Quando ero ragazzo,
nel dialetto della mia zona d’origine, dire «cristiano» o dire «persona»
(essere umano, ecc.) era la stessa cosa. Si diceva, ad esempio: «Là c’erano
dieci cristiani»; «Nell’incidente sono morti tre cristiani (= anime, persone)»;
«Parliamo da cristiani (= da persone perbene) e non da selvaggi»; «Tu non sei un
cristiano (essere umano), ma un animale»; e così via.
Nel NT il
termine «cristiano» fu usato per la prima volta ad Antiochia dai pagani
per designare coloro, che avevano a che fare con Cristo, quindi i seguaci di
Cristo. È scritto: «E fu in Antiochia che per la prima volta i discepoli
furono chiamati “Cristiani”» (gr. christianoí; At 11,26).
Ma che
significa «Cristo»? Il termine greco christós intende «unto, che
ha ricevuto l’unzione». Esso ricalca il termine ebraico māšîach
«unto», che è stato italianizzato come «Messia». Infatti, è scritto in Giovanni
1,41: «il Messia - che, tradotto, vuol dire Unto [gr.
christós]» (cfr.
Gv 4,25). Poiché Gesù è il «figlio di Davide», nel NT per «Cristo»
s’intende «l’unto [a] re» (Lc 23,2; v. 3 «il re dei
Giudei»); perciò, Egli ha il diritto di prendere possesso del trono di
suo padre Davide e di restaurare l’antico regno (Lc 1,32s), estendendolo a tutto
il mondo. I proclamatori dell’AT lo avevano predetto. E Gesù venne al mondo per
essere proprio il «Messia», l’Unto Re.
Per
«cristiano» non s’intende, quindi, chi è cristianizzato, ha
simpatie per il cristianesimo, ha idee cristianizzate, assiste ogni tanto a
cerimonie cristianizzate o fa parte di una cosiddetta «confessione cristiana».
Infatti, a quasi tutto si può dare una mano di vernice cristianizzata:
sindacati, partiti, associazioni, lobby, federazioni, corporazioni, compagnie,
categorie, club, eccetera. Anche cose che sono in contraddizione con la Parola
di Dio, portano a volte una tinteggiatura «cristiana» (p.es. gay cristiani).
In senso
stretto, per «cristiano» s’intende, invece, solo i seguaci di Cristo,
l’Unto Re, che vivono secondo il suo stretto insegnamento e ubbidiscono alla sua
parola. Per questo, «cristiano» non si nasce, ma si diventa mediante una
decisione della volontà (cfr. At 26,28), identificandosi con Gesù, con la sua
morte e la sua risurrezione, entrando nel suo patto e prendendo un solenne
impegno verso di Lui come personale Salvatore e Signore.
Per questo,
essere «cristiano» è un motivo d’onore in tutte le situazioni della vita.
L’apostolo Pietro scriveva: «Se uno patisce come cristiano, non se ne
vergogni, ma glorifichi Dio, portando questo nome» (1 Pt 4,16).
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I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Clara Proti}
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Contributo: Sì, mi è ritornato alla
mente; io sono di Milano e anche «da noi» si diceva un «cristiano»
esattamente come è stato descritto da Nicola. La connotazione di «cristiano» era
per descrivere una persona onorevole, buona, rispettosa, con
caratteristiche da «buon cristiano», come si intende: discepolo di
Cristo! {01-07-2013}
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Nicola Martella: «Cristiano» non è un’etichetta
religiosa o antropologica, né designa gentilezza d’animo o acculturazione, ma è
un contenuto e una piena identificazione. In altri termini, come direbbe
Paolo: «Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede
nel Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal
2,20).
2. {Edoardo Piacentini}
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Cristiani non si
nasce, ma si diventa, quando riceviamo Gesù per fede nel nostro cuore: «Egli
è venuto in casa sua e i suoi non lo hanno ricevuto, ma a tutti quelli che lo
hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare figli Dio, a quelli
cioè che credono nel suo nome» (Giovanni 1,11-12). Siamo, invece, tutti
creature di Dio, creati da Lui; ma per diventare suoi figli, bisogna
accettare Gesù come personale Salvatore e riconoscerlo come Signore. Questo
presuppone che la creatura riconosca di essere in peccato, deve sentirsi
profondamente dispiaciuta per aver disubbidito ai comandamenti di Dio, deve
ravvedersi, vale a dire pentirsi delle sue iniquità e desiderare di non
peccare più per piacere al Signore con tutto il suo cuore. Deve, altresì,
credere che Gesù si è caricato dei nostri peccati, morendo sul duro legno
della croce al Calvario e con l’offerta della sua vita ci ha riscattati e ci ha
donato la vita eterna. La fede produrrà nel figlio di Dio la nuova nascita,
egli non vivrà più per sé stesso, ma vivrà per fare la volontà di Dio e Lo
servirà con gioia, aspettando la promessa della vita eterna. Si separerà
da tutto ciò, che offende Dio, dall’errore e dalle tenebre, e si nutrirà
spiritualmente della Parola di Dio, che farà crescere la sua fede. «La fede
dunque viene dall’udire, e l’udire viene dalla parola di Dio» (Romani
10,17). La Bibbia sarà per lui l’unica regola di fede e di condotta e
tutti riconosceranno che è davvero un figlio di Dio, perché noteranno che sono
nate in lui delle virtù, che prima non aveva. «Il frutto dello Spirito
è amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine,
autocontrollo» (Galati 5,22). {01-07-2013}
3. {Michele Fittaiolo}
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Contributo: Vorrei dirvi una cosa, a voi
esperti di teologia: a cosa serve la delucidazione della parola cristiano
o non cristiano. Noi siamo su questo sito per evangelizzare i non
credenti e attuare il comando di Gesù: andate e insegnate. Questo è il nostro
scopo. Le dottrine, le vedute bandiamole, il non credente ha bisogno
della buona novella. Consentitemi. Se poi dobbiamo parlare di dottrine,
allora riuniamoci, trovandoci a un tale posto e ne parliamo fra di noi, non
in pubblico. Perdonatemi della mia riflessione. {01-07-2013}
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Nicola Martella: Questo è il tuo punto di vista e solo quello. Gli apostoli e i loro
collaboratori, quando evangelizzavano (= annunciavano la notizia che Gesù
è il Messia promesso), insegnavano. Si veda il discorso di Pietro a
Pentecoste (At 2) o quello di Stefano (At 7). Così fece Paolo, tanto da
rivendicare di essere un banditore fra le genti e anche «dottore dei gentili»: «Per
attestare il quale io fui costituito banditore e apostolo (io dico
il vero, non mentisco), dottore dei Gentili in fede e in verità» (1
Tm 2,7).
