1. LE QUESTIONI: Purtroppo, anche i cristiani
biblici isolano il comandamento dell’amore reciproco fra i credenti,
staccandolo dagli obiettivi, che il Signore prevedeva, quando lo
ingiunse. Da un comandamento propositivo in vista del raggiungimento dei
traguardi di Dio, lo si rende una filosofia umanistica, tinteggiata di
cristianesimo, in cui il presupposto (amarsi reciprocamente) diventa altresì
l’unico obiettivo. Ciò sta in contrasto non solo con la vera intenzione del
Signore Gesù, quando diede il comandamento dell’amore reciproco fra i suoi
seguaci, ma anche con il suo insegnamento generale (cfr. Mt 5,46s). Allora
l’amore reciproco, invece di essere una forza dinamica verso l’esterno, per
raggiungere gli obiettivi di Dio, porta a un’implosione interna in senso
sentimentalista e, a volte, misticheggiante.
2. IL COMANDAMENTO DI GESÙ AI SUOI STRETTI COLLABORATORI:
Il Signore Gesù diede ai suoi apostoli (= emissari) vari comandamenti che
regolavano il loro rapporto con gli altri e il mondo. Tale intimità fra Gesù e i
suoi stretti collaboratori era caratterizzata da un’atmosfera fatta di saluti
finali, di ultime raccomandazioni e di testamento. Qui Egli diede loro un «nuovo
comandamento», che avrebbe rappresentato il punto di forza di tale piccola
truppa dinanzi al compito immane di portare la «Buona Notizia» fino alle
estremità della terra, di fare discepoli e di fondare dappertutto assemblee
messianiche (cfr. Matteo 28,19s).
Quindi, il Signore disse ai suoi intimi collaboratori:
«Vi do un nuovo comandamento: che vi
amiate gli uni gli altri. Come vi ho amati, anche voi amatevi gli uni
gli altri» (Giovanni 13,34; 15,12.17). Il Messia non proponeva qui
una filosofia del «vogliamoci bene». Amare significa cercare il bene
dell’altro, senza un interesse personale, ma investendo nella vita altrui a
fondo perduto, mentre si persegue insieme un obiettivo più grande. Gesù
aveva mostrato ai suoi apostoli nella pratica come si poteva amare in tale modo,
perseguendo tale meta maggiore, che il Padre gli aveva comandato. Ora, chiedeva
ai suoi emissari la stessa coerenza nel cercare fra di loro il bene comune, per
poter così adempiere al «grande mandato».
3. L’ESTENSIONE DEL COMANDAMENTO: Sebbene tale
comandamento, che mira alla meta fosse stato dato da Gesù ai suoi emissari
storici, Giovanni ricordò che la sua applicazione vale per tutti i credenti:
«E questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del suo
Figliuolo Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri, come Egli ce ne ha
dato il comandamento. E chi osserva i suoi comandamenti dimora in Lui,
ed Egli in esso. E da questo conosciamo che Egli dimora in noi: dallo
Spirito che Egli ci ha dato» (1
Giovanni 3,23s). Come si vede, tale comandamento è
una medaglia con due facce (credere in Cristo, amarsi fra fratelli), la
cui verifica e meta sta nell’ubbidienza ai comandamenti del Signore; dove
ciò avviene, Gesù Cristo è presente nel credente per lo Spirito Santo, e
viceversa, e quest’ultimo spingerà a realizzare gli obiettivi di Dio.
4. ASPETTI CONCLUSIVI: Anche i cristiani biblici
dimenticano volentieri l’amore quale forza motrice per raggiungere gli
obiettivi del Signore. Spesso si stacca il comandamento dell’amore reciproco
dalla meta, rendendolo una mera filosofia filantropica e un egoismo di
gruppo. Tuttavia, se manca il contatto con l’albero di trasmissione, che spinge
la forza motrice verso il traguardo, allora la marcia è a folle, la macchina
rimane immobile, tutta l’energia si consuma in calore, che prima o poi rovinerà
il motore stesso, surriscaldandolo. Allora l’amore reciproco non è più
confacente al «nuovo comandamento» del Signore, ma diventa un mero umanesimo
cristianizzato, una filosofia filantropica al cui centro c’è l’uomo.
5. PER L’APPROFONDIMENTO BIBLICO (Il senso di questa
lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare
contributi confacenti al tema):
■ «Da questo
conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per
gli altri» (Giovanni 13,35).
■ «Se voi mi amate, osserverete i
miei comandamenti» (Giovanni 14,15; v. 21).
■ «Se osservate i miei comandamenti,
dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio, e
dimoro nel suo amore...Nessuno ha amore più grande che quello di dare la sua
vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi
comando» (Giovanni 15,10.13s).
■ «Da questo conosciamo che amiamo i figli di
Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. Perché
questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi
comandamenti non sono gravosi» (1 Giovanni 5,2s).
■ «Amiamoci gli uni gli altri! E questo è l’amore:
che camminiamo secondo i suoi comandamenti. Questo è il comandamento che
avete udito fin dal principio, affinché camminiate in esso» (2
Giovanni 2,5s).
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Disc/A1-Ama_obiet_S23.htm
03-10-2014; Aggiornamento: