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MITOLOGIE ANGELICHE NEL CRISTIANESIMO?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Mitologie angelicheQui di seguito discutiamo l’articolo «Mitologie angeliche nel cristianesimo». Nelle tesi abbiamo visto la falsa attribuzione delle proprie idee religiose alla Bibbia; in effetti si tratta di una mitologia angelica attinta dal paganesimo e poi cristianizzata. A chi mi indicava brani biblici (o addirittura dei libri apocrifi!), in cui compaiono angeli, ho fatto loro notare che qui è fuori discussione il fatto che Dio mandi i suoi inviati celesti, per adempiere il suo proprio consiglio e per intervenire nella storia e specialmente nella vita di coloro, che temono il Signore. La questione è un’altra: esiste un cosiddetto «angelo custode» personale per ogni essere vivente sulla terra, che gli sta continuamente intorno come una guardia del corpo? Quindi, ho chiesto loro: «Sapete indicarmi un solo brano della sacra Scrittura, in cui Dio ha comandato di rivolgersi in preghiera al proprio presunto “angelo custode” o a qualunque altro angelo?». Questa domanda è rimasta senza risposta.

     Inoltre, abbiamo constatato che agli angeli in genere e al sedicente «angelo custode» vengano attribuite qualità e mansioni, che nel NT appartengono solo allo Spirito Santo. Si tratta, quindi, di un’offesa per lo Spirito di Dio stesso e di una falsa dottrina, che innalza le creature, mettendo così all’ombra lo Spirito Santo. È un’incredibile responsabilità dinanzi al Creatore!

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Giovanna Ettorre 1

2. Antonino Anzaldi

3. Vincenzo Russillo

4. Luisa Lauretta

5. Giovanna Ettorre 2

6. Aram Mara

7. Massimiliano Fellini

8. Maurizio Ruffino

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Giovanna Ettorre 1}

 

Contributo: Ho una domanda: Possiamo pregare gli angeli? Possiamo chiedere agli angeli di aiutarci, o dobbiamo andare traverso il nostro Padre? {09-07-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Pregare gli angeli è idolatria. Nel NT c’è un solo modo legittimo di pregare: Rivolgersi al Padre, nel nome di Gesù Cristo, mediante lo Spirito Santo. Leggi l’intero articolo sul sito!

 

Replica (Giovanna Ettorre): Ho letto tutto. Ho fatto questa domanda perché ci sono tante cristiane, che pensano che possono invocare gli angeli. Grazie per la tua risposta e spero che anche tante altre persone possano leggere e capire che non bisogna pregare gli angelo ma il Padre nel nome di Gesù. {09-07-2011}

 

 

2. {Antonino Anzaldi}

 

Contributo: Angele Dei / qui custos es mei / me tibi commissum / Pietate Superna / illumina, custodi / rege et guberna. Amen {09-07-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Antonino Anzaldi dimostri dove nella Bibbia si trova un tale vocativo (O angelo di Dio...) quale preghiera rivolta a un essere celeste. Inoltre, se si scrive in latino, si appare certo snob, ma si rischia che lo capiamo in pochi.

 

Replica (Antonino Anzaldi): Non devo dimostrare niente. Questa preghiera non è nella Bibbia sia che per Bibbia s’intenda solo il Vecchio Testamento, sia che s’intenda il Vecchio e il Nuovo Testamento insieme. Essa veniva attribuita a S. Anselmo, ma pare fosse opera di Reginaldo di Canterbury, che ha lavorato su qualche testo precedente. Per quel che mi risulta nei testi non apocrifi, «approvati» dalla Chiesa cattolica, vengono solo nominati tre arcangeli: Michele, Raffaele e Gabriele. Quanto al latino, ma che snob e snob, lo dovrebbero studiare tutti, specie se vogliono approfondire certi argomenti. L’«Angele Dei», nei catechismi, è riportato anche (o solo) in traduzione italiana (in Italia, ovviamente). Ma vuoi mettere quanto è più bella nell’originale e come porta, nel recitarla, specie ad alta voce, a una ritmicità respiratoria e vibratoria che dovrebbe essere propria delle preghiere? {09-07-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): È vero i testi nell’originale hanno il loro fascino. In ogni modo, qui il tema è la legittimità di rivolgersi in preghiera agli angeli. Da un’analisi biblica approfondita risulta che non sia nella volontà di Dio che gli uomini invochino creature celesti od offrano loro un culto. Chi teme Dio, ama la sua Parola ed è sottomesso alla sua volontà, si attiene alle sue sovrane disposizioni. Nel NT s’insegna a pregare Dio Padre nel nome (= autorità, meriti) di Gesù mediante l’azione e il sostegno dello Spirito Santo, sulla base della sacra Scrittura e delle sue promesse. Io voglio attenermi a ciò, e spero che anche altri vogliano essere sottomessi alla volontà dell’Onnipotente.

 

 

3. {Vincenzo Russillo}

 

Pregare è un atto di culto e gli angeli rifiutano la nostra adorazione (Apocalisse 22,8-9), quindi rifiutano anche le nostre preghiere. Rivolgersi agli angeli è idolatria. C’è da considerare anche quanto segue.

     ■ 1. Cristo, quando insegnò a pregare, disse: «Padre nostro, che sei nei cieli...» (Matteo 6,9, Luca 11,2). E Lui stesso non si rivolse mai agli angeli, ma a Dio (cfr. Matteo 11,25-26).

     ■ 2. Gli angeli sono privi di potere autonomo.

     ■ 3. Gli angeli non possono garantire la nostra eredità in Cristo né la nostra santificazione (Efesini 1,13-14)

     ■ 4. Gesù disse che tutto ciò, che chiediamo per mezzo del suo nome, sarà portato a compimento (Giovanni 14,13).

     ■ 5. La nostra preghiera deve essere continua (1 Tessalonicesi 5,17); questo è possibile sono con Dio, che è onnipresente e onnipotente. Gli angeli (o messaggeri) non hanno queste qualità.

 

La preghiera agli angeli, perciò, non è biblica e dev’essere rifiutata. Tutte le altre dottrine, citate in latino o qualsiasi altri lingua, che non rispettano il messaggio di Cristo, sono anatema. Perché chiunque né toglie o né aggiunge, dovrà pagare conseguenze nefaste (Apocalisse 22,18). L’unico nome, che può intercedere presso il Padre, è Cristo; tutto il resto sono invenzioni d’uomini, che si sono sviati dalla corretta dottrina. {09-07-2011}

 

 

4. {Luisa Lauretta}

 

Contributo: Caro Nicola, lo sai qual è la prima preghiera, che s’insegna a scuola materna? La preghiera dell’Angelo custode! Ancora oggi, sento sempre più persone rivolgersi al proprio angelo, per cercare protezione e aiuto, invece di rivolgersi a Dio. Nella tradizione religiosa è stata enfatizzata questa figura, che non ha più la giusta rilevanza biblica, ma è stata accresciuta a dismisura. Purtroppo la scarsa conoscenza della Parola di Dio, ci porta sempre fuori strada.

     Leggendo la Bibbia, dove possiamo sempre attingere informazioni vere, gli angeli continuano a svolgere presso gli uomini i compiti, che già il Vecchio Testamento attribuiva loro. Tra i messaggeri divini, Gabriele trasmette la duplice annunciazione (Lc 1.19.26); un esercito celeste interviene nella notte della natività (Lc 2,9-14); angeli ancora annunciano la risurrezione (Mt 28,5) e fanno conoscere agli apostoli il senso della ascensione (Atti 1,10s). Aiutanti di Cristo nell’opera della salvezza (Ebr 1,14), essi assicurano la custodia degli uomini (Mt 18,10; At 12,15), presentano a Dio le preghiere dei santi (Ap 5,8; 8,3), conducono l’anima dei giusti in paradiso (Lc 16,22). Per proteggere la Chiesa, essi continuano attorno a Michele, loro capo, la lotta contro Satana, che dura fin dalle origini (Ap 12,1-9).

     Certo non si può negare che il Creatore ha instaurato un legame intimo fra il mondo terrestre e il mondo celeste, e in molti passi biblici lo possiamo leggere (Gen 19,1; Gs 5,13; Mt 1,20; At 12,11), cosa che non è da confondere con l’adorazione (Ap 22,8). Ciò esige da parte nostra una riverenza (Gs 5,13; Dan 10,9) che non è da confondere con l’adorazione (Ap 22,8).

