■ 1. Come
reagisci, quando hai a che fare con gente arrogante?
■ 2. Che cosa
fai, quando passano a ingiuriare e offendere?
■ 3. Chi
sbraita fuori, ha spesso una cattiva coscienza, che grida dentro! Che ne pensi?
Il Messia: «Ecco il mio servitore, che ho
scelto; il mio diletto, in cui l’anima mia si è compiaciuta. Io metterò lo
Spirito mio sopra di lui, ed egli annuncerà la giustizia alle genti. Non
contenderà, né griderà e nessuno udrà la sua voce sulle piazze. Egli non
triterà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante, finché non abbia
fatto trionfare la giustizia» (Mt 12,18ss; si parla del Messia).
■ L’uomo di
Dio: «Or un servitore del Signore non deve
litigare, ma dev’essere mite verso tutti, capace di insegnare,
paziente, che istruisce con mansuetudine i contraddittori, se mai
avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità; ed essi
rinsaviscono, uscendo dal laccio del diavolo, essi che sono da lui imprigionati
per fare la sua volontà» (2 Tm 2,24ss).
■ Credenti
viscerali: «Da dove vengono le guerre e
le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni, che si
agitano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete e
invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra;
non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male
per spendere nei vostri piaceri» (Gcm
4,1ss).
■ Empi e
disordinati: «E ciò nonostante, anche questi
visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l’autorità e
parlano male delle dignità. Invece, l’arcangelo Michele, quando contendeva
con il diavolo, disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di
lui un giudizio ingiurioso, ma disse: “Ti sgridi il Signore!”. Questi,
invece, parlano in maniera oltraggiosa di quello, che ignorano, e si
corrompono in tutto ciò, che sanno per istinto, come bestie prive di ragione.
Guai a loro!» (Gd 1,8-11).
■ La norma
per tutti: «Nessuna cattiva parola esca
dalla vostra bocca; ma se ne avete qualcuna buona, che edifichi secondo
il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a chi l’ascolta» (Ef
4,29).
■ Rendere
conto: «Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo
malvagi? Poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla. 35 L’uomo
dabbene dal suo buon tesoro trae cose buone; e l’uomo malvagio dal
suo malvagio tesoro trae cose malvagie. Or io vi dico che d’ogni parola oziosa
che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio;
poiché dalle tue parole sarai giustificato, e dalle tue parole sarai
condannato» (Mt 12,34-37).
▲
3.
I contributi dei lettori
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori. I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Edoardo Piacentini}
▲
Quando Gesù caccio i mercanti e i cambiamonete dal
tempio, non si preoccupò che poteva essere giudicato un attaccabrighe; e i suoi
discepoli si ricordarono che stava scritto: «Lo zelo della tua casa mi ha
divorato» (Giovanni 2,17).
In altre occasioni, sempre Gesù non si è mai tirato
indietro dal predicare la verità a coloro, che la travisavano. Un
esempio, tra i tanti: ai Sadducei, che non credevano negli angeli e nella
resurrezione dei morti, e cercarono di ridicolizzarlo con una domanda
tendenziosa, Gesù disse con chiarezza che erravano, perché non conoscevano le
Scritture, né la potenza di Dio; fece questo, senza temere di essere giudicato
un arrogante o un oltraggioso. «Ma Gesù, rispondendo, disse loro: “Voi
sbagliate, non comprendendo né le Scritture né la potenza di Dio. Nella
risurrezione, infatti, né si sposano né sono date in moglie, ma essi saranno in
cielo come gli angeli di Dio”» (Matteo 22,29-30).
