«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Dall'avvento alla parusia

 

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:

■ Aspetti introduttivi

■ Gesù di Nazaret

■ Gli Evangeli

■ Dall’ascensione alla fine dei tempi

■ Aspetti conclusivi

Recensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CONTRARIETÀ E SOFFERENZE DELLA VITA

 

 a cura di Nicola Martella

 

Contrarietà e sofferenze della vita1. ANDARE CONTROVENTO: Ho letto un vecchio detto tedesco, che illustra la perizia marinara; in italiano essa recita così: «Tutto dipende non da come il vento soffia, ma da come dispongo le vele».

     In qualche modo, tale proverbio ha confermato una mia massima, scritta tempo fa sulle contrarietà: «Quando il vento forte soffia in faccia, o si perde tempo a lamentarsene e magari a imprecare contro, o si usa l’occasione per alzare le vele e salpare».

     Le contrarietà della vita sono spesso sorgente d’insofferenza, mal di vita, prove e dolori. Perciò, aggiungo quest’altra mia riflessione sulle sofferenze: «Le sofferenze sono sempre un banco di prova: o ci si auto-commisera, entrando nel labirinto della depressione, o si accetta la sfida e, combattendo, si diventa tenaci e vittoriosi».

     Ho trovato la seguente citazione di James Dean, che si accorda con quanto detto sopra: «Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso sistemare le vele in modo da poter raggiungere la mia destinazione».

 

2. DOMANDE DI LAVORO (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):

     ■ Che cosa genera nella mia vita ricorrenti contrarietà?

     ■ Che cosa genera nella mia vita ricorrenti insofferenze, fastidi e mal di vita?

     ■ Quanto «concorso di colpa», quindi responsabilità, ho io perché si generino certe tempeste nella mia vita?

     ■ Come mi pongo dinanzi alle prove della vita? Con rassegnazione? Con autocommiserazione? Elaborando le cause? Come occasione per testare le mie forze? Come occasione per reagire e combattere? Oppure come?

     ■ Quante volte si tratta di «tempeste in un bicchiere d’acqua», ossia costruite dalla mia mente, ma in effetti inesistenti?

     ■ Come mi rapporto con Dio durante le reali tempeste della mia vita?

     ■ Come mi rapporto con i fratelli e la mia chiesa locale, quando mi trovo nella sofferenza e nella prova? Mi isolo? Cerco viepiù la comunione fraterna? Chiedo aiuto concreto a qualche credente in particolare di sostenermi nella mia battaglia?

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Edoardo Piacentini

2. Maria Gioconda

3. Claudia Biscotti

4. Letizia Passeri

5.

6.

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Edoardo Piacentini}

 

Nelle difficoltà della vita, che non mancano a nessuno, io trovo aiuto e sostegno prima nel Signore, che è la mia forza e il mio aiuto, ma non sottovaluto e, soprattutto, non metto da parte anche l’aiuto prezioso che viene dai cari nella grazia, in particolare da coloro, con i quali si è stabilita una comunione spirituale più intima, più stretta. Mentre confido nell’Eterno e ho la certezza che «quando l’avversario verrà come una fiumana, lo Spirito dell’Eterno alzerà contro di lui una bandiera» (Isaia 59,19), non disdegno allo stesso tempo l’aiuto e il conforto di un vero amico credente, perché sono consapevole che «l’amico ama in ogni tempo; ma un fratello è nato per l’avversità» (Proverbi 17,17), e «l’olio e il profumo rallegrano il cuore, così fa la dolcezza di un amico con i suoi consigli cordiali» (Proverbi 27,9). {13-08-2012}

 

 

2. {Maria Gioconda}

 

Contributo: Molti venti e tempeste ci sono nella vita di un credente, ma è l’uomo che «dispone le vele». Accettare la volontà del Signore significa inginocchiarsi ai piedi Gesù e sottomettersi a Dio, per riconoscere la sua sovranità con fiducia. D’altronde questa è la sua promessa: non sarete provati oltre le vostre forze. Questo non vuol dire che non dobbiamo fare la nostra parte, in quanto siamo stati creati con un cervello e con la facoltà di scelta. Occorre dunque lottare e lottare fino alla fine, rivestiti di un’armatura, che è la fede in Cristo, senza mai venire meno o tornare codardamente indietro. Chi vince, riceverà in dono la corona della vita eterna. {28-01-2015}

 

Nicola Martella: La vela bisogna disporla da sé; Dio darà la forza di tenerla a tiro nella giusta direzione, perché la navicella vada nella direzione del faro e, quindi, del porto sicuro.

