«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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VOLTAR PAGINA

 

 a cura di Nicola Martella

 

1. Di che parliamo?

     Il cristiano, che è stato ingiusto, cattivo e violento col suo prossimo, non può pretendere semplicemente di voltar pagina. Può arrogarsi la libertà di un cambiamento, ma non per questo arriverà la benedizione. Deve prima pentirsi del male fatto, ravvedersi e riparare il torto fatto. Anche a questo punto, Dio darà il perdono, ma Egli non cambierà pagina verso tale persona, se non prima di aver dato la sua giusta sanzione, corrispondente alla gravità del danno arrecato all’altra persona, all’onore e all’opera del Signore.

 

Voltar pagina

 

2. Alcuni approfondimenti

     Ecco alcuni brani, su cui meditare.

     ■ «Lavatevi, purificatevi, togliete davanti agli occhi miei la malvagità delle vostre azioni; cessate dal fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate ragione all’orfano, difendete la causa della vedova! E poi venite, e discutiamo assieme, dice l’Eterno; quand’anche i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; quand’anche fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana. Se siete disposti ad ubbidire, mangerete i prodotti migliori del paese; ma se rifiutate e siete ribelli, sarete divorati dalla spada; poiché la bocca dell’Eterno ha parlato» (Is 1,16-20).

     ■ «Fosti per loro un Dio perdonatore, benché tu punissi le loro male azioni» (Sal 99,8).

     ■ «Ma Dio dice all’empio: Perché vai elencando le mie leggi e hai sempre sulle labbra il mio patto, tu che detesti la disciplina e ti getti dietro alle spalle le mie parole? Se vedi un ladro, ti diletti della sua compagnia, e ti fai compagno degli adulteri. Abbandoni la tua bocca al male, e la tua lingua trama inganni. Ti siedi e parli contro tuo fratello, diffami il figlio di tua madre. Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò, e ti metterò tutto davanti agli occhi. Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché io non vi laceri e nessuno vi liberi» (Sal 50,16-22).

     ■ «Parlate al cuore di Gerusalemme e proclamatele che il tempo della sua schiavitù è compiuto; che il debito della sua iniquità è pagato, che essa ha ricevuto dalla mano dell’Eterno il doppio per tutti i suoi peccati» (Is 40,2).

 

3. Aspetti conclusivi

     Perciò, chi pensa di poter semplicemente voltar pagina, dopo aver commesso un’ingiustizia, dovrebbe sincerarsi che Dio vorrà voltar pagina nei suoi confronti. Il credente, che vuole voltar semplicemente pagina, senza compiere la giustizia, che Dio reclama, sappi che sperimenterà le seguenti conseguenze: le sue preghiere non verranno ascoltate, le sue buone opere non saranno tenute in conto, la benedizione fuggirà da lui e nulla lo farà più prosperare. Solo quando verranno adempiute le condizioni poste da Dio, Egli vorrà voltare pagina verso il credente penitente. Su di lui si potrà allora cantare quanto segue: «Beato colui la cui trasgressione è rimessa e il cui peccato è coperto! Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità e nel cui spirito non è frode alcuna!» (Sal 31,1s).

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Rita Fabi

2. Giovanni Saeli

3. Michela De Rose

4. Guerino De Masi

5. Fortuna Fico

6. Gianni Siena

7. Giuliano Palma

8. Elena Fontana

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Rita Fabi}

 

«Poi il Signore disse a Mosè e a Aaronne: “Siccome non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figli d’Israele, voi non condurrete quest’assemblea nel paese che io le do”» (Nu 20,12). Dio perdona, ma non dimentica che la sua giustizia viene prima del resto; per cui pensare di chiedere perdono e basta, per non subire conseguenze di ciò, che facciamo, è un’illusione. Pensiamo a Davide e a quanto chiese perdono a Dio, umiliandosi e lacerandosi le vesti, per quello che aveva fatto con Betsabea. Così facendo, pensava anche che potesse salvare il figlio, che doveva nascere; eppure sebbene perdonato, subì tutte le conseguenze dei suoi errori, e così è per ognuno. {14-05-2015}

 

 

2. {Giovanni Saeli}

 

Condivido perfettamente, fratello Nicola. Nel salmo 51 il re Davide mette enfasi proprio su questa condizione, chiede di essere purificato, di riudire i canti di gioia e che gli venga cancellata la colpa. Il sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto. Che la luce della Parola possa farci scorgere le tenebre, che offuscano la nostra vista. A Dio sia tutta la gloria! {14-05-2015}

 

 

3. {Michela De Rose}

 

Purtroppo non sempre il credente, che reca danni all’altro, è in grado poi di riconoscerlo. Per questo cerca piuttosto di voltar pagina, dando la colpa a tutto e tutti, fuorché a se stesso. Le visioni distorte, che ha della giustizia divina, ha due pesi e due misure: molto generosa per quanto riguarda se stesso e severo quando sono gli altri a fare qualcosa, che loro non condividono. Nel loro voltar pagina, di solito non sono mai soli, ma cercano di trascinare anime deboli nelle loro decisioni. Che tristezza tutto questo. {14-05-2015}

 

 

4. {Guerino De Masi}

 

Contributo: C’è però un rischio. E cioè quando le condizioni per un «voltar pagina» sono arbitrariamente elencate e poste come condizione a un riappacificare, dopo un’esegesi condizionata dai propri risentimenti e non rigorosamente biblica.

     Cerco ora d’illustrare ciò, di cui parlo. La Parola è intesa come specchio (Giacomo). Dal come ci poniamo davanti allo specchio, vediamo ciò che vogliamo. Addirittura possiamo guardare gli altri e non la nostra faccia (p. es. nel retrovisore).

     Faccio un’ultima breve riflessione. La «grazia» è sempre un dono non meritato. Non perdiamo di vista questo baluardo, pur non distogliendoci dalle nostre responsabilità e dall’impegno nel prendere sul serio gli ammonimenti del Signore. {14-05-2015}

 

Nicola Martella: Guerino De Masi afferma: «La «grazia» è sempre un dono non meritato». È vero. Tuttavia, il «favore divino» non è né gratis (è costato a Qualcuno), né incondizionato (p.es. entrare nel patto per chi ne sta fuori; pentimento, ravvedimento e riparazione del danno da parte del credente diventato reo; mutamento dello stile di vita e della condotta). Lo stesso vale, ad esempio, anche per la benedizione divina, l’adempimento di certe promesse e per l’esaudimento delle preghiere.

 

 

5. {Fortuna Fico}

 

Purtroppo molti credenti pensano di essere tanti «007» con «licenza di peccare». Essi dicono: «Tanto dopo chiedo perdono a Dio (e solo a Lui, non alla persona lesa), e Dio nella sua infinita bontà mi perdona sempre…». E continua così, sentendosi giustificato a non ammettere davanti all’uomo il proprio errore. «Il Signore perdona anche senza pentimento», sento dire spesso. «Lui perdona sempre, come quando sulla croce ha detto: “Padre, perdona loro, perché non sanno quel che fanno”». E questo li giustifica. Ma io chiedo: E che succede a quelli, che sanno quello che fanno? E nonostante tutto, continuano, senza pentimento, ravvedimento e riparazione, fermi nel loro orgoglio, a pensare di aver voltato pagina! {15-05-2015}

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Contributo: Sono d’accordo, ma un simile credente è molto raro nelle chiese! Io non mi aspetto più nulla da chi mi offende o mi fa torti: perdono e vado oltre... Se aspettassi «l’altro», passerebbe una vita: ho 60 anni e non credo di voler «aspettare» che l’altro si ravveda e chieda perdono. Io lo faccio; non so se l’ho fatto ogni volta, ma mi esercito. {17-05-2015}

 

Nicola Martella: Certo, si può decidere di ammantare tutto col manto dell’amore; se ci si riesce sempre, è un gran vantaggio. Ciò è utile specialmente per questioni di vedute differenti, per piccoli sgarbi, intemperanze e seccature, verso caratteri un po’ focosi e intemperanti che neppure s’avvedono di alcunché, in cose dove non si è poi così sicuri su come stanno veramente le cose, per i sentito dire, verso credenti novizi o deboli, e così via. Tuttavia, in molte situazioni e per questioni di un certo spessore certe cose rimangono sotto la cenere e ritornano presto alla mente. Si vuole perdonare unilateralmente, ma la situazione può continuare e può incancrenirsi. In certi casi si crea un rapporto fra carnefice e vittima; quest’ultima non dice nulla, e il primo non s’avvede di nulla oppure pensa che così sia normale. Poi, un giorno, il Vesuvio, così apparentemente quieto, scoppia improvviso e seppellisce tutto.

     La via normale, insegnata da Gesù, è che chi lede il prossimo, vada dal suo fratello e gli chieda perdono: «Se il tuo fratello pecca, riprendilo; e se si pente, perdonagli. E se ha peccato contro te sette volte al giorno, e sette volte torna a te e ti dice: “Mi pento”, perdonagli» (Lc 17,3s). Quando c’è una chiara richiesta (cfr. Mt 18,29), allora si potrà perdonare di cuore al proprio fratello (v. 35). Allora non ci sarà più brace sotto la cenere.

 

 

7. {Giuliano Palma}

 

Tale tema lo ritengo di mio interesse e di estrema importanza anche nella mia professione di avvocato da una prospettiva cristiana (o evangelica). Anche quando assumo l’incarico di una difesa, c’è sempre bisogno che l’assistito debba rappresentare la verità (cosa non molto comune, diversamente da quanto si pensi), e inoltre assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Dio sicuramente concede il proprio perdono al peccatore, ma odia il peccato e questo non è lasciato senza seguito. {18-05-2015}

 

 

8. {Elena Fontana}

 

Questo tema è molto importante e mi sento di condividere l’analisi mostrata. Per quanto riguarda il perdono in maniera generica, esso è condono, assoluzione, grazia; dimenticare da parte di chi perdona, l’ingiustizia o il male ricevuto. Tutto questo prevede il sincero pentimento di chi riconosce l’ingiustizia e il torto fatto. Perciò, non si può rimanere nascosti in sentimenti di odio, rancore, o assoluta indifferenza, ma riconoscere invece quale sia la giustizia secondo la Parola di Dio e quali sono i nostri errori verso il prossimo. È dunque fondamentale seguire un’etica chiara e indiscutibile, quale è quella cristiana oltre che umana. {28-05-2015}

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {Vari e medi}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Volt_pag_EnB.htm

14-05-2015; Aggiornamento: 30-05-2015

 

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