Sulla
grazia di Dio ci sono tante idee sbagliate, alcune delle quali intendiamo
qui correggere in breve, mostrando il contrario. Perciò, affermiamo quanto segue.
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La grazia non è senza prezzo:
Il principio biblico è «vita per vita», ossia una vita innocente deve
essere data al posto di quella colpevole. «Se ne seguono danno, darai vita
per vita» (Es 21,23s). «L’occhio tuo non avrà pietà: vita per vita»
(Dt 19,21; cfr. Lv 24,18-21). «Foste comprati a prezzo» (1 Cor
6,20). «Voi siete stati riscattati a prezzo» (1 Cor 7,23).
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La grazia non è gratis: Essa
vale solo per chi entra nel patto del Signore e, convertendosi a Cristo, prende
un solenne impegno verso di lui. Dio dà la grazia solo a chi dà la sua vita a
Cristo. La grazia è l’efflusso del patto di Dio: «L’Eterno fece loro
grazia, ne ebbe compassione e fu loro favorevole a causa del suo patto
con Abrahamo, con Isacco e con Giacobbe» (2 Re 13,23). Chi rifiuta il sangue
del nuovo patto in Cristo, non accede neppure alla grazia: «Di quale peggior
castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno colui, che avrà calpestato il
Figlio di Dio e avrà considerato profano il sangue del patto, con il
quale è stato santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?»
(Eb 10,29).
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La grazia non è a buon mercato:
Essa non si può accettare, per poi fare ciò, che si vuole. Chi accetta la
grazia, che riscatta, impegna tutta la sua vita per il Signore, a qualunque
costo. Chi non vuole avere Gesù come unico Signore, non l’avrà neppure come
Salvatore. «Cristo Gesù uomo... diede se stesso quale prezzo di riscatto
per tutti» (1 Tm 2,6).
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!”,
entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli» (Mt 7,21). «Perciò, deposta ogni impurità e resto di
malizia, ricevete con mansuetudine la Parola, che è stata piantata in
voi, e che può salvare le anime vostre. Ma siate esecutori della
Parola e non soltanto uditori, illudendo voi stessi»
(Gcm 1,21s).
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La grazia non si può meritare:
Essa è un favore immeritato per l’uomo, perché si basa sui meriti di Gesù
Messia. La grazia immeritata vale però solo per coloro, che impegnano tutta la
loro vita per Cristo. «L’eredità
è per fede, affinché sia per grazia» (Rm 4,16). «Giustificati
dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore,
mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia,
nella quale stiamo saldi» (Rm 5,1s). «Infatti, è per grazia che siete
stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di
Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti»
(Ef 2,8s).
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La grazia condiziona l’esistenza:
La sua accettazione è concomitante con il passaggio dalla morte alla vita, dalle
tenebre alla luce. Quindi, la grazia reclama che chi l’accetta si schieri
assolutamente e definitivamente. «La legge
poi è intervenuta a moltiplicare la trasgressione; ma dove il peccato è
abbondato, la grazia è sovrabbondata, affinché, come il peccato regnò mediante
la morte, così pure la grazia regni mediante la giustizia a vita
eterna, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore» (Rm 5,20s). «E
non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo, che è in
voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché
foste comprati a prezzo; perciò, glorificate Dio nel vostro corpo» (1
Cor 6,19s).
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La grazia dona e richiede tutto:
Essa dona la vita eterna a chi crede; ma, da lì in poi, reclama da lui tutta
l’esistenza, essa costa tutto e niente di meno. «Allora Gesù disse ai suoi
discepoli: “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda
la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la
perderà; ma chi avrà perduto la sua vita a causa mia, la troverà» (Mt
16,24s). «Nessuno che abbia messo la mano
all’aratro e poi si guardi indietro, è adatto per il regno di Dio»
(Lc 9,62). «Ciò, che per me era un guadagno, l’ho considerato come un
danno, a causa di Cristo. Anzi, a dire il vero, ritengo che ogni cosa sia
un danno di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore,
per il quale ho rinunciato a tutto; io considero queste cose come tanta
spazzatura, alfine di guadagnare Cristo» (Fil 3,7s).
