Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante
1. {Nicola Martella}
▲
Ecco alcune
citazioni, che possono aiutare nell’ulteriore riflessione.
■ Resistere:
Dinamica: «È più facile resistere all’inizio che alla fine» (Leonardo Da
Vinci).
■ Resistenza
cristiana: «Resistete nella resistenza... dalla stessa parte della
barricata, per favore!» (Nicola Martella).
■ Resistere
(Imparare a ~): «Nel confronto con gli altri i colpi nei fianchi
indeboliscono il pugile e lo rendono perdente? Allenati allora a incassare! La
problematica non dipende dai colpi, veri o presunti che siano, che un altro ti
dà, ma dalla tua resistenza sul ring della vita. Irrobustisci gli addominali
della tua mente, impara a resistere! Inoltre, prendila con un po’ di umorismo e
rispondi con un po’ di giovialità ironica: ce ne guadagnerai tu e gli altri.
L’umorismo può essere molto disarmante e comunica all’altro: «Io voglio
dialogare, non contrappormi a te o stroncarti”» (Nicola Martella).
2. {Salvatore Paone}
▲
Ricordo un
vecchio film hollywoodiano, il film era ambientato alla fine degli anni «40»
del secolo scorso. Un ragazzo ventenne ambiva a fare il palombaro, per
entrare nel corpo dei United States Marine Corps; ciò comportava sacrifici:
Bisognava
avere forza e coraggio, fare rinunce e sopratutto avere la pelle bianca, sì, la
pelle bianca, perché era di colore tale ragazzo. A causa del razzismo, veniva
ogni volta penalizzato per il colore della sua pelle. Anche dopo lunghi e
strazianti episodi di discriminazione, lui non mollava. Aveva una
radiolina, costruita a mano dal padre, e quando gli fu distrutta dai compagni,
lui pianse molto, essendo l’unico ricordo del suo defunto padre. Allora, lui con
tanta pazienza e resistenza ricostruì la radiolina.
Il suo
capitano gli diceva: «Rinuncia, vai via per il tuo bene», ma lui continuò
il suo percorso, fino ad arrivare quasi alla promozione di palombaro scelto. Un
giorno il suo capitano gli disse: «Cosa ti ha detto tuo padre, per essere così
duro?». Lui rispose: «Resistere, anche quando non c’e più alcuna speranza».
Così tale
ragazzo fece la carriera di palombaro, diventò ufficiale e, dopo alcuni anni,
ebbe un incidente sul lavoro e perse una gamba. La United States Marine
Corps volevano toglierci il titolo per via dell’incidente e, non avendo più la
gamba sinistra, non poteva esercitare la sua professione. Così abbattuto e
sconfitto, dovette ritirarsi, ma subito dopo con forza e tenacia si
allenò con una sola gamba e con una protesi inizio a simulare le immersioni,
fino al punto di arrivare a immergersi veramente. Ma questo non convinse
i giudici. Allora, per testare la sua forza, gli fecero fare una prova con una
muta da palombaro, che pesava il doppio di quella, che egli usava in passato; e
così con tale muta dovette compiere 12 passi, per essere riammesso nel corpo dei
palombari. Il ragazzo, oramai divenuto uomo adulto, riuscì con forza e
resistenza a rientrare a far parte del United States Marine Corps
Così credo che
anche noi, come credenti, dobbiamo resistere; anche quando ci sembra
tutto finito e buio, dobbiamo lottare, finché il Signore ci chiama a
farlo. {18-05-2012}
3. {Claudia Biscotti}
▲
■
Contributo: Tu parli della «difesa
della Verità contro i falsi profeti e i cattivi maestri». Ma come? Me lo
chiedo perché, quando mi trovo davanti a persone, che asseriscono che dopo la
morte c’è il nulla, che la vita finisce qui, io resto inebetita dalla loro
stoltezza. La loro falsa convinzione è come un muro, una chiusura contro la
quale, continuare a ripetere che si sbagliano, sembra inutile. Resistere nella
resistenza, mi sembra più un ancorarsi a Cristo Gesù per non perdersi,
piuttosto che un lottare per difendere la Verità con la propria
testimonianza. {09-06-2012}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella):
Chi è ancorato a Cristo, può lottare per difendere la Verità. Altrimenti
è solo un cembalo risonante. Non si può amare e onorare Cristo e non fare nulla
per difendere la sua verità. «Carissimi, avendo un gran desiderio di
scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per
esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai
santi una volta per sempre. Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini...»
(Giuda 1,3s).
«Le armi della nostra guerra non sono
carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché
demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la
conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo
ubbidiente a Cristo» (2 Cor 10,4s).
Può resistere
nella resistenza soltanto chi ha Cristo non solo come suo Salvatore
personale, ma anche come il suo Signore e lo serve con ciò che «sta
scritto»!
▬
Replica 1 (Claudia Biscotti): Condivido parola
per parola, ma non opero più di quello, che il vivere richiede. Cerco la
volontà di Dio, voglio ascoltare la sua voce e ubbidire, ma mi ritrovo ad
affaccendarmi nella quotidiano, chiedendomi se è la volontà di Dio oppure no?!
