«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

Credere e comprendere

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Crescita personale

Cultura e società

Discepolato e devozione

Dottrine bibliche

Etica cristiana

Problemi e soluzioni

Religioni e confessioni

Scienza e fede

▼ Vai a fine pagina

 

Radici 5-6

 

Discepolato

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

Oltre alle parti introduttive (La cronologia biblica) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell'AT: l'Epoca Babilonese e l'Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:

I nomi ebraici di Dio

Il patto, i patti e i testamenti

La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

Ecco le parti principali dell'Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»): I libri storici e profetici III:

L'epoca

L'epoca babilonese in generale

Sofonia

Habacuc

Geremia

Lamentazioni

Daniele

Ezechiele

Il tempo dell’esilio. 

 

Ecco le parti principali dell'Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):

L'epoca persiana in generale

Esdra-Nehemia

Ester

Aggeo

Zaccaria

Malachia

L’epoca intertestamentaria.

 

Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’AGRICOLTURA E SUE SIMILITUDINI PER LA SEQUELA

 

 a cura di Nicola Martella

 

Germe1. Dio e gli agricoltori

     Sembrerà strano, ma Dio si occupa di agricoltura. È Scritto: «L’agricoltore ara egli sempre per seminare? Rompe ed erpica egli sempre la sua terra? Quando ne ha appianata la superficie, non vi semina egli l’aneto, non vi sparge il comino, non vi mette il frumento a solchi, l’orzo nel luogo designato, e il farro entro i limiti ad esso assegnati? Il suo Dio gl’insegna la regola da seguire e l’ammaestra» (Isaia 28,24ss). Poi seguono altre istruzioni pratiche, per poi terminare così: «Anche questo procede dall’Eterno degli eserciti; meravigliosi sono i suoi disegni, grande è la sua sapienza» (vv. 27ss).

     Si parla anche della disperazione degli agricoltori, quando il raccolto, che avrebbe assicurato la vita loro e delle loro famiglie, è andato a male (Gioele 1,11s). In tali contesti si parla del giudizio di Dio verso un popolo malvagio, insensibile ai suoi richiami e impenitente, a cui Dio sottrae le risorse, per portarlo al ravvedimento.

 

2. Applicazioni spirituali

     Non meraviglia che l’agricoltura sia stata presa come similitudine per la vita spirituale e morale. Esse riguardano, ad esempio, i cuori paragonati a terreni differenti e la pazienza nell’attesa del Signore.

     ■ Diversi terreni: Gesù paragonò la Parola di Dio al seme, che l’agricoltore sparge e che cade su terreni (= cuori) differenti: lungo la strada, sulla roccia, in mezzo alle spine, nella buona terra (Luca 8,5-15).

 

     ■ Pazienza nell’attesa: «Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Ecco, l’agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia della prima e dell’ultima stagione. Siate anche voi pazienti; rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina» (Giacomo 5,8s).

 

3. Lezioni particolari

     Due particolari istruzioni hanno un particolare insegnamento spirituale e morale. Due specifiche istruzioni hanno un particolare insegnamento spirituale e morale. Il primo caso riguarda l’appello a dissodarsi un campo nuovo; il secondo caso è riferito alla necessità di fare solchi dritti rispetto alla sequela del Signore.

     ■ Dissodarsi un campo: Dio mandò un ennesimo richiamo alla conversione mediante il profeta Geremia, prima del giudizio storico (deportazione verso Babilonia), ingiungendo ai malvagi Giudei di abbandonare la loro idolatria abominevole e i loro culti esoterici e di circoncidere i propri cuori (Geremia 4,1-4). All’interno di tale discorso si trova la seguente istruzione: «Dissodatevi un campo nuovo, e non seminate fra le spine!» (v. 3). Le spine erano i loro culti abominevoli. Dio comandò loro di voltare pagina, tornando al patto del loro Dio.

     Secoli prima, tale discorso fu indirizzato da Dio a Israele mediante Osea, appena prima di essere deportato verso l’Assiria. Dio usò proprio un linguaggio tratto dal mondo degli agricoltori (Osea 10,11-15). All’interno di tale discorso Dio disse: «Seminate secondo la giustizia, mietete secondo la misericordia, dissodatevi un campo nuovo! Poiché è tempo di cercare l’Eterno, finché egli non venga, e non spanda su voi la pioggia della giustizia» (v. 12).

