«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Dall'avvento alla parusia

 

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:

■ Aspetti introduttivi

■ Gesù di Nazaret

■ Gli Evangeli

■ Dall’ascensione alla fine dei tempi

■ Aspetti conclusivi

Recensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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OLTRE I PROPRI LIMITI

 

 a cura di Nicola Martella

 

«Tempo addietro pensavo che, ancor prima d’iniziare a cantare lodi a te, dovevo lamentarmi di tutta la mia miseria. Ora, ti ho contemplato, e sono del tutto trasformato, perché tu mi hai portato ben oltre i limiti di me stesso» (Matilde di Magdeburgo, 1207-1282; Fonte: «Limiti [Oltre i ~]»).

 

Ammetto di non avere molte simpatie per i mistici. Tuttavia, quando ho letto, tempo fa, la preghiera di questa mistica tedesca del Medioevo, ho dovuto pensare al rapporto fra uno sportivo e il suo allenatore, da cui aveva ricevuto finora istruzioni solo per telefono. Ogni volta che lui gli chiedeva come vanno gli allenamenti, era tutto un lamento sulle molteplici cose, che non andavano. Un giorno, l’istruttore venne lui stesso, gli fece vedere come bisogna fare, mostrandogli esempi concreti; ciò fu per l’allievo una vera trasformazione. Oltre i propri limitiL’addestratore lo fece provare, fece superare allo sportivo i limiti di se stesso, aumentò gradualmente la sua efficienza e portò l’allievo al massimo delle sue prestazioni. Tale atleta poté diventare un campione della sua categoria.

     Similmente avviene nella vita di fede col nostro rapporto col Signore. Possiamo lamentarci con Lui di mille cose che non vanno nella nostra vita, negli altri, nelle circostanze, nel nostro servizio, e così via. Così creiamo una cortina fumogena, che ci impedisce di vedere, con gli occhi della fede, ciò che il Signore è e che cosa vuole da noi. Quando ci mettiamo a contemplare il Signore, mediante la meditazione della sua Parola, la lode personale e comunitaria, allora vediamo la sua grandezza e ci disponiamo a essere da Lui trasformati, allenati e portati molto di là dai nostri limiti. Allora la nostra vita di fede, le nostre giornate, il nostro servizio, i nostri rapporti con l’ambiente e con gli altri non saranno più gli stessi. Ci terremo sempre allenati, contemplando il nostro Allenatore e mettendo in pratica le sue istruzioni, e potremo essere vittoriosi.

 

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Nicola Martella

2. Mauro Presutti

3. Martella Nicola

4. Paolo Irollo

5.

6.

7.

8.

9.

10.

11. Vari e medi

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarli formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Egli [= Dio] rende i miei piedi simili a quelli delle cerve, e mi rende saldo sui miei alti luoghi; addestra le mie mani alla battaglia» (Salmo 18,33s). «Benedetto sia l'Eterno, la mia rocca, che addestra le mie mani alla guerra e le mie dita alla battaglia» (Salmo 144,1).

     ■ «Istruisci il saggio e diventerà più saggio che mai; ammaestra il giusto e accrescerà il suo sapere» (Proverbi 9,9).

     ■ «Il suo Dio gl’insegna la regola da seguire e l’ammaestra» (Isaia 28,26 agricoltore).

     ■ «E i tuoi occhi vedranno i tuoi maestri; e quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una voce che dirà: “Questa è la via; camminate per essa!”» (Isaia 30,20s).

     ■ «Sì, tu sei la mia lampada, o Eterno, e l'Eterno illumina le mie tenebre. Con te io assalgo tutta una schiera, col mio Dio supero le mura. La via di Dio è perfetta, la parola dell'Eterno è purgata col fuoco. Egli è lo scudo di tutti quelli che sperano in lui» (2 Samuele 22,29ss = Salmo 18,28ss).

     ■ «La grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, è apparsa e ci insegna a rinunciare all’empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo mondo temperatamente, giustamente e devotamente» (Tito 2,11s).

     ■ «Non sapete voi che coloro i quali corrono nello stadio, corrono bensì tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, una incorruttibile. Io quindi corro, ma non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia squalificato» (1 Corinzi 9,24-27).

     ■ «Non che io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il corso, se mai io possa afferrare il premio; poiché anch'io sono stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non reputo d'avere ancora ottenuto il premio; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno dinanzi, proseguo il corso verso la mèta, per ottenere il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù» (Filippesi 3,12ss).

 

 

2. {Mauro Presutti}

 

Nessun atleta può superare i propri limiti. Quello che può accadere, è che può riuscire a raccogliere alcune forze, a lui stesso inimmaginabili, con una straordinaria capacità di concentrazione. L’immagine del salto oltre l’asticella ben rappresenta l’idea di oltrepassare un limite; ma in questo caso si tratta di superare l’azione della forza di gravità. Il limite, che solo la fede può far superare, è quello del mistero glorioso; un limite che non è un’asticella posta a due metri di altezza, ma un portale d’ingresso nella dimensione spirituale. Un portale attraverso il quale transitano tutti, ma con destinazioni diverse. Sappiamo fin d’ora quali possono essere queste destinazioni e in che modo procurarsi il «biglietto». Noi Cristiani cerchiamo di seguire, oltre la voce della nostra coscienza, alcuni insegnamenti biblici, ancora oggi, dopo duemila anni, validi. {02-05-2013}

 

 

3. {Martella Nicola}

 

Mauro, tieni presente quanto segue:

     ■ Esistono limiti oggettivi (strutturali), i quali sono invalicabili, essendo che le proprie condizioni strutturali non permettono diversamente. Nella box, ad esempio, ci sono differenti categorie, e un «peso piuma» non può combattere contro un «peso massimo».

     ■ Esistono limiti soggettivi (psicologici, di condizione, ecc.), oltre i quali si può certamente andare. Se, ad esempio, si è un «peso piuma», si può arrivare al massimo della condizione e della prestazione, con un allenamento costante e superando certi limiti psicologici. Lo stesso vale per altre discipline.

     ■ Quanto al «portale d’ingresso nella dimensione spirituale», esso non è costituito dal «seguire, oltre la voce della nostra coscienza, alcuni insegnamenti biblici», ma esso ha un nome ben specifico: Cristo Gesù. Infatti, Egli ha lanciato la seguente pretesa assoluta: «Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, ed entrerà e uscirà, e troverà pastura» (Gv 10,9). E inoltre: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre, se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Anche altrove viene ribadito che abbiamo «franchezza riguardo all’ingresso del santuario [celeste] mediante il sangue di Gesù» (Eb10,19).

     ■ Spero che concorderai con tutto ciò.

 

 

4. {Paolo Irollo}

 

«Noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Corinzi 3,18).

     A proposito di poeti, ricordo mesi fa, durante una distribuzione di opuscoli in provincia di Varese, in un locale si riportava una frase tratta da un opera di Anais Nin: «Non vediamo le cose per quelle che sono, ma per quello che siamo».

     L’invito a contemplare non è certo l’invito ad assumere un atteggiamento tipico dell’ascetismo, per ricerca di una superiore spiritualità, ma è una mente incline alla riflessione (Pr 3,21) e ripiena di tutte «le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose» (Fil.4,8). Tale mente si unirà all’opera condizionante dello Spirito Santo, con il risultato di una vita continuamente trasformata di gloria in gloria, andando al di là di ogni nostro limite e aspettativa. {06-06-2013}

 

 

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11. {Vari e medi}

 

 

12. {Vari e brevi}

 

► URL di origine: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Oltre_limiti_Avv.htm

29-04-2013; Aggiornamento: 06-06-2013

 

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