«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Dall'avvento alla parusia

 

Riuscire nella vita

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:

■ Aspetti introduttivi

■ Gesù di Nazaret

■ Gli Evangeli

■ Dall’ascensione alla fine dei tempi

■ Aspetti conclusivi

Recensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SOFFERENZA E FEDE

 

 di Nicola Martella

 

«Non sempre Dio ci aiuta ad aggirare la sofferenza, ma ci aiuta ad attraversarla» (attribuito a Johann Albrecht Bengel, 1687-1752; tradotto e adattato dal tedesco da Nicola Martella).

 

Chi ha un’immagine lacunosa di Dio e aderisce a un «evangelo a poco prezzo», crede che Dio sia lo «zio buono», tutto sentimenti e caramelle. Quando, poi, arrivano le sofferenze si trovano sconcertati, come se accadesse qualcosa di innaturale e anormale in questa vita.

     Le reazioni alla sofferenza sono le più diverse. Allora, alcuni si mettono a dubitare dell’amore di Dio. Oppure cominciano a dubitare di se stessi, come se la loro fede non fosse realmente vera. Altri dediti al misticismo troveranno la facile via di vedere in ciò una specie di demonizzazione e cercheranno il prossimo santone unto, per farsi togliere la presunta maledizione. Altri ancora si allontanano da Dio o cadono in un buco nero di depressione e auto-commiserazione.

     Sofferenza e fedeLe sofferenze fanno assolutamente parte della vita, anche di quelle dei credenti, nessuno escluso. I motivi perché soffriamo sono vari. A volte ciò dipende dalle nostre scelte sbagliate. Altre volte dagli altri, che ci trattano con malvagità. Altre volte ancora le sofferenze vengono dal fatto che viviamo in un mondo affetto da corruzione e peccato. Poi, ci sono i casi in cui Dio ci manda sofferenze per metterci alla prova (cfr. Giobbe), per motivi di disciplina, per purificarci e così via. Ci sono altri casi, in cui Dio vuole che ci facciamo bastare la sua grazia. Ci sono, inoltre circostanze, in cui Satana chiede a Dio di poterci vagliare.

     Mi fermo qui per dare ai lettori occasione di completare il quadro esistenziale e biblico e di dare anche la loro personale testimonianza in merito.

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Nicola Martella

2. Luca Matranga

3. Mauro Presutti

4. Pietro Calenzo

5. Girolama Di Lorenzo

6. Anna Maiore

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”» (2 Corinzi 12,8s).

     ■ «Perché gridi a causa della tua ferita? Il tuo dolore è insanabile. Io ti ho fatto queste cose per la grandezza della tua iniquità, perché i tuoi peccati sono andati aumentando» (Geremia 30,15; cfr. v. 14).

     ■ «E Satana rispose all’Eterno: “È forse per nulla che Giobbe teme Dio? Non l’hai tu circondato d’un riparo, lui, la sua casa, e tutto quel che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani, e il suo bestiame ricopre tutto il paese. Ma stendi un po’ la tua mano, tocca quanto egli possiede, e vedrai se non ti rinnega in faccia”» (Giobbe 1,9ss). «E Satana rispose all’Eterno: “Pelle per pelle! L’uomo dà tutto ciò, che possiede per la sua vita; ma stendi un po’ la tua mano, toccagli le ossa e la carne, e vedrai se non ti rinnega in faccia”» (Giobbe 2,4s).

     ■ «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te affinché la tua fede non venga meno» (Luca 22,31s).

     ■ «Io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano per nulla da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo. […] Sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo dentro di noi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo» (Romani 8,18.22s).

     ■ «E se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi patiamo» (2 Corinzi 1,6; cfr. vv. 7ss).

     ■ «Sopporta anche tu [= Timoteo] le sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù» (2 Timoteo 2,3; cfr. 3,11).

     ■ «Infatti, era convenevole a lui, a causa del quale sono tutte le cose e per mezzo del quale sono tutte le cose, portando alla gloria molti figli, di perfezionare il precorritore della loro salvezza mediante sofferenze» (Ebrei 2,10).

     ■ «Diletti, non vi stupite del fuoco di persecuzione in mezzo a voi, che vi accade per provarvi, come se vi avvenisse qualcosa di strano. Anzi in quanto siete partecipi delle sofferenze di Cristo, rallegratevene, affinché anche alla rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi giubilando. Se siete insultati per il nome di Cristo, beati voi! Infatti, lo Spirito di gloria, lo Spirito di Dio, riposa su voi» (1 Pietro 4,12ss).

     ■ «Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno alla maniera di un leone ruggente, cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo» (1 Pietro 5,8s).