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Controindicazioni: La grazia
non è fatta per le seguenti categorie: per la gente senza fede o
incredula (cfr. Eb 3,18; 11,6); per gli uomini
di animo doppio (cfr. Gcm 1,7s); per chi vuole trattare con Dio le condizioni
della salvezza (cfr. Gv 3,36; Gal 6,7s); per chi non vuole rinunciare a se
stesso e per chi non vuole prendere la propria croce, per seguire Cristo (Mt
16,24s); per chi mette la mano all’aratro, ma poi si guarda indietro (cfr. Lc
9,62); per chi vuole avere sia Dio, sia il mondo (cfr. Gcm 4,4); e per chi vuole
rimanere disubbidiente e ribelle (cfr. Ef 5,6; Eb 3,18).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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I contributi sul tema
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1. {Pietro Calenzo}
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Contributo:
L’azione della grazia, effettivamente, non viene sempre ben compresa; essa non è né ascesi catartica,
né illusorio immobilismo. Molti accettano la salvezza per la sola grazia, ma non
tutti i credenti sinceri e autentici discernono sempre al meglio che la grazia,
che genera la fede, è sottomissione assoluta e incondizionata a vita,
alla signoria di Cristo Gesù, cioè vivere sottomessi in toto alla dolce
padronanza assoluta di Gesù nelle vite dei credenti. Per questo, anche, Paolo si
definisce doulos «schiavo» di Cristo Gesù; il padrone aveva la
signoria assoluta nella vita dei suoi schiavi. È più semplice affermare: «Io
sono salvato per grazia per mezzo della fede», che appartenere completamente al
Padrone e Signore Gesù Cristo. Io non vivo più per me, ma la mia mente,
il mio agire, il mio parlare, il mio corpo, non appartengono più all’uomo
vecchio, (il mio deve essere cancellato), ma è completamente sotto la signoria
di Cristo. Il cristiano non è più una entità adamitica, ma vive (pur
peccando, ovviamente), con mente, corpo e cuore sottomessi e sottoposti a
Gesù e alla sua dolce, pacifica, santificante signoria. {31-03-2014}
▬ Nicola Martella:
Concordo con la maggior parte di ciò, che è stato espresso. Un piccolo
appunto è da fare sulla espressione «Il cristiano non è più una entità
adamitica», sebbene mitigata dal resto della frase. Se l’uomo non è più
attualmente una «entità adamitica», che cos’è? Le alternative sono o animale o
essere celeste; ma non mi sembra che queste due categorie possano
caratterizzarlo. «Adamo» (ebr. ’adam «uomo, essere umano»), ossia colui che fu
tratto dal suolo (ebr. ’adamah; cfr. homo da humus), fu
creato a immagine e somiglianza di Dio. Certo, dopo la caduta divenne un
peccatore e mortale (perché allontanato dall’albero della vita), ma rimase pur
sempre «uomo». In senso stretto, la natura peccaminosa nel NT si chiama «carne»,
«vecchio uomo», ma mai «entità (natura, ecc.) adamitica»; questa è un’astrazione
della filosofia dogmatica. La soluzione biblica è la «mortificazione» e la
«spoliazione» della natura peccaminosa (cfr. Rm 8,13; Ef 4,22; Col 2,11).
Tuttavia, quest’ultima rimarrà fino alla morte (condizione dei più) o alla
risurrezione (per i viventi al momento del «rapimento»).
2. {Claudia Biscotti}
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Claudia Biscotti:
Mi meraviglia sempre l’unicità dello Spirito Santo che parla di medesimi
argomenti a molti figli nello stesso periodo; questo per me è evidenza di un
bisogno profondo, che abbiamo e per il quale ci educa. Quando penso alla grazia,
che Dio ci concede, immeritata, e poi guardo a certi miei atteggiamenti
(non solo miei purtroppo), mi rendo conto che mi manca qualcosa. Manca una presa
di coscienza sulle conseguenze, che questa grazia ha prodotto in me;
dovrei non solo essere grata, ma dovrei vivere una completa dedizione
verso il Signore, che mi ha graziata dalla morte certa. La sua signoria
dovrebbe non solo essere compresa razionalmente, ma visceralmente, per potersi
donare a colui, che ci ha salvati da morte certa. Lealtà, dedizione, abnegazione
schierarsi dalla parte di Dio per me sono cose possibili, solo se non
dimentichiamo chi eravamo noi e chi è Dio. Chiedo scusa se sono prolissa,
ma spero di essere riuscita a spiegare ciò, che ho nel cuore. {01-04-2014}
▬
Nicola
Martella: Sei riuscita
benissimo. La «grazia a buon mercato» produce cristiani all’acqua di rose!
Questi ultimi, nella loro mania di volersi realizzare, rimangono nani
spirituali e morali, in preda alle onde delle loro voglie sempre alterne,
bambini carnali sballottati qui e là da ogni vento di dottrina, in cerca magari
di esperienze sempre più mistiche, e così via. A volte, sono anche causa del
male altrui col loro soggettivismo, arbitrio ed egocentrismo. Al contrario,
dovrebbero rinunciare a se stessi, vivere cristocentricamente e
realizzare Cristo nella loro vita. Siffatti cristiani investono in «azioni
spazzatura» e non realizzano quale ricchezza c’è in Cristo. Fintantoché,
adagiandosi su una «grazia a poco prezzo», avranno le mani piene d’altro (carne,
ego, mondo, ecc.), non potranno affondarle nelle ricchezze di Dio elargite in
Cristo, per vivere nella pienezza della grazia, quella che costa, ma che eleva
alla statura perfetta di Cristo. Provare per credere!
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Claudia Biscotti: Mi tornano spesso in
mente gli usi e i costumi del passato. Tra i pellerossa, quando un uomo
veniva salvato da un altro, il primo offriva la sua dedizione, la sua vita al
suo salvatore. Penso anche che, durante il Medioevo, c’era ancora la
dedizione incondizionata dei sudditi verso il loro signore, lord quando era
giusto. Noi, con la nostra emancipazione, abbiamo perso questo
atteggiamento, noi non ci reputiamo servi, perché non lo sentiamo. Naturalmente
non voglio generalizzare, molti figli di Dio vivono in conformità e riescono ad
accendere il desiderio di compiacere Dio. {01-04-2014}
3. {}
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6. {}
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11. {}
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12. {Autori
vari}
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Ivaldo Indomiti: Grazie di questa tua riflessione molto condivisibile. {31-03-2014}
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Grazia_tutto_EdF.htm
31-03-2014; Aggiornamento: 01-04-2014 |