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SALVATI ED ESAUDITI

SOLO MEDIANTE IL NOME EBRAICO?

 

 a cura di Nicola Martella

 

1.  LA QUESTIONE: Un lettore mi ha scritto quanto segue. Ho conosciuto dei cristiani, che fanno parte del movimento del sacro nome. Essi affermano che bisogna chiamare Dio per nome: Yahweh, e Gesù col suo nome ebraico: Yehoshua. Che ne pensi? Questi affermano che bisogna pronunciare il nome ai fini della salvezza.

     Come confutare una tale ideologia? Sto cercando di aiutare una mia amica a uscire da quella setta, ma non mi ascolta; anzi, mi crede un falso fratello. Per ora posso solo pregare per lei. {Gilberto Clementi; 22-09-2011}

 

2.  LA RISPOSTA: È una falsa dottrina, che conosco da tempo. Si tenga presente quanto segue.

     ■ Il Nuovo Testamento fu scritto in greco, non in ebraico o aramaico, quindi gli apostoli e gli altri scrittori del NT non avevano di tali scrupoli.

     ■ Nel Concilio di Gerusalemme (Atti 15) gli apostoli e la chiesa di Gerusalemme non imposero una cosa del genere ai cristiani gentili.

     Questi argomenti sono importantissimi.

 

3.  ALCUNI APPROFONDIMENTI

     ■ Nel 3° secolo a.C. L’Antico Testamento fu tradotto in greco (la traduzione si chiama «Settanta» o «Settuaginta»). Per gli Ebrei non fu importante mantenere il nome Jahwè, poiché fin dalla deportazione in Assiria (Israele; 8° sec. a.C.) e in Babilonia (Giuda; 6° sec. a.C.), gli Ebrei leggevano il Tetragramma come Adonaj «Signore». Per questo nella Settanta misero il corrispondente termine Kyrios «Signore». Se il nome Jahwè fosse stato importante ai fini della salvezza e della benedizione, ce lo avrebbero messo anche in greco; ma non fu così.

Io amo Gesù

     ■ Il nome di Gesù nel Nuovo Testamento greco è Iesous, quindi la forma greca (da cui: → Iesus → Jesus → Gesù), non quella ebraica. Se fosse stato importante conoscere il nome ebraico / aramaico di Gesù, per essere salvati, gli apostoli ce l’avrebbero messo nei loro scritti.

 

Queste sono evidenze storiche, letterarie e teologiche importantissime. A ciò bisogna aggiungere quanto segue. Se i nomi Jahwè e Jeshùa fossero stai importanti al fine della salvezza e dell’esaudimento delle preghiere, quando i discepoli chiesero a Gesù che insegnasse loro a pregare, Egli avrebbe insegnato loro tutt’altra preghiera rispetto al «Padre nostro». Allora la preghiera modello avrebbe cominciato così: «Jahwè nostro, che sei nei cieli»; e avrebbe terminato così: «Ti chiediamo queste cose nel nome di Jeshùa».

     Preferiamo dare credito a Gesù, che insegnò a pregare al «Padre nostro», invece che stare sotto la dittatura onomastica dei seguaci del «sacro nome». Il privilegio dei figli di Dio è proprio quello di poter pregare Dio, dicendo: «Abba, Padre»!

     Come si vede, il diavolo è abile di prendere anche qui una pulce e di farla apparire un elefante, e poi di porre tale questione marginale al centro dell’attenzione e al di sopra di ogni altra cosa, da cui si fa dipendere ogni altra, la salvezza, la benedizione, l’esaudimento e quant’altro. Questo è proprio seduzione, è un altro evangelo (Gal 1,6-9; 2 Cor 11,3ss).

 

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Giovanni Sarruso

2. Alessio Rando

3. Pietro Calenzo

4. Sandra Sangiorgio

5. Donatella N. Festa

6. Maria Gioconda

7. Giovanni Saeli

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Giovanni Sarruso}

 

Contributo: Aggiungo che le vocali in ebraico sono supposizioni; noi abbiamo in effetti: IHWH. {24-09-2011}

 

Nicola Martella: Ci sono antiche fonti in greco, che riportano il nome ebraico di Dio traslitterato ai loro tempi come «Iabé» (grafema), corrispondente al fonema «Iavé». Quindi, il punto non è questo, ma la presunta necessità di pronunciarlo oggigiorno, a distanza di millenni, per essere esauditi dal Signore. Ribadisco nuovamente che il NT (scritto originariamente in greco) non riporta mai esplicitamente «Jahwè» né «Jeshùa», ma solo «Kyrios» e «Iesous», ossia Signore e Gesù.

 

 

2. {Alessio Rando}

 

La fissa del «Movimento del Sacro Nome» è la stessa dei testimoni di Geova, ma ingigantita e allargata anche al nome di Gesù. So che nel «Movimento del Sacro Nome» ci furono faide riguardanti la pronuncia di YHWH e del nome di Gesù in ebraico, e so anche che loro insegnano, tra le altre sciocchezze, che il NT fu scritto originariamente in ebraico e che il nome di Gesù deriva da quello di Zeus; e forse negano anche la Trinità. Ora tutte le dottrine del «Movimento del Sacro Nome» sono menzogne del diavolo! {24-09-2011}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

Contributo 1: Tutto il Nuovo Testamento insegna che essi sono nell’errore. Shalom. {24-09-2011}

Contributo 2: Caro Nicola, shalom. Il grosso enorme problema dei cultori del sacro Nome, non è tanto che essi insistano sui fonemi Yahweh e Jehoshua (che pur appare prassi un po’ elitaria), l’enorme problema sorgerebbe allorquando affermino, se lo affermano, che se noi tutti non denominiamo Gesù e Dio Padre con i loro nomi in ebraico, il Padre Santo e Gesù Messia, potrebbero non ascoltarci. Ciò sarebbe una formulazione legalista e settaria, che annullerebbe la grazia, anche perché in tutto il NT Dio non ci ha mai insegnato tale obbligo o imposto tale peso. Benedizioni in Gesù Cristo. Shalom. {26-09-2011}

 

Nicola Martella: Chi, essendo figlio, può rivolgersi al Sovrano come «Padre nostro» o «Abba, Padre», non ha bisogno di altri fronzoli religiosi, che confinano con una concezione sacramentale dell’onomastica, quindi con un atteggiamento magico-superstizioso verso i nomi ebraici, come accade nella cabala. Questo è un atteggiamento che Paolo iscriverebbe fra le «favole giudaiche».

     Poveracci, trattano Dio come un sistema elettronico, a cui senza la giusta password non si accede! Per noi rigenerati, essendo Dio nostro Padre, possiamo accostarci a Lui senza fronzoli linguistici e religiosi. Questa è la libertà dei «figli di Dio». Grazie a Gesù Cristo per questo privilegio, che ci ha elargito sulla base dei suoi meriti! A creare la giusta comunicazione ci pensa poi lo Spirito Santo e non un «nome-codice» in ebraico.

 

Pietro Calenzo: Concordo, Caro Nicola, grazie della tua precisazione, che condivido pienamente. Aggiungo solamente che tale vezzo o «malvezzo» va diffondendosi sempre più anche nel variegato mondo evangelico in alcuni gruppi di frangia. Dio ti benedica. {26-09-2011}

 

 

4. {Sandra Sangiorgio}

 

Contributo: Dio ha tanti nomi: il Re degli eserciti, Elohim, ecc.; Gesù è Emanuele, il Salvatore, ecc. Sono nomi che usavano gli Ebrei, che davano un nome a Dio secondo le loro circostanze, in cui venivano liberati, aiutati. {24-09-2011}

 

Nicola Martella: Nel NT ci sono nomi in greco, che poi sono stati tradotti in italiano (p.es. theós → Dio), non nomi ebraici (p.es. Elohim).

 

Sandra Sangiorgio: Dio è stato l’Iddio degli Ebrei! Il VT non conta più? Poi per come dobbiamo chiamare o no, sono d’accordo pure io sull’«Abba, Padre», perché è il nostro Creatore (!), il nostro unico e vero Dio! {24-09-2011}

 

Nicola Martella: L’AT non è più ingiuntivo per i credenti del nuovo patto (Eb 8,13; 10,1; Col 2,16s), sebbene rimanga indicativo. Inoltre, l’AT fu tradotto in greco e come tale fu citato nel NT, che fu scritto interamente in greco. Quindi i nomi (titoli, attributi) di Dio e di Gesù sono importanti quanto al significato intrinseco (p.es. Onnipotente, Agnello) e non per il loro grafema e fonema originari.

     Il Signore Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare: «Padre nostro...» (Mt 6,9ss). Questo è il privilegio dei suoi figli, e solo loro! La locuzione «Abba, Padre» non si trova sulla base della creazione (quindi, non è valida per tutti), ma dell’adozione a figli (quindi, è valida per tutti i rigenerati soltanto; Rm 8,15; Gal 4,6).

 

 

5. {Donatella Nancy Festa}

 

A volte, non riesco a darmi pace, a causa del fatto che noto come molte persone sono abituate a travisare e manipolare il senso delle Scritture, tirando fuori dottrine assurde. Dio è onnipotente, conosce tutti i pensieri e tutti i linguaggi dell’uomo, nonché le intenzioni di ogni cuore. Ora, se qualcuno prega in turco, in svedese, in bielorusso, o in giapponese, Dio è perfettamente in grado di capire, se e come la persona intende avvicinarsi a Lui. Pensare che Dio o il Signore Gesù non siano capaci, a causa della pronuncia, di accorgersi, se ci stiamo indirizzando a loro o meno, è impensabile! Le pretese di certuni intorno ai giusti nomi (da ricordare che la traduzione in greco dei nomi ebraici era considerata normalissima dagli scrittori) sono ridicole, perché il Signore conosce i suoi!

     Il punto cruciale della conversione non è conoscere il nome formale del Signore, ma conoscere la sua persona e la sua opera, avere con Lui un rapporto familiare. In Giovanni 10 leggiamo intorno a Gesù: «...le pecore ascoltano la sua voce ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori... Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore, e le mie mi conoscono».

     L’uso magico della Bibbia, fatto di formule senza le quali non saremmo ascoltati, è un uso improprio dettato dalla carne, dalla presunzione e dalla superstizione. Pace a tutti nel Signore (per chi crede ce n’è uno solo ed è inconfondibile!). Un grazie al fratello Nicola per l’incoraggiamento allo studio e alla riflessione sui testi biblici. {11-02-2015}

 

 

6. {Maria Gioconda}

 

Il Signore è Dio di tutti, non solo di chi parla in ebraico. Infatti è scritto che ogni lingua confesserà che Gesù è il Signore (Fil 2,11). E poi il Signore conosce già tutto, prima ancora che gli chiediamo qualcosa (Mt 6,8). Non è scritto da nessuna parte che, per avere la salvezza, bisogna pronunciare il nome di Dio in ebraico; anzi, il nome di Dio non si dovrebbe proprio pronunciare per questione di timore verso l’Eterno. Quando Mosè davanti al pruno ardente chiese a Dio il suo nome Egli rispose «Io sono colui, che sono». Nella Bibbia ci sono molti nomi riferiti a Dio, ma Dio è solo uno. Forse le persone di questa setta preferiscono chiamarlo con un solo nome, per distinguerlo da altri dèi? E perché ne esistono per caso degli altri? {11-02-2015}

 

 

7. {Giovanni Saeli}

 

Come già stato detto nella nota, preferiamo dare credito al Signor Gesù, in riferimento alla preghiera del «Padre nostro» e anche al testo di Atti 15 («è parso bene allo Spirito Santo»; v. 28). Purtroppo quelli, che sono movimenti e denominazioni, possono far deviare con l’astuzia, che mira a insidiare con l’errore (Ef 4,14). Ringraziamo il Signore per la sua Parola e per i bravi servi esegeti, costituiti per il perfezionamento dei santi. Per il resto, che lo stesso zelo, che fu dei credenti di Berea (Atti 17,11), possa accompagnarci e preservarci. A Dio sia tutta la gloria! {11-02-2015}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Gilberto Clementi: Grazie, fratello. Che Dio ti benedica nel santo nome di Gesù. {23-09-2011}

 

Salvatore Paone: Per quanto suonano affascinanti tali nomi: Yahweh e Yehoshua nella loro lingua, tuttavia, poiché non sono e non vivo in Israele, preferisco pronunciarli nella mia madre lingua. {24-09-2011}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Nome_ebraico_Sh.htm

06-11-2011; Aggiornamento: 13-02-2015

 

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