«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

Credere e comprendere

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Crescita personale

Cultura e società

Discepolato e devozione

Dottrine bibliche

Etica cristiana

Problemi e soluzioni

Religioni e confessioni

Scienza e fede

▼ Vai a fine pagina

 

Uniti nella verità...

 

Etica cristiana (generale)

 

 

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

  Ecco le parti principali:

■ Entriamo in tema (il problema)

■ Uniti nella verità

■ Le diversità quale risorsa

■ Le diversità e le divisioni

■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SAPORE DI SALE

 

 di Nicola Martella

 

1. IL BISOGNO DI SALE: Oggigiorno si fa troppo uso di sale, ma al tempo della Bibbia era un bene raro, che non tutti potevano permettersi. Già Giobbe, che era benestante, poté dire: «Si può forse mangiare ciò, che è insipido, senza sale?» (Gb 6,6). Il sale nell’antichità era un bene prezioso (cfr. Est 4,14), che veniva scambiato a gran prezzo (cfr. Esd 7,22).

 

Come il credente deve avere la qualità della luce, per illuminare il mondo intorno a sé (Mt 5,14ss), così egli deve dare sapore nel suo ambiente come il sale fa con le pietanze sciape (v. 13).

     Il sale dà gusto, fintantoché non è diluito al massimo. Fintantoché il sale mantiene le sue proprietà, conserva sostanze e alimenti, impedendo la formazione di muffe e di batteri (cfr. Es 30,35 profumo; cfr. Is 30,24).

     Il sale ha anche una forza purificatoria, uccidendo tutti i fattori patogeni. Perciò,

 

«salare» intende anche purificare. Gesù disse: «Ognuno sarà salato con fuoco» (Mc 9,49).

     Il sale rappresenta la forza morale dell’insegnamento biblico, che permette di distinguere il bene dal male. Per questo, la Scrittura è utile non solo a mostrare la via della salvezza, ma «a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia» (2 Tm 3,16). I credenti con il loro comportamento possono mostrare intorno a loro le qualità del sale: dare gusto e conservare i buoni valori. Dove ciò, avviene, le persone vengono attratte dalla verità.

 

2. INSIPIDITÀ: Come diventano insipidi i credenti? Almeno nei modi, che seguono.

     ■ Il legalismo: Alla grazia responsabile, che porta ad agire con decoro e ordine secondo gli insegnamenti biblici, si affianca una lista vincolante di regole morali. Tutto ciò porta non alla verità, che rende liberi, ma al massimalismo religioso. Si hanno le forme della devozione, ma si è rinnegata la potenza (cfr. 2 Tm 3,5). Sembra sale, ma non lo è.

     ■ Il liberalismo: I chiari insegnamenti biblici vengono dialetticamente relativizzati e diventano solo opzioni possibili. Perciò, ognuno vive secondo la propria morale e ad adeguarsi ai canoni del mondo. Tutto ciò porta all’arbitrio morale e a vivere non secondo l’insegnamento biblico, ma secondo un umanesimo cristianizzato. Ci si sente a posto, ma si è, in effetti, poveri, ciechi e nudi sul piano morale e spirituale (cfr. Ap 3,17).

     ■ La carnalità: Invece di cercare ciò, che edifica e porta avanti l’opera di Dio, si praticano invidia, ostilità, calunnie segrete e altre opere della carne (Gal 5,19ss) contro coloro, che si impegnano nell’opera. Addirittura, si serve il Signore non per vocazione, consacrazione e convinzione, ma per concorrere con altri e per arrecare loro smacco (cfr. Fil 1,17). Pur di primeggiare, tali persone instabili affrontano il rischio di mettere in pericolo l’opera di Dio e che il «candelabro» (comunità locale) venga rimosso dal Signore (cfr. Ap 2,5). Gli insipidi produrranno solo insipienza con la loro carnalità, rovinando un gran bene.

     ■ L’infantilismo: I cristiani infantili si atteggiano a grandi maestri (cfr. Gcm 3,1), pur succhiando ancora il biberon, spesso sentenziando in male anche delle cose che ignorano (cfr. Gd 1,10). Essi rimangono nani sul piano morale e spirituale, che mai raggiungono la maturità spirituale («misura della piena crescita della pienezza di Cristo»; Ef 4,13). Tuttavia, si atteggiano a persone mature, pur essendo instabili e bisognosi ancora di latte (1 Cor 3,2), pronti a innescare un dissidio per nulla, come fanno i bambini per pochi giocattoli (cfr. v. 3). Mettono bocca su tutto (cfr. Sal 73,9); e, sebbene le loro analisi siano infantili o stolte (cfr. Pr 12,15), le propongono con convinzione, come fossero sapienza; i loro consigli sono puerili (Is 19,11), ma essi pensano che saranno risolutivi. Come bambini mutano continuamente opinione e sono trascinati ora da una corrente dottrinale, ora da un’altra (Ef 4,14).

 

3. APPROFONDIMENTI: Nell’antichità il sale a causa della incorruttibilità, era simbolo di un rapporto saldo e lungo, com’è l’amicizia. Per questo, un patto stabile era chiamato un’«alleanza di sale». In Israele il sale sull’oblazione era «segno del patto del tuo Dio» (Lv 2,13). Un «patto inalterabile, perpetuo» (Nu 8,19) è in ebraico un «perenne patto di sale»; similmente un «patto inviolabile» (2 Cr 13,5) è in ebraico un «patto di sale».

     Gesù disse ai suoi discepoli: «Abbiate del sale in voi stessi e state in pace gli uni con gli altri» (Mc 9,51). Quindi, qui «sale» è sinonimo di sapienza e autocontrollo; chi ce l’ha, è capace di vivere in pace con gli altri. Il sale, perduto il sapore, non è adatto né per il terreno, né come concime, ma lo si butta via come un rifiuto (Lc 14,35).

     Il sale riguarda il modo di parlare avveduto: «Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno» (Col 4,6).

     Anche oggigiorno si fa uso del termine sale, per esprimere concetti traslati. Ciò che «sa di sale», è materialmente piacevole al palato e spiritualmente alla mente. Si afferma che qualcuno è «senza sale», per significare una persona sciocca o insignificante. Chi ha «poco sale nella zucca», è scarso d’intelligenza e di giudizio e, quindi, difficilmente sarà d’aiuto per gli altri. Quindi, il sale è un simbolo dell’intelligenza, del senno e della saggezza. Intendere o parlare «con un grano di sale», significa farlo con un po’ di discernimento. Un discorso o uno scritto scipito non sa né di sale né di pepe. «Restare di sale» significa rimanere attonito, sbalordito, stupefatto; è un’allusione alla moglie di Lot (Gn 19,26).

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Sap_sale_UnV.htm

21-05-2015; Aggiornamento:

 

Punto°A°Croce

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce