«Io prenderò il diritto per livello, e la giustizia per piombino» (Isaia 28,17).

La fede che discerne la ferma verità in un tempo mutevole

«Diakrisis»: Discernimento — «Credere e comprendere»

Credere e comprendere

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Crescita personale

Cultura e società

Discepolato e devozione

Dottrine bibliche

Etica cristiana

Problemi e soluzioni

Religioni e confessioni

Scienza e fede

▼ Vai a fine pagina ▼

 

Gestione

Abbreviazioni e osservazioni

Contattaci

Diákrisis

Domande frequenti sul sito

Disclaimer

Il gestore del sito

Norme editoriali

Presentazione del sito

 

Altre parti

Dizionari (link esterno)

Libri

 

 

 

La fede, che pensa

 

Lista dei libri

Carismosofia (carismaticismo)

Disturbi e abusi (problemi e deviazioni della sessualità)

Entrare nella breccia (cura d’anime generale e speciale)

Escatologia 1-2 (Escatologia biblica essenziale ed Escatologia fra legittimità e abuso)

Generi e ruoli (i due sessi nella rivelazione e la donna nella chiesa)

Il Levitico 1-2 (traduzione letterale e libretto di studio)

La lieve danza delle tenebre (l’occultismo quale problema sociale, razionale e biblico)

Le Origini 1-2 (esegesi e temi di Gn 1,1-5,1a)

Malattia e guarigione 1-2 (medicine alternative ed esoterismo)

Manuale Teologico dell’Antico Testamento (dizionario teologico)

Matteo, l’evangelista dei giudei

Motti di spirito (umorismo religioso)

Offensiva intorno a Gesù 1-2 (Gesù alla luce del giudaismo e fra opinioni e rivelazione)

Radici 1-2 (Pentateuco e Libri Didattici)

Radici 3-4 (Epoca nazionale ed epoca assira)

Radici 5-6 (Epoca babilonese ed epoca persiana)

Šabbât (il sabato e la legge)

Sessualità e contesti (aspetti generali della sessualità)

Tenerezza e fedeltà (il matrimonio e le sue problematiche)

Uniti nella verità, come affrontare le diversità (la diversità di opinioni quale risorsa o problema)

 

Google Gruppi

Iscriviti al gruppo

«Fede controcorrente»

(Per ricevere le novità)

 

Clicca qui: si aprirà un’altra pagina: inserisci il tuo indirizzo e-mail e clicca su «Unisciti a questo gruppo».

 

Metti nel box Yahoo! il termine da ricercare nel sito

Cerca nel Web
In questo sito

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

IL GESTORE DEL SITO

 

Attività e intenti di Nicola Martella

 

Nicola Martella 1.  ALCUNI DATI E ALCUNE ATTIVITÀ : Nicola Martella ha conosciuto la verità salvifica all’età di 12 anni, allorché la Parola di Dio lo convinse della salvezza per grazia mediante la fede. Da lì in poi, ha sperimentato la grazia efficace di Dio nella sua vita. È vissuto diversi anni in Germania, dove ha frequentato dapprima un anno di scuola biblica presso la «Bibelschule Bergstrasse» (Seeheim) e dove ha poi completato il ciclo di studio di teologia presso la «Freie Theologische Akademie» (Giessen; oggi si chiama: «Freie Theologische Hochschule»).

     Nel 1984 ritornò in Italia per collaborare nell’edificazione delle chiese e nell’insegnamento presso «l’Istituto Biblico Evangelico Italiano» (I.B.E.I., Roma). Presso l’I.B.E.I. ha insegnato in questi anni diversi corsi, specialmente di Antico Testamento (Panorama dell’AT 1-6, Teologia dell’AT, Introduzione teologica all’AT, Esegesi della Genesi, Esegesi del Levitico, Esegesi d’Isaia), ma anche altri corsi secondo l’occasione (p.es. greco, storia della chiesa, Metodi di studio). Inoltre ha collaborato con l’I.B.E.I. nelle Scuole Succursali e nella Scuola a distanza.

     Insieme a Bernardo Oxenham è stato fondatore della chiesa evangelica «dei Fratelli» in una borgata di Roma. Attualmente promuove insieme ad altri fratelli l’espansione della testimonianza specialmente in Tivoli e zone limitrofe. Laddove è invitato, tiene conferenze e seminari su temi dell’AT, dell’occultismo, della sessualità, della consulenza, del neomisticismo e così via. Inoltre pratica da anni consulenza biblica. In questo lavoro incoraggia altresì i conduttori delle comunità a sviluppare un’attitudine pastorale e una prassi di consulenza biblica nelle chiese locali.

