Agnostino Deatei
era sicuro di sé. Voleva godersi la vita a piene mai, cogliere l’attimo e
prendersi la sua fetta di torta dalla vita. Si sentiva nato per vincere e
dominare. La sua era una razza superiore fatta di pochi eletti, che sanno farsi
furbi e spostare tutto a proprio vantaggio. Il suo motto era: «Fare poco,
guadagnare tanto e godere di più».
Qualche
momento dopo, ancora con gli occhi chiusi, si accorse che aveva ancora
coscienza di sé, come se fosse ancora vivo, ma diversamente; qualcosa non
andava o era diverso dal solito: sebbene morto, era consapevole! Certo
sperava che non fosse così, che i medici lo avessero salvato in extremis,
eppure aveva la singolare sensazione come se si trovasse in un’altra dimensione.
Non doveva essere tutto finito?
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1. {Nicola Martella}
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Per
l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare
la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al
tema):
■ «Perciò,
io ti farò come ho detto, o Israele; e poiché io farò questo contro di te,
preparati, o Israele, a incontrare il tuo Dio!» (Amos 4,12).
■ Un uomo
ricco e di successo disse: «“Questo farò: demolirò i miei granai e ne
fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e
dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati,
mangia, bevi, godi”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima
tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà?”» (Luca
12,18ss).
■ «Lo
stolto ha detto nel suo cuore: “Non c’è Dio”. Si sono
corrotti, si son resi abominevoli nella loro condotta; non v’è alcuno che faccia
il bene. L’Eterno ha riguardato dal cielo sui figli degli uomini per vedere se
vi fosse alcuno che avesse intelletto, che cercasse Dio. Tutti si sono sviati,
tutti quanti si son corrotti, non v’è alcuno che faccia il bene, neppur uno»
(Salmo 14,1ss).
■ «L’empio,
nell’alterezza della sua faccia, dice: “L’Eterno non farà inchieste”. Tutti i
suoi pensieri sono: “Non c’è Dio!”» (Salmo 10,4).
■ «E in
quel tempo avverrà che io frugherò Gerusalemme con delle torce, e punirò gli
uomini che, immobili sui loro escrementi, dicono in cuor loro: “L’Eterno
non fa né bene né male”» (Sofonia 1,12).
■ «Ora
avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli a tu per tu con Abramo;
morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo nei tormenti,
alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro a tu per tu con lui»
(Luca 16,22s).
■ «Il
Signore stesso, con un grido di comando, con voce d’arcangelo e con la tromba di
Dio, scenderà dal cielo, e dapprima risusciteranno i morti in Cristo; poi
noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole,
a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore»
(1 Tessalonicesi 4,16s).
2. {Luca Conti}
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■
Contributo:
Questa storia somiglia molto a quelle raccontate da coloro, che sarebbero
ritornati dall’aldilà nei casi di morte. In base alle proprie percezioni e
ai propri desideri ognuno matura delle opinioni in proposito. Proverò a
rispondere alle quattro domande poste.
● Che cosa avverrà secondo te il giorno, che
morirai? → Risposta: Potrebbe avvenire qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa
che a noi possa sembrarci assurda e inimmaginabile, nell’aldilà potrebbe essere
normalissima. Tanto per fare degli esempi. Persone, che raccontano esperienze
di premorte, raccontano che tra le altre cose, per loro li era normale
perdere completamente il senso del tempo (almeno cosi come noi lo percepiamo) ed
era normale leggere nella mente delle persone tutti i loro pensieri...
● Se tu fossi morto ieri, dove saresti oggi? →
Risposta: Bisogna vedere innanzitutto se si tratta effettivamente di un «dove».
Ci si potrebbe trovare in altre dimensioni spaziali o temporali o di altro
genere a noi sconosciuto. Ma il problema maggiore da porci non è «dove» ci
troveremmo, ma bensì «come staremmo».
● Stai vivendo in modo impreparato per il giorno
della tua morte? → Risposta: A pensarci ci si pensa. Tuttavia, che
cosa si deve fare? Si deve vivere ogni istante della propria vita a pensare
di fare o non fare cose, perché poi in base a esse si verrà giudicati?
● Chi ti dà certezza riguardo a ciò, che avverrà
dopo che sei spirato? → Risposta: Non ritengo di avere alcuna
certezza riguardo eventuali vite nell’aldilà. Non voglio assumere le
posizioni intransigenti degli atei, che escludono categoricamente
qualsiasi esistenza di Dio, mondi spirituali, anima, e che poi quando si trovano
in punto di morte, sentendosi la sensazione del diavolo che gli morde le
chiappe, cambiano completamente le loro opinioni filosofico-religiose. Ma
neanche voglio credere ciecamente in qualcosa, solo perché mi piace
crederlo o solo perché ho paura di ciò che mi succederà. Diciamo che non ho
certezze in proposito. {28-09-2014}
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Nicola Martella:
Luca Conti, prendo atto che non hai nessuna certezza per la tua vita
attuale e nessuna sicurezza per quella futura; ciò è tipico
dell’agnostico. Ti basi sul «potrebbe essere» oppure no e singolarmente
sui racconti delle esperienze psichiche dette di premorte. Prendo atto
che non sai chi sei, da dove vieni né dove vai. Ciò dipende dal fatto che ti
basi soprattutto sulla tua ragione, facendone il perno centrale d’ogni
cosa, mentre è solo una piccola lampara in mezzo alla notte oscura. Ciò dipende
anche dal fatto che non conosci la Bibbia e le promesse di Dio, quindi la
rivelazione di Colui, che ha creato ogni cosa e, perciò, ben conosce la realtà
delle cose. Praticamente sei un «agnostico»: uno che non sa nulla e
procede a vista nelle nebbie della vita.
Ti basi sulle cosiddette «esperienze pre-morte»,
che sono molto discutibili e una lastra di ghiaccio troppo sottile. Al riguardo
ho scritto qui: in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e
abuso.
Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), vedi i seguenti articoli: «Dante e
l’aldilà», pp. 297-312; «Visioni dell’aldilà», pp. 313-328; «Esperienze vicine
alla morte», pp. 329-332.
L’uomo, che
gratta sulla superficie della realtà, necessita di rivelazione per sapere
come stanno veramente le cose nel profondo, e cioè da parte del Dio vivente,
che ha creato i cieli e la terra. Egli è «l’Alfa
e l’Omega» (= il
Primo e l’Ultimo; Apocalisse 1,8) e «il Principio e la Fine» (Apocalisse 21,6);
è Lui che ha detto la prima parola, creando ogni cosa, ed è Lui che dirà
l’ultima parola su tutto. Quindi, solo Lui sa come stanno veramente le
cose, ed è Lui ad aver rivelato una buona misura di ciò a coloro, che lo amano e
lo temono nella sacra Scrittura. «Il
timore dell’Eterno è il principio della conoscenza; gli stolti
disprezzano la sapienza e la disciplina»
(Proverbi 1,7). «Il
principio della sapienza è il timor dell’Eterno, e conoscere il Santo è
il discernimento»
(Proverbi 9,10).
3. {Rita Fabi}
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«Egli veglierà sui passi dei suoi fedeli, ma gli
empi periranno nelle tenebre; infatti l’uomo non trionferà per la sua
forza» (1 Samuele 2,9). Gesù disse: «È meglio per te entrare monco nella
vita, che avere due mani e andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile,
dove il loro verme non muore e il fuoco non si spegne» (Mr. 9,43,44). La
coscienza è esattamente quel «verme che non muore».
Si sarà tormentati da intenso dolore, ma si
sarà pure tormentati dalle proprie memorie. Ci si ricorderà di aver sentito
parlare dell’Inferno e di essersene fatti beffa. Ci si ricorderà che
qualcuno li aveva pure messi in guardia e li aveva esortato al ravvedimento;
oppure che accettare le benedizioni del Paradiso senza sottomettersi a Cristo,
avrebbe significato comunque stare fuori della salvezza, ma non gli
avevano prestato fede. Saranno tormentati dal vedere a distanza le glorie
del Paradiso (come Epulone era pur in grado di fare) e dal sapere che mai e poi
mai potremo raggiungerle. Saranno tormentati da desideri e da
concupiscenze insoddisfatte (Epulone non era in grado di ricevere neanche una
goccia d’acqua fresca sulla lingua). Saranno tormentati dal sapere che
dall’Inferno non potranno più sfuggire (ad Epulone vien detto che «coloro
che vorrebbero da qui passare a voi non possono»). Saranno tormentati dalle
grida, dai gemiti e dalle maledizioni dei dannati intorno a loro. I
tormenti più estremi, che un uomo possa avere sulla terra, non sono che una
puntura d’ape comparate ai tormenti dell’Inferno.
Jonathan Edwards nel suo sermone «Il futuro castigo
dei malvagi» parla di come gli uomini non saranno in grado di trovare
neanche il più piccolo sollievo nell’inferno: «... né essi saranno in grado di
trovare il minimo sollievo all’Inferno. Laggiù non troveranno il minimo riposo,
nemmeno un angolino che possa essere considerato più fresco del resto per
prendere un po’ di fiato, nemmeno il minimo allentarsi di questo estremo
tormento. In quel luogo di tormento non saranno mai in grado di trovare un
torrente o una fontana fresca; no, neanche una goccia d’acqua per rinfrescare la
loro lingua. Non troveranno nessuno che possa loro dare un po’ di conforto, o
far loro il minimo bene. Non troveranno alcun luogo dove possano fermarsi un
attimo per riposare e prendere respiro, perché saranno tormentati con il fuoco e
con lo zolfo; e non avranno riposo, mai, né giorno né notte».
