«Signore, guardaci dal
basare la nostra vita su false speranze. Fa’ sì che ogni speranza verso le cose
umane, sia circondata, contornata dalla speranza in te. Guardaci da ciò che gli
obiettivi penultimi diventino quelli definitivi. Fa’ sì
che speriamo in te» (Paul Toaspern; tradotto e adatto dal tedesco da Nicola
Martella). |
1. ENTRIAMO IN
TEMA
Le false
speranze sono come una lastra troppo sottile di ghiaccio, per reggere il
peso di chi si avventura su di essa con leggerezza. Quando meno ce lo si
aspetta, essa si spacca e si finisce nel fondo, a rischio della propria vita.
Alcuni pongono
le loro vane speranze in un personaggio politico, in un partito, in una
ideologia religiosa, in una certa professione lavorativa, nella carriera, nelle
ricchezze, in una particolare persona, che promette questo o quello, e così via.
Poi, il ghiaccio si assottiglia, e rimangono solo delusioni e confusione. La
bussola si è rotta, e non si sa più dove andare.
Anche i
cristiani possono smettere di vivere in modo escatologico, in attesa del
compimento delle cose, e lentamente si accomodano nel mondo e fanno entrare il
mondo in sé. Allora le cose, che passano, diventano esse stesse l’obiettivo, per
cui vivere. A quel punto, tali cristiani sviluppano la malsana abilità di
spiritualizzare tutte le cose, anche quelle del mondo e della carne. Tuttavia,
si illudono che tutto ciò, che fanno, sia normale e in ordine. A ciò segue, poi,
immancabilmente, la confusione spirituale e morale. In certi casi, sviluppano
addirittura un consenso ideologico o una dottrina addomesticata al loro stile di
vita (cfr. la cosiddetta «dottrina della prosperità»), che permetta loro di fare
cose biblicamente sbagliate, ma di cui non sentono più la coscienza sporca (cfr.
convivenza, rapporti promiscui, affari poco trasparenti, ecc.).
2. VANE SPERANZE
■ Lunga
vita?: «I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano
senza speranza» (Gb 7,6). «Noi siamo davanti a te stranieri e gente
di passaggio, come furono tutti i nostri padri; i nostri giorni sulla terra sono
come un’ombra, e non c’è speranza» (1 Cr 29,15).
Ricchezze?: «Non confidate nell’oppressione, e non
mettete vane speranze nella rapina; se le ricchezze abbondano, non vi
mettete il cuore» (Sal 62,10; cfr. Mt 13,22
l’inganno delle ricchezze).
■ Vivere
senza Dio?: «In quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla
cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, non avendo
speranza, ed essendo senza Dio nel mondo» (Ef 2,12).
■
Materialismo e immanentismo?: «Se abbiamo sperato in Cristo per questa
vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini» (1 Cor
15,19).
3. SPERANZE BEN
RIPOSTE
Fidarsi di Dio: «Tu riconoscerai che io sono il Signore,
che coloro che sperano in me non saranno delusi» (Is 49,23; cfr. Gr
14,22).
■ Sicurezza:
«...a motivo della speranza, che vi è riposta nei cieli; speranza che
avete da tempo conosciuta mediante la predicazione della verità dell’Evangelo»
(Col 1,5; cfr. v. 23). «Abbiamo cercato il nostro rifugio nell’afferrare
saldamente la speranza, che ci era messa davanti. Questa speranza la teniamo
come un’ancora dell’anima, sicura e ferma, che penetra oltre la cortina,
dove Gesù è entrato per noi quale precursore» (Eb 6,18ss).
■ Fierezza:
«...la sua casa siamo noi, se riteniamo ferma sino alla fine la nostra
franchezza e il vanto della nostra speranza» (Eb 3,6; cfr. 1 Ts
2,19).
■
Professione di fede: «Manteniamo ferma la
confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui,
che ha fatto le promesse» (Eb 10,23).
■ Stabile
attesa: «...l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e
l’esperienza speranza. Ora la speranza non rende confusi, perché l’amore
di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo, che ci è stato dato»
(Rm 5,4s).
■ Operosità:
«...ricordandoci continuamente, davanti al nostro Dio e Padre, dell’opera
della vostra fede, delle fatiche del vostro amore e della costanza
della vostra speranza nel nostro Signore Gesù Cristo» (1 Ts 1,3).
