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1. {Nicola Martella}
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Per
l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare
la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al
tema):
■ «Infatti,
dopo tanto tempo dovreste già essere maestri; invece avete di nuovo bisogno che
vi siano insegnati i primi elementi delle asserzioni di Dio; siete giunti
al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido. Ora, chiunque
usa il latte, non ha esperienza della parola di giustizia, perché è bambino;
ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno
le facoltà esercitate a discernere il bene e il male» (Eb 5,12ss).
■ «Fratelli,
io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a
carnali, come a bambini in Cristo. Vi ho nutriti di latte, non di
cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete
neppure adesso, perché siete ancora carnali. Infatti, dato che ci sono tra di
voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate
secondo l’uomo?» (1Cor 3,1ss).
■ «Fratelli,
non siate fanciulli per senno; siate pur bambini quanto a malizia, ma
quanto a senno, siate uomini compiuti»
(1 Cor 14,20).
■ «…fino
a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio
di Dio, allo stato di uomini compiuti, all’altezza della statura perfetta di
Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e
là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle
arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo
in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo» (Ef 4,13ss).
2. {Vincenzo Russillo}
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Thomas Jefferson è
stato colui che ha scritto la Carta d’Indipendenza degli Stati Uniti. Leggendo
varie curiosità, mi ha colpito qualcosa della sua abitazione, che presentava una
particolarità: studio, camera da letto e biblioteca, i posti in cui trascorreva
la maggior parte del tempo, erano rivolti verso ovest, per guardare oltre la
frontiera! Da cristiani dobbiamo tenere anche noi gli occhi verso «ovest», e
vivere sulla frontiera è qualcosa di fantastico: «C’è qualcosa di più là fuori e
io lo voglio!». Questo desidera il cuore di un seguace di Cristo spiritualmente
sano. Per quanto siamo arrivati lontani nel nostro rapporto con Cristo, per
quanto lo abbiamo sperimentato nella nostra vita, sappiamo che c’è molto,
molto di più e vogliamo arrivare là, dove non siamo mai stati prima.
Questo era il
desiderio dell’apostolo Paolo ancora dopo 30 anni la sua conversione, in
cui aveva sperimentato un rapporto con Cristo in un modo, che nessun altro lo
aveva mai fatto. Infatti, in Filippesi al capitolo 3 al versetto 10 dice
qualcosa, che dovrebbe essere uno sprono per noi: «Tutto questo allo scopo di
conoscere Cristo, la potenza della sua risurrezione, la comunione delle sue
sofferenze, divenendo conforme a lui nella sua morte, per giungere in
qualche modo alla risurrezione dei morti. Non che io abbia già ottenuto tutto
questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per
cercare di afferrare ciò, per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù»
(Filippesi 3,10-12). Se il grande apostolo Paolo si sentiva così, allora
sicuramente dovremmo preoccuparci, se il nostro cuore non è inquieto per avere
di più.
Un grande
predicatore, Oswald Chambers, ammoniva: «Attenti al pericolo del relax
spirituale». Semplicemente il livello spirituale, a cui siamo arrivati, può
soddisfare i nostri conduttori, gli altri cristiani, ma non le nostre esigenze.
Un cristiano maturo inseguirà due frontiere spirituali, che vorrà raggiungere.
La prima è una maggiore intimità con Gesù. Io sono per natura un uomo
d’azione, sono più Marta che Maria, cerco sempre di più di servire Gesù. Ma io
voglio vivere di più l’autenticità della sua presenza e del suo amore, voglio
sentire il suono della sua voce nella mia anima. Voglio essere molto più simili
a Lui ogni minuto del giorno. Una seconda frontiera è avere un maggiore
impatto per Gesù con la nostra vita; la strada per un glorioso «di più» è
dato dal trascorrere più tempo con Lui, maggiore tempo di «coccole» con Dio e
allo stesso tempo un’appassionata ricerca dei suoi ordini ogni volta che apro la
Bibbia. Ogni volta che ci troviamo a leggere la Bibbia, ogni volta che ci
troviamo in una riunione cristiana, dovremmo andare con questa preghiera nel
nostro cuore: «Gesù, aiutami a tornare a casa con più di te!».
E poi, abbiamo
bisogno di ricercare, ogni giorno, ogni possibile occasione per avere un
impatto sulla vita di qualcun altro per Lui. Dobbiamo ricercare di più, e la
mia preghiera per me e per voi è quella dell’apostolo Paolo, affinché questa
grande passione ci possa guidare a guardare oltre la frontiera: «Fratelli, io
non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le
cose, che stanno dietro, e protendendomi verso quelle, che stanno
davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di
Dio in Cristo Gesù» (Filippesi 3,13-14).{07-03-2013}
3. {Pietro Calenzo}
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Personalmente sono d’accordo sia con la
constatazione di Martyn Lloyd Jones, sia con il contributo del caro Nicola e
ancora con questo prezioso commento di Vincenzo Russillo. Il quadro, che si
delinea nei vari interventi e commenti dei credenti, utenti della rete, a
volte non è incoraggiante, ma come ho avuto già modo di partecipare a qualche
fratello, lo spessore di maturità dei credenti internauti non è sempre
rispondente alla realtà spirituale oggettiva dei fratelli, che praticano un
social network come Facebook. Sarò stato fortunato o graziato dal Signore, non
saprei, ma effettivamente noto che questo è il canone dei fratelli, che pratico
da tanti anni, e non solamente delle assemblee, cui faccio riferimento.
