«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

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Dall'avvento alla parusia

 

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:

■ Aspetti introduttivi

■ Gesù di Nazaret

■ Gli Evangeli

■ Dall’ascensione alla fine dei tempi

■ Aspetti conclusivi

Recensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IMMAGINI DI GESÙ? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Antonio Capasso

2. Stefano Frascaro

3. Azzurra E.I. Marino

4. Stefano Ferrero

5. Eleonora Parisi

6. Roberto Somma

7. Carmen Masto

8. Pietro Calenzo

9. Salvatore Paone

10. Mario Di Franco

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

Immagini di GesùQui di seguito discutiamo l’articolo «Immagini di Gesù».

     Di immagini di Gesù è pieno Internet. Si tratta di figurazioni di ogni genere, dai santini votivi a immagini eteree, con tratti femminei, pie e pietose, trascendentali e luminescenti, e così via. Sono perlopiù dei «Gesù» dai tratti somatici occidentali, con occhi azzurri e alta statura, quasi fosse un santone o un filosofo della cultura hippy, con capelli lunghi e barba più o meno lunga. Sono, quindi, dei «Gesù santini» inverosimili per un Ebreo della Palestina di due millenni fa, che di mestiere faceva il falegname (Mc 6,3).

     Già otto secoli a.C., il resto fedele, guardando al Messia, affermava: «Non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza, da farcelo desiderare» (Is 53,2). Negli Evangeli e nel resto del NT non fu posta mai particolare attenzione sull’apparenza di Gesù. Gli apostoli, gli scrittori del NT e i testimoni oculari non fecero nulla per trasmettere alle future generazioni una «immagine autentica» di Gesù.

     Dopo che il Risorto fu tolto dinanzi agli occhi dei testimoni oculari, il loro dovere era di predicare l’Evangelo alle genti mediante l’insegnamento della Parola e non mediante immagini verosimili. Paolo affermò che mediante la sua opera verso i Galati, «dinanzi agli occhi dei quali Gesù Cristo crocifisso è stato ritratto al vivo» (Gal 3,1). La forza della predicazione cristiana non è «l’immagine», ma la «parola», che è potente da suscitare la fede (Rm 10,14s.17).

     Per questo la chiesa apostolica non ha trasmesso alcuna immagine di Gesù, né per ricordo, né come illustrazione artistica, né come oggetto di venerazione. L’antico comandamento, che proibiva di farsi immagini di qualunque genere, era stato ripreso nel NT ed è perciò valido a tutt’oggi. Chi è in Cristo immagine di Dio (Ef 4,24; Col 3,10) e ha lo Spirito di Cristo in sé dimorante (Rm 8,9), non necessita di rappresentazioni figurative di Cristo per la sua fede.

     Per l’approfondimento su immagini e idolatria: At 7,43; 17,29; 19,35; Rm 1,23; 1 Cor 5,10s; 6,9; 10,7.14; Gal 5,20; Ef 5,5; 1 Pt 4,3; Ap 21,8; 22,15.

    In ogni modo, bisogna distinguere fra le «immagini del sacro», da una parte, e i simboli e le semplici illustrazioni storiche, dall'altra. Le «immagini del sacro» riguardano tutto ciò, che appartiene alla trascendenza ed è oggetto di culto nella Bibbia (p.es. Dio Padre, Cristo) o nella tradizione religiosa (p.es. angeli, madonne, santi); tali immagini sono spesso riconoscibili dagli aloni e dalle auree, che le circondano e che creano un aspetto mistico o trascendente. Anche nell'usare simboli e semplici illustrazioni, bisogna usare molto scrupolo, perché il crinale è a volte molto stretto. Usando immagini, bisogna evitare di scandalizzare gli uni, bisogna evitare di porre una trappola dinanzi ad altri, inducendoli involontariamente all'idolatria, e bisogna evitare di abituare i cristiani all'uso scontato di ogni tipo di immagine. Nell'antichità si passò, lentamente e successivamente, dall'uso ornamentale all'uso didattico, alla sacralizzazione delle immagini e quindi alla piena idolatria. Ciò potrebbe accadere ancora oggigiorno con gli stessi meccanismi di accreditamento mediante uso e convenzione.