 

 

3. {Claudia Biscotti}

 

Riflettendo, la prima reazione che avverto, è la contrarietà. Cerco di ripercorrere tutta la situazione, per capire dove ho sbagliato e se quello, che sto vivendo, è una conseguenza. Se ho provocato la conseguenza, sbagliando, mi rimprovero e cerco di ben capire, come non ripeterlo, sperando di avere più lucidità, se dovesse ripetersi. Se non dipende da me, cerco di capire il responsabile, non sempre ci riesco, purtroppo, specialmente se la recidiva, supera le 70 volte 7. Se, la situazione è indipendente da tutto e da tutti, quindi è una «prova diretta», cerco di sottomettermi con pazienza e fiducia, ma in alto mare, resto paralizzata, non riesco ad approfittare del vento contrario, resto immobile, aspettando che passi presto. Le mie reazioni iniziali sono carnali e non spirituali; a tal proposito negli anni, sono arrivata alla convinzione, che se riuscissi a distaccarmi dalla «carne» e vedere la realtà come la vede Dio, potrei attraversare la prova, spiritualmente. {29-01-2015}

 

 

4. {Letizia Passeri}

 

Contributo: Vedo che le contrarietà nella vita le hanno tutti gli uomini, non solo i cristiani. Il fatto che il vento soffi e mi porti nella direzione dove non voglio andar, mi fa capire che non posso oppormi a lui, ma che devo accettare di andare dove non vorrei andare. Opporre resistenza vuol dire sprecare tutte le energie e non averne più nel momento opportuno. Questa è la parte più difficile da fare, non opporsi al vento {10-02-2015}

 

Nicola Martella: Chi conosce l’arte di navigare con la vela, non spegne il vento, ma lo usa: modifica così la posizione delle vele, che può muoversi nella direzione che vuole, addirittura controvento. Chi non conosce l’arte di navigare con la vela, deve subire il vento e viene sballottato qui e là, secondo il capriccio delle correnti. Usare opportunamente le vele, non è sprecare tempo ed energie, ma trarre anche dal vento contrario la propulsione nella vita. Gli inesperti (bambini, fatalisti) si lasciano trascinare là, dove non vorrebbero andare; gli esperti (maturi, saggi) usano i venti per recarsi là, dove vogliono.

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Leonardo Bernardi: La vita non è certamente la cosa più facile di questo mondo, anche se è il dono più bello che Dio ci ha fatto. Senza la vita semplicemente non saremmo. Credo che formarsi una personalità cristiana è il segreto per avere coraggio e forza. Certamente gli Ebrei nel deserto ebbero difficoltà per 40 anni, ma ebbero fiducia in Dio. Quelli che non la ebbero, non entrarono nella terra promessa; il povero Mosè la vide solo da lontano, ma noi siamo meglio attrezzati di loro, c’è stato Cristo. {13-08-2012}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Giuseppe Preziosa: All’inizio c’è la carne, che prende il sopravvento; ma poi passo i giorni e le notti meditando e guardando tutto a ritroso, trovando con l’aiuto del Signore la soluzione. {14-08-2012}

 

Matteo Ricciotti: Hai elaborato 7 punti e il quarto comprende altri 6 sottopunti. Un bel lavoro da svolgere. Credo che, se li sviluppiamo, avremo buone possibilità d’imparare a essere vittoriosi. {16-08-2012}

 

Pasquale Aiello: È molto piacevole e incoraggiante leggere queste parole. Grazie a voi tutti. {18-08-2012}

 

Gaetano Salonia: Quando l’avversario viene come la fiumana, quanto è bello sapere che il nostro Padre è lì per dare un prontissimo aiuto a chi spera nell’Eterno. {19-08-2012}

 

Salvatore Carobene: È vero, dipende da noi per il modo, in cui sappiamo superare le difficoltà! {28-01-2015}

 

Nicola Martella: Il superamento delle difficoltà ha per il credente due dimensioni: ▪ 1. Ciò che dobbiamo fare noi; ▪ 2. Ciò che farà Dio. In pratica, ad esempio, se noi costruiamo una casa, poterla ultimare dipende dalla grazia di Dio. «Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non guarda la città, invano vegliano le guardie» (Sal 127,1). Ciò, che fa Dio, non ci deve però rendere pigri o inermi!

 

► URL di origine: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/A1-Contrarieta_Avv.htm

13-08-2012; Aggiornamento: 10-02-2015

 

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