Qualcuno ha detto:
«Puoi educare i tuoi figli come vuoi, tanto t’imiteranno in ogni cosa».
Dove c’è la scollatura tra il dire e il fare dei padri, ogni figlio o imiterà il
suo genitore o si sceglierà altri modelli.
1. PADRI
INCOERENTI: La peggiore mala bestia nel rapporto fra padri e figli si
chiama incoerenza. Ho ancora impressa nella mente quell’immagine di un padre,
che aveva la sigaretta in bocca e che con le mani ingiallite dal tabacco
dava uno schiaffo al figlio, dicendogli: «La prossima volta che ti vedo
nuovamente fumare o ti trovo delle sigarette, te le darò di santa ragione!». Per
non parlare di quell’altro padre che, imprecando contro il figlio, lo
rimproverava con male parole per aver usato bestemmie e lo minacciava nel caso
ciò si fosse ripetuto.
Padri
incoerenti tirano su figli incoerenti, che hanno imparato a predicare
bene e a razzolare male. Allora, si instilla nella mente la convinzione che non
vale la coerenza morale, ma la furbizia di non farsi scoprire; e se sei stato
scoperto, nega assolutamente o trova un capro espiatorio.
2. PADRI
INCOSTANTI: L’altra mala bestia nel rapporto fra padri e figli si chiama
atteggiamento privo di equilibrio e interventi disciplinari sproporzionati.
Tali padri fanno finta di non vedere per un certo tempo, per poi, quando hanno
la luna storta, invece di intervenire per la singola cosa appena successa, fanno
pagare al figlio tutti gli arretrati. Chiaramente ciò viene vissuto come
un’ingiustizia dai figli e genera in loro un senso di scoraggiamento verso se
stessi e di deprezzo e di ribellione verso il genitore. Per questo è scritto: «Padri,
non irritate i vostri figli, affinché non si scoraggino» (Col 3,21). «E
voi, padri, non provocate a ira i vostri figli, ma allevateli nell’educazione e
nell’esortazione del Signore» (Ef 6,4).
3. AGISCI
FINTANTOCHÉ SEI IN TEMPO: Qualcuno ha detto: «Quando finalmente ero
diventato capace di educare i miei figli, non ne avevano più bisogno,
essendosene oramai andati via da casa». I figli crescono, imitando dapprima i
genitori e poi creandosi una propria identità. Quello, che si semina nei
figli, quello essi mieteranno. «Inculca al fanciullo la condotta che deve
tenere; anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà» (Pr 22,6). Quindi,
come recita la sapienza del fabbro: «Il ferro si batte, fintantoché è
caldo».
4. LA
PALESTRA MORALE DOMESTICA: La casa dei credenti biblici dev’essere un
luogo di adorazione, una scuola di coerenza morale in conformità con i
principi biblici e una palestra per la fede. In una famiglia l’incoerenza
morale e comportamentale dei genitori sono un grande ostacolo alla testimonianza
verso i figli e alla formazione in loro di una dirittura morale. Perciò
Mosè ingiungeva ai padri quanto segue: «E questi comandamenti che oggi ti do,
ti staranno nel cuore; li inculcherai ai tuoi figli, ne parlerai quando
te ne starai seduto in casa tua, quando sarai per via, quando ti coricherai e
quando ti alzerai» (Dt 6,6s). Tale scuola di vita aveva come «ritorno di
fiamma» il fatto che anche i padri erano tenuti a vivere in conformità
agli insegnamenti, che impartivano ai figli. Chi non vive un rapporto di fede
coerente in casa e fuori di essa, non può pretendere che lo facciano i propri
figli.
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Tale padre, tale figlio? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
L’educazione materna {Nicola Martella} (T)
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Prob/A1-Padre_figlio_Mds.htm
18-01-2015; Aggiornamento: 22-01-2015 |