 

     ■ Fare solchi dritti: Al tempo di Gesù, c’erano persone che volevano seguirlo alle proprie condizioni. Tra altri, uno gli disse: «Ti seguiterò, Signore, ma permettimi prima d’accomiatarmi da quelli di casa mia» (Luca 9,61). Gesù, sapendo come un tale uomo sarebbe stato condizionato proprio dalla sua famiglia, gli disse: «Nessuno, che abbia messo la mano all’aratro e poi riguardi indietro, è adatto al regno di Dio» (v. 62). Chi vuol fare un solco rettilineo, deve guardare davanti a sé in profondità. Chi si gira indietro, non sarà in grado di tracciare un solco dritto. Chi antepone altre priorità, ritenute momentanee, non «è adatto al regno di Dio».

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

 

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Edoardo Piacentini

2. Pietro Calenzo

3. Paola Chiarapini

4.

5.

6.

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Edoardo Piacentini}

 

«Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; gli uccelli vennero e la mangiarono. E un’altra cadde nei luoghi rocciosi, dove non aveva molta terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; ma, levatosi il sole, fu riarsa; e perché non aveva radice, si seccò. E un’altra cadde sulle spine; e le spine crebbero e l’affogarono. E un’altra cadde nella buona terra e portò frutto, dando qual cento, qual sessanta, qual trenta per uno» (Matteo 13,4-8). Gesù si occupa spesso di agricoltura. Fra le molte parabole dette da Gesù, quella del seminatore e quella del granello di senape hanno un aspetto opposto. La parabola del seminatore presenta gli ostacoli, che impediscono lo sviluppo del Regno di Dio; mentre la parabola del granello di senape presenta il miracolo, che Dio compie per far crescere e sviluppare il Regno di Dio nel cuore.

     Quali sono innanzitutto questi ostacoli? La parabola del seminatore parla di una parte del seme che «cadde lungo la strada, gli uccelli vennero e la mangiarono». Di quel seme non restò nulla. Ci sono, quando si parla della Parola di Dio, gli uditori refrattari, nel cui cuore l’Evangelo non produce nessun effetto. Sono le anime insensibili alla verità, completamente disinteressate alle cose spirituali, sono solo materia e vivono di materia. Il nemico di Dio porta completamente via dal cuore loro il buon seme della Parola, facendo dimenticare; per cui non credono e non sono salvati.

     Altra parte del seme «cadde nei luoghi rocciosi...subito spuntò...ma, levatosi il sole, fu riarsa e perché non aveva radice si seccò». È messo in luce qui l’ostacolo della superficialità. Ci sono delle persone facilmente impressionabili che lì per lì si dicono pronte a servire il Signore, ma poi, quando al tempo giusto devono dare prova di quello che effettivamente hanno creduto, si danno indietro e dimostrano che non vi è nessun segno di ravvedimento e di conversione. Quante persone si dettero indietro, dopo aver seguito Gesù per un certo tempo! E la storia dei risvegli religiosi è sempre accompagnata da coloro, che hanno creduto solo per un tempo e poi si sono allontanati. E quanti giovani seguono l’esempio del giovane ricco. Dopo aver avuto esperienze cristiane, si lasciano sopraffare dalle lusinghe di questo mondo e si allontanano per sempre!

     Un’altra parte del seme «cadde fra le spine e le spine crebbero e l’affogarono». È la parte della Parola di Dio, che incontra i cuori non purificati. Le cure mondane, le eccessive preoccupazioni delle cose materiali, il lusso, il divertimento e altre cose simili, affogano la pianticella pura della fede e la fanno seccare.

     Poi c’è un’ultima parte di semenza: quella che «cadde nella buona terra e porta frutto, dando qual cento, qual sessanta, qual trenta per uno». Sono coloro che intendono la Parola di Dio, l’accolgono con fede e con gioia e la ritengono in un cuore onesto e buono. Nel Nuovo Testamento c’è l’esempio meraviglioso di Natanaele, a cui Gesù disse: «Ecco un vero israelita in cui non c’è frode». E chi può dimenticare l’esempio di Paolo che «non è rimasto disubbidiente alla visione celeste» e diviene il campione della fede, suggellando tutta la sua vita con il martirio.

     Nella parabola del seminatore c’è da notare che soltanto la quarta parte del seme nasce, cresce, e porta frutto. Le altre tre parti vengono perdute. Perciò il Signore ci avvisa dicendo: «Badate dunque come ascoltate» (Luca 8,18). Pur vivendo in questo mondo pieno d’incredulità e di materialismo, l’Evangelo in cui noi crediamo, non va tutto perduto. Anzi ci rallegra questa bellissima similitudine del profeta Isaia: «E come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senz’aver annaffiata la terra, senz’averla fecondata e fatta germogliare, così da dar seme al seminatore e pane da mangiare, così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senz’aver compiuto quello che io voglio, e portato a buon fine ciò, per cui l’ho mandata» (Isaia 55,10-11).

