1. ENTRIAMO IN TEMA: Non credo che il Signore ascolterà mai
l’inizio di questa preghiera.
Essa è in contrasto con vari brani del NT. Infatti, Pietro
esortava i credenti così: «Se uno soffre come cristiano, non
se ne vergogni, anzi glori-fichi Dio, portando questo nome» (1 Pt
4,16). Perciò, il Si-gnore Gesù non ascolterà mai una preghiera che
recita così: «Ti prego, aiutami perché
non abbia a soffrire». |
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Per questo l’abbiamo corretta in conformità con la Scrittura.
2. LA SFIDA
DI GESÙ: Alcuni credenti chiedono al Signore un antidolorifico
esistenziale, per non soffrire nella loro vita. Tuttavia, Gesù annunziando
la sua via verso il Golgata, sfidò i suoi seguaci come segue: «Chi ama padre
o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di
me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e mi segue, non è
degno di me» (Mt 20,37s). E ancora: «Se uno vuol venire dietro a me,
rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà
salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio,
la troverà» (Mt 16,24s). Gesù stesso dette al riguardo l’esempio di
abnegazione da seguire (Fil 2,5-8).
A un famoso
uomo di Dio, che lo chiese insistentemente, il Signore non solo non lo esaudì,
ma gli disse: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si
dimostra perfetta nella debolezza» (1 Cor 12,9). Paolo imparò la lezione
(vv. 9b-10).
3. L’ESEMPIO
DI PAOLO: Altrove, in vista della risurrezione dai morti, Paolo
evidenziò non solo il privilegio di «conoscere Cristo, la potenza della sua
risurrezione», ma altresì «la comunione delle sue sofferenze,
divenendo conforme a lui nella sua morte» (Fil 3,10). Anzi, era disposto a
questo: «Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle
afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che
è la chiesa» (Col 1,24).
Perciò, lungi
dal chiedere un antidolorifico esistenziale, questo era il suo proposito:
«Ora quanto a me, non sia mai che io mi glori d’altro che della
croce del Signor nostro Gesù Cristo, mediante la quale il mondo è stato
crocifisso per me, e io sono stato crocifisso per il mondo» (Gal 6,14).
Il fatto di essere stato crocifisso con Cristo, lo rendeva libero di
vivere la fede nel Signore e di servirlo senza apprensione (Gal 2,20). La
grazia, che agiva nella sua vita, lo rese tenace come un atleta ben temperato,
che trattava duramente il suo corpo (1 Cor 9,25ss). Ciò lo rese capace di
sopportare grandi sofferenze e strapazzi, legati al suo ministero (2 Cor
11,23-27).
4. LA SFIDA
PER I CREDENTI: Per questo, avendo Paolo provato tutto ciò sulla propria
pelle, poté comandare al suo collaboratori quanto segue: «Non aver dunque
vergogna della testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato;
ma soffri anche tu per l’annuncio, sorretto dalla potenza di Dio» (2
Tm 1,8). E ancora: «Sopporta anche tu le sofferenze, come un
buon soldato di Cristo Gesù» (2 Tm 2,3).
Perciò, il
Signore Gesù non ascolterà mai una preghiera, che recita così: «Ti prego, aiutami
perché non abbia a soffrire». Una preghiera realista e conforme alla
Scrittura può essere, ad esempio questa: «Signore, te ne prego, sostienimi
nelle mie sofferenze e soccorrimi».
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/A1-Croc_antidolor_S23.htm
09-11-2015; Aggiornamento: