Caro Nicola, desidero avere
un giusto giudizio su ciò, che ti scrivo. Mi è stata fatta questa affermazione:
«La grazia non va capita, né compresa, né accettata». Io mi sono opposto,
dicendo il contrario, cioè che va capita e accettata, naturalmente con
l’intervento dello Spirito Santo. Potresti dirmi che cosa tu avresti risposto?
{Bruno Salvi; 29-05-2015} |
A me non piacciono tali affermazioni filosofiche, essendo
un esegeta. Tuttavia, ecco alcune mie impressioni.
1. GLI ASPETTI SOCIALI
■ Che cos’è la «grazia»?: È l’atto sovrano di
un’autorità competente (p.es. re, presidente della repubblica, governatore)
verso un condannato a morte, riguardo al quale viene firmato tale decreto.
■ La «grazia» può essere capita?: Certo, una
tale delibera di un’autorità può essere compresa: un condannato a morte non deve
più essere giustiziato! Quando egli riceve tale decreto, può comprenderlo
senz’altro.
■ La «grazia» dev’essere accettata?: Certo!
Ogni provvedimento giuridico di un’autorità, che permette a un condannato a
morte di continuare a vivere, se non è accettato, diventa nullo.
2. GLI ASPETTI BIBLICI
■ Che cos’è biblicamente la «grazia»?: Essa è
il favore immeritato di Dio verso il peccatore perduto, che merita la condanna
eterna, ma ottiene l’assoluzione o giustificazione divina (cfr. Rm 4,23s; 5,16;
Tt 3,7). Al tempo di Esdra, si constatò che «l’Eterno, il nostro Dio, ci ha
fatto grazia, lasciandoci alcuni superstiti» (Esd 9,8; cfr. 2 Re
13,23).
■ La «grazia» di Dio può essere capita o
conosciuta?: «Voi udiste e conosceste la grazia di Dio in verità»
(Col 1,6). Qui ricorre il verbo epighinṓskō
«conoscere completamente, accuratamente o intimamente; riconoscere, scoprire,
capire». «Voi conoscete la grazia del nostro Signore
Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché,
mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi» (2 Cor 8,9). Qui
ricorre il verbo ghinṓskō
«conoscere, capire, comprendere; conoscere intimamente o sessualmente).
■ La «grazia» di Dio dev’essere accettata o
ricevuta?: «È della sua pienezza che noi
tutti abbiamo ricevuto grazia sopra grazia»
(Gv 1,16; cfr. Rm 1,5). Il verbo greco lambánō, tradotto qui con
«ricevere», significa anche «prendere con la mano,
cogliere, afferrare, prendere possesso di, impossessarsi di,
accettare». Si
parla dell’atto sovrano di grazia e di giustificazione da parte di Dio per «quelli,
che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia»
(Rm 5,17). Paradossalmente Paolo parlò dell’evenienza che i Corinzi avessero «ricevuta
la grazia di Dio invano» (2 Cor 6,1). Il verbo greco déchomai,
tradotto qui con «ricevere», significa anche «afferrare,
prendere, abbracciare, accettare».
Addirittura si può crescere nella grazia e nella
conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo (2 Pt 3,18).
Suggerisco che si passi da tali speculazioni di
filosofia dogmatica all’esegesi contestuale.
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/A1-Specula-grazia_EdF.htm
30-05-2015; Aggiornamento: |