1.
DISCERNERE PER CAPIRE: Leggere lunghe
carrellate di dati e di date sull’escatologia e di calcoli riguardo all’avvento
del Messia, potrebbe suscitare una falsa impressione e un’erronea valutazione
delle persone in causa. Ciò sarebbe un’ingiustizia verso tali persone. Bisogna
distinguere un’ideologia numerologica vera e propria, che spesso ha un substrato
gnostico, da estemporanee asserzioni che esprimono il desiderio personale o che
si basano su una valutazione cronologica e teologica senza fondamento (p.es. che
il mondo debba durare sei «giorni-millenni» come la creazione e che nel settimo
ci sarà il regno).
Si fa bene a distinguere la legittima attesa del
Messia da eventuali speculazioni presenti nella singola persona e/o
nell’ambiente in cui essa era direttamente inserita. Ad esempio il chiliasmo (o
millenarismo) era la normale dottrina presente in insigni teologi dei primi
secoli della chiesa. L’attesa del regno millenario del Messia non si può
biasimare solo perché, durante il corso della storia, alcuni singoli o gruppi
hanno strumentalizzato il millenarismo in senso speculativo o ideologico oppure
perché la chiesa imperiale ha deciso di equiparare il millennio alla storia
della chiesa (amillenarismo).
Nel valutare alcune possibili speculazioni di
dati o di date escatologici, bisogna tener presente se ciò era solo un dettaglio
nel ministero e nell’attività letteraria di tale persona oppure se costituiva il
cuore stesso della sua dottrina. Una cosa è, ad esempio, Ireneo, altra cosa è
Montano. In Gioacchino da Fiore le speculazioni numerologiche ed escatologiche
costituivano il cuore della sua teologia, ed esse influenzarono in tal senso i
posteri. Altri autori, invece, pur contenendo nelle loro opere occasionali
speculazioni escatologiche soggettive (p.es. Lutero), sono ricordati in seguito
per ben altro. Infatti le speculazioni numerologiche ed escatologiche presenti
nella vita, nella letteratura e nell’attività di Lutero erano un dettaglio,
sebbene deplorevole, rispetto alla grande mole del resto dei suoi scritti e
delle sue attività; egli non era un fissato, ma presentava quelle che riteneva
essere le conseguenze di approfonditi studi sulla cronologia della storia del
mondo, sebbene oggi sappiamo che i presupposti da cui partiva erano sbagliati.
In pratica, i credenti di ogni generazione,
aspettando ardentemente il ritorno del loro Signore, vorrebbero che ciò si
realizzasse nel loro tempo; alla base di ciò c’è anche l’istinto di
sopravvivenza. Poi il desiderio è la madre del pensiero: si ritiene logico e
incontrovertibile ciò che si desidera ardentemente; ci si convince che i «segni»
per un avvento immediatamente incombente siano chiari, che non durerà più a
lungo e che si è quindi ormai all’ultima generazione. La cocente attesa in
circostanze spesso storicamente e personalmente drammatiche ha fatto spesso lo
sgambetto alla ragione e alla logica.
Partendo da una forte attesa dell’avvento
messianico nel proprio tempo, si è cercato un sistema «logico» e numerologico,
che si è creduto già presente nella Bibbia, ma che in effetti è stato da essi o
da altri proiettato nel testo. Non verificandosi la parusia, invece di uscire da
tali cabale numerologiche, si è solo modificato i «calcoli», introducendo una
nuova plausibile variante. La cosa triste è quando, non ammettendo i propri o
altrui fallimenti in tali calcoli, si è introdotto arbitrariamente e
ideologicamente un nuovo evento trascendentale e escatologico nella dottrina, ad
esempio il giudizio universale per gli spiriti (Emanuel Swedenborg), un ritorno
spirituale del Messia (avventismo) o l’inizio spirituale del suo regno (geovismo).
In tal modo, si è finiti per praticare una falsa profezia e per introdurre false
dottrine, le quali in seguito hanno condizionato molte menti.
Le speculazioni numerologiche ed escatologiche
sono da deplorare in quei soggetti che, leggendo gli elementi escatologici
presenti nella Bibbia, li applicano ai fatti contingenti e, in tal modo,
azzardano congetture di date fisse (o almeno assolutamente probabili), con cui
credono in modo stringente e incontrovertibile di obbligare il Signore a
manifestarsi, producendo cocenti attese e atti irrazionali (distribuzione dei
beni, abbandono delle comuni attività, particolari atti devozionali, ecc.). Il
risultato è stato sempre l’amara delusione, la perdita di fiducia verso Dio e la
sua Parola, infine lo scherno per tali argomenti (ma anche per Dio e l’Evangelo)
da parte di atei e agnostici.
[2.
LINEE BIBLICHE PER IL DISCERNIMENTO] [vedi
nel libro]
[3.
IL BAMBINO E L’ACQUA SPORCA] [vedi
nel libro]
4.
LE STRUMENTALIZZAZIONI
POLITICHE: La strumentalizzazione
politica della religione non è nulla di nuovo. I potenti e il clero di tutte le
religioni e di tutti i tempi si sono serviti della religione per scopi politici
e, viceversa, della politica per mire religiose. Oltre a ciò, bisogna
evidenziare quei movimenti politici che sono nati come un surrogato
secolarizzato di religione. Al riguardo bisogna menzionare, ad esempio, il
marxismo nel 19° secolo e il nazismo nel 20° secolo. L’escatologia di questi due
sistemi ideologici e politici è stata attinta dalla tradizione giudeo-cristiana,
facendone poi altra cosa.
Tra le strumentalizzazioni politiche della
religione bisogna menzionare pure quei libri sulla fine dei tempi, nati durante
la guerra fredda perlopiù negli USA o in duplicato simile all’originale
in Europa, che hanno stigmatizzato tout cour il comunismo (russo) come il
sistema anticristiano della fine dei tempi e l’ex Unione Sovietica come culla
dell’anticristo escatologico, che ritenevano già vivo e vegeto da qualche parte.
L’altra versione della stigmatizzazione escatologica è stata quella che ha visto
l’anticristo nell’Islam e nel mondo arabo. Poi è venuto anche il turno della New
Age.
Ritenendo che la situazione del presente fosse
ormai immutabile e base degli eventi escatologici, fu suggerita un’attesa del
ritorno del Signore e degli eventi finali in tempi immediatamente incombenti.
Tali spauracchi sventolati dagli autori non si avverarono, ma i loro libri
batterono abbastanza bottega con i milioni di copie vendute. Invece di fare
mea culpa e cambiare approccio, alla prossima edizione gli autori
modificarono in genere solo gli spauracchi da paventare, adattando i loro
scritti alla nuova situazione.
Quando tali sedicenti predizioni non si avverano,
è sempre un danno per la verità e per la Bibbia, a cui tali autori si appellano,
strumentalizzandone brani e versi a proprio arbitrio e consumo, per alimentare
una propria ideologia escatologica proiettata negli eventi contingenti.
Il presente libro vuole essere quindi un invito
alla sobrietà, al discernimento e alla verifica di tali fenomeni e ideologie,
basandosi su una corretta esegesi della Parola di Dio. Gli speculatori passano,
ma la sacra Scrittura resta. Intanto essi fanno molti danni alla verità. Anche
qui vale la massima: «Fidarsi è bene, controllare nella Bibbia è meglio».
► URL:
http://diakrisis.altervista.org/Lese/Let_Esc2.htm
15-04-2011; Aggiornamento:
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