     È dunque necessario non fare nessun culto agli angeli, cosa che pregiudicherebbe quello di Gesù Cristo (Col 2,18). Il cristiano deve conservare un senso sobrio e profondo della loro presenza invisibile e della loro azione divina sempre conforme al progetto di Dio. {09-07-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): È triste che gli uomini religiosi abbiano costruito tale mitologia angelica. Tuttavia, non so da dove hai preso tale lista sul ministero degli angeli. Ti faccio solo notare alcune cose «fuori rima». In Ebrei 1,14 non è scritto che gli angeli siano «aiutanti di Cristo nell’opera della salvezza», ma che sono «mandati a servire a favore di quelli, che devono ereditare la salvezza»! Quasi giusto, è tutto sbagliato. Essi servono i credenti, che Cristo salva!

     In Apocalisse 5,8 non si parla di «angeli», ma delle «quattro creature viventi», che sono i Serafini (Is 6,2). In Apocalisse 8,3 si tratta di un solo angelo. L’offerta dei profumi insieme alle preghiere di tutti i santi (8,3) o come simbolo delle preghiere (5,8) non li rende mediatori; si tratta soltanto di un’allegoria presa dal culto del tempio (offerta dell’incenso) per significare che le preghiere sono dinanzi a Dio come un «profumo d’odore soave». Qui gli esseri celesti fungono da sacerdoti, non da mediatori; infatti, l’unico Mediatore rimane Gesù. Inoltre in Apocalisse 12,1-9 non si parla della chiesa, ma d’Israele; non è scritto che Michele è il capo degli angeli, ma solo di «Michele e i suoi angeli» (v. 7). Michele è un arcangelo, ma non l’unico, e comanda solo sugli angeli, che gli sono sottoposti.

     Non si può neppure dire che il Creatore abbia «instaurato un legame intimo fra il mondo terrestre e il mondo celeste», visto che i brani menzionati (Gen 19,1; Mt 1,20; At 12,11) parlano, al contrario, di eventi occasionali e particolari. Inoltre, in Giosuè 5,13 non si tratta di un angelo, ma di una teofania di Dio come in Esodo 3; gli angeli non richiedono adorazione, ma Dio sì. In Daniele 10,9 egli non cadde a terra in segno di venerazione, ma perché svenne. Infine, riguardo agli angeli non si può parlare della «loro azione divina», essendo essi creature.

 

Replica (Luisa Lauretta): Caro Nicola, hai spiegato in modo esauriente tutte le inesattezze e meno male che lo hai fatto! Ho riletto attentamente tutti i passi biblici in questione e, credimi, ci sono un sacco di domande, che ti vorrei fare, per conoscere più in profondità l’argomento. Hai qualcosa di tuo da propormi? Ti saluto caramente. {09-07-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Per l’approfondimento dell’argomento suggerisco in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Cherubini», pp. 107ss; «Esseri celesti», pp. 157s; «Figli di Dio (esseri celesti)», p. 162; «Inviato di Jahwè», pp. 194s.

 

 

5. {Giovanna Ettorre 2}

 

Contributo: «C’è qualcuno di voi che, quando ha una questione contro un altro, osa farlo giudicare dagli ingiusti invece che dai santi? Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare dei piccoli problemi? Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!» (1 Corinzi 6,1ss).

     Ma veramente giudicheremmo gli angeli? Qui Paolo sta parlando di noi, che siamo santi? Quando leggo versi di questo genere, mi fa pensare tanto e vorrei capire bene cosa Paolo sta dicendo. {09-07-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): L’asserzione di questi versi è abbastanza semplice e chiara. Giustamente l’apostolo chiama i credenti in Cristo «santi», distinguendoli dagli «ingiusti», ossia le persone non-convertite. A ciò si aggiunga che tali «santi» saranno la giuria giudicante in due processi: 1. «Essi giudicheranno il mondo»; 2. «Noi giudicheremo gli angeli».

