«La tua propria iniziativa non l’ha prodotto, ma solo Dio —
eppure rallegrati che Dio ha utilizzato la tua iniziativa nella sua opera.
Gioisci, se senti che quello, che hai fatto, è stato “necessario”, eppure
riconosci che tu anche così sei stato solo uno strumento per Lui, il quale per
mezzo di te ha aggiunto un pezzettino al tutto, che Egli ha elaborato per il suo
obiettivo» (Dag Hammarskjold, dal 1953 al 1961, Segretario generale delle
Nazioni Unite; 24-12-1956, poche settimane dopo la crisi di Suez; tradotto e
adatto dal tedesco da Nicola Martella;
Fonte: «Realismo biblico»). |
Quando ho letto tale citazione, ho dovuto pensare a tutti i miei progetti,
iniziative e sforzi, che sono stati vani e sono rimasti senza i risultati
desiderati. Con ciò concorda questo brano: «Se l’Eterno non edifica la
casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l’Eterno non guarda la
città, invano veglia la sentinella. Invano è per voi che vi
leviate di buonora e rimaniate in piedi fino a tardi e mangiate il pane del
travaglio; egli dà altrettanto al suo diletto nel sonno» (Salmo 127,1s). Ho
dovuto, però, pensare a tutte le volte che, per sua grazia, sono stato usato
in modo benedetto, per mettere dei tasselli sul suo grande e misterioso
puzzle del suo regno. Magari è stata una predicazione, un articolo, un libro,
una cura pastorale, delle parole giuste dette al momento giusto, una decisione
fatta per onorare Dio e per il suo regno.
Il consiglio di Dio è troppo grande, per
capirlo fino in fondo. Il suo piano è come un iceberg, di cui possiamo
grattare solo la superficie. La sua azione nella storia è così misteriosa
che del grande puzzle possiamo abbracciare con lo sguardo soltanto una piccola
parte. Un operaio non potrà mai capire il progetto dell’architetto, ma può
contribuire alla costruzione, facendo tutto il suo dovere. Egli è utile
per Dio, ma non indispensabile, sebbene il Signore voglia proprio lui lì. Ho
dovuto pensare a questo insegnamento di Gesù per i suoi apostoli:
«Così anche voi, quando avrete fatto tutto
ciò, che v’è comandato, dite: “Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto
ciò, che eravamo in obbligo di fare”» Luca
17,10).
È un grande privilegio
essere un collaboratore di Dio, ma il Dirigente è Lui. Ho dovuto pensare a
questo brano: «Né colui che pianta né colui che annaffia sono
alcunché, ma Dio, che fa crescere, è tutto. Ora, colui che pianta e colui
che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio
secondo la propria fatica. Poiché noi siamo collaboratori di Dio, voi
siete il campo di Dio, l’edificio di Dio» (1
Corinzi 3,7ss). Il campo non è nostro, né la costruzione, né il gregge,
né quant’altro ci sia affidato, ma è di Dio. Dobbiamo curarlo ed esserne
responsabili come coloro, che dovranno rendere conto a Dio (Romani 14,12;
Eb 13,17). Facciamo sì che non riceveremo biasimo, ma un premio di fedeltà.
A ogni operaio non viene chiesto di capire tutta la costruzione, ma di svolgere al meglio la sua funzione nel posto, dove è stato messo! |
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I contributi sul tema
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.
I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Roberto Rocchia}
▲
■
Contributo: Nessuno conosce Dio o può
conoscere Dio. Il nostro compito non è conoscere Dio, ma cercare Dio. Nel
cercare Dio, io accresco le mie conoscenze, soprattutto riconosco in me alcuni
pregi o difetti, vittorie e sconfitte. La ignoranza di me stesso mi porta
a giudicare, ma la conoscenza di me stesso mi porta a giustificare prima
me stesso e poi gli altri, che riconosco essere più o meno come me stesso.
{07-02-2013}
▬
Nicola Martella: Dio si è rivelato nella storia, quindi si è dato a conoscere. Tale
testimonianza sta nella sacra Scrittura. Essa ci rivela chi è Dio e come Egli è
e agisce.
Se si rifiuta la rivelazione di Dio nella sua Parola,
non sottomettendosi a essa soltanto, rimangono soltanto le contrapposte
ideologie umanistiche, psicologiche, filosofiche e quelle esoteriche.
Dialogando insieme, ho accertato che tu hai scelto tale ultima via. Quindi, non
puoi conoscere veramente il Dio vivente, ma ti sei fatto un dio a tua
immagine.
In ogni modo, il
tema qui è un altro: «Servizio e realismo biblico».
■
Roberto Rocchia: Certo, Gesù ha condannato
chi credeva di conoscere Dio, li ha chiamati razza di vipere. Chi crede di
conoscere, non cerca e, se non cerca, non trova e vive invano, inoltre fa
danni perché la superbia è sempre dannosa. {08-02-2013}
▬
Nicola Martella: Ciò, che dobbiamo sapere di
Cristo, sta nella sua Parola. Chi aggiunge a essa, firma la sua propria
condanna (Apocalisse 22,18s). L’esoterismo è stregoneria ed è il modo
migliore per andare all’Inferno eterno (Apocalisse 21,8; 22,15).
2. {Mattia Gerardi}
▲
Con umiltà, sottomissione e preghiera
lasciamoci preparare dal Signore per un servizio, che risuoni alla gloria
del nostro Dio! «Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo
Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose, che Dio ci ha donate» (1
Cor 2,12). «...seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso
colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben
connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo
nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso
nell’amore» (Efesini 4,15-16). {07-02-2013}
3. {}
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4. {}
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7. {}
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8. {}
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9. {}
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10. {}
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11. {}
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12. {Autori
vari}
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Rosario Patrizio Picone: L’importante è
non montarsi la testa e sentirsi sempre strumenti nelle mani di Dio. Grazie per avermelo ricordato. Un caro abbraccio
virtuale
e continua a servirlo anche attraverso FB. {06-02-2013}
■
Fivi Bica: Grazie, Martella Nicola, parole sane! {06-02-2013}
►
URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Servizio_real_GeR.htm
06-02-2013; Aggiornamento: 27-02-2013 |