«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

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«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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IL MASSIMALISMO RELIGIOSO

 

 di Nicola Martella

 

Capello in quattroSe una dottrina affligge soltanto, ma non dà speranza, potete essere certi che proviene dagli uomini e non da Dio. Ecco un mio breve componimento sul massimalismo religioso ed etico, che sa solo dare soluzioni estreme ai problemi reali altrui.

 

Com’è letale il fatalismo

d’ogni iper-spiritualismo.

Norme estreme son i pesi,

che caricano sugl’indifesi.

È pur gretta e senza amore

tale ricetta all’altrui dolore.

 

Così non è il Dio vivente, di cui la Bibbia parla. Egli, anche laddove facesse la piaga, per portare a ravvedimento, poi la fascia amorevolmente, per addurre la guarigione. «Egli fa la piaga, poi la fascia; egli ferisce, ma le sue mani guariscono» (Giobbe 5,18). Il fine di Dio non è affliggere, cosa che fa mal volentieri, ma sanare l’intera persona e dare pace all’interno della comunione con Lui stesso. «Il Signore non ripudia in perpetuo; ma, se affligge, ha altresì compassione, secondo la moltitudine delle sue benignità; poiché non è volentieri che egli umilia e affligge i figli degli uomini» (Lamentazioni 3,31).

     È un denominatore comune dei massimalisti d’ogni provenienza il fatto che conoscano solo la legge, ma non la grazia. Essi spaccano il capello in quattro, pur di aver ragione. Aggiungono precetti dopo precetti, pensando di poter piacere così a Dio, e pongono tali pesi sulle spalle di coloro, che sono già ricurvi e affranti; ma Dio non sa che farsene della giustizia propria degli uomini religiosi. Sì, in genere, i massimalisti si servono della legge per affliggere gli altri, che spesso sono già nel dolore per altri motivi.

     Essi cercano nella Bibbia (spesso solo nell’AT) solo le soluzioni morali più drastiche, senza neppure tentare di mettersi nei panni degli altri e senza tener presente gli altri aspetti biblici, che sullo stesso soggetto mostrano vie per il recupero morale e per un nuovo inizio.

     Il Signore è un Dio di speranza, di riconciliazione e di grazia per coloro, che lo cercano e vogliono mutare vita. Egli ha mandato a predicare la «Buona Novella», una notizia che fa bene. I massimalisti religiosi ripropongono vecchie prigioni legalistiche riverniciate, affermando che ciò sia un «paradiso»; i vecchi otri religiosi sono spacciati per nuovi.

            Gesù Cristo è, però, venuto, per trarre gli uomini dalle prigioni, anche da quelle dei massimalisti. «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il ricupero della vista ai ciechi; per rimettere in libertà gli oppressi, per proclamare l’anno gradito del Signore» (Luca 4,18). Egli vuol dare loro una nuova vita (2 Cor 5,17; Gal 6,15), uno Spirito vivificante (2 Cor 3,6), una nuova svolta (1 Ts 1,9; Gcm 4,7a), un nuovo patto (Eb 8,13), una «speranza viva» e «piena nella grazia» (1 Pt 1,4.13).

            Ecco la risposta di Cristo alle ricette estreme dei massimalisti e l’invito, che Egli fa agli oppressi: «Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, e io vi darò riposo. Prendete su voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Giovanni 11,28ss).

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Dot/A1-Massimalismo_relig_EdF.htm

14-05-2012; Aggiornamento:

 

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