Naturalmente tale limite vale anche per la mia persona e per i credenti di tutte
le realtà cristiane. Il tutto avviene forse, anche, per la mancanza di
contatti più personali, più vis a vis, più diretti e reali, in riferimento
ai credenti nostri «amici», che conosciamo per sola via internauta. Credenti
maturi o carnali vi sono in ogni assemblea, poiché ciò era vero anche nei
tempi apostolici. L’importante è discernere lo spazio, che dedichiamo al
Signore, per far sì che Egli possa produrre nella nostra vita il «frutto
dello Spirito». Ciò significa che dobbiamo fare nostra la Parola di Dio
e far sì che ci alimenti ogni giorno, magari ascoltando i consigli e gli
insegnamenti degli anziani o dei dottori, che il Signore ha stabilito nella sua
chiesa per l’edificazione e la crescita armoniosa di ogni credente. Inoltre, non
bisogna cessare mai di praticare l’agape, che è il suggello, che
giustamente il Signore chiede a noi tutti come gemma preziosa del nostro dire e
del nostro fare. {07-03-2013}
4. {Edoardo Piacentini}
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«Voi dunque,
carissimi, sapendo già queste cose, state in guardia per non essere trascinati
dall’errore degli scellerati e scadere così dalla vostra fermezza; ma
crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Gesù
Cristo. A Lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen» (2 Pietro 3,17-18).
Crescere spiritualmente non è qualcosa di facoltativo, qualcosa che riguarda
unicamente quanti desiderano ricevere un ministero, per servire in prima linea
il Signore, ma è un imperativo, un comando divino rivolto a tutti i
credenti in Cristo, un’esigenza comune a ogni cristiano. Ogni credente deve
crescere spiritualmente, altrimenti rischia di diventare preda dell’errore e di
scadere dalla sua fermezza in Cristo.
Gesù è la
vite e noi siamo i tralci. Gesù disse: «Io sono la vite, voi siete i
tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non
potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si
secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati»
(Giovanni 15,5-6). Se i tralci sono uniti a Cristo, che è la vite, non solo
hanno la vita, ma portano anche molto frutto; mentre se sono separati da
Lui, non solo non possono compiere nulla, che sia spiritualmente buono,
accettevole a Dio, ma appassiscono e muoiono per mancanza di vita, per cui i
servi del padrone della vigna li raccolgono e li bruciano.
L’avversario
acerrimo di Dio, satana, cercherà in tutti i modi di mantenere questi
tralci nell’ignoranza delle verità bibliche per impedire la loro
crescita, affinché non giungano a maturità spirituale. Inoltre, cercherà in
tutti i modi d’iniettare il suo veleno in ogni credente, provando a farlo cadere
in tentazione, perché egli sa bene che il peccato è un veleno, che ogni
volta che penetra nella sua vita, provoca una «battuta d’arresto» alla sua
crescita spirituale.
La santità,
secondo il concetto biblico, è la perfetta e assoluta separazione dal male in
ogni sua forma: è libertà dal peccato, per dedicarci pienamente a tutto ciò, che
è buono e giusto. Il Signore Gesù era assolutamente libero da ogni impurità ed
era assolutamente dedicato alla volontà di Dio. Dio ci chiede di essere simili
al suo Figliuolo Cristo Gesù, d’imitare le sue virtù! La vita di Gesù ci mostra
chiaramente in cosa dobbiamo assomigliarli, per continuare a crescere in Lui,
facendo nostra l’esortazione dell’apostolo Paolo: «Abbiate in voi lo
stesso sentimento, che è stato in Cristo Gesù; il quale, essendo in forma di
Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo
forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell’esteriore
come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e
alla morte della croce. Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli
ha dato il nome che è al di sopra d’ogni nome» (Filippesi 2,5-9).
{07-03-2013}
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12. {Autori
vari}
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Teodolindo Durante: Bisogna essere fanciulli di cuore, ma adulti e maturi di senno. {07-03-2013}
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Nicola Martella: Capisco il pensiero che
si vuole esprimere, ma faccio presente che nella Bibbia cuore e
senno sono la stessa cosa. Perciò è scritto: «Fratelli,
non siate fanciulli per senno; siate pur bambini quanto a malizia, ma
quanto a senno, siate uomini compiuti»
(1 Cor 14,20).
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Teodolindo Durante: Allora dovremmo parlare di anima e spirito, ma sarebbe lungo il discorso. Io credo che ciò, che voglio dire, si sia capito abbastanza e rispecchi esattamente ciò, che hai citato in 1 Cor 14,20. Grazie. Dtb. {07-03-2013}
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Fortuna Fico: Se gli altri non ci riconoscono come veri cristiani, c’è da preoccuparsi per davvero! {07-03-2013}
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Maturi_infantili_Avv.htm