     Nonostante solo la quarta parte del seme è destinata a portare frutto, pure a questa piccola parte è data la possibilità d’ingrandirsi e conquistare il mondo. «Il regno dei cieli è simile a un granello di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è bene il più piccolo di tutti i semi; ma quando è cresciuto, è maggiore dei legumi e diviene albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami» (Matteo 13,31-32). Il cristianesimo è come il granello di senape: all’inizio era umile e piccolo, poi si è ingrandito da conquistare il mondo. Gesù stesso ebbe origini umilissime. Nacque in una stalla, visse povero, morì sulla croce. I suoi seguaci non erano persone, che avevano potenza in questo mondo, anzi appartenevano a un popolo disprezzato e la loro forza era quella dell’esempio e della persuasione. Eppure questo sparuto movimento religioso, nello spazio di cento anni, si estese in Palestina, in Siria, nella Mesopotamia, nell’Asia minore, in Grecia, in Africa, in Italia e oltre ancora! Cade la potenza dell’impero romano, ma l’Evangelo di Cristo rimane. E ciò perché l’Evangelo non procede dall’uomo, non è un’invenzione umana, ma è potenza di Dio. Esso non è una dottrina locale, legata a un popolo particolare, ma è una dottrina universale, atta a soddisfare i bisogni spirituali di ogni uomo, a qualsiasi razza appartenga, in qualsiasi luogo o tempo egli viva. Il piccolo seme è diventato albero e le nazioni della terra vengono a rifugiarsi sotto i suoi rami. Direttamente o indirettamente l’Evangelo ha dato l’impronta civile e morale a tutti i popoli della terra. E noi possiamo dire per esperienza tutto il bene che Gesù Cristo ha fatto alla nostra vita.

     Non viviamo come coloro, che non hanno speranza. Il Signore ha dato a noi ideali nuovi, facendosi sperare nell’avvento del suo Regno. L’apostolo Paolo usa una parola forte: «Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini» (1 Corinzi 15,19). Non solo c’è speranza per la vita avvenire, ma la vita presente, quella che trascorriamo ogni giorno, viene fortificata e potenziata dalla fede. Il Salmista diceva: «L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? L’Eterno è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura?...Quand’anche un esercito si accampasse contro a me, il mio cuore non avrebbe paura; quand’anche la guerra si levasse contro a me, anche allora sarei fiducioso» (Salmo 27,1, 3). L’esperienza cristiana ci porta a migliori conclusioni: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada?...Anzi, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati» (Romani 8,35, 37). {29-01-2013}

 

 

2. {Pietro Calenzo}

 

È veramente sorprendente, piacevole e confortante gustare come il Signore Dio, sapienza infinita, usi delle similitudini della realtà e con immagini del quotidiano, apparentemente elementari, per parlare ai nostri cuori, per farci percorrere senza indugi la via, che conduce al suo regno eterno. Che il Signore ci doni la sua forza e la sua sapienza, per intendere al meglio, come buoni agricoltori spirituali, quando sia il tempo a Lui accettevole, per ben dissodare il campo, ben seminare, guardando sempre che il solco sia ben dritto, al fine di raccogliere, nel tempo opportuno, l’agognato raccolto in questa vita e in quella eterna. {29-01-2013}

 

 

3. {Paola Chiarapini}

 

Per chi conosce la terra, è facile capire; mettere in pratica è per tutti uguale. Fare solchi dritti non è facile, neanche al giorno d’oggi, ci vuole esperienza. Solo seguendo Gesù, i nostri sentieri miglioreranno ogni giorno; così anche per l’agricoltore, ogni volta diventa più facile, anche se alla minima distrazione, si sbaglia. Purtroppo oggi, anche se la stagione va bene, non si riesce ad avere un buon prezzo sul mercato; così è con le nostre vite: anche se a volte pensiamo di camminare bene, non sempre facciamo ciò, che è gradito al Signore. {28-01-2013}

 

 

4. {}

 

 

5. {}

 

 

6. {}

 

 

7. {}

 

 

8. {}

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {Vari e medi}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/T1-Agricoltura_sequela_R56.htm

28-01-2013; Aggiornamento: 31-01-2013

 

Punto°A°Croce

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce