«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Dall'avvento alla parusia

 

Salvezza

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:

■ Aspetti introduttivi

■ Gesù di Nazaret

■ Gli Evangeli

■ Dall’ascensione alla fine dei tempi

■ Aspetti conclusivi

Recensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DIO NON CI LASCIA COSÌ, COME SIAMO!

 

 a cura di Nicola Martella

 

Dio non ci lascia così, come siamo!Qualcuno ha scritto: «Dio ci ama così come siamo! Gli altri ci amano solo, se rispondiamo alle loro attese!». In tale asserzione c’è del vero.

     Tuttavia, ciò sarebbe solo una parte della verità. Infatti, Dio ci ama così come siamo, ma non ci lascia così come siamo!

 

1. PERSONE TRASFORMATE

     Dio chiamò alla fede Abramo, quando era un pagano. Lo chiamò alla grazia così com’era, poi fece con lui un lungo cammino, perché Abramo confidasse in lui e svestisse le sue passate abitudini, il suo stile di vita di pagano. Infine, Abramo si fidava così dell’Eterno, che quando Questi gli comandò di sacrificargli il figlio, l’erede, il patriarca non dubitò: «Per fede Abramo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito. Eppure Dio gli aveva detto: “È in Isacco che ti sarà data una discendenza”. Abramo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti; e riebbe Isacco come per una specie di risurrezione» (Eb 11,17ss).

     Similmente accadde con Giacobbe, il quale credeva di tenersi a galla con i suoi imbrogli. Poi, dovette scappare lontano per salvarsi la pelle. Dio allora lo chiamò, promettendogli protezione e benedizione. Alla fine del percorso di vita, troviamo un uomo maturato nella fede, che fu in grado di lasciare un’eredità di fede e benedizioni ai suoi posteri fino all’ultimo respiro. «Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe, e adorò appoggiato in cima al suo bastone» (Eb 11,21).

     L’Ebreo Saulo stava recandosi a Damasco per perseguitare i cristiani (At 9,1s). Il Signore Gesù gli si rivelò per strada, sconvolgendo la sua vita, chiamandolo al suo servizio (vv. 3ss) e facendone uno strumento, da lui eletto per portare il suo nome davanti ai Gentili, ai re, ed ai figli d’Israele (v. 15). Egli divenne l’apostolo Paolo e personalmente testimoniò: «E, ultimo di tutti, [Cristo] apparve anche a me, come all’aborto; perché io sono il minimo degli apostoli; e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato l’assemblea di Dio» (1 Cor 15,8s). Egli portò l’Evangelo, il messaggio dell’amore e della grazia di Dio dappertutto.

     Questi sono solo alcuni casi, fra tanti, di come Dio abbia amato e chiamato le persone così com’erano, non lasciandole così, ma trasformando la loro vita.

 

2. LA GRAZIA E L’AMORE, CHE TRASFORMANO

     Dovunque è stato annunciato l’Evangelo nella Bibbia, è stato predicato l’amore di Dio, ma anche la sua giustizia, ed è ricorso il seguente appello: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). «Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati» (At 3,19). Il compito di Gesù fu quello di chiamare dei peccatori a ravvedimento (Lc 5,38). Il compito degli apostoli e dei successivi seguaci di Gesù sarebbe stato quello di predicare, nel suo nome, il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti (Lc 24,47). Il termine «ravvedimento» è in greco metánoia e significa «cambiamento di mente o mentalità, del modo di pensare», ossia di pensieri, sentimenti, propositi e desideri. Ravvedimento e perdono dei peccati sono un binomio indivisibile nella Scrittura (At 5,31). Bisogna ravvedersi di ciò, che Dio indica come malvagità (At 8,22). Per questo, Gesù disse alla donna colta in flagranza di adulterio: «Neppure io ti condanno; va’ e non peccare più» (Gv 8,11).

 

3. LA SANTIFICAZIONE NECESSARIA

     L’amore è la motivazione di Dio, la grazia la sua applicazione e la rigenerazione è l’atto operativo dell’amore e della grazia. Questo è ciò, che Dio vuol fare verso il peccatore penitente, che entra nel patto del Signore e decide di vivere in sottomissione al Signore, accettando Gesù Cristo come suo personale Salvatore.