     Nel 1994 aveva aperto una piccola casa editrice, che intanto è stata chiusa. Fino a oggi Nicola Martella è autore di vari libri su diversi temi e generi, tra cui Antico Testamento, Nuovo Testamento, etica sessuale, carismaticismo, occultismo, cura pastorale, medicina alternativa, eccetera. È anche autore di vari articoli in mensili cristiani, riviste teologiche, siti cristiani eccetera. In rete gestisce vari siti e blog. Una delle sue attività è la consulenza e la cura pastorale a tu per tu e a distanza con credenti di vari ambienti ecclesiali e con non-credenti. Inoltre, viene contattato da conduttori di chiesa di varia estradizione ecclesiale per avere il suo punto di vista e il suo consiglio sul loro ministero, sulla situazione della loro chiesa o su problemi, che stanno affrontando.

 

2.  ALCUNE CONVINZIONI DI BASE: Sul piano teologico Nicola Martella non ha un approccio dogmatico, ma è un esegeta. Il suo motto, coniato al tempo dell’insegnamento all’I.B.E.I., è: «Un testo senza contesto è un pretesto, che io contesto». Riguardo all’ermeneutica segue il metodo storico-biblico o storico-grammaticale, rifiutando sia quello storico-critico sia quello speculativo (p.es. allegorico, spiritualista, simbolico). Sul piano dottrinale non è un carismaticista, sebbene creda che Dio abbia elargito alla chiesa i suoi vari carismi per edificare la sua chiesa. Riguardo al rapporto Bibbia e scienza è un creazionista. Per tanto crede che l’evoluzionismo poco si adatti a spiegare esegeticamente l’opera del Creatore. Crede pure che le spiegazioni speculative e piene di simbolismi, tipiche di alcuni cristiani, siano anch’esse un abuso verso il testo biblico.

3.  ALCUNI INTENTI: Nicola Martella, pubblicando i suoi libri, ritiene che uno dei bisogni principali della nostra epoca sia lo sviluppo di un discernimento biblico. Infatti, sulla chiesa si stanno abbattendo vari attacchi e sfide, che bisogna riconoscere e a cui bisogna tener testa.

     Al riguardo riportiamo un brano tratto dalla conclusione di Carismosofia (pp. 257s): «Fin dall’inizio del Cristianesimo è stato necessario lottare per la fede, e ciò ha spesso significato fare fronte agli sviamenti dalla fede (cfr. 1 Tm 1,19s). Paolo ha dovuto affrontare questi problemi nelle epistole ai Corinzi, ai Galati e ai Filippesi. In uno dei suoi libri, David Wilkerson caratterizza in modo pertinente il tempo della fine. Riportiamo questo brano, poiché rispecchia le nostre convinzioni: “Le persone preferiranno false dottrine e nuove idee alla verità della santa Parola di Dio. Essi accorreranno verso dottrine che porteranno loro nuovi pensieri e rivelazioni. Uomini e donne preferiranno porre attenzione più alle profezie e alle dottrine degli uomini che alle dottrine della verità. Essi si rivolgeranno a spiriti seduttori e a dottrine di demoni. Stiamo andando incontro a un tempo in cui saranno annunciate dottrine estreme, e persone, solleticate [da esse] nelle loro orecchie, seguiranno tali predicatori che con i loro messaggi estremi sembreranno come angeli di luce, ma in verità predicheranno false dottrine. La paura d’essere posseduti da demoni s’impadronirà di tanti cristiani sinceri. Ci sarà un falso movimento di Gesù, in cui si metterà un accento particolare sul cacciare via i demoni. Essi si arroccano il diritto di poter guarire i malati e di poter fare chiaramente miracoli. Essi aiuteranno con zelo i poveri e predicheranno un grande amore, ma tra di loro ci saranno falsi profeti che nel nome di Gesù predicheranno un grande amore, ma che persisteranno nella loro ribelle natura e nei loro vecchi peccati. Essi sono operai della malvagità e strumenti di satana, il quale per mezzo di loro porterà discredito sul vero movimento di Gesù”.

