare della fede a chi sta nell’angoscia per sé o
per altri. Tuttavia, la fede nelle promesse di Dio si mostra proprio nei
momenti, in cui non abbiamo più risorse e Dio ci dice: «La mia grazia ti
basta» (2 Cor 12,9).
▬
Replica 2 (Bianca Tandoi): È così difficile
però... {27-05-2011}
▬
Osservazioni (Susanna Losappio): Ebrei
11,1: «Ora, la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose
che non si vedono». {27-05-2011}
▬
Risposta 3 (Nicola Martella): Bianca,
eccoti un mio aforisma sul tema: «Quando il vento si fa impetuoso nella vita, è
allora che l’albero mostra il vigore delle sue radici. Così è per la
fede: chi è radicato in Cristo, sebbene venga agitato dai mali della
vita, non viene mai divelto». [►
I mali della vita e la fede]
10. {Nicola Carlisi}
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L’unica cosa nel
mondo, che possa essere positivo è la Parola di Dio. Gesù non ha dato
per scontato che la vita è tutta rose e fiori. Nel cammino cristiano,
nessuno è esente da triboli e spine (Gentile 3,18); bisogna vivere alla
giornata, perché ogni giorno ha il suo male (Matt 6,34).
Il pensare
positivo non può cambiare gli eventi della vita. Il pensiero positivo è una
fantasia umana, sono ombre che sfociano a secondo la posizione della luce.
Ora bisogna
sapere e capire che il cristiano è in un cammino di formazione; e per
essere formati, vi è un lavoro di preparazione, che non sempre è conosciuto da
colui, che deve essere formato, ma solo dal vasellaio. Gesù stesso nel
Getsemani, pur conoscendo la volontà del Padre e pur vedendo che la sua vita
veniva meno e che sarebbe potuto morire li, ha gridato per essere liberato da
quella condizione di agonia, ma pure disse: «Non come io voglio, ma come tu
vuoi».
L’immaginazione del positivo è un pensiero infantile, un pensiero
astratto fuori dal contesto della quotidianità, cioè fuori dai problemi che la
vita può presentare e presenta. Se il pensare positivo cambiasse il negativo
della vita, non ci sarebbero tutti questi mali, causati dall’uomo,
dalla sua negatività, dalla sua malvagità; e quindi non ci sarebbero
responsabilità, non ci sarebbe una volontà da rispettare, che è quella di Dio.
L’uomo parla di positivo, perché disconosce la sua condizione di vita, che è
tutta al negativo; lui vive nelle tenebre, perché è fuori dal contesto
della volontà di Dio, che è «Luce». Quindi, lo slogan «Pensa positivo» è
solo un frutto dell’irraggiungibile, ed è, quindi, un pensiero utopistico.
Perciò, restiamo fermi in ciò che è realtà; le promesse di Dio sono le
sole che si realizzano al tempo stabilito e nella condizione voluta dal Padre
nostro, il benedetto in eterno! {27-05-2011}
11. {Gianni Siena}
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Contributo: Pensare «positivamente» non
mette al riparo da problemi e lotte, questo lo hanno sempre saputo i grandi
saggi dell’umanità. Io non sono buddista, ma suggerisco un traduzione
migliore dell’espressione «positivo» con «retto». Cioè pensare in modo adeguato
e realistico. {27-05-2011}
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Risposta (Nicola Martella): Non bisogna
cercare di biblicizzare il buddismo! Lo slogan del pensiero magico,
che la New Age ha importato dalle religioni orientali, recita: «Pensa positivo e
la tua vita diverrà positiva». Qui si intende la presunta capacità magica
della mente, che realizza quanto visualizza. Ciò non ha nulla a che fare con
le categorie della rettitudine cristiana, ma con l’interesse per il successo
nella vita.
12. {Cetty Mistero, ps.}
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Contributo: Quasi in tutti i salmi
Davide fa notare come la sua anima si abbatte, ed esorta se stesso a sperare
in Dio. Pure 1 Corinzi 4,11-13 ci fa capire come gli apostoli non
conducessero una vita rose e fiori e come nel loro cuore vi era il dispiacere.
Quindi, non si può vedere tutto rosa e avere la danza nel cuore.
[N.d.R.: La lettrice si riferisce alla mia domanda iniziale.]
Ma dobbiamo pure rallegrarci nel Signore per la sua promessa, pazientare e
adoperarci nell’amore e nella carità. {27-05-2011}
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Risposta (Nicola Martella): Spesso si cita
il comandamento apostolico a rallegrarsi. Comunque, si dimentica che,
quando Paolo ingiungeva ai credenti di farlo (Fil 4,4), c’erano questi tre
elementi: ▪ 1. Ciò doveva accadere «nel Signore» (Fil 3,1; 4,4); ▪ 2.
L’apostolo si trovava «in catene per Cristo» (Fil 1,7.13.17), quindi in
carcere e non sdraiato sotto una palma; ▪ 3. I Filippesi non stavano
attraversando un periodo particolarmente tranquillo, ma erano sofferenti per
lotta della fede (cfr. Fil 1,29s). Quindi, la fede biblica trionfa in
mezzo a tutte le difficoltà e necessità, poiché mira al suo Garante e
illumina i fatti attuali con la luce della fine: giudizio degli empi e
gloria dei fedeli!
13. {} ▲
14. {} ▲
15. {Vari
e medi} ▲
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Giorgio Conte: È ovvio che la filosofia del
«pensiero positivo», spesso legata alla New Age, che prospera specie negli USA,
è l’inganno delle auto-potenzialità, finalizzate a una prosperità materiale.
Penso che l’ottimismo nel senso di fiducia in Dio, invece di uno spirito o animo
abbattuto (vedi Proverbi), sia sempre positivo. Nonostante ciò, sappiamo che si
deve anche «entrare nel regno attraverso molte tribolazioni» [At 14,22];
io mi affido a Dio. {26-05-2011}
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Nicoletta Biancalana: Pensare positivo
riesce a donarci un sorriso, anche quando abbiamo voglia di piangere, a farci
vedere il raggio di luce, quando crediamo che tutto intorno a noi sia nero.
Pensando in positivo, riusciamo a combattere e a non arrenderci. Una mano è
sempre tesa verso di noi, sta a noi afferrarla... {27-05-2011}
16. {Vari
e brevi} ▲