     Quanto al giudizio sul mondo, Gesù aveva promesso ai Dodici: «Io vi dico in verità: voi, che mi avete seguito, nella palingenesi [= rinnovamento] — quando il Figlio del l’uomo sederà sul trono della sua gloria — anche voi sederete su dodici troni e giudicherete le dodici tribù d’Israele» (Mt 19,28; cfr. Lc 22,30). A ciò si aggiunga, come concretizzazione del verso precedente, sebbene in estensione mondiale, che all’inizio del regno messianico avverrà quanto segue: «Poi vidi dei troni; e a coloro che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare» (Ap 20,4).

     Il giudizio sugli angeli si riferisce probabilmente a quegli esseri celesti, che non si attennero alle direttive divine prima del Diluvio universale (Gen 6,1ss). Di loro è scritto: «Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità primiera, ma lasciarono la loro propria dimora» (Gd 1,6; 2 Pt 2,4).

 

 

6. {Aram Mara}

 

Contributo: Sono state fatte affermazioni sulla non presenza degli angeli custodi accanto a noi... asserendo che anche la Sacra Scrittura non ne parli, o ne parli in via generica.... La mia è solo una dimostrazione che non è così, con tanto di riferimenti a passi biblici sul tema:

     Nella storia della salvezza Dio affidò agli angeli l’incarico di proteggere il suo popolo eletto: «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede» (Salmo 90,11-12); e di condurlo verso la patria del cielo: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato» (Esodo 23,20-23). Pietro, in carcere, fu liberato dal suo angelo custode (Atti degli Apostoli 12,7.11.15). Gesù, a difesa dei piccoli, disse che i loro angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei cieli (Vangelo di Matteo 18,10). {11-07-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Prendo atto dalla bacheca di questa lettrice che lei è cattolica romana e seguace del culto di Medjugorje; non si comprende se Aram sia il cognome o uno pseudonimo, anagramma di Mara. Comunque sia, nessuno ha detto che Dio non mandi angeli in soccorso ai credenti. Qui si sta discutendo del fatto che nella Bibbia non esiste una dottrina, espressa in modo chiaro ed evidente, sull’esistenza di presunti «angeli custodi» personali per ogni essere vivente, come afferma invece la religiosità corrente, che sollecita le persone a rivolgersi in preghiera a tali creature.

     Nel Salmo 91,11s (90,11s è nella divisione cattolica) non si afferma che ci sia un «angelo custode» personale, ma che Dio «darà ordine ai suoi angeli di guardarti in tutte le tue vie». Si noti il plurale di angeli. In tale salmo c’è un’intima comunione fra l’Eterno e il credente (v. 2 «Io dico all’Eterno»; v. 14 «egli ha posta in me la sua affezione»; v. 15 «Egli m’invocherà, e io gli risponderò»). In esso è Dio ad apparire protettore (v. 4), come liberatore e glorificatore (v. 15), dispensatore di vita e di salvezza (v. 16), mentre gli angeli appaiono solo come strumenti (v. 11 «egli comanderà»). Il credente dichiara la sua fede all’Altissimo (v. 9) e invoca Dio (v. 15) e non gli angeli.

     In Esodo 23,20-23 non si parla del cosiddetto «angelo custode» personale d’ogni uomo. Per prima cosa si parla di «un angelo»; per seconda cosa, qui Dio non parlava a una persona, ma a un intero popolo, Israele. Anche qui è Dio a essere all’opera (v. 22 «io sarò...»), mentre tale «inviato» è solo uno strumento (v. 20 «io mando...ho preparato»). Da Esodo 23 alla fine del Deuteronomio Israele non invocò mai tale angelo del Signore.

