I contributi sul tema
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Alcuni hanno
l’abilità di cadere dalla padella nella brace, ossia di rovinarsi
completamente la vita; altri sprofondano nella disgrazia improvvisamente, senza
aver fatto nulla. Altri ricevono i cosiddetti «colpi bassi» da gente
senza scrupoli. Altri ancora sono così disperati, che oramai si aspettano
soltanto il cosiddetto «colpo di grazia», per farla finita.
Allora, come
si diceva nell’antichità, il malcapitato si sente oramai come una canna
incrinata o come un lucignolo fumante,
ossia di cui non si sa se si spegnerà o riprenderà vigore.
Nell’ottavo
secolo a.C. il proclamatore Isaia annunciò, fra altre cose, così il futuro
Messia: «Egli non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà il
lucignolo fumante»(Is 42,3), ossia lo stoppino dalla fiamma smorta. Quando
Gesù venne e praticava il suo ministero, furono ricordate proprio tali parole
riguardo alla canna infranta e al lucignolo fumigante (Mt 12,20). Prima di tali
versi si trova questo dato di fatto: «Egli li
guarì tutti» (v. 15). Gesù non era venuto per dare il «colpo finale» o il «colpo di grazia» a chi già era stato colpito pesantemente nella vita, né voleva spegnere le ultime speranze di chi le aveva perse quasi completamente tutte.
Mentre delle
guide religiose (scribi e farisei) fu detto che «divorano
le case delle vedove e fanno per apparenza lunghe orazioni»
(Lc 20,47), Gesù si dedicò a coloro, che non avevano chi li difendesse. È
scritto che Gesù, «vedendo le turbe, ne ebbe compassione,
perché erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno pastore»
(Mt 9,36). Per questo si propose ai suoi contemporanei come il «buon pastore»,
che mette a rischio la sua vita per le pecore (Gv 10,11).
Gesù volle soccorrere gli ultimi, come fa un
medico, che ha giurato di salvare ogni vita. Quando scribi e farisei
mormoravano che Gesù mangiasse e bevesse con gente, che loro consideravano
malfamata, «Gesù, udito ciò, disse loro: “Non sono i sani, che hanno
bisogno del medico, ma i malati. Io non son venuto a chiamare dei giusti,
ma dei peccatori”» (Mc 2,16s).
Gesù in qualità di Messia si propose alla gente
del suo tempo come il curatore d’anime, che avrebbe dato il riposo a chi,
si fosse affidato a Lui. «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e
oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da
me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle
anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Mt
11,28ss).
Inoltre, Gesù
fu per i suoi discepoli un amico, che ama fino alla fine, fino all’ora
estrema. «Ora, prima della festa di Pasqua, Gesù,
sapendo che era venuta per lui l’ora di passare da questo mondo al Padre, avendo
amato i suoi, che erano nel mondo, li amò sino alla fine»
(Gv 13,1).
Tale attitudine
benefica del Signore Gesù quale Messia Egli la possiede e la pratica ancora
oggigiorno. Egli non vuole dare il colpo finale a chi già sta nei guai, né
vuole vanificare le sue ultime speranze. Egli ha compassione anche oggigiorno. È
pronto a curare chiunque crede in lui, come fa un buon pastore, un medico, un
consulente e un amico, che ama. A ciò si aggiunga che Egli può realizzare ciò,
che altri non possono fare: dare il perdono, riconciliare con Dio, elargire
riposo e pace, dare vita eterna e una speranza, che è ancorata in cielo e che
nessuno può togliere, poiché la garantisce Egli stesso.
Invocalo oggi
stesso e affidati a Lui! Egli ha promesso: «Colui
che viene a me, io non lo caccerò fuori»
(Gv 6,37). E ancora: «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente
liberi» (Gv 8,36).
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?
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1. {Adriano Carmelo Bartolomeo}
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Dovremmo conformarci tutti a questo, carissimo.
