«Non sempre Dio ci aiuta ad aggirare la sofferenza, ma ci aiuta ad
attraversarla» (attribuito a Johann Albrecht Bengel, 1687-1752; tradotto e
adattato dal tedesco da Nicola Martella). |
Chi ha un’immagine
lacunosa di Dio e aderisce a un «evangelo a poco prezzo», crede che Dio sia lo «zio
buono», tutto sentimenti e caramelle. Quando, poi, arrivano le sofferenze si
trovano sconcertati, come se accadesse qualcosa di innaturale e anormale
in questa vita.
Le reazioni alla sofferenza sono le più diverse. Allora,
alcuni si mettono a dubitare dell’amore di Dio. Oppure cominciano a dubitare di
se stessi, come se la loro fede non fosse realmente vera. Altri dediti al
misticismo troveranno la facile via di vedere in ciò una specie di
demonizzazione e cercheranno il prossimo santone unto, per farsi togliere la
presunta maledizione. Altri ancora si allontanano da Dio o cadono in un buco
nero di depressione e auto-commiserazione.
Le sofferenze
fanno assolutamente parte della vita, anche di quelle dei credenti, nessuno
escluso. I motivi perché soffriamo sono vari. A volte ciò dipende dalle
nostre scelte sbagliate. Altre volte dagli altri, che ci trattano con malvagità. Altre volte ancora le sofferenze vengono dal fatto che viviamo in un mondo
affetto da corruzione e peccato. Poi, ci sono i casi in cui Dio ci manda
sofferenze per metterci alla prova (cfr. Giobbe), per motivi di disciplina, per
purificarci e così via. Ci sono altri casi, in cui Dio vuole che ci facciamo
bastare la sua grazia. Ci sono, inoltre circostanze, in cui Satana chiede a Dio
di poterci vagliare.
Mi fermo qui per dare ai lettori occasione di completare il quadro
esistenziale e biblico e di dare anche la loro personale testimonianza in
merito.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
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1. {Nicola Martella}
▲
Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa
lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare
contributi confacenti al tema):
■ «Tre volte ho pregato il Signore perché
l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta,
perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”» (2 Corinzi
12,8s).
■ «Perché gridi a causa della tua ferita? Il tuo
dolore è insanabile. Io ti ho fatto queste cose per la grandezza della tua
iniquità, perché i tuoi peccati sono andati aumentando» (Geremia 30,15;
cfr. v. 14).
■ «E Satana rispose
all’Eterno: “È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l’hai tu circondato d’un
riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera
delle sue mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po’ la
tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in
faccia”» (Giobbe 1,9ss). «E Satana rispose all’Eterno: “Pelle per
pelle! L’uomo dà tutto ciò, che possiede per la sua vita; ma stendi un po’ la
tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in
faccia”» (Giobbe 2,4s).
■ «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di
vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te affinché la tua
fede non venga meno» (Luca 22,31s).
■ «Io stimo che le sofferenze del tempo presente
non siano per nulla da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a
nostro riguardo. […] Sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme
insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie
dello Spirito, anche noi stessi gemiamo dentro di noi, aspettando
l’adozione, la redenzione del nostro corpo» (Romani 8,18.22s).
■ «E se siamo consolati, è per la vostra
consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le
stesse sofferenze che anche noi patiamo» (2 Corinzi 1,6; cfr. vv. 7ss).
■ «Sopporta anche tu [= Timoteo] le sofferenze,
come un buon soldato di Cristo Gesù» (2
Timoteo 2,3; cfr. 3,11).
■ «Infatti, era
convenevole a lui, a causa del quale sono tutte le cose e per mezzo del quale
sono tutte le cose, portando alla gloria molti figli, di perfezionare il
precorritore della loro salvezza mediante sofferenze»
(Ebrei 2,10).
■ «Diletti, non vi stupite del fuoco di
persecuzione in mezzo a voi, che vi accade per provarvi, come se vi
avvenisse qualcosa di strano. Anzi in quanto siete partecipi delle sofferenze
di Cristo, rallegratevene, affinché anche alla rivelazione della sua gloria
possiate rallegrarvi giubilando. Se siete insultati per il nome di
Cristo, beati voi! Infatti, lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su
voi» (1 Pietro 4,12ss).
■ «Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il
diavolo, va attorno alla maniera di un leone ruggente, cercando chi possa
divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime
sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo»
(1 Pietro 5,8s).
2. {Luca Matranga}
▲
■
Contributo: Dio è il «Padre Buono», non lo zio buono. È coinvolto nelle nostre vicende perché è letteralmente nostro Padre. Io penso, e la Parola me ne dà testimonianza che tutte le cose
cooperano al bene di coloro, che amano Dio, anche la sofferenza quindi. {24-06-2013}
▬
Nicola Martella: Al «Padre nostro» ci si
rivolge, dicendo: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra».
Chi ha questo atteggiamento, certamente sperimenterà la cura dell’Onnipotente,
oltre che la sua paterna disciplina e il suo amorevole sostegno.
3. {Mauro Presutti}
▲
■
Contributo: Il tema della sofferenza
è molto interessante e al contempo complesso. Non siamo i primi a discuterne ed
è molto probabile che già i nostri antenati preistorici abbiano riflettuto sul
tema. Possiamo dare diverse spiegazioni sul perché esiste la sofferenza.
Si soffre quando il nostro cervello elabora i segnali provenienti
dall’esterno o dall’interno del corpo in senso negativo. Si soffre quando si sta
male e il malessere rompe l’equilibrio armonico del nostro flusso vitale.
Il «miracolo» della vita porta con sé anche il mistero della sofferenza.
Per questo, per capire il perché della sofferenza, bisogna capire prima il
perché della vita, il perché esiste qualcosa e non il nulla. Qual è lo scopo
della vita terrena e ultra terrena? È un ricongiungersi a Dio creatore? Mi
sfugge il senso profondo e ultimo del passaggio sulla terra. {24-06-2013}
▬
Nicola Martella:
Leggo: «Mi sfugge il senso profondo e ultimo del passaggio sulla terra».
Infatti, Dio non lo ha rivelato. «È gloria di Dio nascondere le cose;
ma la gloria dei re sta nell’investigarle» (Proverbi 25,2).
Sebbene Dio non abbia rivelato il perché
dell’esistenza terrena, la sacra Scrittura lascia intuire che tale passaggio sia
assolutamente necessario per venire storicamente all’esistenza come
«anima vivente», ossia come persona dotata di un corpo personale e di uno
spirito personale.
In ogni modo, più importante di tale «perché» è la
destinazione dopo tale periodo. La Scrittura c’indica solo due vie e
possibilità, che riassumo con questo verso: «Chi crede nel Figlio, ha vita
eterna; chi invece rifiuta di credere al Figlio, non vedrà la vita, ma
l’ira di Dio rimane su di lui» (Gv 3,36). In merito bisogna decidere
prima di lasciare il mondo.
Inoltre, l’uomo non è
fatto per una vita ultraterrena. Infatti, il fine della salvezza dei credenti in
Cristo non è la «scarnificazione», ma la risurrezione del corpo, quindi
la ricostituzione dell’«anima vivente» o essere umano. Inoltre, proprio perché
l’uomo è un terrestre e non un essere celestiale, Dio creerà nuovi cieli e
nuova terra, e su quest’ultima abiteranno i redenti, ossia quelli che in
vita hanno accettato Gesù quale Messia, quindi come loro Salvatore e Signore
personale.
4. {Pietro Calenzo}
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A proposito del
perché della sofferenza anche nei cristiani. Fin quando faremo parte di questa
vecchia natura, fin quando saremo costretti in questo corpo mortale, la
sofferenza in molteplici occasioni ci farà compagnia. Ho visto un ministro di
Dio piangere per la dipartenza della figliuola. Perché condannarlo?!
Anche l’apostolo Giovanni, le donne, che seguivano Gesù, Maria, piansero ai
piedi della croce. Anche Gesù Messia pianse sulla sorte futura della sua
Gerusalemme.
Perché la
sofferenza? Il nostro corpo non ha ancora subito il mutamento, che il
Signore ha promesso. E sono mendaci coloro che affermano che Gesù desidera
assolutamente la nostra salute, poiché sarebbe una sua promessa. È Falso,
completamente falso. Anzi, Gesù ci ha profetizzato sofferenze, se vorremmo
seguire l’Evangelo. Alcuni affermano, il costato di Gesù ci ha prodotto la
grazia e la salvezza, mentre le ferite sulla schiena di Gesù ci danno tutto il
diritto di chiedere la salute e la guarigione certa a Gesù; ma dove è
scritto ciò?
Siamo noi
migliori del nostro Maestro? Ed i fratelli, che oggidì vengono decapitati
o bruciati vivi, sono meno degni di costoro della grazia di Dio e delle sue
benedizioni? Ed i credenti, che sono ammalati o in rianimazione in una
camera d’ospedale, sono stati meno degni delle attenzioni del nostro Signore? Ed
i fratelli che soffrono, perché esodati dal lavoro o disoccupati, sono
meno degni delle attenzioni di Dio? Chi afferma o predica tali nefaste dottrine,
sappia che sta offendendo milioni di credenti indigenti, poveri e in
qualche caso affamati, ma in primo luogo sta offendendo Gesù e la sua Parola.
Paolo,
Timoteo, Epafrodito erano ammalati. Questi campioni della fede non
avevano fiducia in Gesù come guaritore? Eppure hanno accettato con costanza ciò,
che Dio ha permesso. Le sofferenze di qualsiasi genere o genesi non
mancheranno mai nella vita del cristiano, ma il credente avrà occasione di
sperimentare cosa voglia dire soffrire, per essere d’aiuto nella comunione più
piena a quei santi, che si troveranno in prove simili, consimili o uguali nel
futuro prossimo. Non si vive di sola sofferenza, ma la sofferenza è parte
della vita; e in molti casi, la causa siamo noi stessi. Infatti, errare è
umano, anche per i cristiani.
