I contributi sul tema
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1. {Giovanni Sarruso}
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Contributo: Aggiungo che le vocali in
ebraico sono supposizioni; noi abbiamo in effetti: IHWH. {24-09-2011}
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Nicola Martella: Ci sono antiche fonti in greco, che riportano il nome ebraico
di Dio traslitterato ai loro tempi come «Iabé» (grafema), corrispondente
al fonema «Iavé». Quindi, il punto non è questo, ma la presunta
necessità di pronunciarlo oggigiorno, a distanza di millenni, per essere
esauditi dal Signore. Ribadisco nuovamente che il NT (scritto originariamente in
greco) non riporta mai esplicitamente «Jahwè» né «Jeshùa», ma solo «Kyrios» e «Iesous»,
ossia Signore e Gesù.
2. {Alessio Rando}
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La fissa del «Movimento
del Sacro Nome» è la stessa dei testimoni di Geova, ma ingigantita e
allargata anche al nome di Gesù. So che nel «Movimento del Sacro Nome» ci furono
faide riguardanti la pronuncia di YHWH e del nome di Gesù in ebraico, e
so anche che loro insegnano, tra le altre sciocchezze, che il NT fu scritto
originariamente in ebraico e che il nome di Gesù deriva da quello di
Zeus; e forse negano anche la Trinità. Ora tutte le dottrine del «Movimento
del Sacro Nome» sono menzogne del diavolo! {24-09-2011}
3. {Pietro Calenzo}
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Contributo 1:
Tutto il Nuovo Testamento insegna che essi sono nell’errore. Shalom.
{24-09-2011}
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Contributo 2:
Caro Nicola, shalom. Il grosso enorme problema dei cultori del sacro Nome, non è
tanto che essi insistano sui fonemi Yahweh e Jehoshua (che pur appare
prassi un po’ elitaria), l’enorme problema sorgerebbe allorquando affermino, se
lo affermano, che se noi tutti non denominiamo Gesù e Dio Padre con i loro
nomi in ebraico, il Padre Santo e Gesù Messia, potrebbero non ascoltarci.
Ciò sarebbe una formulazione legalista e settaria, che
annullerebbe la grazia, anche perché in tutto il NT Dio non ci ha mai
insegnato tale obbligo o imposto tale peso. Benedizioni in Gesù Cristo.
Shalom. {26-09-2011}
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Nicola Martella: Chi, essendo
figlio, può rivolgersi al Sovrano come «Padre nostro» o «Abba, Padre», non ha
bisogno di altri fronzoli religiosi, che confinano con una concezione
sacramentale dell’onomastica, quindi con un atteggiamento
magico-superstizioso verso i nomi ebraici, come accade nella cabala.
Questo è un atteggiamento che Paolo iscriverebbe fra le «favole giudaiche».
Poveracci,
trattano Dio come un sistema elettronico, a cui senza la giusta password
non si accede! Per noi rigenerati, essendo Dio nostro Padre, possiamo accostarci
a Lui senza fronzoli linguistici e religiosi. Questa è la libertà
dei «figli di Dio». Grazie a Gesù Cristo per questo privilegio, che ci ha
elargito sulla base dei suoi meriti! A creare la giusta comunicazione ci pensa
poi lo Spirito Santo e non un «nome-codice» in ebraico.
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Pietro Calenzo: Concordo, Caro
Nicola, grazie della tua precisazione, che condivido pienamente. Aggiungo
solamente che tale vezzo o «malvezzo» va diffondendosi sempre più anche
nel variegato mondo evangelico in alcuni gruppi di frangia. Dio ti benedica.
{26-09-2011}
4. {Sandra Sangiorgio}
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Contributo: Dio ha tanti nomi: il Re
degli eserciti, Elohim, ecc.; Gesù è Emanuele, il Salvatore, ecc. Sono
nomi che usavano gli Ebrei, che davano un nome a Dio secondo le loro
circostanze, in cui venivano liberati, aiutati. {24-09-2011}
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Nicola Martella: Nel NT ci
sono nomi in greco, che poi sono stati tradotti in italiano (p.es. theós → Dio), non nomi
ebraici (p.es.
Elohim).
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Sandra Sangiorgio: Dio è stato
l’Iddio degli Ebrei! Il VT non conta più? Poi per come dobbiamo chiamare
o no, sono d’accordo pure io sull’«Abba, Padre», perché è il nostro
Creatore (!), il nostro unico e vero Dio! {24-09-2011}
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Nicola Martella: L’AT non è
più ingiuntivo per i credenti del nuovo patto (Eb 8,13; 10,1; Col 2,16s),
sebbene rimanga indicativo. Inoltre, l’AT fu tradotto in greco e come
tale fu citato nel NT, che fu scritto interamente in greco. Quindi i nomi
(titoli, attributi) di Dio e di Gesù sono importanti quanto al significato
intrinseco (p.es. Onnipotente, Agnello) e non per il loro grafema e fonema
originari.