Mi dico che vivere la sua Parola equivale a ubbidire, eppure mi sento
come se mi sfuggisse qualcosa. Quando posso e quando c’è l’occasione,
testimonio di Lui, ma è sempre più difficile, quasi non ti permettono di
parlare.
Resistere, certo bisogna resistere; avendo ricevuto la verità e avendo
conosciuto Gesù, come non si potrebbe? Lottare, certo è una lotta continua.
{09-06-2012}
▬
Risposta
2
(Nicola Martella): È una lotta continua? Allora sei viva. Solo i morti non lottano più. Il
Signore non ha promesso ai suoi discepoli altro se non la lotta. Ingiunse loro
di amarlo come nessuno mai (Mt 10,37), di prendere la propria croce
e a seguirlo, come chi va al patibolo (v. 38). Li avvertì, che seguirlo avrebbe
significato «spada» nella loro stessa famiglia (v. 34ss). Preannunciò
loro tanti svantaggi: tribolazione, persecuzione, odio e quant’altro, a
causa del suo nome e della Parola di Dio (Mt 24,9), cosa che avrebbe fatto
«scandalizzare» alcuni intenzionati a seguirlo (Mt 13,21). La consolazione, che
lasciò loro riguardo alle tribolazioni nel mondo, era che ci si poteva fare
animo, ricordandosi che Egli ha vinto il mondo (Gv 16,33). Gli apostoli
non insegnarono diversamente (At 14, 22; cfr. Ap 2, 9s), aggiungendo che nulla
di tutto ciò — tribolazione, angoscia, persecuzione, fame, nudità, pericolo,
spada — sarebbe in grado di separare i credenti rigenerati dall’amore di
Cristo (Rm 8, 35) o sconfiggerli definitivamente (2 Cor 4, 8s).
Quindi, Gesù scoprì le sue «carte» fin dall’inizio e
non promise ai suoi seguaci un «mondo rosa»: una «sequela all’acqua di
rose», una «grazia a poco prezzo», un «cristianesimo da dopolavoro», o una «fede
facile, facile». Chi vuole un cristianesimo tutto amore e sentimenti e si
scandalizza facilmente, ha poca radice ed è a rischio recessione.
Dopo che «molti
dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui...
Gesù disse ai dodici: “Non volete andarvene anche voi?”» (Gv 6, 66s).
Questa domanda Egli la pone anche oggi ai suoi seguaci titubanti e traballanti.
Pietro seppe cosa rispondere (vv. 68ss). Che risponderemo noi?
▬
Replica
2
(Claudia Biscotti): No, non voglio
andarmene. Voglio restare... e resistere. La mia preghiera è di riuscire
a restare in piedi per il Signore, nonostante tutto, anche quando tutto
marcia al contrario. {09-06-2012}
4. {Vincenzo Russillo}
▲
■
Nota editoriale:
Questo scritto era stato messo in una discussione, dove era fuori tema. Abbiamo
preferito dislocarlo qui, dove si accorda con l’argomento generale.
■
Contributo: Seguire Cristo ha un costo, non è un rapporto sdolcinato della serie: «Io ti amo e ti
perdono, adesso vivrai felice». No! Non è così, non si può ingannare la gente
con parole sdolcinate.
Del Messia
leggiamo quanto segue: «Mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse: “Io
ti seguirò dovunque andrai”. E Gesù gli rispose: “Le volpi hanno delle tane
e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il
capo”. A un altro disse: “Seguimi”. Ed egli rispose: “Permettimi di
andare prima a seppellire mio padre”. Ma Gesù gli disse: “Lascia che i morti
seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunciare il regno di Dio”. Un altro
ancora gli disse: “Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli
di casa mia”. Ma Gesù gli disse: “Nessuno che abbia messo la mano all’aratro e
poi volga lo sguardo indietro, è adatto per il regno di Dio”» (Luca
9,56-62).
Gesù ci chiama
a seguirlo senza compromessi; ci costerà tutto: gli amici, la famiglia e
anche le finanze (cfr. Matteo 19,21). Dio non ci chiama sicuramente alla
rinuncia, non ci dice: «Non dovrai andare al funerale dei tuoi genitori»,
oppure: «Vendi tutto». Ma Egli ci vuole testare, per vedere se Cristo
è tutto per noi, per vedere se è veramente il nostro tesoro, la nostra
gioia, la nostra sicurezza, la nostra speranza, il nostro amico nei momenti di
solitudine, la nostra casa, la nostra forza di riuscire a guardare dritto nella
vita. Tutte queste cose hanno un costo. Dobbiamo ricordarci questo: «E
chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio
discepolo» (Luca 14,27). Discepoli a buon mercato torneranno
indietro, quando la strada diventerà più pericolosa. Come Paolo dobbiamo però
dire: «Come afflitti, eppure sempre allegri; come poveri, eppure arricchendo
molti; come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa!» (Corinzi 6,10).
{31-07-2011}
5. {}
▲
6. {}
▲
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {Autori
vari}
▲
■
Monica Simonetta Ara: Grazie! Edificante! DTB {19-05-2012}
■
Fortuna Fico: Veramente bello! Grazie, Dio continui a benedirti! {19-05-2012}
► URL:
http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Resistenza_EdF.htm
18-05-2012; Aggiornamento: 11-03-2014