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I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
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1. {Michele Savino}
▲
Chi ha letto il
libro «Del buon uso del pessimismo (e il pericolo delle false speranze)»
di Roger Scruton, un filosofo britannico, ha vari spunti di riflessione,
ovviamente dal punto di vista umano e sociale.
Quella di
Roger Scruton è una critica radicale, basata per lo più sulle immani tragedie
del nostro passato, come quelle causate dal nazismo, dal fascismo e dal
comunismo.
A un lettore
attento e obiettivo non sfuggirà certamente che tutti gli utopisti (di
destra o di sinistra), ignorando la natura dell’uomo corrotta dal peccato, hanno
immaginano un futuro radioso.
Purtroppo,
quasi sempre, costoro, senza farsi troppi scrupoli, hanno imposto con la
violenza la propria visione del mondo basata su false speranze, d’impossibile
realizzazione.
Questo è
evidente, ai nostri giorni, nelle azioni compiute dai terroristi islamici; ma,
ancor più, negli ambienti economici e politici, che sorreggono le varie nazioni
e unione di esse.
Lo si vede nei
messaggi che, giornalmente, giungono alle nostre orecchie e che hanno come in
«comune» il benessere materiale della gente; ma che, in realtà, è uno sforzo per
cercare di migliorare la condizione di pochi privilegiati, sparsi nei
vari «uffici» di comando.
Tra le righe
dello scritto, si può notare una grande vena pessimistica, non dettata da una
visione tetra della condizione umana, ma dalla consapevolezza dei vincoli e dei
limiti della natura dell’uomo, che rendono impossibile ogni miglioramento della
società.
Dal punto
di vista cristiano, la questione della «speranza» dovrebbe essere di una
chiarezza assoluta e poggiare su basi certe e solide, invece molto spesso si
nutre d’illusioni e false aspettative. Il messaggio di speranza non è più
racchiuso in poche parole («Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
ravvedetevi e credete al vangelo» – Marco 1,15), ma è aggiunto a un’infinità
di altri messaggi, che hanno un’influenza pericolosa nell’obiettivo, che si pone
la Parola del Signore di «preparare» e «completare» il credente nel suo percorso
formativo.
«Sedersi»
assieme a quelli, che la Bibbia chiama «empi», condividerne gli usi e i
costumi, ragionare come loro in termine di benessere, pensare di «costruire»
sulla terra un mondo migliore, sono tutte cose che il Signore non gradisce.
L’esperienza di Lot ce ne dà un’idea.
L’idea di
Chiesa, che ci lascia la Parola del Signore, è contenuta nel Libro degli
Atti e nelle testimonianze che ci sono giunte e, di sicuro, non è quella che la
maggior parte di noi hanno!
Essa era
basata su certezze assolute e non su illusioni! {11-06-2014}
2. {Nicola Martella}
▲
Michele Savino,
grazie del tuo intervento. Mi hai fatto ricordare che ho già scritto di «speranza»
sotto gli aspetti sociali, politici e ideologici, anche come «utopia». Le
ideologie politiche e religiose sono spesso, almeno in occidente, ma non solo,
una «perversione» del messaggio biblico in chiave politica; gli obiettivi
biblici vengono snaturati, secolarizzati e sostituiti con altri, appunto quelli
dell’utopia di diversa matrice.
Si veda al
riguardo in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Le
escatologie politiche», pp. 268-271; «L’escatologia
marxista», pp. 272-277; «L’escatologia
nazista», pp. 278-284; «La
speranza secolarizzata», pp. 285-266.
3. {Pietro Calenzo}
▲
Le false speranze derivano dal nostro
ego, dalle false dottrine e, più in generale, dalle religioni di massa o
nominali. Oggi più che mai vale l’ordine della Scrittura: «Affinché impariamo
a praticare il non oltre ciò, che è scritto». I falsi alibi e la
preminenza della nostra sapienza dovrebbero essere bandite dalla mente del vero
credente. Le tradizioni e lo spirito religioso sono il frutto della mente di
Satana. Per tal ragione, chi contorce le Scritture, per appiattirle sulle
religiosità più disparate, non entra [nel regno, N.d.R.], ma resta sotto l’ira
di Dio. Sola Scrittura, solo Cristo. {11-06-2014}
4. {}
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5. {}
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6. {}
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7. {}
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8. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {Vari
e medi}
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12. {Vari
e brevi}
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► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Fals_speranz_S23.htm
11-06-2014; Aggiornamento: 13-06-2014 |