«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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DOVERE DISCIPLINARE DEI CONDUTTORI

 

 a cura di Nicola Martella

Mela marcia

Inizio con un mio aforisma illustrativo: «Quando una mela comincia a diventare marcia e, nonostante tutti gli interventi, tale rimane, si fa bene a pensare specialmente all’incolumità delle altre mele nella cassetta» (Nicola Martella).

 

1. Il dovere dei conduttori di chiesa è di sorvegliare il gregge del Signore e di prendersi cura dei credenti come buoni pastori. Essi hanno anche il dovere di preservare la chiesa locale da coloro, che pur chiamandosi «fratelli», agiscono in modo disordinato in campo morale e non accettano ammonimento, esortazione e sottomissione ai precetti morali del Signore.

     L’intervento dei conduttori dovrà essere graduale, proporzionato e corrispondente alla situazione reale, all’atteggiamento e al modo d’agire di chi vive nel peccato. Quando tutti gli altri mezzi falliscono, non rimane che l’allontanamento dalla chiesa locale, come mezzo disciplinare e per preservare il resto del gregge del Signore.

     Chiaramente bisogna aver esercitato prima ogni tipo di intervento pastorale e di recupero. D’altronde non bisogna sottrarre tempo prezioso alla cura delle pecore volenterose, facendosi distrarre troppo da capri ribelli e testardi. Le «mele marce» in campo morale bisogna allontanarle, confidando che il Signore parlerà loro ancora, prima col rigore e poi con clemenza, quando avranno accettato di ravvedersi.

     Non intervenire con giustizia e verità, alimenta soltanto gli alibi di coloro, che vogliono avere Gesù Cristo come Salvatore dell’anima, ma non come Signore della loro vita concreta.

 

2. Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarlo formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Ora, però, v’ho scritto di non avere relazioni, se qualcuno che, chiamatosi fratello, sia un fornicatore, o un avido, o un idolatra, o un ingiuriatore o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare. Infatti, che ho io da giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Quelli di fuori li giudica Dio. Metterete da voi stessi fuori il malvagio!» (1 Cor 5,11ss).

     ■ «L’uomo fazioso, dopo una prima e una seconda ammonizione, schivalo» (Tt 3,10).

     ■ «Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non lo ricevete in casa, e non lo salutate; perché chi lo saluta partecipa alle malvagie opere di lui» (2 Gv 1,10s).

     ■ «Chiunque dimora in lui non vive nel peccato; chiunque vive nel peccato non l’ha veduto, né l’ha conosciuto. Figlioli, nessuno vi seduca. Chi opera la giustizia è giusto, come egli è giusto. Chi commette [continuamente] il peccato è dal diavolo, perché il diavolo pecca [continuamente] dal principio... Chiunque è nato da Dio non commette [continuamente] peccato, perché il seme d’Esso dimora in lui; e non può vivere nel peccato perché è nato da Dio» (1 Gv 3,6-9).

     ■ «Fratelli miei, se qualcuno fra voi si svia dalla verità e qualcuno lo riconduce, sappiate che colui, che riconduce un peccatore dallo sviamento della sua via, salvaguarderà l’anima di lui dalla morte e coprirà moltitudine di peccati » (Gcm 5,19s).

 

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► URL : http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Discipli_condut_EnB.htm

15-10-2011; Aggiornamento: 16-10-2011

 

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