Chi vuole invitare a gli altri a diventare un
«cristiano», un seguace di Cristo, il Messia-Re, deve spiegargli che cosa
ciò significhi. Portare la luce della conoscenza, non è attività oziosa,
ma è comandato dal Signore. «Fare discepoli» nel grande mandato di
Cristo, significa insegnare loro. Evangelizzazione (= annuncio) e insegnamento
sono imprescindibili, se non si vuole che la gente creda a favole religiose.
Così faceva Gesù stesso: «E Gesù andava attorno per tutta la Galilea,
insegnando nelle loro sinagoghe e predicando l’evangelo del Regno»
(Mt 4,23; cfr. 9,35; Lc 20,1). Così facevano anche gli apostoli: «Paolo e
Barnaba rimasero a Antiochia insegnando ed evangelizzando, con
molti altri ancora, la parola del Signore» (At 15,35).
Come al solito, invece
di dire qualcosa di positivo sul tema, hai solo usato l’occasione per fare
polemica e mostrare il tuo mirabile «discernimento biblico». In tal modo,
però, hai palesato soltanto il tuo bisogno di studiare meglio la Bibbia,
prima di esprimere valutazioni gratuite, soggettive e arbitrarie.
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Edoardo Piacentini: Caro Michele, per trattare
questo argomento, non è necessario essere esperti teologi, perché ritengo
che tutti i credenti evangelici sappiano che cristiani si diventa e non
si nasce. Questo argomento, invece, è un utile approccio per far
conoscere la verità biblica ai non credenti, i quali ritengono erroneamente che,
essendo nati in una famiglia cattolica o essendo cittadini della
«cattolicissima» Italia, sono cristiani di diritto. In realtà, cristiani si
diventa solo dopo il ravvedimento dalle opere morte e dopo aver creduto in Gesù,
il Salvatore delle anime nostre. Non è l’appartenenza a una religione che ci fa
essere cristiani, ma l’essere innamorati di una persona, Gesù, e l’essere
diventati davvero suoi seguaci, rinnovati dalla sua presenza in noi.
Questo, pertanto, non è un dibattito di teologia, riservato a esperti, ma un
modo per evangelizzare chi ha idee errate e non sente il bisogno di
ricercare la verità. {01-07-2013}
4. {Pietro Calenzo}
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Chi è il cristiano?
È un seguace verace di Cristo, è colui che ha fatto del Signore Gesù il
proprio unico Salvatore e Signore. Ho evidenziato volutamente «Signore»,
poiché sembra un’antitesi, ma non lo è. Scritturalmente non sempre chi accetta
Gesù Messia come Salvatore né vuol fare il Signore (Padrone) assoluto della
propria vita. Forse perché mettere la propria vita nelle mani di Dio (con la
cosciente volontà personale di essere discepolo di Gesù), in modo completo e
solenne e incondizionato non pare la soluzione più «comoda» per qualcuno o forse
per i molti. Essere cristiano significa morire a sé stessi, e accettare
come infallibile la Parola di Dio, per quel che è realmente è: l’unica e
infallibile Rivelazione di Dio e del Signore Gesù, donata all’uomo per
mezzo di servi di Dio, ispirati da Lui. Chi accetta, per opera dello Spirito
Santo, Gesù come Signore e Padrone della propria vita, non può ammettere alcuna
comunione o commistione con coloro, che annunciano un evangelo diverso da
quello descritto nelle Scritture canoniche. Tutti coloro che non accettano tale
rivelazione come unica e sufficiente, possono chiamarsi come meglio desiderano,
associandosi a mille organizzazioni cristiane o presunte tali, ma non sono
discepoli di Cristo. Forse saranno dei buoni religiosi, come il primo
Nicodemo, ma nessuno entrerà nel regno dei cieli, se non ri-nasce dall’acqua
della Parola di Dio, e dallo Spirito Santo.
«Ma voi
siete lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati
giustificati nel nome del Signore Gesù» (1 Cor 611). «Egli ci ha
salvato non per opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la sua
misericordia, mediante il lavaggio della rigenerazione e il
rinnovamento dello Spirito Santo» (Tito 3,5). «Per averla santificata
e purificata col lavaggio dell’acqua della Parola di Dio» (Ef 5,26).
{02-07-2013}
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12. {Autori
vari}
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Liliane Vitanza Hoffer: Per questo motivo
non uso più questa parola in discussione con gente del mondo. {01-07-2013}
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Fortuna Fico: Tra l’altro con questo «ecumenismo
dilagante» troppe persone si definiscono tali ma, in fondo in fondo, di
«cristiano» hanno ben poco! {01-07-2013}
► URL:
http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Cristiano_EdF.htm
01-07-2013; Aggiornamento:
02-07-2013 |