Passo a rispondere alle domande proposte.
● Che cosa avverrà secondo te il giorno, che
morirai? → Risposta: Il giorno in cui dovessi morire, per me a parte
per il fatto di dover lasciare i miei figli, sarà un momento di grande gioia,
perché allora finalmente mi troverò con il mio Salvatore.
● Se tu fossi morto ieri, dove saresti oggi? →
Risposta: Sarei con Dio.
● Stai vivendo in modo impreparato per il giorno
della tua morte? → Risposta: Forse per le cose terrene, ma per le
cose celesti sono preparata fin da ora.
● Chi ti dà certezza riguardo a ciò, che avverrà
dopo che sei spirato? → Risposta: Le promesse, che la Parola di Dio
mi dà: «... secondo la mia fervida attesa e speranza, che non sarò
svergognato in cosa alcuna, ma che con ogni franchezza, ora come sempre, Cristo
sarà magnificato nel mio corpo, o per vita o per morte» (Filippesi
1,20). {28-09-2014}
4. {Nara Loni}
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■
Contributo:
Voglio rispondere con Bibbia alla mano; non abbiamo nessuna fonte eccetto
questa! La prima domanda e la seconda hanno la stessa risposta. In
tutta la scrittura la morte è paragonata a un sonno, Rispondendo alla
prima dirò che mi addormenterò; e se dormo, se fossi morto ieri continuerei a
dormire.
Alla terza
domanda dico che la vita del cristiano è un modus vivendi, non c’è
bisogno di dire questo lo faccio o non lo faccio. Come naturalmente mangiamo o
dormiamo, così sarà il comportamento del cristiano che ha fiducia nel suo Dio e
nel suo Figlio Gesù.
Alla quarta domanda risponderò con le parole dell’apostolo Paolo: «Or
fratelli, non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono, affinché
non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Poiché se crediamo
che Gesù morì e risuscitò, così pure, quelli che si sono addormentati, Iddio,
per mezzo di Gesù, li ricondurrà con Lui. Poiché questo vi diciamo per parola
del signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del
Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il
Signore stesso, con potente grido, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio,
scenderà dal cielo, e i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi,
che saremo rimasti, verremo insieme con loro rapiti sulle nuvole, a incontrare
il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore. Consolatevi dunque gli
uni gli altri con queste parole» (1 Ts 4,13-18). Credi fermamente nella
Bibbia? Io sì! Ed ho la certezza di ciò, in cui credo . {30-09-2014}
▬
Nicola Martella: Vedo che la mia interlocutrice presenta qui la classica dottrina del «sonno
dell’anima», tipica dell’avventismo e delle sue derivazioni (sabatisti di
varia matrice, armstronghiani, ecc.), alla cui galassia ella sembra appartenga,
visto quanto scrive in Internet in difesa del sabato quale presunto giorno del
Signore nel nuovo patto. [►
Sabato, Decalogo e avventismo;
►
Voglia di sabato]
Premesso che
morire e la morte sono eufemisticamente paragonato all’addormentarsi
(1 Ts 4,14s; 2 Pt 2,4); ma è appunto solo un eufemismo, un modo di dire. Nella
Bibbia non si parla mai del presunto «sonno dell’anima» nella tomba o
nell’aldilà. Chi dorme non comunica. Tuttavia, nella rivelazione di Gesù su
Lazzaro e il ricco, non mi sembra che essi dormano (Lc 16), ma essi e Abramo
sono vivi e vegeti. Essi interloquiscono fra di loro e formulano domande,
questioni, osservazioni, obiezioni e risposte sensate; questa non presume una
passività onirica, ma piena attività e concentrazione razionale. Per
l’approfondimento si vedano i seguenti scritti:
►
Discutendo sullo «stato intermedio»;
►
Stato intermedio e sonno dell’anima 1 (seguono altre tre parti).
5. {}
▲
6. {}
▲
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {Autori
vari}
▲
■
Liliane Vitanza Hoffer: Quello che avverrà il
giorno, che morirò? Sarà la fine dei dolori, delle sofferenze, delle
battaglie con la mia vecchia natura. Io so che andrò verso il mio
Signore, che mi aspetta. Sono pronta, lo dico in teoria, ma non so come
reagirò in quel momento... ma sono preparata nel senso che non mi aggrappo alle
cose terrene, il mio obbiettivo è lassù. La mia certezza sono le parole
di Gesù, perché io credo che la Bibbia dice la verità.{29-09-2014}
►
URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cult/T1-Spegn_tutt_Esc.htm
28-09-2014; Aggiornamento: 04-10-2014