Ho ascoltato
dei giudaizzanti affermare che i grandi profeti dell’antica alleanza non
peccarono, poiché osservavano la Legge: pura follia religiosa! Tutti abbiamo
peccato e tutti gioiremo nella grazia e soffriremo nella grazia, poiché la
redenzione completa non è ancora avvenuta riguardo al corpo.
Gesù fu
descritto anche come uomo di sofferenza; impariamo da Lui, per esser
d’aiuto a noi stessi e agli altri. Chi vuol avere comunione con le gioie della
fede? Tutti. Chi vuol avere comunione con le sofferenze di Cristo?
Nessuno. Non è facile. E se non siamo forti, ma molto forti nel Signore, stiamo
attenti a chiedere la comunione con le sofferenze di Cristo. Sono forti, a volte
molto forti, quasi insopportabili. Siamo umili davanti al Signore, e Egli
guiderà la nostra vita secondo la sua santa volontà. {24-06-2013}
5. {Girolama Di Lorenzo}
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Come è stato detto,
le sofferenze sono parte della vita, nessuno ne è esente. Anche Paolo
soffriva e pregava, ma Dio gli rispose: «La mia grazia ti basta» (2
Corinzi 12,9); e accettò la sua situazione, perché il suo spirito si fortificò.
Da ogni
esempio biblico ne dobbiamo trarre gli insegnamenti per andare avanti e
fortificarci e comprendere che, se Dio non interviene in determinate
situazioni, lo fa esclusivamente per il nostro bene o perché non è ancora il
tempo d’intervenire. Non dobbiamo mai dubitare del suo amore, perché lo
rimettiamo sulla croce (figurativamente); il dubbio viene dal maligno o da noi
stessi, dalla nostra poca fede. Chiediamogli di comprendere meglio ciò, che
dobbiamo fare e come dobbiamo andare a Lui. Stai sicuro che Dio ti ascolterà e
si farà sentire, come egli vorrà. {25-06-2013}
6. {Anna Maiore}
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Caro Nicola, è
vero, davanti alla sofferenza, non sempre siamo disposti a sopportare. Crediamo
di non «meritare» la sofferenza e quindi vogliamo sapere il perché.
A volte la colpa è delle nostre scelte di vita. Talvolta le persone intorno a
noi, anche senza volerlo, ci danno delle sofferenze. Tuttavia, nella mia vita da
credente, ho capito che tutto ciò, che mi succede, non avviene per caso.
Tutto coopera allo scopo, che Dio ha per me, per le persone intorno a me, per la
sua gloria ecc.
Ho ancora un
quaderno, dove scrivevo tutto ciò, che mi succedeva e le mie richieste di
preghiera a Dio; oggi, quando lo rileggo, vedo come tutto ha formato un
«puzzle», che io non vedevo.
Il piano di
Dio, secondo me, può essere paragonato a un ricamo col «mezzo punto»,
dove dal rovescio si vedono solo tante righe; ma visto dal dritto, mostrano un
disegno ben definito.
Ho sofferto
tanto nella mia vita passata, ma oggi ringrazio Dio anche per quella, perché
è servita a fare di me quella, che sono oggi! Per quanto riguarda le
sofferenze che ci saranno oggi, forse capirò un domani... oppure non in questa
vita. Di certo ho fiducia in Dio, che Lui lo sa già. {24-06-2013}
7. {}
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8. {}
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9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari
e medi} ▲
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Fortuna Fico: Oh, quanto mi sta
aiutando Gesù, di certo non è forza mia, né dell’uomo, che tutto preso dai
suoi problemi, non si accorge nemmeno della tua sofferenza. Ma Lui mi tiene per
mano, non mi abbandona mai e mi dice: «Dai a me i tuoi pesi»; ed è così che
tutto mi sembra più sopportabile. Grazie, Gesù! {24-06-2013}
12. {Vari
e brevi} ▲
■
Maria Tramuto: Amen. Grazie, Dio ci benedica. Ringrazio il Signore per la sua misericordia. Voglio seguire le sue orme. {24-06-2013}
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Ivaldo Indomiti: Condivido al 100% per esperienza personale. Grazie fratello per queste ottime considerazioni. {24-06-2013}
■
Luisa Lauretta: Dtbg, Nicola. Bellissima riflessione {24-06-2013}
■
Giuseppe Plumari: Dio (YHWH) ti benedica per queste parole di conforto, che arrivano giuste in questo momento di dure prove! {24-06-2013}
► URL di origine:
http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Soffer_fede_Avv.htm
23-06-2013; Aggiornamento: 25-06-2013 |