«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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CREDENTI ALLA DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE

 

 di Nicola Martella

 

Il romanzo

Dottor Jekyll e signor Hyde     Robert Louis Stevenson pubblicò nel 1886 il romanzo fantastico «Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde». Il medico Henry Jekyll arriva a concludere, dopo numerosi studi, che l’uomo porta in sé due personalità contemporanee. Mediane una miscela, fatta da sé, riesce a destrutturare la sua personalità e a dare una propria sembianza e personalità all’alter ego, alla sua seconda natura, quella malvagia di mister Edward Hyde. Quando prevale l’identità del dottor Jekyll, egli è alto, educato, moralmente sano e solidale con il suo prossimo. Quando prevale l’identità di mister Edward Hyde, egli appare più basso, più giovanile e gobbo, ha le braccia corte e le mani pelose e tozze, è inclinato al male e a soddisfare i propri istinti ed egoismi e mostra una natura sfrenata, violenta e asociale. Mi fermo qui; per i dettagli rimando alle recensioni del romanzo (cfr. p.es. Wikipedia).

 

Credenti in casa e fuori casa

     Alcuni credenti, pur volendo piacere al Signore, sperimentano un fenomeno simile nella loro vita. Senza aver bisogno di pozioni, si trasformano, probabilmente senza volerlo, nella loro personalità e presumibilmente non ne sono neppure del tutto coscienti. Ho conosciuto alcuni credenti, che fuori di casa sono un pezzo di pane, desiderosi di piacere al Signore, disposti ad aiutare tutti, che si danno da fare per l’opera di Dio e appaiono pieni del frutto dello Spirito.

     Eppure, appena varcano la soglia ed entrano in casa, si trasformano e sono incapaci di vivere così come fanno fuori. Sembra che appendano fuori della porta di casa «l’uomo nuovo» e rivestano sulla soglia di casa «l’uomo vecchio». È come se ci fosse un relè mentale, che scatta. Allora a farne le spese sono proprio il coniuge e i relativi figli. Qui per giorni mugugnano e sbraitano per ogni nonnulla oppure tacciono e non comunicano.

     Magari hanno una fase con grandi slanci devozionali nel matrimonio e in famiglia, per passare poi alla fase della «cattività babilonese» o del «chi tocca i fili, muore». Allora, «ama il tuo prossimo come te stesso» vale per quelli di fuori, ma non per quelli di dentro, che sono ancor più prossimi. Coniuge e figli vivono come sospesi nel vuoto, sperando che presto «l’uomo nuovo» non rimarrà fuori della porta di casa.

     D’altra parte, un tale atteggiamento del coniuge o genitore fa deprimere, fiacca la fede e ogni entusiasmo nella devozione personale ed erode la fiducia.

 

Incoerenza incosciente o responsabile

     In alcuni di tali casi, ho avuto come l’impressione che tale credente non si renda conto, almeno fino in fondo, che sta recitando due parti differenti e contrastanti fra di loro nello stesso film: il credente spirituale, premuroso e consacrato fuori casa, e il credente carnale, insensibile e spietato dentro casa. In altri casi, dove la consapevolezza c’è, si cerca di spiritualizzare, in qualche modo, tale carnalità, dandole un qualche senso. In altri casi ancora, alla base c’è un inconscio infantilismo della fede, che fa cercare fuori casa gratificazioni mediante un super-attivismo devozionale, mentre in casa si è un grande fallimento.

     Per anni, di tali «credenti alla dottor Jekyll e mister Hyde» gli altri non sano nulla, poiché vedono solo la bella copia di fuori; e l’altro coniuge e i figli tacciono per pudore. Prima o poi, come recita il proverbio, tutti i nodi vengono al pettine. La corda si spezza. La maschera cade. Si miete ciò, che si è seminato. Rimane un mucchio di cocci e tanta solitudine e infelicità. Speriamo in un rinsavimento prima che tutto sia troppo tardi.

 

► URL : http://diakrisis.altervista.org/_Prob/A1-Credenti_Jekyll_Hyde_EnB.htm

06-07-2011; Aggiornamento:

 

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