     In Atti 12,7 non è scritto che si trattata del sedicente «angelo custode» di Pietro, ma che «un angelo del Signore sopraggiunse»; ossia Dio ne mandò uno apposta per la situazione. Pietro non si rivolse all’angelo in preghiera; ma, ritornato in sé, si rese conto che era il Signore ad aver mandato il «suo angelo» (di Dio, non di Pietro!) e ad averlo liberato (v. 11). Quando nel v. 15 i credenti scettici diedero della pazza alla serva e dissero fra loro che era «il suo angelo»; essi non pensavano all’angelo custode, ma ritenendo che Pietro fosse stato oramai giustiziato (come Giacomo; v. 2), pensavano probabilmente che fosse l’apparizione del suo spirito (cfr. At 23,9 «uno spirito o un angelo»). Similmente si comportarono i discepoli, quando vedendo Gesù, credevano di vedere uno spirito (Lc 24,37ss) o il suo fantasma (Mt 14,26). In ogni modo, tale brano è troppo oscuro per trarvi una specifica dottrina del cosiddetto «angelo custode», a cui rivolgersi in preghiera; Pietro non lo fece.

     Quanto a Matteo 18,10, tale brano è troppo generico per basarci sopra un’intera dottrina così artefatta riguardo a un cosiddetto «angelo custode» personale. Prima cosa, non si parla dell’angelo d’ognuno, che stanno in terra appresso a bimbi e fanciulli, ma genericamente e al plurale di «angeli loro, nei cieli».

     Inoltre, sulle immagini della religiosità corrente, che ho vagliato, si vedono solo «balie con le ali», che accompagnano bimbi in situazioni pericolosissime, in genere su precipizi. Per prima cosa, da quando in poi gli uomini non avrebbero più un «angelo custode»? Seconda cosa, ogni giorno muoiono varie migliaia di bimbi e fanciulli in disgrazie; in tali circostanze, ha fallito ogni loro «angelo custode»?

     Aspetto che mi si indichi un solo brano della Scrittura, in cui Dio ha comandato di rivolgere preghiere al sedicente «angelo custode» o a qualunque altro angelo!

 

 

7. {Massimiliano Fellini}

Contributo: Non confondiamo adorare con venerare. L’angelo custode non è una divinità, nessuno ha mai affermato questo! Venerare non significa certo adorare. Se un oggetto vuole essere rappresentativo di Dio, io non posso che venerarlo per ciò, che esso rappresenta; se lo adorassi, allora sarebbe idolatria, ma l’adorazione è solo diretta a Dio. {12-07-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): In tutta la Bibbia il termine «venerare» in senso religioso non esiste. Chiunque offre un culto a un qualsiasi essere od oggetto, ciò è adorazione. La Bibbia non conosce mezze misure. Ogni culto rivolto a persone differenti dal Dio trino, è idolatria.

     ■ Ecco l’esperienza dell’apostolo Pietro: «E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gettò ai piedi e l’adorò. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: “Lèvati, anch’io sono un uomo!”» (At 10,25s).

     ■ Ecco l’esperienza dell’apostolo Giovanni con un angelo: «E io mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo. Ed egli mi disse: “Guardati dal farlo; io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli che serbano la testimonianza di Gesù: adora Dio! Perché la testimonianza di Gesù; è lo spirito della profezia”» (Ap 19,10; cfr. la recidiva in Ap 22,8s). 

 

Chi non s’attiene a ciò che è scritto nella «sola Scrittura», sarà sempre confuso e confondente, cercando vie traverse, invece di ubbidire alla diritta via del Signore. Allora vale la parola di Gesù rivolta ai religiosi del suo tempo: «E avete annullata la parola di Dio a motivo della vostra tradizione» (Mt 15,6; Mc 7,9.13).

 

 

8. {Maurizio Ruffino}

 

Contributo: Caro Nicola, se, come sostieni, non ci sono «angeli custodi», chi sono gli angeli dei quali parla Gesù in Matteo 18,10? Ammesso che non ci si debba rivolgere a loro in preghiera, resta sicuramente da quel brano testimoniata una partecipazione di questi angeli alla vita dei credenti e delle singole chiese (Apocalisse 1,20). {13-07-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Che Dio si serva dei suoi messaggeri celesti per attuare i suoi piani nella storia e nella chiesa, è fuori dubbio. Tuttavia, Matteo 18,10 non parla dell’«angelo custode» individuale e personale per ogni essere vivente sulla terra, ossia di una specie di «balia con le ali», che sta continuamente intorno a qualcuno, come afferma la dottrina religiosa corrente. Gesù parlò, in modo generico e indistinto, degli «angeli loro, nei cieli»; si tratta degli angeli, che tanno al cospetto di Dio e che da tale «tribuna» osservano le vicende umane e intervengono, ma solo quando e dove Dio decide e li manda. Si veda sopra, dove ho già risposto a tale questione.