     La chiesa del tempo della fine sarà circondata da tante lotte e tentazioni. Negli ultimi tempi non avviene solo la riunione della chiesa con Cristo, ma anche l’apostasia, come è scritto: “Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi a venire alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori, e a dottrine di demoni per via dell’ipocrisia degli uomini...” (1 Tm 4,1s).

     Come è logico, cade solo chi sta in piedi, decade dalla fede solo chi ne era seguace. Ciò non sarà un problema dei seguaci di altre religioni e neanche solo dei cristiani di nome, che mai hanno sperimentato una nuova nascita, ma lo sarà particolarmente dei cristiani fedeli alla Bibbia. Si tratterà di una “pia” seduzione, poiché una seduzione riconoscibile, che non sia sottilmente “spirituale”, non porterebbe nessuno all’apostasia. Ciò può essere raggiunto solo con una pia seduzione, la quale presenta valori di fede conosciuti, ma trasformandoli lentamente nel significato. Questo è il metodo di Satana di presentarsi come angelo di luce». Fin qui la citazione.

Quanto qui detto dell’apostasia non è inteso in senso personale e immanente, individuale e puntuale, ma come lenta abitudine a una dottrina spiritualistica che, a mano a mano e col passare delle generazioni, fa perdere la bussola spirituale, fa smarrire i confini tra bene e male e fra giusto e ingiusto, e cambia il significato delle cose. Una generazione trasmette all’altra «mezze verità» annacquate da «mezze menzogne», a cui ci si abitua e intorno a cui si crea un consenso. I maestri seducono i loro discepoli con tali mezze verità commiste con una «teologia dell’esperienza» e con mistiche rivelazioni personali; i loro discepoli vanno oltre, come si sa. Infine, i padri presentano ai loro figli un «altro Cristo» e un «altro Evangelo», pieni di «misteri» (o sacramentalismi) e di misticismo, ma che non salvano più nessuno. La storia della chiesa e delle chiese insegna al riguardo. Tale «pia seduzione» sposta lentamente gli accenti, tanto che la gente non sente più alcun bisogno di convertirsi e di salvarsi mediante il sangue di Gesù, ma cerca un cristianesimo formale, fatto di riti e cerimonie, d’incontri oceanici e spettacolari, di segni e prodigi, di guru e maestri, di sensazionalismi, di filosofismi e di dottrine piacevoli da udire. Lentamente s’istaura un cristianesimo solo nominale, tollerante quanto alla verità e, sazio di se stesso, fa volentieri commistioni con altre «realtà spirituali», senza badare alla loro origine; insegue novità spiritualeggianti, nuove rivelazioni, cristianizzandole. È un cristianesimo culturale, che pensa di vivere, ma è morto; pensa di vederci chiaro, ma è cieco. Perché questo non avvenga, la Scrittura ci esorta a vegliare come sentinelle su noi stessi e sulla sana dottrina: «Bada a te stesso e all’insegnamento; persevera in queste cose, perché, facendo così, proteggerai te stesso e quelli che ti ascoltano» (1 Tm 4,16).

    Deve far pensare che futuri seduttori o anticristi sono sempre usciti dal mezzo dei veri credenti, tra i quali sono stati per breve o lungo tempo degli aggregati o degli intrusi, né carne e né pesce. A ragione affermò Giovanni: «Sono usciti di fra noi, ma non erano dei nostri; perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma sono usciti affinché fossero manifestati e si vedesse che non tutti sono dei nostri». Essi hanno un’infarinatura delle cose bibliche, ma poi mischiano ciò con contenuti estranei alla Scrittura o chiaramente condannati da essa (occultismo, spiritismo, divinazione camuffata con profezia, paganesimo, gnosticismo, esoterismo, eccetera). Dio viene mischiato con Mammona (Mt 6,24), sacro con profano (Eb 10,29), luce con tenebre (1 Gv 2,9), giustizia con iniquità (2 Cor 6,14), Cristo con Beliar (2 Cor 6,15; cfr. Ap 2,24): tutto fa brodo per gli apostati, poiché non hanno mai conosciuto veramente la verità e non hanno mai vissuto la rigenerazione, che li preserva dal maligno (1 Gv 5,18). Per questo veniamo esortati a discernere gli spiriti (1 Gv 4,1), fuori e dentro le chiese.

► URL di origine: http://diakrisis.altervista.org/+G_Gestore.htm

15-04-2011; Aggiornamento: 27-11-2013

 

Punto°A°Croce

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce