■
L’abbondanza è a disposizione del credente (Giovani 10,10), ma non senza
condizioni; essa non è fatta per furbi e disubbidienti.
■
Solo chi si focalizza continuamente sul
traguardo, affronterà con zelo e decisione gli strapazzi del percorso (Ebrei
12,1s).
■ Chi fa mille
cose, si fa distrarre dalla prossima, diventa confuso, perde il contatto
con la realtà e non porta nulla a compimento (Ecclesiaste 5,3). Chi si concentra
sull’essenziale, ha la chiave per il resto (cfr. Matteo 6,33).
■
Nel mondo materiale una nuova versione di un prodotto,
mette all’ombra la precedente, che invecchia. Nel mondo invisibile c’è
già la versione finale di tutte le cose. Conviene, quindi, concentrarsi su
queste ultime (2 Corinzi 4,18; cfr. Ebrei 11,1).
■ Dio ci ha
rivelato il mistero più grande della storia e con Lui ci ha dato la
ricchezza più alta del sapere (Colossesi 2,2s). Continuare a puntare su altro,
dopo che si ha la «chiave d’accesso» per il massimo, sarebbe da stolti.
■ A chi ha
trovato il centro delle cose, tutto il resto gli appare necessariamente
come contorno, ed è pronto a rinunciarvi (Filippesi 3,7s). Chi ha trovato
l’affare della vita, è pronto a rinunciare al resto (cfr. le parabole del tesoro
nascosto nel campo e della perla pregiata; Mt 13,44ss).
■
Non basta aver
corso per la maggior parte del percorso, se poi ci si ritira, quando arriva il
«punto morto»; allora è come se non si fosse mai corso. Bisogna assolutamente
voler raggiungere il traguardo, costi quel che costi, dimenticando ciò,
che è stato, e concentrandosi su ciò, che sta dinanzi (Filippesi 3,13s.16).
■
La teoria non basta, ma è sul campo che bisogna
dimostrare chi si è e che cosa si sa fare. Fare finta non è cosa per i
cristiani fedeli, ma porta soltanto alla squalifica (1 Corinzi 9,26s).
■
Perché le cose funzionino nella vita cristiana, non
basta distogliere lo sguardo dalle cose negative, ma bisogna sostituirle con
quelle
positive(Filippesi 4,8).
■ Imparare
ad accontentarsi vale per tutti i credenti, ma specialmente per chi vuole
servire il Signore (Filippesi 4,11ss). Più in
alto poniamo l’asticella delle esigenze e più siamo infelici, quando ci mancano
tali cose, e ancor più sarà servire Dio in semplicità .
■ Dio ci ha
promesso il pane quotidiano e vuole che col necessario facciamo anche del
bene agli altri. Colui, che è stato capace di sfamare una folla, partendo da
pochi pani e pesci (Matteo 14,17ss), può far bastare il necessario e usarlo per
compiere buone opere (2 Corinzi 9,8).
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3.
I contributi dei lettori
▲ (I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori. I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)
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1. {Fortuna Fico}
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Contributo:
Ieri mattina, camminavo per
strada e improvvisamente cominciai a sorridere, e pensavo: «Sono piena di dolori
dappertutto, economicamente conciata male, perché mio marito è un “esodato”,
l’afa mi toglie il respiro, ma allora perché sorrido?». Ma poi sulle mie
labbra si è innalzata la lode al Signore, perché Egli mi ha dato il suo
amore, la sua grazia, la vita eterna e tutto ciò, che ha fatto nella mia vita!
L’ho ringraziato per la mia famiglia, per lo stare in piedi anche se con
dolore, per il piatto che ogni giorno provvede per la nostra tavola, e per ogni
cosa che mi è stata data, perché non necessariamente ci è dovuta! E allora ho
imparato a ringraziarlo per ciò, che ho, e di vivere nel modo degno, fino
al giorno che Egli riterrà opportuno, nell’attesa di poter ammirare il suo
splendore! Grazie Signore! {14-07-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella): ■ «Quand’anche un esercito si accampasse contro a me, il mio cuore non
avrebbe paura; quand’anche la guerra si levasse contro a me, anche allora sarei
fiducioso» (Sal 27,3).
