«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1

  È ciò che dicono gli altri su Gesù.

  Ecco le parti principali: Gesù nei mass-media

Gesù fra teologia e filosofia

Gesù fra filosofia e ideologia

Gesù fra ideologie e religioni

Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2

  È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

  Ecco le parti principali:

Gesù nella Bibbia e nella storia

La questione giudaica

Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)

Dizionarietto dei termini

 

Vedi al riguardo le recensioni.

Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL CRISTIANO QUALE LIBRO VIVENTE

 

 a cura di Nicola Martella

 

«Noi siamo le persone, che per il resto del mondo devono essere un libro, da cui esso possa leggere quale effetto abbia sull’animo la relazione col Salvatore» (Nikolaus Ludwig von Zinzendorf, 1700-1760, teologo evangelico tedesco).

 

1. Che tipo di libro sei?

     Esiste l’espressione «essere un libro aperto» per gli altri, ossia essere trasparenti, schietti, sinceri e veraci, quindi, non nascondere le proprie intenzioni.

     In rete ho letto la seguente allegoria sull’essere un libro, ricca di giochi di parole: «C’è chi ti legge come un libro aperto, / chi ti chiude come un libro letto, / chi ti scrive come un libro bianco, / chi ha perso il segnalibro, chi voleva leggerti / ma le emozioni non erano in saldo, / chi ti ha sfogliato e riposto sullo scaffale, / chi ti ha portato a casa e messo in libreria. / Forse un giorno qualcuno ti legge sul serio, / dalla copertina all’ultima pagina, / e ti porta con sé / come il dono più prezioso» (F.P. Ettari). Le mie ricerche sull’autore sono rimaste infruttuose.

     Qualcuno ha posto anche le seguenti domande: Che libro sei stato tu in passato? E oggi che libro sei?

Tu che libro sei?

 

2. Domande di lavoro (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione): Ecco alcune domande adatte anche per un discepolo di Gesù.

     ■ Se tu potessi paragonarti a un libro, tu che libro sei? O, meglio, che libro ti senti di essere?

     ■ Desiderano gli altri leggere in te? E che cosa comprendono dalle tue pagine?

     ■ Che cosa scrivi tu nella vita degli altri? Questa «traccia», che tu lasci negli altri, edifica e migliora gli altri?

     ■ Che pensare di quella persona, di cui viene detto: «La copertina dice una cosa, ma le pagine ne dicono un’altra».

     ■ Si può dire di te: «Che bella persona! Stare con lui è, ogni volta, un arricchimento, come quando si legge un buon libro!».

     ■ Oppure si può dire di te: «Che brutta persona! Ogni volta, mi lascia irritato e contristato, come quando si legge un cattivo libro!».

     ■ Che cosa permetti tu a Dio di scrivere sulla tavola del tuo cuore?

 

Sotto, nel primo contributo, segue «Per l’approfondimento biblico».

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

 

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Nicola Martella

2. Fortuna Fico

3. Guerino De Masi

4. Fabrizio Paluzzi

5. Ada Costa

6.

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Mi ferve in cuore una parola soave; io dico: l’opera mia è per un re; la mia lingua sarà come la penna d’un abile scrittore» (Sal 45,1).

     ■ «Lealtà e fedeltà non ti abbandonino; lègatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore; troverai così grazia e buon senno agli occhi di Dio e degli uomini» (Pr 3,3s).

     ■ «Osserva i miei comandamenti e vivrai; custodisci il mio insegnamento come la pupilla degli occhi. Lègateli alle dita, scrivili sulla tavola del tuo cuore» (Pr 7,2s).

     ■ «Il peccato di Giuda è scritto con uno stilo di ferro, con una punta di diamante; è scolpito sulla tavola del loro cuore e sui corni dei vostri altari» (Gr 17,1).

     ■ «Questo è il patto, che farò con la casa d’Israele, dopo quei giorni, dice l’Eterno: io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo» (Gr 31,33; Eb 8,10; 10,16).

     ■ «[I Gentili] mostrano che quel, che la legge comanda, è scritto nei loro cuori per la testimonianza, che rende loro la coscienza, e perché i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda» (Rm 2,15).

     ■ «Voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro ministero, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole, che sono cuori di carne» (2 Cor 3,3).

