«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1

  È ciò che dicono gli altri su Gesù.

  Ecco le parti principali: Gesù nei mass-media

Gesù fra teologia e filosofia

Gesù fra filosofia e ideologia

Gesù fra ideologie e religioni

Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2

  È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

  Ecco le parti principali:

Gesù nella Bibbia e nella storia

La questione giudaica

Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)

Dizionarietto dei termini

 

Vedi al riguardo le recensioni.

Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CANNA INCRINATA E FIAMMA SMORTA

Cosa aspettarsi da Gesù?

 

 a cura di Nicola Martella

 

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. A. C. Bartolomeo

2. Patrizio Brandi

3. Fortuna Fico

4. Lucia V. Giannicola

5. Edoardo Piacentini

6. Aranit Kola

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11.

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

Alcuni hanno l’abilità di cadere dalla padella nella brace, ossia di rovinarsi completamente la vita; altri sprofondano nella disgrazia improvvisamente, senza aver fatto nulla. Altri ricevono i cosiddetti «colpi bassi» da gente senza scrupoli. Altri ancora sono così disperati, che oramai si aspettano soltanto il cosiddetto «colpo di grazia», per farla finita. Canna incrinata e fiamma smortaAllora, come si diceva nell’antichità, il malcapitato si sente oramai come una canna incrinata o come un lucignolo fumante, ossia di cui non si sa se si spegnerà o riprenderà vigore.

     Nell’ottavo secolo a.C. il proclamatore Isaia annunciò, fra altre cose, così il futuro Messia: «Egli non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà il lucignolo fumante»(Is 42,3), ossia lo stoppino dalla fiamma smorta. Quando Gesù venne e praticava il suo ministero, furono ricordate proprio tali parole riguardo alla canna infranta e al lucignolo fumigante (Mt 12,20). Prima di tali versi si trova questo dato di fatto: «Egli li guarì tutti» (v. 15). Gesù non era venuto per dare il «colpo finale» o il «colpo di grazia» a chi già era stato colpito pesantemente nella vita, né voleva spegnere le ultime speranze di chi le aveva perse quasi completamente tutte.

     Mentre delle guide religiose (scribi e farisei) fu detto che «divorano le case delle vedove e fanno per apparenza lunghe orazioni» (Lc 20,47), Gesù si dedicò a coloro, che non avevano chi li difendesse. È scritto che Gesù, «vedendo le turbe, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore» (Mt 9,36). Per questo si propose ai suoi contemporanei come il «buon pastore», che mette a rischio la sua vita per le pecore (Gv 10,11).

     Gesù volle soccorrere gli ultimi, come fa un medico, che ha giurato di salvare ogni vita. Quando scribi e farisei mormoravano che Gesù mangiasse e bevesse con gente, che loro consideravano malfamata, «Gesù, udito ciò, disse loro: “Non sono i sani, che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non son venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori”» (Mc 2,16s).

     Gesù in qualità di Messia si propose alla gente del suo tempo come il curatore d’anime, che avrebbe dato il riposo a chi, si fosse affidato a Lui. «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Mt 11,28ss).

     Inoltre, Gesù fu per i suoi discepoli un amico, che ama fino alla fine, fino all’ora estrema. «Ora, prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta per lui l’ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi, che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1).

 

Tale attitudine benefica del Signore Gesù quale Messia Egli la possiede e la pratica ancora oggigiorno. Egli non vuole dare il colpo finale a chi già sta nei guai, né vuole vanificare le sue ultime speranze. Egli ha compassione anche oggigiorno. È pronto a curare chiunque crede in lui, come fa un buon pastore, un medico, un consulente e un amico, che ama. A ciò si aggiunga che Egli può realizzare ciò, che altri non possono fare: dare il perdono, riconciliare con Dio, elargire riposo e pace, dare vita eterna e una speranza, che è ancorata in cielo e che nessuno può togliere, poiché la garantisce Egli stesso.

     Invocalo oggi stesso e affidati a Lui! Egli ha promesso: «Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori» (Gv 6,37). E ancora: «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Gv 8,36).

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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1. {Adriano Carmelo Bartolomeo}

 

Dovremmo conformarci tutti a questo, carissimo. Gesù non venne per spezzare la canna o spegnere il lucignolo. Cosi anche noi dovremmo aiutare, con amore e pazienza, il fratello incrinato, affinché non si spezzi e riaccendere il suo lucignolo, in quanto non tutti hanno un bagaglio autonomo, anche se lo dovrebbero avere. {16-06-2012}

 

 

2. {Patrizio Brandi}

 

Gloria a Dio! È proprio quello che Gesù ha fatto a me, quando nel suo immenso amore si è rivelato nella mia vita. Gesù è speranza di gloria per me e per chiunque crede in lui {16-06-2012}

 

 

3. {Fortuna Fico}

 

Grazie fratello! In questo momento avevo proprio bisogno di un messaggio di speranza così forte e bello! Lo considero da parte del Signore! Dio ti benedica. {16-06-2012}

 

 

4. {Lucia Vitangeli Giannicola}

 

La mia paura, quando conobbi gli evangelici, era proprio di cadere dalla padella alla brace. Ma la mia anima era talmente ferita e malata che, quando ascoltai l’Evangelo, capii che quel messaggio era l’unica mia salvezza, mi riconobbi fra quei peccatori in Marco 2,16, che Gesù era venuto a salvare! {16-06-2012}

 

 

5. {Edoardo Piacentini}

 

Un figlio di Dio non può mai vantarsi della sua forza, perché lui non ne ha affatto, e ne è anche consapevole, non solo in teoria, ma anche per esperienza personale. Ora è proprio questa debolezza conosciuta e sentita, che apre la strada a una esperienza personale della forza di Cristo, come accadde all’apostolo Paolo. Egli, gemendo sotto i colpi di satana, che gli aveva messo una spina nella carne, udì il Signore stesso che gli diceva: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza» (2 Corinzi 12,9). Quando sappiamo per esperienza cosa è la debolezza, sperimentiamo cosa vuol dire avere la forza di Cristo, resa perfetta in quella debolezza.

     Nel testo di Matteo 12,20 un cristiano provato è paragonato a una «canna rotta» e a un «lucignolo fumante». Il Signore stesso ha detto che questa «canna rotta» non sarà frantumata e questo «lucignolo fumante» non si spegnerà, perché Egli non lascerà mai incompleta la sua opera di grazia nell’anima, «finché non abbia fatto trionfare la giustizia».

     Cosa rende un cristiano «una canna rotta»? Sono le prove, che deve affrontare, che lo portano a volte a rinunciare a ogni speranza, e le tentazioni di satana, alle quali non sempre riesce a resistere, oltre a quel senso di colpa, che spesso avverte, perché la Scrittura gli ricorda che Gesù «è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato» (Ebrei 4,15). Se la nostra povera anima è ferita dalla miseria, dalle tentazioni, dal dubbio e dalla paura, dai suggerimenti di satana, sia noto, per il nostro conforto e incoraggiamento, che il cuore tenero del nostro Redentore non frantumerà mai «la canna rotta», ma piuttosto la fascerà.

     E cosa rende il cristiano un «lucignolo fumante»? Il lucignolo è lo stoppino della lampada, che essendo appena acceso, dà una scarsa luce e rende solo fumo. Il cristiano, pertanto, è reso un «lucignolo fumante» dalla poca luce della conoscenza, che ha, e dalla mancanza di fede, che procura oscurità e infermità nella sua anima. Lo stoppino, che fuma, indica che c’è ancora in quel credente un certo calore nel suo affetto verso l’alto, ed è per questo che Cristo non lo spegnerà del tutto, ma al contrario trasformerà le scintille della grazia in una fiamma, perché Egli non lascia mai del tutto incompiuta l’opera che ha iniziato, fino a quando non otterrà la vittoria, vale a dire fino a quando non manderà il Vangelo nel suo cuore, accompagnato dalla sua grande luce e potenza.

     Cristo ha compassione di ogni credente ed è sempre pronto a soccorrerlo, e a ripristinare nella fede quei convertiti feriti nel loro spirito, che hanno il cuore affranto e umiliato e riconoscono il loro peccato, viltà, debolezza e indegnità. Il Signore illumina la comprensione, rafforza la volontà e accresce l’amore nel cuore, santifica le anime e si prende cura di ogni credente mediante l’influsso del suo Spirito e l’opera della grazia, che lo renderà vittorioso su tutti i suoi nemici, anzi più che vincitori, attraverso Colui che li ha amati. Dio ci benedica. {17-06-2012}

 

 

6. {Aranit Kola}

 

Grazie, grazie, grazie a tutti. Oggi provo proprio questo per la situazione, che si vive nella nostra comunità, le prove che stiamo passando! Tanti cuori afflitti, persone «credenti» che non distinguono la realtà del corpo di Cristo, offrendogli un culto come un corpo spezzato! Questa lettura mi ha aiutato a confidare e volgere ancora di più lo sguardo verso Gesù. Solo Lui può cambiarmi, riaccendermi, aiutarmi a portare a Lui ogni problema e lasciarmi usare da Lui e non dalla mia giustizia e dalle mie forze umane, che sono solo un lucignolo fumante, ma essere riacceso di quella fiamma ardente, che aspetta ed è pronta ad accettare e fare la sua volontà ed essere un sacrificio vivente (Romani 12,1-2). Gloria a Dio e grazie al mio Salvatore e Perfezionatore della nostra fede.

 

 

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► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Canna_fiamma_OiG.htm

15-06-2012; Aggiornamento: 18-06-2012

 

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