«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia. Ecco le rubriche principali:

Scenario biblico

Vita di comunità

Abbecedario riflessivo

Ad acta

Dietro il velo

Casella postale biblica

Variazione delle costanti

Puntigli e indovinelli

Sapienza da quattro soldi

Massime e minime

Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ECCELLERE NEI LIMITI POSTI

 

 a cura di Nicola Martella

 

«Inutile voler essere un albero, se sei nato fiore del campo; ma sii il fiore migliore, che tu possa essere. La virtuosità non sta nel fissarsi su ciò, che sta fuori delle proprie possibilità e che non si raggiungerà mai; ma, essendo consci dei propri limiti attuali, bisogna avere obiettivi chiari, fare passi costanti e decisivi nella direzione giusta e dare il massimo con le possibilità, che si hanno al momento» (Nicola Martella).

 

Eccellere nei limiti posti

Dai il massimo di te stesso con quel, che sei, invece di voler essere una pessima imitazione.

 

Per l’approfondimento biblico (Il senso di questa lista di versi è di stimolare la riflessione dei lettori, per aiutarlo formulare contributi confacenti al tema):

     ■ «Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio, poiché manchiamo tutti in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo» (Giacomo 3,1).

     ■ «Il timor dell’Eterno è scuola di perizia; e l’umiltà precede la gloria» (Proverbi 15,33).

     ■ «Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò, per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù. Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi... » (Filippesi 3,12-15).

     ■ «Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l’autocontrollo; all’autocontrollo la pazienza; alla pazienza la devozione; alla devozione l’affetto fraterno; e all’affetto fraterno l’amore. Perché se queste cose si trovano e abbondano in voi, non vi renderanno né pigri, né sterili nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo» (1 Pietro 1,5-8).

 

Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

1. Stefano Frascaro

2. Antonio Capasso

3. Pietro Calenzo

4. Davide Marchetta

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9.

10.

11.

12. Vari e brevi

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Stefano Frascaro}

 

Ciò che hai scritto, mi sta facendo riflettere molto! In effetti, il premio sarà proporzionato anche alla fedeltà. E allora voglio impegnarmi a seguire l’esortazione di Paolo, ovvero proseguire nel cammino, dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che ho davanti, cercando di essere, come dice Pietro, né pigro né specialmente sterile! Dio ti benedica! {31-01-2012}

 

 

2. {Antonio Capasso}

 

«Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede, che Dio ha assegnato a ciascuno» (Rom 12,3). Come sarebbe bello se nella chiesa, ognuno facesse ciò, che Dio gli ha dato di fare, senza per forza fare ciò, che si desidera, ma che non è dato da fare da parte di Dio. Meglio essere un buon «fiore», che una pessima imitazione di un «albero». {31-01-2012}

 

 

3. {Pietro Calenzo}

 

È vero quanto scrivi, Nicola, ognuno dovrebbe avere un sobrio concetto di se stesso, ma in quante occasioni, noi credenti eccediamo questo sapiente e scritturale consiglio. Il Signore ci dia di discernere con il suo Spirito l’esatta entità spirituale delle mine o dei carismi, che ci ha donato. Dio ti benedica. {03-02-2012}

 

 

4. {Davide Marchetta}

 

Contributo: Puoi spiegarmi bene quest’argomento? Vuol dire che io non devo spronare me stesso a fare di più, a volere di più di quel, che sono? E dovrei accontentarmi di quello, con cui sono nato, senza cercare di più? {03-02-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Voglio ritornare all’esempio della botanica. Un melo può diventare il migliore albero di mele esistente, ma non un banano o un pino, e viceversa. Un ciclamino può diventare il migliore della sua specie, ma mai una rosa o un tulipano, e viceversa. Ognuno di noi è chiamato a eccellere in ciò, che è, ha e sa fare; in un altro contesto sarebbe fuori luogo, inefficace e addirittura combinerebbe solo guai.

     Ecco alcuni esempi di mestieri. Un ingegnere aerospaziale non si metta a fare il ciabattino, e quest’ultimo non pretenda d’insegnare matematica quantistica a una università. Un contadino non pretenda di voler progettare il prossimo stadio olimpico, e un medico non pretenda di avere la ricetta per trasformare il Sahara in un giardino. Un poliziotto non pretenda di poter diagnosticare malattie, né un economista pretenda di dare lezioni di astrofisica. Ognuno dia il meglio in ciò, che è e ha competenza.

     Anche in campo spirituale, Dio ci ha affidato talenti e carismi (= azioni della grazia). «A ciascuno di noi la grazia è stata data secondo la misura del dono di Cristo» (Ef 4,7); grazie e dono sono insindacabili. Ecco alcuni esempi di funzioni ministeriali. Se uno ha ricevuto dal Signore una chiamata di evangelista, non si metta a fare il «dottore della Parola» o a insegnare esegesi. Se uno ha ricevuto dal Signore la funzione ministeriale di curatore d’anime, non sprechi il suo talento in altre cose, che lo distraggono dalla sua vocazione. E così via.

     «Ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello, che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede, che Dio ha assegnata a ciascuno... in un solo corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno una medesima funzione» (Rm 12,3s). «Noi, invece, non ci vanteremo oltre misura, ma entro la misura del campo di attività, di cui Dio ci ha segnato i limiti» (2 Cor 10,12; cfr. v. 15).

     Tu, Davide, scopri dinanzi a Dio chi tu sei, quali talenti e carismi Egli ti ha elargito, quale chiamata ti ha dato, e poi dai il massimo in ciò. Inutile voler essere un altro, sii te stesso nella piena misura dinanzi al Signore.

 

 

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12. {Vari e brevi}

  

Giuseppe Lo Porto: Grazie, Nicola Martella, Dio ti benedica e continui a benedirci attraverso il suo servo! {31-01-2012}

 

Daniele Scibetta: Amen, gloria a Dio. Questo è quello che mi piace leggere e sentire. Che Dio ci guidi e c’insegni cosa vuol dire essere un cristiano. Pace. {02-01-2012}

 

Emiliano Carosi: Essere quello che si è nei carismi donati dalla grazia del Signore Gesù. Sia lodato Dio onnipotente... {02-01-2012}

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/_Cres/T1-Eccelle_limiti_Mds.htm

31-01-2012; Aggiornamento: 04-02-2012

 

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