 

 

2. {Fortuna Fico}

 

Contributo: Purtroppo sono un «libro aperto», e dico «purtroppo» perché come mi si leggono le pagine buone, mi si leggono anche quelle «meno» buone. Ma preferisco così, anziché indossare una maschera, sotto la quale nascondermi; anche perché potrei nascondermi, o tirare via le pagine per non rivelarmi agli uomini, ma Dio mi vedrebbe e mi leggerebbe comunque! {20-03-2013}

Nicola Martella: Esiste certo la simulazione, che non si addice al credente. Giustamente diceva Davide: «Io non mi siedo con uomini bugiardi, e non vado con gente che simula» (Sal 26,4; cfr. Pr 10,18; 26,24; Lc 20,20; Gal 2,13).

     Esiste però anche la maturità e la sapienza, che spingono al discernimento e a un comportamento prudente. «Il risentimento dello stolto si manifesta lo stesso giorno; ma l’avveduto nasconde l’affronto» (Pr 12,16). «Lo stolto non prende piacere nell’avvedutezza, ma soltanto che si manifesti il suo cuore» (Pr 18,2).

     Ogni timone, che fa ciò, che vuole, porterà la barca a sfasciarsi; così è per la lingua (Gcm 3,2ss).

 

 

3. {Guerino De Masi}

 

Contributo: Grazie, Nicola. Ci sono ottimi spunti di riflessione. Devo confessarti che da subito ho pensato a 2 Cor 3, dove ricorre «voi siete una lettera scritta» con il ministero di Paolo e che lo Spirito Santo ha scritto sul cuore dei credenti. {20-03-2013}

 

Nicola Martella: È vero. La lista dei testi biblici sta sul sito sotto il primo contributo.

 

Guerino De Masi: «Che libro sono? Come mi sento essere?». Da molto tempo desidero essere «libro aperto», cioè senza maschera. Cerco di essere me stesso prima davanti al Signore, di fronte a cui è inutile «recitare», perché mi conosce meglio di quanto mi conosca io stesso. Poi nei confronti degli altri; sia in ciò, che dico, che nel comportamento (per lo meno cerco).

 

Nicola Martella: Quanto allessere un «libro aperto», si veda quanto ho detto nel punto precedente. La sincerità e la lealtà verso il nostro prossimo sono una cosa buona; ciò si deve accompagnare alla prudenza e all’autocontrollo, visto che gli altri non sempre ci «leggono» così, come noi intendiamo, e non di rado credono di leggere fra le righe ben altro.

 

Guerino De Masi: «Cosa leggono gli altri di me?». Gli altri desiderano leggere in me? Bisognerebbe chiederlo a loro, tu che dici? Ovviamente spero in positivo, e qualcuno me lo dice qualche volta. Qualcun’altro forse la pensa diversamente, ma questa è la vita. Non tutti ti accetteranno, se non sei uniformato a certe linee. E con l’aiuto del Signore, desidero uniformarmi a Lui, poiché sono figlio suo. A me interessa il mio rapporto vero con il Padre e così incoraggio i fratelli della chiesa, di cui son membro. Giù le maschere.

 

 

Nicola Martella: Chiederemo a tua moglie, che cosa legge in te; anzi no, potrebbe essere o troppo innamorata (lo spero per te) o troppo arrabbiata al momento (momento propizio per sentirne delle belle!). Evitate di fare l’esperimento con me, potrei dover resettare tutto!

     Grazie, Guerino, perché partecipi alla discussione. È molto significativo ciò, che affermi. Peccato che altri preferiscano non arricchire il loro prossimo, partecipando alle discussioni, per diventare in tal modo essi stessi ricchi.

 

Guerino De Masi: 1. Quello che vorrei scrivere nella vita degli altri, lo illustro con delle pianticelle da mettere a dimora nel loro orto e che poi cresceranno in contrapposizione ai paletti, per dare loro dei limiti e delle regole. Mi piace quello che Paolo dice a Timoteo: «Il Signore ti darà intelligenza», avendogli dato tre illustrazioni: ▪ 1. Il soldato; ▪ 2. L’atleta; ▪ 3. L’agricoltore (2 Tim 2,1-7). {20-03-2013}

     2. Che cosa permetto a Dio di scrivere nel mio cuore? Vorrei lasciargli più spazio e libertà di farlo. So che la mia santificazione dipende anche da ciò, che gli permetto d’incidere sempre più profondamente in me. Intanto, il concetto della sua grazia mi sconvolge e mi meraviglia sempre. Come dice l’inno? «Scrivi Tu di propria mano»: questo è il mio profondo desiderio.{20-03-2013}

 

Nicola Martella: Guerino De Masi, visto la tua particolare partecipazione, ti meriti questo aforisma, che è diventato un motto per il mio ministero: «Dio scrive dritto sulle righe storte della mia vita». Premetto, che mi esercito ad avere righe dritte, ossia a rigar dritto. Tuttavia, è consolante sapere che Dio può scrivere con «dirittura», anche laddove io possa «svirgolare», mio malgrado.

 

Guerino De Masi: Caro Nicola, so bene che ho righe storte nella mia vita. Tuttavia, diffido di coloro che dicono d’averle diritte. Non ho problemi, anzi sono felice di fare mio il tuo motto. Mi si addice adeguatamente, perché mi consola la «dirittura» del Signore. {20-03-2013}

 

 

4. {Fabrizio Paluzzi}

 

Contributo: Siamo come una penna. Siamo delle volte utili, per fare un dipinto, altre per fare uno scarabocchio. Sta a Dio cancellare o migliorare, e a voi di permetterglielo. La Bibbia non e solo la sacra Scrittura, ma la scelta! {21-03-2013}

 

Nicola Martella: Intervengo soltanto su questa frase: «La Bibbia non e solo la sacra Scrittura, ma la scelta!». Questa definizione è singolare, affermando che la Bibbia sarebbe una scelta (ossia dell’uomo). Il termine «Bibbia» viene dal greco è in origine significa «Libri»; passando nel latino prese il significato di «Libro», ossia la «sacra Scrittura», quella che Dio ha scritto mediante i suoi servitori in molte centinaia di anni. La Bibbia è la Lettera scelta da Dio per manifestare la sua volontà.

     Dalla Bibbia risulta che Dio vuole, ancora oggi, scrivere sulle tavole del cuore di chi, si converte a Lui, accettando Gesù quale Messia, ossia come Signore e Salvatore personale. Il Dio della Bibbia pretende dall’uomo una scelta, da cui deriva un destino. «Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui» (Gv 3,36).

 

Gianpirro Venturini: Sono d’accordo! Faccio un’unica precisazione: Dio non «pretende»! Dio offre la salvezza eterna all’uomo, che ha creato «libero», e fino alla fine Egli rispetta la libertà. Se così non fosse, Dio si comporterebbe come i «venditori di fumo», che allettano e seducono i propri simili, senza nutrire per loro alcun «rispetto». Dio rispetta, ama, esorta, corregge, ma solo per donare il bene, il bene assoluto, la vita eterna! {22-03-2013}

 

Nicola Martella: Io ho scritto: «Il Dio della Bibbia pretende dall’uomo una scelta, da cui deriva un destino». Questa asserzione è vera ed è confermata da tanti brani biblici. Il Dio vivente mette l’uomo dinanzi a una scelta e pretende, che si decida a favore o contro il patto, la salvezza, ecc. «Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua progenie, amando l’Eterno, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui» (Dt 30,19s). Tale scelta storica vale anche riguardo alla decisione, se scegliere l’Eterno o altri dèi: «Scegliete oggi chi volete servire» (Gs 24,15; cfr. 1 Re 18,21).

     In caso di giudizio storico, Dio ingiunge a scegliere fra due alternative punitive (1 Cr 21,11ss).

     Quindi, il principio, secondo cui Dio comanda all’uomo di scegliere fra due vie, è vero ed è scritturale.

 

Gianpirro Venturini: Non ho mai pensato il contrario. Continuo a sostenere che Dio non pretende, per il semplice motivo che Egli fa appello alla libertà dell’uomo; lo mette di fronte alle conseguenze di scelte non corrispondenti alla sua volontà, senza costringerlo, affinché la scelta volontaria dia origine alla vita o alla morte. Un Dio, che pretende e costringe, non è il Dio di Gesù, che con la sua Parola ha convinto molti uomini a seguirlo; semmai si può parlare di Parola autorevole, che coinvolge la vita degli uomini. {23-03-2013}

 

Nicola Martella: Fra pretendere una scelta (ossia scegliere fra il bene e il male) e costringere a fare una determinata scelta, c’è una grande differenza.

     Inoltre, una difficoltà di comprensione sta nella nostra cultura occidentale, rispetto a quella biblica. Il paradosso sta, ad esempio, in questo: «Io ti comando oggi di amare l’Eterno, il tuo Dio» (Dt 30,16). Qui da noi occidentali nessuno si sognerebbe di pretendere l’amore e di comandarlo, poiché si pensa che sia un sentimento volontario. Nella Bibbia ciò è possibile, poiché amare Dio, significa praticamente, come segue nel verso, «...di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e i suoi precetti, affinché tu viva e ti moltiplichi; e l’Eterno, il tuo Dio, ti benedica» (cfr. Dt 11,13.22; 19,9; Gs 22,5).

     Anche nel NT «amerai» Dio e il prossimo, è chiamato comandamento (Mc 12,30s), quindi è una pretesa divina. Anche l’amore fra i discepoli è definito comandamento: «Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io v’ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13,34; 15,12; 1 Gv 4,21). Un comandamento è un comando, una pretesa di Dio. E viceversa, l’amore si dimostra nell’osservanza dei comandamenti (Gv 14,15.21).

 

 

5. {Ada Costa}

 

Contributo: Sforziamoci a essere un libro vivente per le persone intorno a noi, in cui si può leggere l’opera Dio in noi. Prima di tutto, portiamo l’amore di Dio agli altri anche in modo pratico, e non solo con le parole. Dobbiamo essere un libro, in cui Dio può continuare a scrivere la sua Parola! Dio ci benedica con il suo amore! {23-03-2013}

 

Nicola Martella: Più che «continuare a scrivere la sua Parola», come se ce ne fosse un’altra, Dio scrive sul cuore la Parola, che ha già rivelata: la sacra Scrittura. Dio vuole che i credenti scrivano essi stessi la Parola, che Dio ha già rivelato: «Vi metterete dunque nel cuore e nell’anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segnale e vi saranno come frontali tra gli occhi» (Dt 11,18; «scrivili sulla tavola del tuo cuore» Pr 3,3; 7,3). In connessione col nuovo patto, Dio intendeva scrivere sul cuore la sua legge: «Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore» (Gr 31,33; Eb 8,10; 10,16).

 

Ada Costa: Grazie della precisazione. Quello, che intendevo, è questo: «Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore» (Gr 31,33; Eb 8,10; 10,16). Siamo aperti all’opera di Dio in noi! {23-03-2013}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

Emanuele Proietti: Ecco altri versetti che sono in argomento e da seguire.

     ● «Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi cura di mettere in pratica tutto ciò, che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai» (Giosuè 1,8).

     ● «Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi» (Giacomo 1,22).

     ● «Beato l’uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del Signore, e su quella legge medita giorno e notte» (Salmo 1,1s). {20-03-2013}

 

Gianpirro Venturini: Paolo, scrivendo ai Corinzi, affermava: «Siete voi la nostra lettera, scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini; essendo manifesto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro ministero, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito dell'Iddio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole, che sono cuori di carne» (2 Cor 3,2s). Oggi si chiama: trasparenza; essa equivale a una esposizione, che consente a chiunque di valutare ciò che sta dietro o dentro. È così per tutti i cristiani? I romanzi della vita conviene lasciarli ai «romanzieri»! {20-03-2013}

 

Franco D’Antoni: È vero, le persone, appena sanno che siamo cristiani evangelici, ci guardano e, come dici tu, frat. Martella, ci leggono e ci scrutano. Il nostro comportamento è l’inchiostro, che scrive la storia continuativa di Cristo; tutto dipende da quanto noi stessi facciamo interagire lo Spirito Santo, che dimora in noi, con coloro che ci circondano o stesso ho accettato Gesù, guardando il cambiamento di un mio amico. L’albero si riconosce dal tipo di frutto, che produce; questo lo disse Gesù. {26-03-2013}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

Giuly Corsi: Libro vivente: lo metto in pratica. «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» [Gv 13,35]. {20-03-2013}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Libro_vivente_OiG.htm

20-03-2013; Aggiornamento: 03-10-2015

 

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