Gesù non venne per spezzare la canna o spegnere il lucignolo. Cosi
anche noi dovremmo aiutare, con amore e pazienza, il fratello incrinato,
affinché non si spezzi e riaccendere il suo lucignolo, in quanto non tutti hanno
un bagaglio autonomo, anche se lo dovrebbero avere. {16-06-2012}
2. {Patrizio Brandi}
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Gloria a Dio! È proprio quello che Gesù ha
fatto a me, quando nel suo immenso amore si è rivelato nella mia vita. Gesù
è speranza di gloria per me e per chiunque crede in lui {16-06-2012}
3. {Fortuna Fico}
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Grazie fratello! In questo momento avevo
proprio bisogno di un messaggio di speranza così forte e bello! Lo considero
da parte del Signore! Dio ti benedica. {16-06-2012}
4. {Lucia Vitangeli Giannicola}
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La mia paura, quando conobbi gli
evangelici, era proprio di cadere dalla padella alla brace. Ma la mia anima era
talmente ferita e malata che, quando ascoltai l’Evangelo, capii che quel
messaggio era l’unica mia salvezza, mi riconobbi fra quei peccatori in
Marco 2,16, che Gesù era venuto a salvare! {16-06-2012}
5. {Edoardo Piacentini}
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Un figlio di Dio
non può mai vantarsi della sua forza, perché lui non ne ha affatto, e ne
è anche consapevole, non solo in teoria, ma anche per esperienza personale. Ora
è proprio questa debolezza conosciuta e sentita, che apre la strada a una
esperienza personale della forza di Cristo, come accadde all’apostolo
Paolo. Egli, gemendo sotto i colpi di satana, che gli aveva messo una spina
nella carne, udì il Signore stesso che gli diceva: «La mia grazia ti basta,
perché la mia potenza è portata a compimento nella debolezza» (2 Corinzi
12,9). Quando sappiamo per esperienza cosa è la debolezza, sperimentiamo cosa
vuol dire avere la forza di Cristo, resa perfetta in quella debolezza.
Nel testo di
Matteo 12,20 un cristiano provato è paragonato a una «canna rotta» e a un
«lucignolo fumante». Il Signore stesso ha detto che questa «canna rotta» non
sarà frantumata e questo «lucignolo fumante» non si spegnerà, perché Egli non
lascerà mai incompleta la sua opera di grazia nell’anima, «finché non
abbia fatto trionfare la giustizia».
Cosa rende un
cristiano «una canna rotta»? Sono le prove, che deve affrontare, che lo
portano a volte a rinunciare a ogni speranza, e le tentazioni di satana,
alle quali non sempre riesce a resistere, oltre a quel senso di colpa,
che spesso avverte, perché la Scrittura gli ricorda che Gesù «è stato tentato
in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato» (Ebrei 4,15). Se la
nostra povera anima è ferita dalla miseria, dalle tentazioni, dal dubbio
e dalla paura, dai suggerimenti di satana, sia noto, per il nostro conforto e
incoraggiamento, che il cuore tenero del nostro Redentore non frantumerà
mai «la canna rotta», ma piuttosto la fascerà.
E cosa rende
il cristiano un «lucignolo fumante»? Il lucignolo è lo stoppino della lampada,
che essendo appena acceso, dà una scarsa luce e rende solo fumo. Il cristiano,
pertanto, è reso un «lucignolo fumante» dalla poca luce della conoscenza,
che ha, e dalla mancanza di fede, che procura oscurità e infermità nella
sua anima. Lo stoppino, che fuma, indica che c’è ancora in quel credente un
certo calore nel suo affetto verso l’alto, ed è per questo che Cristo non lo
spegnerà del tutto, ma al contrario trasformerà le scintille della grazia
in una fiamma, perché Egli non lascia mai del tutto incompiuta l’opera che ha
iniziato, fino a quando non otterrà la vittoria, vale a dire fino a quando non
manderà il Vangelo nel suo cuore, accompagnato dalla sua grande luce e potenza.
Cristo ha
compassione di ogni credente ed è sempre pronto a soccorrerlo, e a
ripristinare nella fede quei convertiti feriti nel loro spirito, che hanno
il cuore affranto e umiliato e riconoscono il loro peccato, viltà, debolezza e
indegnità. Il Signore illumina la comprensione, rafforza la volontà e accresce
l’amore nel cuore, santifica le anime e si prende cura di ogni credente mediante
l’influsso del suo Spirito e l’opera della grazia, che lo renderà vittorioso su
tutti i suoi nemici, anzi più che vincitori, attraverso Colui che li ha
amati. Dio ci benedica. {17-06-2012}
6. {Aranit Kola}
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Grazie, grazie, grazie a tutti. Oggi provo
proprio questo per la situazione, che si vive nella nostra comunità, le
prove che stiamo passando! Tanti cuori afflitti, persone «credenti» che
non distinguono la realtà del corpo di Cristo, offrendogli un culto come un
corpo spezzato! Questa lettura mi ha aiutato a confidare e volgere ancora di più
lo sguardo verso Gesù. Solo Lui può cambiarmi, riaccendermi, aiutarmi a
portare a Lui ogni problema e lasciarmi usare da Lui e non dalla mia giustizia e
dalle mie forze umane, che sono solo un lucignolo fumante, ma essere riacceso di
quella fiamma ardente, che aspetta ed è pronta ad accettare e fare la sua
volontà ed essere un sacrificio vivente (Romani 12,1-2). Gloria a Dio e grazie
al mio Salvatore e Perfezionatore della nostra fede.
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/T1-Canna_fiamma_OiG.htm
15-06-2012; Aggiornamento: 18-06-2012 |