■ «Quando il mio cuore s’inacerbiva e io mi sentivo
trafitto internamente, ero insensato e senza conoscimento; io ero verso di te
come una bestia. — Eppure, io resto del continuo con te; tu m’hai preso per la
mano destra; tu mi condurrai col tuo consiglio, e poi mi riceverai in gloria»
(Sal 73,21-24).
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Replica (Fortuna Fico): Amen! Grazie, Nicola, sono versi pieni di speranza e consolazione. Dio continui a benedirti! {14-07-2012}
2. {Emily Puglisi}
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Tengo e voglio
tenere lo sguardo fisso sull’essenziale. Ciò che mi distrae
è la megalomania delle persone, che a volte mi circondano. Mi sorprendono
sempre l’egoismo e la mancanza di lealtà. Penso soprattutto all’amore «perché»
[= condizionato, N.d.R.]... penso che l’amore si debba donare con generosità,
senza richiesta di contropartita. Perché se tutti facessimo così, la
contropartita sarebbe consequenziale.
Una vita abbondante è una vita gioiosa, dove l’equilibrio e la serenità
ti vengono dalla consapevolezza di sapere di essere sempre in compagnia,
qualsiasi cosa succeda. Questa per me è la benedizione. E alla fine della
«gara» avremo il nostro premio. {14-07-2012}
3. {Rita Fabi}
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Ad essere sincera, pur tenendo gli occhi fermi
sull’essenziale, come lo definisci nella nota, ci sono diversi momenti
nella mia giornata, in cui le preoccupazioni normali della vita carnale e
quelle per i miei figli mi distolgono dai miei pensieri, per portarmi
nelle cose del mondo. E ultimamente, più sento avvicinarsi il ritorno di Gesù e
più queste preoccupazioni per i figli diventano pressanti. {14-07-2012}
4. {Pietro Calenzo}
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Il nostro
cammino di discepoli, a volte, non sarà facile e avrà molti ostacoli,
tribolazioni, spine. A volte, ci sono alcuni predicatori, che affermano che la
fede nel Signore Gesù ci esenterà da ogni problema o dalle angustie
finanziarie. Non gli credete, mentono. Nessun discepolo è maggiore del suo
Maestro, e se hanno perseguitato Lui, altrettanto ci dobbiamo attendere anche
noi. Il Signore ci benedica nelle sue vie, nel nostro pellegrinaggio
verso la celeste Patria. Amen. {14-07-2012}
5. {Vincenzo Russillo}
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Mi vengono in mente
i giocatori di basket. Quando devono fare i tiri liberi, c’è molta gente
intorno, che li mette pressione per cercare di farli sbagliare, ma loro
rimangono «focalizzati» sull’obiettivo. La Bibbia ci dice: «Anche noi,
dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni,
deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con
perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù,
colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia, che gli era
posta dinanzi, egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è
seduto alla destra del trono di Dio» (Ebrei 12,1-2). Questo brano ci spiega
un concetto chiaro, ovvero come mettere a «fuoco» la nostra vita. Un
corridore non guarda al pubblico o agli altri concorrenti, ma si concentra
sul traguardo. Se dovessi fare bilancio e guardare alle volte che ho tolto il
mio sguardo dal guardare Cristo e dall’onorarlo, devo dire che mi sono fatto
distrarre dai momenti di preoccupazione o nei momenti di stress
con grandi liste di cose da fare. In quei momenti mi sono lasciato prendere
dall’autocommiserazione e, come Pietro che ha cercato di camminare
sull’acqua, sono caduto.{15-07-2012}
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URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Focalizza_essenz_Mds.htm
15-07-2012; Aggiornamento: 16-07-2012