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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1. {Antonio Capasso}

 

Contributo: E pensare che i credenti italiani (parlo dei pentecostali) di 40-50 anni fa, condannavano anche l’uso delle fotografie dei propri congiunti e amici. Sbagliavano sicuramente (erano però stati schiavi dall’idolatria), ma era testimonianza di uno zelo e timore di Dio, che li portava a evitare anche le cose, di cui si poteva avere anche solo il dubbio che fossero sbagliate. {31-05-2011}

 

Osservazioni (Pietro Calenzo): È vero, confermo la tua testimonianza. I credenti più anziani dovrebbero essere un esempio per noi tutti. {31-05-2011}

 

 

2. {Stefano Frascaro}

 

Contributo: «Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare» (Is 53,2b). E dobbiamo anche pensare che verosimilmente dovrebbe assomigliare più a un uomo palestinese dei nostri tempi che a un biondo svedese... È divertente poi notare che proprio la Parola dice che i capelli degli Israeliti sono paragonati al colore scuro dei peli di capra (1 Sam 19,13; Cant 4,1). Inoltre, per la barba è scritto in Levitico 19,27: «Non taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, né spunterai gli orli della tua barba». {31-05-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): In effetti, Gesù era un semita come molte persone del Medio Oriente e non un occidentale (discendenti di Jafet).

     In effetti, nel Cantico dei Cantici, dire dell’amata che «i tuoi capelli sono come un gregge di capre» (Cc 4,1; 6,5), non suggerisce capelli biondi! Faccio comunque osservare che in 1 Samuele 19,13 si tratta di una «rete di pelo di capra», che serviva come protezione contro gli insetti; non ha quindi molto a che fare con la capigliatura degli Ebrei.

     Giustamente è stato fatto osservare che la proibizione di spuntarsi la barba non suggerisce un Gesù con barba corta (su certe immagini) o con barba ben curata (su altre immagini).

     La cosa curiosa è che si è trasformato anche Davide in un personaggio occidentale: «Egli era “biondo” e aveva dei begli occhi e un bell’aspetto» (1 Sm 16,12; 17,42). Sennonché il termine ’admônî, tradotto impropriamente con «biondo», in ebraico significa «rossastro, bruno, castano», come la terra marrone; ëdom era il soprannome di Esaù, a causa della pietanza di lenticchie, che aveva lo stesso colore (ādom Gn 25,30), ossia marrone, come il suolo (adāmāh). Il termine ādom indicava anche la «giovenca rossastra», ossia di colore bruno (a differenza di quelle bianche).

 

 

3. {Azzurra Elettra Ilaria Marino}

 

Contributo: È un motivo in più per non continuare a trattarne! {31-05-2011}

 

Osservazioni 1 (Nicola Martella): Che significa? Dovremmo smettere di denunciare l’idolatria gesuanica e di dare l’insegnamento biblico? Ciò sarebbe alquanto singolare e contro la volontà di Dio. «Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo» (2 Tm 4,2). Rimango perplesso! Puoi spiegarti meglio?

 

Replica 1 (Azzurra Elettra Ilaria Marino): No, assolutamente, ma non farne di tale argomento un proselito. Penso che la Parola in sé dall’inizio alla fine dica: «Non fatevi alcun idolo». Detto un solo tempo, basta! {31-05-2011}

 

Osservazioni 2 (Nicola Martella): Vedo che non hai molto da dire nel merito! Mi spieghi come si fa di un «argomento un proselito», ossia un seguace? La tua è solo una pia illusione, visto che internet è pieno di cristiani d’ogni genere, che usano sedicenti immagini di Gesù. Non basta che qualcosa sia scritto nella Bibbia (che molti non hanno o non leggono), ma bisogna insegnarlo continuamente; altrimenti possiamo chiudere le chiese, cancellare i siti, bruciare tutti i libri, ecc. Viva la santa ignoranza, e diamo il benvenuto a un secondo Medioevo! Ma hai letto l’intera nota sul sito? Se lo hai fatto, perché non rispondi nel merito? Misteri!

 

Replica 2 (Azzurra Elettra Ilaria Marino): Nicola, meglio fare che dire! {31-05-2011}

 

Osservazioni 1 (Nicola Martella): Dopo una spiegazione simile con una «sapienza così alta», con cui hai saputo dire il «nulla» in modo molto eloquente, non mi resta che dire: povero mondo, povera chiesa, povere anime e poveri cristiani evangelici.

 

 

4. {Stefano Ferrero}

 

Contributo: Ci sono due errori molto diffusi sulle immagini religiose. Da una parte i cattolici romani danno culto di venerazione alle immagini, commettendo peccato d’idolatria. Dall’altra parte, ci sono alcuni evangelici con una visione non biblica ed eccessiva, che arrivano a condannare ogni tipo d’immagine religiosa, incluse le croci in chiesa o le illustrazioni colorate di Gesù e degli apostoli nei manuali per la scuola domenicale; è una posizione assurda o per dirla con bontà: «eccesso di prudenza», in quanto è palese che nessun evangelico darà mai culto religioso alle immagini. Se fosse peccaminosa ogni immagine religiosa in sé stessa, Dio avrebbe peccato facendo costruire il serpente di bronzo. È peccato in realtà il culto religioso alle immagini; infatti, quando il serpente di bronzo venne venerato, Dio lo fece distruggere. Si tratta di una reazione squilibrata al peccato d’idolatria della chiesa romana, uguale a quella di chi quando sbanda con l’auto a destra, gira il volante tutto a sinistra finendo poi fuoristrada dall’altro lato. La Bibbia, invece, ci dice di non eccedere né a destra né a sinistra (cfr. Dt 5,32; 17,11). Queste dottrine eccessive paradossalmente aiutano i cattolici a sostenere la loro idolatria, dato che non viene presentata loro la vera dottrina biblica, ma l’eccesso opposto al loro errore.

     La cosa più sbalorditiva è che pochissime persone riescono a comprendere la differenza tra immagine decorativa e immagine, a cui viene dato culto religioso, nonostante questo venga spiegato in modo chiarissimo. {31-05-2011}

 

Risposta (Nicola Martella): Certamente bisogna cercare un equilibrio rispettoso dei chiari insegnamenti scritturali. Tuttavia, dov’è nella Bibbia che viene presentata la «vera dottrina biblica», che sarebbe da contrapporre alla «reazione squilibrata al peccato d’idolatria»? Se ciò nella Scrittura viene «spiegato in modo chiarissimo», dove si trova tale evidenza probante?

      Coloro che sono «abituati finora all’idolo» (1 Cor 8,7), hanno veramente la capacità di distinguere fra illustrazione e immagine di culto? E come mai la Legge mosaica proibì ogni forma di rappresentazione figurativa di uomini, cosa che fu ripresa dal nuovo patto? [► Continuità fra AT e NT contro le immagini del sacro] Ciò fu ancorato nella costituzione della teocrazia: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra» (Es 20,4). «Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue, e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure...» (Lv 26,1; cfr. Dt 4,15s «la figura d’un uomo o d’una donna»).

     Faccio anche notare che il serpente di bronzo, innalzato da Mosè, non aveva nessuna presunzione di essere una «immagine del sacro», né rappresentava Dio; essa era nel campo e non nel santuario. Diversamente il vitello d’oro fu creato fin dall’inizio come rappresentazione sacra, da adorare; di tale serpente non fu mai detto: «O Israele, questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d’Egitto!» (Dt 32,1.4.8).

     La stragrande maggioranza delle odierne rappresentazioni di Gesù (angeli, ecc.) vuole però essere una «immagine del sacro» e non solo un simbolismo al pari di una nuda croce, di un agnello o di un pesce. I simboli si limitano a tratti minimi e riconoscibili (cfr. l'icona di Che Guevara), le immagini sono sofisticate e trasmettono un messaggio specifico, oltre a un fascino particolare.

 

Osservazioni (Pierluigi Prozzo): A proposito di «cose sbalorditive», i sofismi non mancano mai. Persino chi si dichiara «evangelico», va dietro a esempi di serpenti di rame e cherubini sull’arca, sbandamenti stradali e decorazioni religiose. Mi piacerebbe tanto sapere che cosa c’entra tutto ciò col divulgare falsi volti di presunti Gesù... ma forse c’entra. C’entra così come mi arrivò un messaggio su Facebook: «Clicca mi piace e se manderai ad almeno altre 10 persone l’invito a iscriversi a questo gruppo, il Signore ti ricoprirà di benedizione». Così facendo, a me pare che il cristianesimo stia diventando una favola da seguire con lo stesso entusiasmo di una telenovela... {31-05-2011}

 

 

5. {Eleonora Parisi}

 

Contributo: Credo che ci siano immagini raffigurative e immagini di culto. Sono una credente di stampo evangelico pentecostale, quindi lungi da me l’idea di accettare immagini idolatre. Tuttavia, una cosa ho compreso ed è questa: prendiamo ad esempio il quadro della Santa Cena [intende «l’ultima cena» di Gesù, N.d.R.]; quello è un quadro che in sé non spinge all’adorazione, è arte, è un raffigurare la vita di Cristo. Invece, quando si dipinge un volto, che sia di Gesù (che poi noi non abbiamo visto, credo che dovesse riportare tratti ebrei, anche se alla fine la genetica di Cristo è celeste, infatti si pensa che il suo sangue non sia annoverabile tra i tre gruppi umani) o di Maria, sia fatto esclusivamente a scopo di culto. Il presepe è anch’esso illustrativo, infatti qualche volta l’ho fatto, non sentendomi per nulla contrastata; non credo che qualcuno si sognerebbe di adorare o baciare quelle statuette; mi piace anche perché fa rivivere quel contesto, quell’atmosfera. Comunque, a parte ciò, aggiungo che Isaia parla di un Gesù che non aveva bellezza alcuna, chissà forse per non attirare a livelli fisico; addirittura dice che non destava nessun interesse. Invece, qui in occidente, ti dipingono volti fuori del comune, addirittura con gli occhi azzurri, che penso che siano rari tra gli ebrei di carnagione olivastra. {01-06-2011}

