«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Uniti nella verità...

 

Discepolato

 

 

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

  Ecco le parti principali:

■ Entriamo in tema (il problema)

■ Uniti nella verità

■ Le diversità quale risorsa

■ Le diversità e le divisioni

■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RICORDATI DI GESÙ CRISTO E DEL TUO CARISMA

 

 di Nicola Martella

 

Ricordati di Gesù È nobile che un credente dica a un non-credente o a un simpatizzante: «Ricordati di Gesù Cristo». Eppure nel NT non esiste nulla di simile.

     Paolo, andando in missione, ha formato dapprima una squadra e ha portato con sé i suoi collaboratori, istruendoli giorno per giorno, facendosi coadiuvare, mandandoli a curare singoli e chiese, a confermare conduttori di chiesa, a predicare l’Evangelo, a occuparsi della sottoscrizione a favore dei credenti poveri della Giudea e così via.

     Uno di tali fedeli discepoli, collaboratori e compagni d’armi era Timoteo. Dopo tante vicende non era neppure più tanto giovane, ma doveva avere intorno ai 40 anni. Quante vicende avranno vissuto insieme. Quante lettere avrà scritto Paolo al suo fedele collaboratore, di cui due ci sono state tramandate. In esse quanti buoni consigli si trovano per lui.

     Lì per lì, in mezzo a tante raccomandazioni, sbalordisce dapprima leggere le seguenti parole: «Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio Evangelo» (2 Tm 2,8). C’era tale pericolo che Timoteo si dimenticasse proprio di questo? E che ciò accadesse proprio a lui, che predicava l’Evangelo in modo ricorrente? Sembra di sì...

     Come uomini di Dio, spesso ci occupiamo di varie cose necessarie: di tanti problemi (pastorali, umani, interpersonali, ecc.), di opinioni differenti, di interessanti temi di varie discipline (etica, scienza, dottrina, ecc.), di vari programmi ecclesiali, di come contrastare le tesi dei malvagi e dei senza Dio, di come rispondere alle asserzioni degli avversari dell’Evangelo, di come migliorare le cose nell’opera del Signore, di come suscitare lo zelo, la crescita, il cosiddetto «risveglio», di come ammonire i disubbidienti ed esortare i vacillanti, e così via. In tale giungla di occupazioni può succedere che ci dimentichiamo al momento o mettiamo in secondo piano proprio la cosa principale: la differenza la fa proprio il Signore risorto!

     Tutti i leader religiosi del mondo sono morti e rimangono nella polvere. Gesù Cristo è l’unico risorto! Egli ha adempiuto le promesse del Dio altissimo ed è come persona e per la sua opera il centro stesso dell’Evangelo. Dinanzi a ciò, tutto diventa contorno e periferia, anche le dottrine più sublimi, le convinzioni religiose più lampanti e le tesi dogmatiche più mirabili. Dinanzi a tale centralità impallidiscono anche tutti i programmi ecclesiali e missionari, fondati su strategie, programmazioni ampie e accurate, tutti gli incontri di massa, tutti i concerti e spettacoli, tutte le conferenze per il cosiddetto «risveglio», tutte le iniziative nazionali e internazionali, tutte le campagne per prendere posizione per qualcosa e contro qualcosa. Alcune di queste cose sono certamente utili e nobili, ma tale attivismo dell’homo faber cristiano potrebbe far smarrire proprio l’obiettivo centrale: «Gesù Cristo, risorto dai morti».

     Gesù rivolse molti buoni apprezzamenti a un conduttore di chiesa molto operoso nell’apologetica contro i nemici dell’Evangelo (falsi maestri e falsi profeti; Ap 2,2s.6). Tuttavia, anche lui deve aver smarrito l’obiettivo primario, che riguardava il suo rapporto personale col Signore risorto, visto che dovette mandargli a dire: «Ma ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima; altrimenti verrò presto da te e rimoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi» (vv. 4s). Anche per lui, le lotte, l’attivismo e i programmi erano diventati una giungla tale da fargli smarrire l’obiettivo principale. E a rischio era proprio l’opera, che aveva costruito e difeso con tanti sacrifici: la sua chiesa locale («il tuo candelabro»).

     Torniamo a Timoteo. Che egli avesse bisogno di essere ricordato delle cose principali, mentre si faceva distrarre da altre, è mostrato da una altro appunto, che gli fece Paolo e che riguardava la funzione ministeriale, a cui il Signore lo aveva chiamato: «Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il carisma di Dio, che è in te per la imposizione delle mie mani» (2 Tm 1,6).

 

Concludendo, la seconda lettera a Timoteo è piena di ricordi: quelli di Paolo per Timoteo (2 Tm 1,3ss), quelli che pose sul cuore di questo suo collaboratore (v. 6; 2 Tm 2,8) e che egli doveva inserire nell’ammaestramento di altri credenti (2 Tm 2,14; cfr. Tt 3,1). Anche noi facciamo bene a non smarrire la memoria o l’attenzione riguardo alle cose essenziali, da cui dipendono tutte le altre.

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/A1-Ricorda_Gesu_UnV.htm

 

22-05-2012; Aggiornamento:

 

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