 

 

2. {Luca Matranga}

 

Contributo: Dio è il «Padre Buono», non lo zio buono. È coinvolto nelle nostre vicende perché è letteralmente nostro Padre. Io penso, e la Parola me ne dà testimonianza che tutte le cose cooperano al bene di coloro, che amano Dio, anche la sofferenza quindi. {24-06-2013}

 

Nicola Martella: Al «Padre nostro» ci si rivolge, dicendo: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così anche in terra». Chi ha questo atteggiamento, certamente sperimenterà la cura dell’Onnipotente, oltre che la sua paterna disciplina e il suo amorevole sostegno.

 

 

3. {Mauro Presutti}

 

Contributo: Il tema della sofferenza è molto interessante e al contempo complesso. Non siamo i primi a discuterne ed è molto probabile che già i nostri antenati preistorici abbiano riflettuto sul tema. Possiamo dare diverse spiegazioni sul perché esiste la sofferenza. Si soffre quando il nostro cervello elabora i segnali provenienti dall’esterno o dall’interno del corpo in senso negativo. Si soffre quando si sta male e il malessere rompe l’equilibrio armonico del nostro flusso vitale. Il «miracolo» della vita porta con sé anche il mistero della sofferenza. Per questo, per capire il perché della sofferenza, bisogna capire prima il perché della vita, il perché esiste qualcosa e non il nulla. Qual è lo scopo della vita terrena e ultra terrena? È un ricongiungersi a Dio creatore? Mi sfugge il senso profondo e ultimo del passaggio sulla terra. {24-06-2013}

 

Nicola Martella: Leggo: «Mi sfugge il senso profondo e ultimo del passaggio sulla terra». Infatti, Dio non lo ha rivelato. «È gloria di Dio nascondere le cose; ma la gloria dei re sta nell’investigarle» (Proverbi 25,2).

     Sebbene Dio non abbia rivelato il perché dell’esistenza terrena, la sacra Scrittura lascia intuire che tale passaggio sia assolutamente necessario per venire storicamente all’esistenza come «anima vivente», ossia come persona dotata di un corpo personale e di uno spirito personale.

     In ogni modo, più importante di tale «perché» è la destinazione dopo tale periodo. La Scrittura c’indica solo due vie e possibilità, che riassumo con questo verso: «Chi crede nel Figlio, ha vita eterna; chi invece rifiuta di credere al Figlio, non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui» (Gv 3,36). In merito bisogna decidere prima di lasciare il mondo.

     Inoltre, l’uomo non è fatto per una vita ultraterrena. Infatti, il fine della salvezza dei credenti in Cristo non è la «scarnificazione», ma la risurrezione del corpo, quindi la ricostituzione dell’«anima vivente» o essere umano. Inoltre, proprio perché l’uomo è un terrestre e non un essere celestiale, Dio creerà nuovi cieli e nuova terra, e su quest’ultima abiteranno i redenti, ossia quelli che in vita hanno accettato Gesù quale Messia, quindi come loro Salvatore e Signore personale.

 

 

4. {Pietro Calenzo}

 

A proposito del perché della sofferenza anche nei cristiani. Fin quando faremo parte di questa vecchia natura, fin quando saremo costretti in questo corpo mortale, la sofferenza in molteplici occasioni ci farà compagnia. Ho visto un ministro di Dio piangere per la dipartenza della figliuola. Perché condannarlo?! Anche l’apostolo Giovanni, le donne, che seguivano Gesù, Maria, piansero ai piedi della croce. Anche Gesù Messia pianse sulla sorte futura della sua Gerusalemme.

     Perché la sofferenza? Il nostro corpo non ha ancora subito il mutamento, che il Signore ha promesso. E sono mendaci coloro che affermano che Gesù desidera assolutamente la nostra salute, poiché sarebbe una sua promessa. È Falso, completamente falso. Anzi, Gesù ci ha profetizzato sofferenze, se vorremmo seguire l’Evangelo. Alcuni affermano, il costato di Gesù ci ha prodotto la grazia e la salvezza, mentre le ferite sulla schiena di Gesù ci danno tutto il diritto di chiedere la salute e la guarigione certa a Gesù; ma dove è scritto ciò?

     Siamo noi migliori del nostro Maestro? Ed i fratelli, che oggidì vengono decapitati o bruciati vivi, sono meno degni di costoro della grazia di Dio e delle sue benedizioni? Ed i credenti, che sono ammalati o in rianimazione in una camera d’ospedale, sono stati meno degni delle attenzioni del nostro Signore? Ed i fratelli che soffrono, perché esodati dal lavoro o disoccupati, sono meno degni delle attenzioni di Dio? Chi afferma o predica tali nefaste dottrine, sappia che sta offendendo milioni di credenti indigenti, poveri e in qualche caso affamati, ma in primo luogo sta offendendo Gesù e la sua Parola.

     Paolo, Timoteo, Epafrodito erano ammalati. Questi campioni della fede non avevano fiducia in Gesù come guaritore? Eppure hanno accettato con costanza ciò, che Dio ha permesso. Le sofferenze di qualsiasi genere o genesi non mancheranno mai nella vita del cristiano, ma il credente avrà occasione di sperimentare cosa voglia dire soffrire, per essere d’aiuto nella comunione più piena a quei santi, che si troveranno in prove simili, consimili o uguali nel futuro prossimo. Non si vive di sola sofferenza, ma la sofferenza è parte della vita; e in molti casi, la causa siamo noi stessi. Infatti, errare è umano, anche per i cristiani.

     Ho ascoltato dei giudaizzanti affermare che i grandi profeti dell’antica alleanza non peccarono, poiché osservavano la Legge: pura follia religiosa! Tutti abbiamo peccato e tutti gioiremo nella grazia e soffriremo nella grazia, poiché la redenzione completa non è ancora avvenuta riguardo al corpo.

     Gesù fu descritto anche come uomo di sofferenza; impariamo da Lui, per esser d’aiuto a noi stessi e agli altri. Chi vuol avere comunione con le gioie della fede? Tutti. Chi vuol avere comunione con le sofferenze di Cristo? Nessuno. Non è facile. E se non siamo forti, ma molto forti nel Signore, stiamo attenti a chiedere la comunione con le sofferenze di Cristo. Sono forti, a volte molto forti, quasi insopportabili. Siamo umili davanti al Signore, e Egli guiderà la nostra vita secondo la sua santa volontà. {24-06-2013}

 

 

5. {Girolama Di Lorenzo}

 

Come è stato detto, le sofferenze sono parte della vita, nessuno ne è esente. Anche Paolo soffriva e pregava, ma Dio gli rispose: «La mia grazia ti basta» (2 Corinzi 12,9); e accettò la sua situazione, perché il suo spirito si fortificò.

     Da ogni esempio biblico ne dobbiamo trarre gli insegnamenti per andare avanti e fortificarci e comprendere che, se Dio non interviene in determinate situazioni, lo fa esclusivamente per il nostro bene o perché non è ancora il tempo d’intervenire. Non dobbiamo mai dubitare del suo amore, perché lo rimettiamo sulla croce (figurativamente); il dubbio viene dal maligno o da noi stessi, dalla nostra poca fede. Chiediamogli di comprendere meglio ciò, che dobbiamo fare e come dobbiamo andare a Lui. Stai sicuro che Dio ti ascolterà e si farà sentire, come egli vorrà. {25-06-2013}

 

 

6. {Anna Maiore}

 

Caro Nicola, è vero, davanti alla sofferenza, non sempre siamo disposti a sopportare. Crediamo di non «meritare» la sofferenza e quindi vogliamo sapere il perché. A volte la colpa è delle nostre scelte di vita. Talvolta le persone intorno a noi, anche senza volerlo, ci danno delle sofferenze. Tuttavia, nella mia vita da credente, ho capito che tutto ciò, che mi succede, non avviene per caso. Tutto coopera allo scopo, che Dio ha per me, per le persone intorno a me, per la sua gloria ecc.

     Ho ancora un quaderno, dove scrivevo tutto ciò, che mi succedeva e le mie richieste di preghiera a Dio; oggi, quando lo rileggo, vedo come tutto ha formato un «puzzle», che io non vedevo.

     Il piano di Dio, secondo me, può essere paragonato a un ricamo col «mezzo punto», dove dal rovescio si vedono solo tante righe; ma visto dal dritto, mostrano un disegno ben definito.

     Ho sofferto tanto nella mia vita passata, ma oggi ringrazio Dio anche per quella, perché è servita a fare di me quella, che sono oggi! Per quanto riguarda le sofferenze che ci saranno oggi, forse capirò un domani... oppure non in questa vita. Di certo ho fiducia in Dio, che Lui lo sa già. {24-06-2013}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Fortuna Fico: Oh, quanto mi sta aiutando Gesù, di certo non è forza mia, né dell’uomo, che tutto preso dai suoi problemi, non si accorge nemmeno della tua sofferenza. Ma Lui mi tiene per mano, non mi abbandona mai e mi dice: «Dai a me i tuoi pesi»; ed è così che tutto mi sembra più sopportabile. Grazie, Gesù! {24-06-2013}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Maria Tramuto: Amen. Grazie, Dio ci benedica. Ringrazio il Signore per la sua misericordia. Voglio seguire le sue orme. {24-06-2013}

 

Ivaldo Indomiti: Condivido al 100% per esperienza personale. Grazie fratello per queste ottime considerazioni. {24-06-2013}

 

Luisa Lauretta: Dtbg, Nicola. Bellissima riflessione {24-06-2013}

 

Giuseppe Plumari: Dio (YHWH) ti benedica per queste parole di conforto, che arrivano giuste in questo momento di dure prove! {24-06-2013}

 

► URL di origine: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Soffer_fede_Avv.htm

23-06-2013; Aggiornamento: 25-06-2013

 

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