     L’uno non funziona senza l’altro. Infatti, Dio non ci lascia così come siamo; e chi si ravvede, non vuole rimanere così, com’è stato finora! È scritto: «Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio» (1 Cor 6,9ss).

     La santificazione è l’atto con cui Dio prende qualcuno dall’ambito profano, lo purifica e lo rende speciale per sé. È scritto: «Come figli di ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato, quando eravate nell’ignoranza; ma come Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta; poiché sta scritto: “Siate santi, perché io son santo”» (1 Pt 1,14ss).

 

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Maria Gioconda

2. Pietro Calenzo

3. Davide Incardona

4. Davide Forte

5. Salvatore Paone

6.

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10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Maria Gioconda}

 

Siamo grati a Dio per come ci trasforma col suo amore; la gratitudine produce fede, la fede produce grazia e la grazia produce sicurezza. Una persona che prova gratitudine, ha fede e sente sicurezza dentro di sé, diventa invulnerabile, inarrestabile, un punto di luce, un faro per chi lo circonda. {16-12-2013}

 

 

2. {Pietro Calenzo}

 

Questo è uno slogan, che sento molto spesso, sin dai remoti tempi della conversione. Ciò può essere in parte vero al momento del nostro cammino di fede, ma certamente non dopo. Inoltre, non essendo un verso scritturale, bisogna essere molto cauti nell’attribuirlo a Dio. Senza la santificazione nessuno vedrà Dio, e quando pecchiamo son sicuro che il Padre Celeste non è felice di noi. Certo, non si scade dalla grazia, ma è meglio rendere felice il Signore, imitandolo in ogni sua via. La pigrizia spirituale non penso sia molto gradita a Dio. {16-12-2013}

 

 

3. {Davide Incardona}

 

Siamo peccatori salvati «per grazia». Anche quando non ero salvo, so che Dio mi amava così tanto, da aver dato il suo unigenito Figlio, affinché credendo in Lui, avessi vita eterna. Sta all’uomo «accettare» l’infinito amore del suo Creatore, per cominciare una nuova e soddisfacente relazione con Lui. È altresì vero che se Dio non diventa il nostro migliore «amico», resterà in nostro peggior «nemico». Il Signore non si compiacerà mai della perdita di una sua creatura, anche se questa sceglierà di continuare a morire nei propri peccati. {16-12-2013}

 

 

4. {Davide Forte}

 

«Dio ha tanto amato il mondo, che ha...»: in quel «tanto» non quantificabile possiamo vedere che l’amore di Dio si è mosso verso una umanità perduta, facendo ciò, che è impossibile per noi comprenderlo! Grazie Padre, nel nome di Gesù. Noi non potevamo venire a te, se tu non ti fossi avvicinato a noi. Ti offro un mio eterno grazie. {16-12-2013}

 

 

5. {Salvatore Paone}

 

Dio ci ama e l’ha dimostrato, donando il proprio Unigenito (Giovanni 3,16). Ora tocca a noi contraccambiare tale amore. Come? Mettendo in pratica la sua Parola. «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore» (Giovanni 15,10). Chi crede che possa rimanere nel peccato e che Dio faccia un condono finale, si sbaglia; infatti, l’unica cosa che gli aspetterà, sarà il grande giorno del giudizio. {30-12-2013}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Guerino De Masi: La questione è: «stare a cavallo»! Il rischio è sempre in agguato: tendere e propendere per una parte piuttosto che dall’altra, e ci si ritrova a cadere... nell’errore. {16-12-2013}

 

Ivaldo Indomiti: Immagino Nicola che la parola «santo» sia già stata affrontata da te. Comunque sia, «santo» secondo la Scrittura ha come significato separato dal male o comunque da ciò, che sotto l’imperio del maligno, e per essere consacrato al bene, cioè a Dio (frase detta in termini comprensibili). {16-12-2013}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Dio_non-lascia_cosi_Avv.htm

16-12-2013; Aggiornamento: 31-12-2013

 

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