Il Signore
Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare: «Padre nostro...» (Mt
6,9ss). Questo è il privilegio dei suoi figli, e solo loro! La locuzione «Abba,
Padre» non si trova sulla base della creazione (quindi, non è valida per
tutti), ma dell’adozione a figli (quindi, è valida per tutti i rigenerati
soltanto; Rm 8,15; Gal 4,6).
5. {Donatella Nancy Festa}
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A volte, non riesco
a darmi pace, a causa del fatto che noto come molte persone sono abituate a
travisare e manipolare il senso delle Scritture, tirando fuori
dottrine assurde. Dio è onnipotente, conosce tutti i pensieri e tutti i
linguaggi dell’uomo, nonché le intenzioni di ogni cuore. Ora, se qualcuno
prega in turco, in svedese, in bielorusso, o in giapponese, Dio è perfettamente
in grado di capire, se e come la persona intende avvicinarsi a Lui.
Pensare che Dio o il Signore Gesù non siano capaci, a causa della pronuncia,
di accorgersi, se ci stiamo indirizzando a loro o meno, è impensabile! Le
pretese di certuni intorno ai giusti nomi (da ricordare che la traduzione in
greco dei nomi ebraici era considerata normalissima dagli scrittori) sono
ridicole, perché il Signore conosce i suoi!
Il punto
cruciale della conversione non è conoscere il nome formale del Signore,
ma conoscere la sua persona e la sua opera, avere con Lui un rapporto familiare.
In Giovanni 10 leggiamo intorno a Gesù: «...le pecore ascoltano la sua voce
ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori... Io sono il buon
pastore e conosco le mie pecore, e le mie mi conoscono».
L’uso magico della Bibbia, fatto di formule senza le quali non saremmo
ascoltati, è un uso improprio dettato dalla carne, dalla presunzione e dalla
superstizione. Pace a tutti nel Signore (per chi crede ce n’è uno solo ed è
inconfondibile!). Un grazie al fratello Nicola per l’incoraggiamento allo studio
e alla riflessione sui testi biblici. {11-02-2015}
6. {Maria Gioconda}
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Il Signore è Dio di tutti, non solo di chi
parla in ebraico. Infatti è scritto che ogni lingua confesserà che Gesù è
il Signore (Fil 2,11). E poi il Signore conosce già tutto, prima ancora che gli
chiediamo qualcosa (Mt 6,8). Non è scritto da nessuna parte che, per avere la
salvezza, bisogna pronunciare il nome di Dio in ebraico; anzi, il nome di
Dio non si dovrebbe proprio pronunciare per questione di timore verso l’Eterno.
Quando Mosè davanti al pruno ardente chiese a Dio il suo nome Egli rispose «Io
sono colui, che sono». Nella Bibbia ci sono molti nomi riferiti a Dio, ma Dio è
solo uno. Forse le persone di questa setta preferiscono chiamarlo con un solo
nome, per distinguerlo da altri dèi? E perché ne esistono per caso degli altri?
{11-02-2015}
7. {Giovanni Saeli}
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Come già stato detto nella nota, preferiamo
dare credito al Signor Gesù, in riferimento alla preghiera del «Padre
nostro» e anche al testo di Atti 15 («è parso bene allo Spirito Santo»;
v. 28). Purtroppo quelli, che sono movimenti e denominazioni, possono far
deviare con l’astuzia, che mira a insidiare con l’errore (Ef 4,14).
Ringraziamo il Signore per la sua Parola e per i bravi servi esegeti, costituiti
per il perfezionamento dei santi. Per il resto, che lo stesso zelo, che fu dei
credenti di Berea (Atti 17,11), possa accompagnarci e preservarci. A Dio
sia tutta la gloria! {11-02-2015}
8. {}
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12. {Autori vari}
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Gilberto Clementi: Grazie, fratello. Che Dio ti benedica nel santo nome di Gesù. {23-09-2011}
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Salvatore Paone: Per quanto suonano affascinanti tali nomi: Yahweh e Yehoshua nella loro lingua, tuttavia, poiché non sono e non vivo in Israele, preferisco pronunciarli nella mia madre lingua. {24-09-2011}
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Nome_ebraico_Sh.htm
06-11-2011; Aggiornamento: 13-02-2015