«Cantate salmi all’Eterno, voi suoi santi, e celebrate a memoria della sua santità! [5]
Infatti, per un momento si è nella sua ira, per una vita [intera] nella sua
clemenza. La sera sopravviene il pianto, ma al mattino c’è il giubilo» (Salmo
30,4s lett.). |
I nostri problemi non sono solo
legati alla contingenza, all’ambiente, alle circostanze oggettive, alle scelte
altrui, agli accadimenti e agli accidenti, ma hanno una dimensione teologica.
Perciò, possono essere risolti specialmente in modo teocentrico, in riferimento
a Dio.
È singolare che non è tanto
supplicando il Signore, ricordandogli la lista dei nostri guai e delle nostre
preoccupazioni, che otteniamo la serenità, quanto dapprima lodando e celebrando
Dio! Per prima cosa ci riportiamo alla mente chi Dio è; egli è in ebraico
«Jahwè», ossia «chi è qui, chi interviene» (Es 3,6ss.15ss). Poi facciamo mente
locale riguardo ai suoi atti storici passati. I «santi», infatti,
ossia coloro che sono usciti dalla profanità per essere «speciali per l’Eterno»,
celebrano il Signore la «a memoria della sua santità».
Similmente si legge: «Rallegratevi
nell’Eterno, o giusti, e celebrate a memoria della sua santità!» (Sal 97,12
lett.). Si noti come i «santi» sono altresì i «giusti». Rallegrarsi nel
Signore, ossia per ciò che Egli è, fa e dà, muta il nostro rapporto verso le
cose e i problemi, che ci stanno intorno (cfr. Fil 3,1ss; 4,4ss.10ss).
Con tali premesse, Davide
portò alla mente dei devoti le proporzioni delle cose (Sal 30,5). Anche
laddove diventiamo colpevoli e oggetto della giusta disciplina di Dio
(cfr. Davide stesso: Uria e Batsceba 2 Sm 11,3ss; censimento erroneo 2 Sam
24,1ss), ciò dura per un periodo circoscritto. Al contrario la clemenza
divina dura tutta la vita (cfr. Sal 23,6 bene e clemenza; 42,8).
Inoltre, Dio può portare
il
cambiamento ogni momento. La sera si va a letto col cuore pesante e già
al mattino successivo si è pieni di giubilo. Alcuni brani parlano del
mutamento fra pianto (piangere; dolore) e giubilo (gioia; Is 35,10; 61,3; 65,19).
«Se ne va piangendo colui, che porta il seme da spargere, ma tornerà
con canti di gioia, quando porterà i suoi covoni» (Sal 126,6).
«In verità, in verità vi dico che voi piangerete e farete cordoglio,
ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione
sarà mutata in gioia. [21] La donna, quando partorisce sente
tristezza, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il
bambino, non si ricorda più del travaglio, per la gioia che è venuto al
mondo un essere umano. [22] Così anche voi ora siete nella tristezza;
ma io vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà, e
nessuno vi toglierà la vostra gioia» (Gv 16,20ss). |
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20-10-2015; Aggiornamento: |