 

Osservazioni (Salvatore Paone): Cara Eleonora, la Bibbia non fa nessuna distinzione tra immagini raffigurative e immagini di culto. Entrambi sono Idolatria. La divinità, come dice Paolo non si trova nell’arte scolpita o in un immagine. Dio è Spirito e come tale va adorato e immaginato. {01-06-2011}

 

Replica 1 (Eleonora Parisi): Certo, ma credo che non hai compreso ciò che volevo dire. Poi la Bibbia parla di non fare immagini per adorarle. Io volevo farti notare che a me succede che, se vedo un quadro della Santa Cena [= ultima cena di Gesù, N.d.R], come detto sopra, lo guardo e finisce lì; ma se vedo un quadro, fatto per l’adorazione, provo contrasto. {01-06-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): A proposito delle rappresentazioni dell’ultima Pasqua di Gesù, si può verificare che ogni illustrazione è un’interpretazione; la stragrande maggioranza d’esse sono trasposizioni di una cena orientale (la gente sedeva o giaceva su tappeti) in stile occidentale. Siamo poi proprio così sicuri che uno dei tanti quadri dell’ultima cena, posti nelle chiese, non spinga le persone alla venerazione dell’immagine? Io non ne sarei molto sicuro, vedendo gente inginocchiata o in contemplazione dinanzi a tali immagini.

     Il presepe è solo illustrativo? Lo è anche per i bambini? Gli apostoli avrebbero mai fatto un presepe? Siamo proprio sicuri che nessuno «si sognerebbe di adorare o baciare quelle statuette»? In Italia succede in tutte le chiese cattoliche, che la gente bacia e adora il «Bambin Gesù». Siamo proprio sicuri che tutto ciò sia innocuo per gli evangelici? Ho qualche dubbio, visto che le immagini posseggono un fascino di per sé in ciò che rappresentano.

     In questo contributo ce ne sono di cose curiose e singolari! Si parla di una genetica celeste di Cristo; ciò è alquanto singolare e premetterebbe che in cielo ci sia una stipe umana parallela. Inoltre, su quale campione di sangue celeste è stata mai fatto un’analisi di laboratorio, per affermare che il gruppo sanguineo di Gesù non sarebbe annoverabile tra i tre umani? Certo, non si finisce mai di ascoltare sciocchezze metafisiche!

 

Replica 2 (Eleonora Parisi): Beh, visto che criticate molto pure le immagini raffigurative, io vi faccio delle domande. Come mai pure nelle chiese vi stanno manuali destinati ai bambini con immagini da colorare? Come mai esistono le Bibbie sempre per bambini tutte piene di figure? In Esodo sta scritto di non farsi alcun immagine per adorarla; infatti, Dio vietava di prostrarsi dinanzi a queste cose. In un quadro figurativo o in libri di scuola domenicale nessuno si sognerebbe di adorarle. E da ciò si deduce che ci sono oggetti, statue e altro, che vengono costruite appositamente a questo scopo. Concordo pienamente con Stefano Ferrero, che ha saputo cogliere il vero senso di tutto il discorso. {01-06-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Eleonora Parisi, ho già risposto a Stefano Ferrero, ponendogli delle domande, a cui non ho trovato ancora risposta. Sebbene io sia per un giusto equilibrio, la convenzione attuale di raffigurare Gesù in libri e manuali, non significa di per sé che si stia facendo la volontà di Dio. Potrebbe anche succedere che lo stesso Gesù dica anche dei nostri usi e costumi: «E avete annullata la parola di Dio a motivo della vostra tradizione» (Mt 15,6); oppure, con una certa dose di sarcasmo: «Come ben sapete annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra!» (Mc 7,9).

     Di là dai nostri gusti personali, dobbiamo sempre chiederci in ogni cosa, se essi corrispondano al chiaro comandamento di Dio. Inoltre, l’arte non è neutrale.

     Infine, le stesse immagini di Gesù vengono usate da alcuni come «santini» da venerare o come portafortuna e da altri come motivo figurativo per certi versetti. Le «immagini sacre» non sono neutrali, ma gettano un certo fascino sulle persone e creano nel tempo un rapporto devozionale, forse inconscio, ma reale e in crescendo. Il Dio vivente, che ha proibito le «immagini del sacro», ben sapeva tutto ciò.

 

Replica 3 (Eleonora Parisi): Martella, ti do ragione sul fatto che si possano fare cose contrarie alla Parola di Dio, per osservare le tradizioni. Sono del parere che l’occidente abbia un cristianesimo adeguato alla cultura propria; di ciò ho letto pure alcuni articoli. Comunque tu parli di Esodo, e proprio lì il verso 5 Es 20, N.d.R.] spiega che non bisogna prostrarsi, ecco il punto. Poi caro fratello, io non mi riferivo ai santini, ma a quadri che raffigurano Cristo, Santa Cena [= ultima cena], creazione. Spero di essermi spiegata bene. Figurati se io, da credente, potrei fare ciò. {01-06-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): Faccio notare che già fare immagini del sacro era un’opera degna di maledizione, oltre a dedicarla poi al culto. «Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di getto, cosa abominevole per l’Eterno, opera di mano d’artista, e la pone in luogo occulto! E tutto il popolo risponderà e dirà: Amen» (Dt 27,15).

     Un cristianesimo adeguato alla cultura propria? Anche i rabbini, conto cui si scagliò Gesù avevano un giudaismo adeguato alla propria cultura; la questione è se la nostra cultura dipenda dal culto richiesto da Dio, o viceversa.

 

Replica 4 (Eleonora Parisi): Allora, a questo punto bisogna, dire che opuscoli e qualsiasi altra cosa con disegni raffigurativi sono sbagliati, e quindi si dovrebbero togliere... {01-06-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Bisogna distinguere fra «immagini del sacro», da una parte, e simboli e normali immagini, dall’altra. In tutto ciò bisogna avere abbastanza «pudore» verso tutto ciò che è trascendentale, vagliando con cura ciò, che è opportuno, per non essere un motivo di scandalo per gli uni o una trappola all’idolatria per gli altri.

 

 

6. {Roberto Somma}

 

Contributo: Nel Vecchio Testamento il Signore diceva attraverso i profeti che Lui si trova dappertutto, dietro le pietre, su un albero, perché no dietro un crocifisso. Anche se bisogna stare attenti a non esagerare troppo nell’identificare il Signore dietro solo a quell’oggetto. {31-05-2011}

 

Risposta 1 (Nicola Martella): Puoi indicarmi i brani, dove Dio ha detto con precisione tali cose? Io sono uno studioso di AT, l’ho insegnato per un paio di decenni, ho scritto vari libri in merito, ma cose del genere non le ho mai lette. Ad esempio, nell’AT non c’erano ancora crocifissi. È proprio vero che conosci l’AT? Te ne cito io alcuni brani-chiave, che affermano il contrario di ciò, che tu affermi. La Legge proibì ogni forma di rappresentazione figurativa di uomini e ciò fu ancorato nella Costituzione della teocrazia: «Non ti fare scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra» (Es 20,4). «Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite né statue, e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure...» (Lv 26,1; cfr. Dt 4,15s «la figura d’un uomo o d’una donna»).

 

Replica 1 (Roberto Somma): Ho letto che il Signore è dove lo cerchi; se lo cerchi dietro a una pietra, lui è lì; se lo cerchi dietro un’altra cosa, lui è lì. {01-06-2011}

 

Risposta 2 (Nicola Martella): Ti assicuro che un’assurdità simile non si trova nella Bibbia! Prova nei «pensieri di Buddha», che insegnava il panteismo: lì sicuramente c’è!

 

Replica 2 (Roberto Somma): Genesi 28,18-22 è un assurdità? Giacobbe fa qui un monumento per il Signore. Identificare il Signore in una pietra non è come identificarlo anche in una foto? Giacobbe è sempre Giacobbe. {01-06-2011}

 

Risposta 3 (Nicola Martella): Che cosa c’entra una semplice pietra, che Giacobbe usò come «cuscino», con il nostro tema? Mica lui la scolpì, facendone un’immagine di Dio! Mica si rivolse alla pietra, identificandola con Dio! Egli rizzò semplicemente quella pietra in «monumento» per ricordarsi il luogo, per così ritornarvi, secondo il voto che fece. Probabilmente egli aveva intenzione di costruire lì un santuario al Signore («sarà la casa di Dio», v. 22), se Dio lo avesse riportato indietro sano e salvo da Paddan-Aran. Non sappiamo se tale proposito si sia mai realizzato nella vita di Giacobbe. In ogni modo, tutto ciò non ha nulla a che fare col tema delle immagini sacre.