     Quanto a Apocalisse 1,20, esso recita: «Le sette stelle sono gli inviati delle sette chiese». Come mostrano i capitoli 2-3, si trattava di responsabili di chiesa. Quindi, Apocalisse 1,20 qui non c’entra nulla col tema.

     Il termine greco anghelos significa «inviato, messaggero, responsabile, rappresentante»; esso era abitualmente usato per gli uomini: Mt 11,10 per Giovanni battista (v. 9 profeta); Lc 7,24 discepoli di Giovanni battista; Lc 9,52 inviati di Gesù; Gcm 2,25 i messi accolti da Raab. Solo il contesto mostrava che si trattata, a volte, di «inviati celesti»; si veda, ad esempio: anghelos del Signore Mt 1,20.24; 2,19; 28,2 (sceso dal cielo); Lc 1; 2,9; At 5,19; 8,26; 12,7.23; nei cieli Mt 18,10; 22,30; dei cieli Mt 24,36; di Dio Lc 12,9s; 15,10; Gv 1,51; At 10,3s; 27,23; Gal 4,14; Eb 1,6; dal cielo Lc 22,43; Gal 1,8.

     In tal senso, anghelos e apostolos «mandato, inviato, incaricato, ecc.» significavano cose simili; si veda al riguardo «inviati [apostoloi] delle chiese» (2 Cor 8,23), confrontandolo con «inviati [angheloi] delle sette chiese» (Ap 1,20). Nel NT si usa apostolos in modo assoluto (Rm 11,13) o con la specificazione del mandante (Cristo Gesù; 1 Cor 1,1; 1 Pt 1,1), quando si riferiva agli uomini (anche per Cristo; Eb 3,1); tale termine non fu mai usato per gli esseri celesti. Come abbiamo visto, le cose sono differenti per anghelos, a causa dell'ambiguità del termine; perciò, si specificava sempre di chi fosse l'inviato (terreste o celeste), a meno che non fosse evidente nel contesto.

 

Replica (Maurizio Ruffino): Il brano di Matteo però suggerisce che ogni «piccolo» ha un angelo in cielo che vede la faccia del Padre. Che lo hanno a fare, se non per proteggerli? {13-07-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): In tale verso l’attenzione è posta sul «disprezzare [alcuno di questi piccoli]» da parte di adulti, non su un pericolo, da cui essi debbano essere custoditi. Inoltre, nulla fa intendere che essi possano automaticamente intervenire come una specie di «balia con le ali» (così in numerosi quadri sul presunto «angelo custode»); l’attenzione è posta molto più sul fatto che essi, vedendo del continuo la faccia di Dio, riferiscano a Lui. Quindi, qui «gli inviati loro, nei cieli» (si noti il plurale generale) fungono principalmente da informatori e non tanto da protettori; infatti, sta a Dio decidere se e quando far intervenire i suoi inviati.

     In ogni modo, non si può trarre da una parte di un verso, per altro oscuro, tutta una dottrina strutturata sul cosiddetto «angelo custode», visto come una specie di «balia con le ali», che fa la «guardia del corpo» a ogni singolo bambino. A parte il fatto che la Bibbia non dice nulla di veramente chiaro ed evidente su una cosa del genere, resta la questione: Da quale età in poi un bambino non avrebbe più il suo proprio «angelo custode»? Con l’aumento della popolazione mondiale c’è un numero sufficiente di esseri celesti specializzati in «angelo-custodologia applicata»? Statisticamente ogni giorno muoiono migliaia e migliaia di bimbi e ragazzi; ciò significa che i loro «angeli custodi» sono stati inetti a proteggerli? Come si vede, tale questione alimenta più domande che risposte, più dubbi che certezze. È facile proiettare in tale verso più di quanto ci sia in realtà, facendosi condizionare dalla religiosità correte e dal pio desiderio che possa essere così.

 

 

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► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Rel/T1-Mitolog_angel_EdF.htm

11-07-2011; Aggiornamento: 14-07-2011

 

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