«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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► Vedi al riguardo le recensioni.  

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NESSUNO PUÒ GIUDICARMI, NEPPURE TU

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nessuno mi può giudicare«Nessuno può giudicare le mie scelte o i miei pensieri, perché nessuno ha mai provato le mie emozioni o i miei dolori». Tale frase fatta viene ripetuta spesso in internet e rappresentata in differenti modi. Ora, ci mancava anche la versione cartellone pubblicitario. È un luogo comune, dietro cui alcuni preferiscono nascondersi, spesso per giustificarsi. Esso alimenta l’amor proprio e il narcisismo, e fa sentire alcune persone speciali e impenetrabili.

     Ammesso e premesso che, in qualche maniera, ognuno di noi è speciale a modo suo, all’autore di tale finto cartellone direi: «Certo che, con tali premesse, dopo di te il mondo non sarà più lo stesso». Oppure, gli direi: «Tali parole dille al giudice, che ti giudicherà per un reato commesso».

     Il saggio re Salomone, invece, scriveva: «Quello ch’è stato, è quel che sarà; quel che s’è fatto, è quel che si farà; non v’è nulla di nuovo sotto il sole. V’è qualcosa della quale si dica: “Guarda questo è nuovo?”. Quella cosa esisteva già nei secoli, che ci hanno preceduto» (Ecclesiaste 1,9s).

 

Un lettore ha obiettato: Dopo aver fatto un simile appunto a tale frase, mi è stato risposto: «Si riferisce non certo al giudizio di Dio, che è e sarà assolutamente giusto, ma quanto al giudizio frettoloso e interessato degli uomini». {L.M.; 19-12-2011}

 

Gli ho risposto come segue: Capisco e, in parte, condivido. Tuttavia, così espresso, tale finto cartello annuncia l’esistenza di un alieno e non di un essere umano. L’umanità è composta di esseri viventi che, da mondo e mondo, hanno esperienze esistenziali, pensieri, sentimenti, sofferenze e gioie abbastanza simili.

     Se una tale frase l’avesse detta uno dei tanti dittatori, carnefici della storia e aguzzini (pedofili, stupratori, ecc.), nessuno lo avrebbe potuto citare in giudizio, per farli rendere conto del loro operato. Dinanzi alle giuste istanze, tutto e tutti sono verificabili e giudicabili.

     A chi ha scritto per primo tale «frase fatta», oltretutto ben nota, direi: «Non prenderti troppo sul serio e non renderti troppo importante». E inoltre potrei dirgli: «Se ti metti addosso tale incerata, diventerai impermeabile non solo ai giudizi frettolosi e gratuiti degli altri, ma anche ai buoni e saggi consigli, che potrebbero fare di te una persona migliore».

 

 Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Nicola Martella

2. Luca Matranga

3. Pietro Calenzo

4. Salvatore Paone

5.

6.

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarlo formulare contributi confacenti al tema). Qui di seguito allarghiamo il discorso ai diversi modi di «giudicare», quelli leciti e quelli meno leciti.

     ■ A livello interpersonale e nelle questioni private: «Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell'occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: "Lascia che io ti tolga dall'occhio la pagliuzza", mentre la trave è nell'occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello» (Mt 7,1-5). Qui Gesù non affermò che non bisogna aiutare gli altri a togliere la «pagliuzza», ma che prima bisogna iniziare da se stessi e provare se stessi, se non si è nelle stesse condizioni o peggio.

 

     ■ Riguardo ai segni dei tempi e alle questioni morali: «Diceva poi ancora alle turbe: Quando vedete una nuvola venire su da ponente, voi dite subito: “Viene la pioggia”; e così succede. E quando sentite soffiare lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e avviene così. Ipocriti, ben sapete discernere l'aspetto della terra e del cielo; e come mai non sapete discernere questo tempo? E perché non giudicate da voi stessi ciò, che è giusto?» (Lc 12,54-57).

 

     ■ Riguardo alle chiare questioni dottrinali: «E [i membri del sinedrio] avendoli chiamati, ingiunsero loro di non parlare né insegnare affatto nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni, rispondendo, dissero loro: Giudicate voi se è giusto nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi anzi che a Dio. Poiché, quanto a noi, non possiamo non parlare delle cose che abbiamo vedute e udite» (At 4,18ss).

 

     ■ Nelle questioni morali, che investono la chiesa locale: «Quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare. Poiché, devo forse giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi» (1 Cor 5,11ss).

 

     ■ Una persona matura rimette al giudizio altrui ciò, che afferma: «Io parlo come a persone intelligenti; giudicate voi di quello che dico» (1 Cor 10,15).

 

 

2. {Luca Matranga}

 

L’idea, secondo cui comunque viviamo delle situazioni simili, è condivisibile, ma ci sono delle differenze. Qui l’idea non è quella di far venire fuori una persona, che ha vissuto delle esperienze particolari, quanto «bacchettare» chi si lascia andare a dei facili giudizi o maldicenze, appunto il «portatore di travi», che vuole sistemare le varie pagliuzze più o meno grandi. Io non mi riferisco nemmeno al consiglio, che è cosa ben diversa dal giudizio gratuito e dal pettegolezzo. Di consigli ne abbiamo tutti sempre bisogno, di giudizi sommari no, anche perché, a ben vedere, l’unico giudice è Dio. Se parliamo delle questioni di chiesa, è ovvio che l’assemblea dei fratelli ha e deve avere un giudizio su chi ha ragione e chi no, però anche chi giudica veda di farlo con amore e non come il fariseo, per la vita del fratello e non per il suo definitivo allontanamento. {20-12-2011}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

‎«Nessuno può giudicare»: tipica espressione sdolcinata antropocentrica, dalle sembianze radical-chic. Ogni cristiano può giudicare, ma con rettitudine, secondo verità, con spirito mite, il tutto condito dall’amore e dall’intento di recuperare e far crescere il fratello nelle vie del Signore. Personalmente posso testimoniare che io stesso una volta, in particolare, fui ripreso o consigliato per un mio modo di pormi non prettamente idoneo, del quale, in verità, non mi rendevo conto. Ancora oggi, ringrazio Dio, per quelle benedette parole dei miei diletti anziani, che il Signore mi aveva donato. Benedizioni in Cristo Gesù. {22-12-2011}

 

 

4. {Salvatore Paone}

 

Il giudicare in se è peccato, se rimane con il fine di disprezzo verso il prossimo (come capita spesso nel mondo). Giudicare secondo le sacre Scritture è in qualche modo come riprendere, esortare, salvare il fratello, affinché si ravveda dalla cattiva strada intrapresa. Giudicare la persona per delle scelte sbagliate, che sono in piena contraddizione con i principi di Dio, sono in dovere di farglielo sapere, affinché l’individuo sappia che Dio disapprova la propria azione.

     Se così non fosse come potrebbero convertirsi le persone?Il Vangelo stesso non è forse un giudicare la condizione del peccatore? Gesù disse: «Chi crede in me non è più sotto il giudizio di Dio, anzi passa dalla morte alla vita».

     Detto questo, ben venga il giudicare a scopo di salvare e aiutare il prossimo, affinché sappia dov’è la verità. Giudicare il prossimo o il fratello, a scopo di vendicarsi o per sentirsi superiore, ciò è peccato. {23-12-2011}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

► URL : http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Non_puo_giudicarmi_EnB.htm

19-12-2011; Aggiornamento: 24-12-2011

 

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