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Manuale teologico dell’AT

 

Assaggi di lettura

Scheda minima delle opere

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

  Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:

Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT

Le posizioni teologiche più ricorrenti

I patti e gli altri approcci

Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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S35.  SISTEMI TEOLOGICI

 

 di Nicola Martella

 

[ Criticismo storico; Teologia biblica e dogmatica: confronti; Teologia biblica; Teologia dogmatica]    

© 1. LA NATURA DELL’AT: L’AT è un’opera molto articolata. Esso è un’armoniosa composizione che contiene elementi molto eterogenei fra di loro, ad esempio: narrazioni storiche, leggi, predicazioni, preghiere, canti, predizioni, discorsi ed aforismi. Nelle stesse leggi è difficile separare nettamente fra le diverse categorie, per stabilire, ad esempio, quali siano solo morali, quali solo rituali e quali solo sociali o politiche. A ciò si aggiunge che nell’AT non esiste una vera sistemazione in categorie separate e rigide; si notino questi esempi: le leggi interrompono il flusso narrativo in Numeri, i fatti storici vengono ripetuti liricamente in Es 15 (canto di Miriam) e in Gdc 5 (canto di Debora), le lunghe narrazioni sui profeti Elia ed Eliseo sono inserite all’interno dei libri dei Re, l’inno sulla sapienza (Gb 28) interrompe i discorsi nel libro di Giobbe, i libri di Giona (2) e di Habacuc (3) contengono rispettivamente un inno, il libro di Gioele (1,2s) inizia con un passo sapienziale, mentre quello di Osea (14,9) termina con esso, e i Salmi cominciano con un testo sapienziale (Sal 1).    

© 2. ALCUNI SISTEMI TEOLOGICI: [ Criticismo storico; Dispensazionalismo e l’AT; Teologia del patto e l’AT] Non è un caso che i sistemi teologici siano figli della filosofia e che la dogmatica e la teologia sistematica siano nate in occidente. Qui di seguito trattiamo tre sistemi teologici che hanno influenzato alquanto l’interpretazione della Scrittura e l’esegesi. Qui accenniamo alla «teologia storico-critica», seguita negli ambienti liberali, alla «teologia del patto unico», cara agli ambienti riformati, e alla «teologia dispensazionalista», familiare in diversi ambienti evangelici. In questi ultimi due approcci si tratta di semplificazioni che partono da sovrastrutture dottrinali quali sistemi addotti per spiegare la «storia della salvezza». La teologia storico-critica: Il «criticismo storico» parte da una sovrastruttura filosofica o ideologica, figlia del razionalismo. Anch’esso opera diverse semplificazioni rispetto alla realtà, ad esempio, quando classifica i testi predizionali come «vaticinia ex eventu», ossia come vestimento postumo degli eventi in senso predizionale. Ciò ha un’incredibile influenza sulla datazione dei libri, ritenuta sempre tardiva, e sulla loro stessa composizione, poiché alcuni di essi vengono smembrati in parti diverse, le quali sono poi attribuite a persone differenti fra di loro (cfr. Isaia, Deutero-Isaia e Trito-Isaia). Per spiegare le cose in modo plausibile, la teologia storico-critica fa poi riferimento alla pressoché «onnipotente» tradizione orale, durata per secoli e secoli; se ciò non basta, evoca alchimie letterarie e tramandamentali e si fa soccorrere da una schiera di innumerevoli ed anonimi redattori che, nel corso dei secoli, avrebbero ricamato sul «canovaccio» di questo o di quel libro biblico, affinché ognuno d’essi raggiungesse lo stato attuale. Alla storia biblica narrata dai testi viene affiancata una «storia vera», in tutto o in gran parte diversa dall’originale. La teologia dispensazionalista: La struttura dispensazionalista è nata in campo riformato ed è stata sviluppata poi fuori di esso, specialmente nei suoi aspetti esagerati (ultra-dispensazionalismo); essa è frutto del razionalismo occidentale. La teologia riformata del «patto unico»: La stessa tentazione razionalistica affligge la cosiddetta «teologia del patto», nata anch’essa in campo riformato e predominante specialmente in esso. Essa vede nella Bibbia un solo patto, dichiarato addirittura eterno, che si sarebbe trasformato ed aggiornato nella storia; le conseguenze sono un’infausta confusione fra «Israele» e la «chiesa» e fra «regno di Dio» e «società civile». Neppure questa ideologia dogmatica è adatta a descrivere la complessità e la polivalenza del fenomeno dei patti, i quali coesistono contemporaneamente e parallelamente nella storia.      

© 3. I SISTEMI TEOLOGICI E L’AT: Gli Ebrei della Bibbia hanno parlato di un «prima» e di un «poi» rispetto a certi fenomeni storici, senza intraprendere una sistemazione strutturata ed elaborata. Essi non si sono accinti neppure a sviluppare un sistema dottrinale, in cui tutto sia compreso nella sua continuità storica, per così dire, dall’eternità all’eternità. Essi avevano altresì un grande rispetto di ciò che Dio aveva detto per bocca dei suoi profeti riguardo al futuro (cfr. Dn 9,1 con Gr 25,11). In ogni sistema c’è il fascino, spesso arrogante, di pigiare la complessa realtà in scatole filosofiche, ideologiche o dottrinali. In esso c’è pure la tentazione di interpretare la Scrittura, speculando e proiettando fra le righe. Tali sistemi, per essere coerenti con se stessi, portano in sé il pericolo di snaturare addirittura la realtà stessa (p.e. proiezione del NT sull’AT e della chiesa sull’Israele dell’AT; cfr. la «storia vera» del criticismo). È un dato di fatto che Dio non si è rivelato nella storia secondo un ferreo sistema a scatole chiuse, secondo il modello ultra-dispensazionalista, né mediante un fluido sistema evoluzionistico, secondo il modello del «patto unico» della teologia riformata. La religione d’Israele non è neppure il risultato dell’emanci­pazione culturale né dell’ingegno teologico di persone particolari, come suggerisce la teologia critica. La Bibbia attesta, però, che Dio si è rivelato nella storia, parlando ed agendo con grazia e giudizio; la Scrittura attesta che Dio ha la capacità di annunciare il futuro in anticipo. Jahwè si è manifestato particolarmente mediante una serie di patti, i quali sono distinti fra di loro e, allo stesso tempo, intimamente connessi.

 

Tratto da Nicola Martella, Manuale teologico dell’AT (Punto°A°Croce, Roma 2002), pp. 332ss.

 

► URL: http://diakrisis.altervista.org/Lese/Let_MT_AT.htm

15-04-2011; Aggiornamento:

 

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