1.
L’innesto fruttuoso
Prima deve avvenire l’innesto del ramoscello, preso dall’ulivo buono
(Cristo), sull’olivastro (uomo peccatore, che si ravvede). Poi, sarà tale nuova
vita a produrre i frutti. Non sono le buone opere a produrre la nuova
vita, ma è l’innesto (la vita di Cristo nel credente) a produrre i buoni frutti.
La premessa, perché si possa essere «innestati», è che si smetta di
perseverare nella propria incredulità (Rm 11,23). Ciò avviene riconoscendo in
Gesù il proprio Signore e Salvatore personale. Infatti, senza fede è impossibile
piacere a Dio (Eb 11,6).
Le buone opere sono una conseguenza della rigenerazione, non la sua
premessa. Esse sono anche una prova del nove che si è veramente passati
dalla morte alla vita. Infatti, la fede senza le opere è come un embrione
abortito, che non ha mai visto la luce.
Se l’innesto non attecchisce, non ci saranno frutti. Se la vita di Cristo
non è innestata nell’uomo peccatore, per grazia mediante la fede, ci saranno
solo «credenti» (di nome), mai rigenerati, che avranno solo una
parvenza dell’ulivo buono, ma restano un ulivastro.
Chi
invece è stato innestato con la vita del Signore, ossia è stato rigenerato da
Dio, ha ricevuto Gesù nella propria vita e, quindi, l’autorità
di diventare
un figlio di Dio
(Gv 1,12s). Chi è rigenerato mediante lo Spirito (Gv 3,3.5), può
sperimentare il seguente segreto: «Non sono più io che vivo, ma è Cristo
che vive in me» (Gal 2,20). A ciò si
aggiunga una vita cristocentrica oggi, nell’attesa dell’adempimento finale: «Cristo
in voi: la speranza della gloria» (Col 1,27).
2. Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di
stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi
confacenti al tema):
■ «Se
dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son
passate: ecco, son diventate nuove» (2 Cor 5,17).
■ «Lo
Spirito stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di
Dio» (Rm 8,16).
■ «Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi
stessi. Non riconoscete voi medesimi che Gesù Cristo è in voi? A meno che
proprio siate riprovati» (2 Cor 13,5).
■
«Il
solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il
Signore conosce quelli, che son suoi”, e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque
nomina il nome del Signore”»
(2 Tm 2,19).
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Innesto_S23.htm
05-05-2014; Aggiornamento: |