«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Generi & ruoli 1

 

Etica cristiana (generale)

 

 

 

 

L’uomo e la donna nella Bibbia — Generi e ruoli 1

  Ecco le parti principali:

Entriamo nel tema (la problematica)

I generi nella Bibbia

Il matrimonio nella Bibbia 

 

La donna nel Nuovo Testamento — Generi e ruoli 2

  Ecco le parti principali:

La posizione della donna nella chiesa

Il ministero della donna nella chiesa

Aspetti conclusivi

La mia donna 

 

Vedi al riguardo le recensioni.

Generi & ruoli 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MENTITE SPOGLIE CON FALSO TEOLOGICO

 

 di Nicola Martella

 

Jehovah?

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Nei social network va di moda la cattiva abitudine di nascondersi dietro a una comoda e falsa «etichetta». A ciò si aggiunga la «moda» di scegliersi nickname religiosi e in particolare quelli in cui ricorre il nome «Yeshua», «Jehovah» e simili, a cui si aggiunge altro. Ad esempio:

     Yeshua: Beth Yeshua Messianic, Joseph Ben Yeshuah, Yeshua Amigo Fiel, Banda Yeshua Yeshua, Ministerio de Yeshua, Escuela Profética Yeshua (vari), Bontu Yeshu'a, + El Shaddai, + Gesù E Amore, + Re Dei Re, + Namecristos, + Ben-Judah, + Hamashia, + Esposito Napoli, + Michele Savanelli + Valentino Cerri...

     Jehovah: Danza Jehovah Shammah, Jehovah Nissi Prophetic Dance, Jehövah Yiçkas fidanzata ufficialmente con Jehövah Yuðas, Jehovah Shop, Jehovah Jireh (vari), Jeh Jir, Jehovahjireh + altro, Francisca Jehovah, Blessing Jehovah, Iah Jehovah, Jehovah Magpantay, Subhashini Jehovah, Jehovah Narm, Jehovah Guidesme, Cherubimseraphim Jehovahadonai...

 

Come si vede alla fantasia non c’è limite, Questi sono solo alcuni esempi. Ce ne sono tanti altri col nome «Gesù + altro». Sembra che nessuno se ne faccia scrupolo. E a nessuno viene il dubbio di nominare (e far nominare) il nome di Dio invano.

 

 

2.  LE QUESTIONI: Qui di seguito porterò un esempio particolare, accadutomi in questi giorni. Riporterò solo i nickname, evitando di dire chi si cela dietro di loro; a noi interessa qui solo il fenomeno.

     Mi ha scritto «Jehovah Jireh», chiedendomi l’amicizia e l’iscrizione ai miei gruppi. L’equivoco, che ho visto sulla sua bacheca comincia già con fatto che «Jehovah Jireh» afferma di essere sposato con «Jehovah Tsidkenu»; se uno ci riflette sopra dal punto di vista teologico, risulta evidente già qui il nonsenso. Poi, posso immaginarmi, che la gente gli risponderà all’incirca così: «Caro “Jehovah”, il tuo pensiero mi trova d’accordo»; oppure anche: «Tu, “Jehovah”, dici una cosa assurda... » e cose simili. Non so se a tali persone con «etichette» non viene in mente che stanno usando (e facendo usare) il nome di Dio invano.

     Non mi sarei mai aspettato un pasticcio plurimo del genere. A tale credente gliel’ho scritto pure in una e-mail comune, che egli ha inviato a tanti, comunicando la sua scelta, e l’avrei scritto anche alla consorte, ma sul loro account hanno disabilitato la possibilità di inviare loro delle e-mail, se non si è «amici».

     In tale e-mail collettiva «Jeh Jir» scriveva quanto segue: «Cari tutti, vi annuncio che chiuderò il mio account e ne aprirò uno nuovo. Riceverete una richiesta di amicizia a nome “Jehovah Jireh”. Se vi fa piacere avermi fra le mie amicizie, accettatela pure! Un saluto a tutti e buona giornata!». Su tale e-mail collettiva ci sono state diverse reazioni, specialmente di perplessità e di preoccupazione. Qualcuno scrisse: «Fratello *** che cosa è successo con te e *** [moglie] ? Che ora ci ritroviamo con la posta piena di messaggi senza capire nulla... perché avete cambiato nome improvvisamente?». Ecco la mia risposta: «***, peccato che chiudi un account a tuo nome per aprirne uno con nome fittizio. Peccato anche perché io non accetto l'amicizia da parte di chi usa nomi fittizi (Fil 2,15)».

     Quando avevo oramai terminato questo scritto, mi ha raggiunto su tale e-mail collettiva la seguente risposta, che per dovere riporto: «Fratello caro, rispetto serenamente la tua scelta ma sappi, per amore di verità e per trasparenza, che non è mia intenzione nascondere la mia identità alle persone, che avrò fra le mie amicizie, bensì solo a qualcuno, indesiderato, che potrebbe cercarmi e disturbarmi anche qui su Facebook. Non intendo dunque trarre alcun “vantaggio” da questa cosa, se non quello che ti ho qui esposto. Chi sarà fra i miei amici non sarà nessuno di diverso da chi lo è tutt’ora e sa bene come mi chiamo (la maggior parte di loro sa chi sono non solo per avermi visto in foto). Se inoltre chiederò amicizie ad altri, va da sé che prima mi presenterò con il mio vero nome. Avrei avuto piacere ad averti fra i miei amici (e difatti ho inviato questo messaggio anche a te), pur non conoscendoti di persona, perché leggo con piacere i tuoi scritti e mi piace la serietà, il rigore e la pazienza con cui affronti i più svariati temi biblici e le questioni che ti vengono poste, ma non intendo “forzare” la tua mano in alcun modo di fronte a una tua così chiara presa di posizione. Pace!». Chiaramente sono grato di questa risposta, rispetto tale scelta, ma non la condivido. Io non amo le «etichette» (quanto meno se religiose), ma persone reali e riconoscibili.

 

 

3.  IL MIO DISSENSO: Perché dissento dal loro modo di fare? Eccone i motivi. Per prima cosa Facebook proibisce account con nomi di fantasia, ma prevede solo quelli con nome e cognome veri. Sulla problematica si vedano i seguenti scritti:

Falsi account su Facebook {Nicola Martella} (A)

Falsi account su Facebook? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Non accetto come amici persone non identificabili {Nicola Martella} (A)

 

Seconda cosa, «Jehovah Jireh» e «Jehovah Tsidkenu» non sono mai esistiti! «Ma come?», mi si dirà, «Esistono nel testo e nelle note di alcune Bibbie e in Internet in alcuni articoli». Eppure non sono mai esistiti nella realtà per questi motivi. «Jehovah» è un pasticcio medioevale (dal 12° sec. d.C. in poi), derivato dall’ignoranza umana. Dopo un millennio che gli Ebrei leggevano cosiddetto tetragramma (JHWH) come adônāj «Signore», i Masoreti avevano apposto ad esso appunto le vocali di adônāj, sia per renderlo illeggibile, sia per ricordare la lettura come «Signore». Ci voleva proprio chi si cela ora dietro all'etichetta «Jehovah Jireh» a riscaldare tale pasticcio e a farlo proprio per la gioia dei seguaci della Torre di guardia?

     In Genesi 22,14 la Luzzi e la Nuova Diodati riportano nel testo «Jehovah Jireh», la Nuova Riveduta corregge il tiro della Riveduta in «Iavè-Irè», la Elberfelder riporta «Jahwè provvederà», la Diodati e la CEI traducono del tutto con «Il Signore provvede», come già fece Lutero: «Il Signore vede».

     In Geremia 23,6 (e 33,16) tutte le traduzioni preferiscono riportare direttamente il significato nel testo: «l’Eterno nostra giustizia» (R, ND), «[Il] Signore-nostra-giustizia» (NR, CEI, Lut, D) e «Jahwè, nostra giustizia» (Elb).

     Che cosa c’è allora nel testo ebraico? C’è rispettivamente «JHWH [= Jahwè] Jire’ëh» (adônāj provvede; Gn 22,14) e «JHWH [= Jahwè] idekenû» (adônāj nostra giustizia; Gr 23,6; 33,16).

     Per l’approfondimento, si vedano i seguenti scritti su «Fede controcorrente»:

Esiste il nome Geova nei manoscritti greci del NT? {Nicola Martella} (T)

Geova, Geovizzanti e affini {Nicola Martella} (A)

Geova, Geovizzanti e affini? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Le domande, che rimangono sono le seguenti: Perché nascondersi dietro a «etichette», invece di essere «schietti» (Fil 2,15)? Coloro che hanno adottato tali «etichette», che hanno da nascondere? Vale la pena di rischiare di creare molti degli equivoci, sopra menzionati, ad esempio l’uso invano del nome divino e addirittura che altri imprechino contro Dio, per dissentire con loro? Perché scegliere delle etichette in simil-ebraico? E perché associarsi così a delle mistificazioni storiche, usando l’improbabile «Jehovah»? Perché mettersi a seguire la moda di giudaizzare e di geovizzare?

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarlo formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Queste sono le cose che dovete fare: dite la verità ciascuno al suo prossimo; fate giustizia, alle vostre porte, secondo verità e per la pace; nessuno macchini in cuor suo alcun male contro il suo prossimo, e non amate il falso giuramento; perché tutte queste cose io le odio, dice l’Eterno» (Zc 8,16s).

     «Siate irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la Parola della vita» (Fil 2,15).

     ■ «Già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore. Conducetevi come figli di luce (poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà e giustizia e verità), esaminando che cosa sia grato al Signore. E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; anzi, piuttosto riprendetele» (Ef 5,8-11).

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Etic/A1-Mentite_spoglie_teol_GeR.htm

12-02-2012; Aggiornamento: 13-02-2012

 

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