 

Replica 3 (Roberto Somma): E se io prendo una fotografia e dico che quello raffigurato nell’immagine è Gesù, e dico: «Questa foto è la tua casa Signore», non và bene? Giacobbe lo poteva fare, e io no? E se è la casa del Signore quella, che io ho deciso che sia la casa del Signore, il Signore lì non c’è? Per me lì c’è! Se il Signore ha permesso che esistano le macchine fotografiche e si fanno delle immagini, che hanno uno sfondo spirituale, e c’è chi ne ha bisogno perché è debole, tu dici che è idolatria? E la trave nell’occhio tuo? E poi ho letto nel VT che il Signore è dovunque lo cerchi. Sei sicuro che sono decenni che lo leggi? Le cosiddette pietre commemorative, che facevano, non sono uguali a un fiore? Io dico che quel fiore è il Signore e l’adoro! È idolatria? Ma per favore non confondiamo di più la gente. {01-06-2011}

 

Risposta 4 (Nicola Martella): Giacobbe non disse che quella pietra fosse la casa del Signore, ma la consacro come «monumento» per una futura casa del Signore, se Dio l’avesse portato indietro. Per chi non taglia rettamente la Parola della verità, resta solo confusione (2 Tm 2,15). Fai come vuoi, ma io, seguendo l’ingiunzione apostolica, ho imparato a «praticare il “non oltre quel che è scritto» (1 Cor 4,6). Chi aggiunge o toglie, avrà il suo giudizio (Ap 22,18s).

     Il tuo pensiero è animista e panteista; come detto è più simile al buddismo che al cristianesimo biblico.

 

 

7. {Carmen Masto}

 

Gesù Cristo non aveva un volto affascinante. Il profeta Isaia descrive l’immagine di come era Gesù Cristo, il Signore. Isaia, essendo un profeta, aveva previsto ancora prima che Gesù nascesse, la sua venuta sulla terra [Isaia 53,2-5,10-11]. Non ci sono dubbi che si riferisce al Signore Gesù Cristo, se si legge con attenzione e riflessione. Infatti dice: «Egli portava le nostre malattie, è stato trafitto per i nostri peccati». Chi si poteva fare trafiggere per i peccati degli umani? Non di certo un uomo qualunque, ma solo il Signore Gesù Cristo. E poi il profeta Isaia dice ancora che il castigo, per cui abbiamo la pace, è su di lui.

     In Atti degli apostoli l’eunuco fa una domanda a Filippo riquadro a quello che aveva detto il profeta Isaia, e Filippo gli dice che quella persona è Gesù [Atti 8,30-35].

     Dunque l’immagine di Gesù, che si sono fantasticati quelli della chiesa romana, è una immagine fantastica, non connesso alle sacre Scritture. Sicuramente non è tanto facile da comprendere, è necessario riflettere con attenzione, non bisogna essere frettolosi a dare un giudizio e quindi a fare pregiudizi. La Sacra Bibbia non è un libro qualunque, richiede riflessione, attenzione.

     Il Signore Gesù Cristo non era un uomo attraente, bello, affascinante come un fotomodello, non attraeva gli sguardi delle donne.

     C’è da aggiungere che il Signore Gesù Cristo non aveva neanche i capelli lunghi, poiché i capelli lunghi li portavano coloro che avevano fatto un voto di nazireato [Numeri 6,5]. Gesù, essendo il figlio di Dio, non aveva bisogno di fare alcun voto, poiché Gesù Cristo non è un uomo qualunque ma il figlio del Dio onnipotente. Quindi Gesù Cristo aveva i capelli corti. È scritto: «La natura stessa non v’insegna che se l’uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore?» (1 Corinzi 11,14).

     Dovrebbe essere più che sufficiente ciò, che la Sacra Bibbia dice. Dopo che Gesù Cristo è risuscitato sicuramente è diventato meravigliosamente bello, come dice anche il salmista Davide, re d’Israele. Gesù Cristo siede alla destra di Dio Padre e anche intercede per noi cristiani.

