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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1

  È ciò che dicono gli altri su Gesù.

  Ecco le parti principali: Gesù nei mass-media

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«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2

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PARLIAMO DI GESÙ, NON DI BABBO NATALE

 

 di Nicola Martella

 

1.  È ORA DI FAR MORIRE IL MITO DI BABBO NATALE: Babbo Natale non ha nulla a che fare con la nascita di Gesù. Quello di Babbo Natale è un mito costruito ad arte dalla pubblicità e dal marketing, per far vendere meglio i prodotti alle industrie di dolciumi, di giocattoli e così via. Invece di parlare della nascita del Redentore del mondo, si parla dello «spirito del Natale», quasi fosse un essere trascendentale o una magia religiosa, che renderebbe tutti più buoni. La morale di tale «spiritualità natalizia» non è quella biblica di far conoscere il Signore e Salvatore Gesù, il Messia, ma è la filosofia umanistica di «rendere tutti più buoni», almeno a Natale.

     È meglio far morire il mito commerciale di Babbo Natale, che ammalia e incanta la gente, che a tutto pensa, tranne che un giorno il Figlio di Dio è venuto nel mondo per salvare tutti coloro, che credono in Lui. Duemila anni fa, non venne un presunto «spirito del Natale» nel mondo, ma lo Spirito Santo venne sopra una giovane donna ebrea, coprendola con l’ombra della potenza dell’Altissimo e procreando in lei un Essere santo, il Figlio di Dio (Lc 1,35).

     Le famiglie dei credenti biblici dovrebbero finalmente seppellire Babbo Natale. Essi dovrebbero prosciugare la palude chiamata «spiritualità natalizia» e bandire il cosiddetto «spirito del Natale».

Babbo Natale?

Come farlo, lo abbiamo spiegato nell’articolo «Babbo Natale è morto, la Befana è a rischio», a cui rimandiamo. Solo allora saranno in grado di mettere al centro il fatto che il Figlio di Dio si è incarnato, per attuare la sua opera di redenzione.

 

2.  CRISTO È LA FINE DEI MITI: Che cosa afferma il NT di favole e miti? Il termine greco mŷthos intende in genere «mito, favola, invenzione, falsità». L’apostolo Pietro attestò: «Vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a miti abilmente inventati, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà» (2 Pietro 1,16). Egli e altri apostoli avevano assistito alla trasfigurazione di Gesù sul monte e avevano sentito la voce di Dio Padre, che indicava Gesù come suo Figlio, ossia il Messia promesso (vv. 17s).

     Anche l’apostolo Paolo mise in guardia contro i miti dei pagani, anche quelli pieni di presunta spiritualità e quelli cristianizzati. Egli comandò ai credenti di non occuparsi di miti religiosi (1 Timoteo 1,4). Essi provenivano specialmente dal giudaismo; perciò li chiamò «miti giudaici» (Tito 1,14). Poiché erano specialmente le donne anziane a raccontare tali storie leggendarie e mitologiche, Paolo ingiunse a schivare i «miti profani e da vecchie» (1 Timoteo 4,7).

     Per il tempo della fine, Dio aveva rivelato a Paolo quanto segue: «Verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d’udire si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno ai miti» (2 Timoteo 4,4). Questo è ciò, che oggigiorno sta accadendo, visto il nuovo interesse verso la mitologia e la misteriosofia. Si celebra e s’insegna a festeggiare «Babbo Natale», lo «spirito del Natale» e la «Befana» come nuovi miti religiosi e profani. Molte persone non sanno neppure che il Natale ha a che fare con la nascita di Gesù, e che «Epifania» intende la manifestazione di Gesù sulla terra.

 

 

3.  PARLIAMO DI CRISTO, NON DEI MITI: Di là se Gesù nacque o meno in un tempo corrispondente al nostro periodo natalizio, noi cristiani biblici abbiamo l’occasione, il privilegio e la responsabilità per alfabetizzare i nostri contemporanei con i contenuti biblici. E questo riesce meglio, quando le persone intorno a noi sono più sensibili verso i temi della nascita di Cristo. Comunichiamo ai nostri contemporanei la necessità che Gesù nasca nei loro cuori. Diciamo loro che Cristo è nato nella storia, per poi morire in croce come sostituto per chiunque crede in Lui come Signore e Salvatore.

     I miti come Babbo Natale nascono e muoiono. Gesù di Nazareth è storia: Egli è nato, morto e risorto come persona reale!

     ■ «Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli, che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo la figliolanza» (Galati 4,4s).

     ■ «Vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io: che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve anche a me» (1 Corinzi 15,3-8).

     ■ «E, senza contraddizione, grande è il mistero della devozione: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello spirito, è apparso agli inviati, è stato predicato fra i Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria» (1 Timoteo 3,16).

     ■ «Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi» (Romani 8,34).

 

Questo messaggio lo possiamo annunziare tutto l’anno, specialmente quando il nostro prossimo è più sensibile a esso, quindi anche a Natale.

 

Parliamo di Gesù, non di Babbo Natale? Discutiamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cult/A1-Gesu_Babbo-Natale_OiG.htm

10-12-2014; Aggiornamento: 13-12-2014

 

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