Ho ripetuto questo verso ai seguaci di W.M. Branham,
che affermano che Caino sia la progenie di satana, per dimostrare che non era
possibile che Eva potesse avere rapporti sessuali con un angelo, anche se
decaduto, perché creato da Dio asessuato, come ha insegnato Gesù. Allora sono
stato invitato ed esortato, anche in privato, da tanti conservi a non contendere
con loro. Tuttavia, la verità non può essere taciuta, anche se va detta
con garbo e spirito di mansuetudine, come faceva Gesù e come cerchiamo di fare
anche noi, che ci sforziamo d’imitarlo. {02-09-2012}
2. {Martella Nicola}
▲
Non è un caso che
nel libro dei Proverbi il saggio scrisse per i suoi discepoli: «Non
rispondere allo stolto secondo la sua follia, perché tu non gli debba
somigliare» (Pr 26,4). Dopo che essi hanno memorizzato tale regola, credendo
essi che tale era la norma unica e vincente, il maestro di sapienza diede
loro, subito dopo, un altro principio apparentemente antitetico: «Rispondi
allo stolto secondo la sua follia, perché non abbia ad apparire
saggio ai propri occhi» (v. 6). Chiaramente, lì per lì, tali discepoli
furono alquanto disorientati; poi impararono certamente il discernimento e la
sapienza. Come Salomone insegnò: «Per tutto v’è il suo tempo, v’è il suo
momento per ogni cosa sotto il cielo» (Ec 3,1ss).
Per tale
motivo, anche nella vita di Gesù ci furono tempi, in cui dette delle
lezioni magistrali (cfr. Mt 5-7), e altri in cui «tacque e non rispose
nulla» (Mc 14,61; 15,5; Mt 27,12). In un altro momento, mentre ascoltava
le accuse contro una donna adultera, si mise a scrivere per terra
(probabilmente il comandamento); poi si alzò e, dopo aver sentenziato
brevemente, guardò nuovamente per terra e continuò a scrivere sulla polvere (Gv
8,6ss). Ciò ebbe molto effetto sulle coscienze degli astanti, che avevano
portato l’adultera, senza l’adultero; quando si rialzò, non c’era più nessuno
degli accusatori (vv. 9s).
In alcuni
momenti bisogna insistere in tempo e fuor di tempo verso coloro, che sono
ancora recuperabili, riprendendo, sgridando, esortando con grande pazienza e
sempre istruendo (2 Tm 4,2). C’è il tempo in cui bisogna contrapporsi
assolutamente alle imposizioni dei falsi fratelli, che vogliono snaturare
l’Evangelo della grazia (Gal 2,4s). C’è la situazione che richiede che
si debba turare «la bocca
di quelli, che dicono, menzogne» (Sal 63,11; cfr.
Rm 3,19), ai falsi maestri (Tt 1,10) e specialmente «all’ignoranza degli
uomini stolti» (1 Pt 2,15). A volte, bisogna resistere in faccia
anche ai veri credenti, che si stanno comportando in modo contrario all’Evangelo
(Gal 2,11).
Altre volte,
quando c’è ostinazione verso l’Evangelo, bisogna scuotersi la polvere di
dosso e andarsene (Lc 9,5; 10,11). Quando la Parola di Dio viene dileggiata,
bisogna anche ricordarsi il comandamento del Signore: «Non date ciò, che è
santo, ai cani e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci» (Mt 7,6).
Quindi ci
vuole saggezza e la guida dello Spirito Santo, per sapere quando parlare
e quando tacere. Altresì, quando si parla, ci vuole sempre un linguaggio
pieno di «grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere
a ciascuno» (Col 4,6). Si necessita anche
di fermezza, per non farsi trascinare nella bassezza morale dell’altro.
Non si deve mai mettere in stand-by la buona creanza e il «frutto
dello Spirito».
3. {Rita Fabi}
▲
Mi è capitato
spesso quello, che scrivi caro Nicola; ma a parte i primi momenti, in cui il
desiderio sarebbe quello di reagire — purtroppo a volte il carattere
prenderebbe volentieri il posto sulla ragione e sul cuore — il più delle volte
mi limito a rispondere nella consapevolezza, che mi viene dalla Parola di
Dio. Mi rendo conto però che spesso l’arroganza del titolo di alcuni ha
molto più il sopravvento sulle risposte, che ricevo, dell’amore cristiano.
Quello, che però mi resta dentro di tali diatribe, è ciò che scrivi tu:
«Puoi anche credere di essere riuscito ad azzittirmi, sparando col cannone sui
passeri, ma non per questo mi hai convinto». E vado avanti con la gioia di
sapere che non sono i giudizi umani, che contano per me, ma quelli di
Dio. {04-09-2012}
4. {Enzo D’Avanzo}
▲
■
Contributo:
1. Questo è un argomento che riguarda la leadership cristiana
personale, ossia come essere leader di se stessi. «Se hai un motivo di fare
o non fare una cosa, mostri gli effetti di cosa essa è, iniziando prima
da te stesso». Le persone non sono il proprio comportamento: devi sempre
andare oltre, essere flessibile, capire il punto di vista degli altri,
interpretarne i comportamenti e intuirne le esigenze.
2.
Gridare, certo che si può, ma con educazione. Giovanni Battista gridava:
«Ravvedetevi, razza di vipere». Nella Genesi Giuseppe gridò: «Fate uscire tutti
fuori». Esaù gridò al padre: «Benedicimi anche a me». Mosè gridava spesso: «Che
devo fare con questo popolo». Il cieco gridò: «Gesù, figlio di Davide...» (Luca
9,38). Un uomo dalla folla gridò: «Maestro...». Gesù gridò: «Lazzaro vieni
fuori». Stefano gridò. Ci sono tanti esempi. Ma l’arroganza si manifesta
anche stando in silenzio. Tuttavia, non bisogna mai alzare la voce
in una conversazione a due. {04-09-2012}
▬
Nicola Martella: Quelli descritti sono vari motivi e atteggiamenti, perché una persona
grida, esprimendo secondo i casi: comando d’autorità, bisogno, disperazione, rimprovero e così via.
Qui chiaramente parliamo del dialogo fra persone,
non di altro. Al volume della voce preferisco la forza degli argomenti.
La concitazione fa perdere di vista gli
obiettivi e fa assomigliare a coloro, che ti avversano con male parole. La
risposta calma, pacata e fondata è come la goccia, che spacca la roccia,
almeno col tempo. Inoltre, quando nella discussione si pratica il «frutto
dello Spirito», ciò aiuta ad ascoltare il Signore per ricevere
rivelazione mediante la sua Parola, mentre si risponde al proprio prossimo,
che magari arrogante si agita, minaccia e impreca.
Giustamente
dicevano i sapienti: «Una città smantellata, priva di mura... [così]
un uomo, il cui spirito manca di autocontrollo» (Pr 25,28).
5. {}
▲
6. {}
▲
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari
e medi}
▲
■
Anna Maria Maiore: È proprio vero che le
persone arroganti hanno la loro punizione in questo modo di reagire. «Chi
è lento all’ira ha molto buon senso» [Pr 14,29; N.d.R.]; «Chi è
lento all’ira vale più del prode guerriero» [Pr 16,32; N.d.R.]; «Chi
modera le sue parole possiede la scienza» [Pr 17,27; N.d.R.]; e tanto altro
ancora. Certo che queste reazioni mi lasciano senza parole, e l’arroganza
non dovrebbe essere in un figlio di Dio. {04-09-2012}
12. {Vari
e brevi}
▲
■
Luisa Piana: Le persone arroganti
non mi spaventano, mi colpiscono ma non mi feriscono. A volte, il loro è solo un
meccanismo di difesa preventiva, che può essere scardinato
con una battuta o con un sorriso. Mi spaventa di più chi mi sorride e
finge la gentilezza. {02-09-2012}
■
Alessio Rando: Molti credenti sono
litigiosi con chi non la pensa come loro. Questa è carnalità. Molti
credenti sono molto psichici e poco pneumatici: Si comportano come il
mondo e non come figli di Dio. Stiamo attenti a non cadere nella trappola di
Satana! {02-09-2012}
■
Antonio Nappo: È bella la
figura del cannone puntato sui passeri. Bisogna ritenere la Verità, non sopita nel cuore del credente, facendo di essa
norma di vita. Grazie. {02-09-2012}
▬
Nicola Martella:
Più che «bella», tale immagine è
suggestiva e rende l'idea. ☺
■
Giovanna Cuttitta: Sono sempre più convinta che
l’arroganza fa da padrone su soggetti particolarmente stupidi, dove vige
la più totale mancanza di relazioni personali e che oltrepassa la
convivenza civile e democratica. {02-09-2012}
■
Luisa Lauretta: L’arroganza è una
brutta bestia; se la conosci, la eviti. {02-09-2012}
►
URL: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/T1-Argoment_arroganz_UnV.htm
02-09-2012; Aggiornamento: 06-09-2012