 

 

8. {Pietro Calenzo}

 

    1. Io ritengo anzi credo, che il divieto di farsi alcuna immagine di Gesù è assoluto. Ciò vale tanto per i cattolici, tanto più per gli evangelici. O vogliamo prendere le forbici e fare come i cattolici, che lo hanno tagliato dai comandamenti? O vogliamo anche imitare i Testimoni di Geova, che raffigurano Gesù, alto, bianco, bello, bruno e con pettinatura Anni ‘70-‘80, stile Disney? (altro che contrari all’idolatria!). {01-06-2011}

 

    2. Idolatria è anche farsi qualsiasi scultura o immagine, in pietra scolpita o in altre materiali, di qualsiasi cosa o essere umano o di una pseudo divinità, che sono nei cieli in alto, sulla terra e sotto le acque. Ricordiamo anche che gli Israeliti che peccarono d’idolatria con il vitello d’oro, non rinnegarono Dio, ma affermarono che quell’idolo rappresentava il Dio, che li aveva liberati dall’Egitto. Ci sono altre idolatrie, subdole e insite nell’uomo, ma questo è un altro discorso. {02-06-2011}

 

 

9. {Salvatore Paone}

 

    1. «Non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, argento o a pietra scolpita dall’arte o dall’immaginazione umana» (Atti 17,29) Si può rappresentare Dio? «A chi vorreste voi assomigliare Iddio? E con quale immagine lo rappresentereste? Un artista fonde l’idolo, l’orafo lo ricopre d’oro e vi salda delle catenelle d’argento… A chi dunque mi vorreste assomigliare, perché io gli sia pari?» (Isaia 40,18-26). {01-06-2011}

 

    2. Fin dal principio, Dio ha chiarito con l’uomo che Egli era (ed è) il vero unico Dio. E al di fuori di Lui non vi sono altri dèi. Chi sceglie altri dèi provoca l’Onnipotente a gelosia. Io starei molto attento a questo riguardo con figurine di presunti Cristi, madonnine, padre Pio, ecc... La cosa più grave e che molti pongono una tale fede in queste immagini che le vedi esposte in auto, sopra i letti di ospedali, ovunque… anche su Facebook. È incredibile! {03-06-2011}

 

 

10. {Mario Di Franco}

 

Uno dei temi maggiori della Bibbia è il rifiuto da parte di Dio di far costruire immagini da adorare. In Esodo 20,4-6 troviamo il secondo comandamento, che la Chiesa Cattolica Romana ha pensato bene di eliminare (fonte di facile guadagno i pellegrinaggi ai vari idoli), dimostrando così di sapere bene che anche le sue immagini sono proibite. Poi, con per raggiungere il numero di dieci, essa divide il decimo comandamento (Esodo 20,17) in due, il nono e il decimo appunto: 9) «Non desiderare la donna d’altri». 10) «Non desiderare la roba d’altri».

     Alcuni affermano che, se si dovesse osservare alla lettera il secondo comandamento, non si potrebbero avere neppure le foto delle persone care. La Bibbia c’insegna il contrario, che le immagini proibite sono quelle, cui offriamo un culto di adorazione (Levitico 26,1).

     Altri dicono che questo comandamento ha valore solo per le immagine pagane, ma possiamo vedere invece che Mosè spiegò agli ebrei, popolo di Dio di quel tempo, e non ai pagani, che Dio non si era mostrato, quando parlava loro, appunto perché non facessero di Lui alcuna immagine (Deuteronomio 4,15-16.17-19).

     Altri ancora sostengono che le immagini erano proibite soltanto durante il periodo dell’Antico Testamento. A questi rispondo che anche il Nuovo Testamento parla molto delle immagini, e sempre contro di esse. Cito alcuni versetti: 1 Giovanni 5,21; 1 Corinzi 10,14; vedi anche 6,9; 10,7.14; Atti 7,39-42; Romani 1,23; 1 Pietro 4,3; Apocalisse 7,14; 9,20; 21,8; 22,15.

     La chiesa nei primi secoli non usava immagini. Queste entrarono nelle chiese per uso ornamentale alla fine del terzo secolo. Nel quinto secolo furono usate per istruire, e in seguito considerate come sacre. Vennero accettate dal concilio di Nicea nel 787 e da quello di Trento nel 1562 d.C. Inoltre, le immagini che vengono venerate non raffigurano veramente i santi, perché essi non posarono per gli artisti. Sono invece immagini di uomini presi a modello o create dalla fantasia degli artisti.

     Il fatto che la Bibbia contenga non pochi, ma moltissimi passi che proibiscono le immagini, rende chiaro che questo è un soggetto di grande importanza per Dio. {03-06-2011}

 

 

11. {Vari e medi}

 

Francesco Giordano: Concordo con te, Nicola, in nessun caso bisogna farsi immagini, neppure della persona di Cristo. Se proprio si deve farlo a titolo di ricordo, almeno riproduciamolo per quello che poteva essere, cioè un uomo scuro e non chiaro. Infatti, Gesù, seppur è Dio, non ha stravolto la natura, quando è venuto sulla terra (seppur poteva farlo), ma si è attenuto agli usi e i costumi del luogo, nel quale è nato. Se così non fosse stato, i quattro evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), nello scrivere credo che avrebbero detto una cosa nel genere, essendo per loro qualcosa di nuovo, non credete? {01-06-2011}

 

Pierluigi Prozzo: Il tipo là, quel Gesù dell’immagine, è longilineo e ha un viso allungato, occhi chiari e capelli biondi, sguardo amorevole e candida luce, che lo circonda. Mi chiedo quanti cliccherebbero su «mi piace», se nella foto ci fosse un volto deformato, scuro di carnagione, occhi scuri e capelli ricci neri, magari anche alterato, o peggio ancora traboccante d’ira; ovviamente tale foto avrebbe dovuto avere una didascalia sotto, ad esempio I.N.R.I. {01-06-2011}

 

Concetta Brancato: Caro Nicola, pace. La Parola di Dio dice che molti saranno chiamati, ma pochi gli eletti. Sono pochi quelli, che camminano secondo Scrittura. Ormai essere cristiani è diventata una moda, tutti uniti, tutti bonaccioni, tutti permissivi. Ci sono delle comunità, che si spostano per evangelizzare e si portano dietro un crocefisso. Tra breve tempo, vedremo nelle comunità pure immagini di Gesù. Per me non ci sono giustificazioni. Il lupo si è veramente travestito d’agnello. Io concordo con tutto ciò, che hai pubblicato. Dalle immagini si passa automaticamente all’idolatria. pace... {02-06-2011}

Damaris Lerici: Tu, Nicola hai scritto: «La forza della predicazione cristiana non è “l’immagine”, ma la “parola”, che è potente da suscitare la fede (Rm 10,14s.17). Per questo la chiesa apostolica non ha trasmesso alcuna immagine di Gesù, né per ricordo, né come illustrazione artistica, né come oggetto di venerazione». Grazie per questo scritto, con il quale concordo pienamente! Eppure ci sono molti «credenti» che giustificandosi con l’arte, approvano e giustificano il discorso delle immagini, che la Parola di Dio chiaramente proibisce. {02-06-2011}

 

Carmelo Mercante: E la descrizione di Cristo in forma allegorica in Cantico dei Cantici 5,10-16? {01-06-2011}

 ▬ Risposta (Nicola Martella): Nel Cantico, che è un componimento passionale fra un uomo e una donna, di Cristo non ne ho visto traccia; e dire che il libro è stato attento oggetto di studio e d’insegnamento da parte mia. Chi ve lo proietta, lo trova, ma questa non è esegesi (spiegazione), ma eisegesi (proiezione). Tuttavia, che cosa ha a che fare il Cantico con il tema «immagini di Gesù», che parla di tutt’altro?

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Sergio e Vita Adragna: Fratello, hai assolutamente ragione, ma io a volte non li pubblico per la figura, ma solamente perché mi piace il versetto. È giusto che, quando vedi qualche cosa che non va, lo dici; è una cosa buona sia davanti a Dio che per l’anima nostra. Grazie. {31-05-2011}

 

Salvatore Paone: Nicola, permettimi una battuta. Quando tu hai scritto nella nota «un volto radioso da un centinaio di watt», eccetera... evidente mente tale immagine ha un buon contratto con l’ENEL! Del resto condivido il tuo pensiero espresso nella nota. {31-05-2011}

 

Antonio Fausto Gaeta: Caro fratello, condivido a pieno quello, che scrivi. Io ieri ho scritto a un fratello, che vive in Germania, proprio su questo aspetto, ma non ha voluto ascoltare il mio consiglio. Gli ho spiegato chiaro e tondo che questo atteggiamento è idolatria. {31-05-2011}

 

Donatella Brancato: Bravo, Nicola, ottimo argomento. La scrittura dice non farsi scultura, immagine alcuna (Deuteronomio 5,7-8). E pensare che questo, una volta, lo dicevo ai cattolici; adesso bisogna dirlo anche ai nostri cosiddetti fratelli. Che tristezza! {01-06-2011}

 

Rose Tallarico Mazzei: Sì, condivido. Quando Gesù fa parte della nostra vita, non abbiamo bisogno di immagine alcuna. {01-06-2011}

 

Alaimo Calogero: Ecco, sono d’accordo con te, così mi piaci. {31-05-2011}

 

Giovanna Forte: Sì, fratello, si deve adorare in spirito e verità. {01-06-2011}

 

Giacomo Fattimiei: Dio è spirito, non un'immagine fatta di mano d’uomo, e perciò i veri adoratori lo devono adorare in spirito e verità. {01-06-2011}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Rel/T1-Immagini_Gesu_Avv.htm

01-06-2011; Aggiornamento: 03-06-2011

 

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